giovedì 2 novembre 2023

Putin vieta Halloween ma fa lo Scherzo a Meloni e la smaschera

di LELE JANDON
La Russia e Halloween: due tragicomiche notizie. Il regime di Putin ha vietato di festeggiare Halloween in quanto “festa satanista dell’Occidente” (Occidente che viene costantemente maledetto alla maniera del regime dell’Iran) e così alcune scuole russe, per non far piangere i bambini, si sono dovute inventare la “festa della benedizione delle zucche” (sic). Dopodiché il satrapo russo ha scelto proprio la festicciola per mostrare la sua piccola vendetta contro l’odiato Occidente diffondendo l’audio di uno “scherzo telefonico” di due sue spie. Questa coppia di spie russe, ufficialmente due comici (di cui solo qui in Occidente sappiamo bene che sono servi del moderno KGB) ha fatto uno “scherzetto di Halloween” all’Italia di Meloni per punirla di non aver accettato la linea filorussa degli altri due partiti della sua coalizione, la “Lega Nord” di Salvini (fan sfegatato di Putin) e il partito di Berlusconi (amico personale del tiranno).
I due attori, spacciandosi per un politico d’alto rango di un Paese africano, hanno chiamato Palazzo Chigi chiedendo di parlare al presidente del consiglio italiano col preciso fine di rivelare le ipocrisie dell’Italia intorno all’odiata Ucraina. Lei gli ha detto che li avrebbe richiamati e così ha fatto, senza che nessuno del suo staff d’incompetenti facesse una verifica sulla loro identità o informasse i servizi segreti. Meloni si riconferma così stupida e ignorante da non riuscire nemmeno a riconoscere il forte accento russo. I due finti politici hanno giocato a fare il ruolo dei populisti lagnandosi del fatto che l’Africa non possa chiedere aiuto alle organizzazioni europee perché “tutti i soldi della Ue vanno all’Ucraina”. E Meloni gli ha dato ragione: «Già, devo dire la verità: vedo molta stanchezza, da tutte le parti» (che tradotto significa: «Siamo tutti stufi della guerra in Ucraina»), ha enumerato gli effetti negativi come l’inflazione e si è lamentata a propria volta in maniera assai poco istituzionale che il conflitto possa durare anni. E così la natura dello scherzo e delle rivelazioni emerse mostra che di attori qui ce ne sono non due bensì tre: Meloni sin qui da presidente del consiglio ha recitato il ruolo della democratica convinta ma attenti, come diceva Kafka “il male è un grande attore trasformista, capace di presentarsi anche sotto le sembianze del bene” (e dei discorsi umanitari all’ONU).
Come ci aveva ammonito la storica ebrea americana Ruth Ben-Ghiat nel suo storico articolo “The Return of Fascism in Italy” sul prestigioso magazine “The Atlantic” all’indomani dell’elezione di Meloni, pian piano anche lei come il premier ungherese rivelerà la sua vera natura antidemocratica: «Orbán governa da dodici anni e ci ha insegnato che non si fa tutto subito bensì gradualmente. Quando degli esponenti estremisti vanno al governo diventano più moderati: negli anni svelano la loro vera essenza» fascista. Appoggiare Zelensky è solo una tattica che alla postfascista Meloni serve al solo scopo di entrare nel Club (da lei sempre così tanto disprezzato e diffamato) dei Paesi normali e tentare così di ricostruirsi una verginità politica che nemmeno i bravissimi chirurghi di Teheran specializzati in imenoplastica sarebbero in grado di restituirle. E’ inquietante che un presidente del consiglio possa lasciarsi andare con tale leggerezza a rivelazioni così delicate ed esporsi con commenti così pesanti persino sull’andamento della guerra senza accertarsi dell’identità della voce con cui sta parlando, tanto più ben sapendo che questo genere di trappole sono già state fatte (fra gli altri, a Bush Jr.) e che Putin ha molti contatti e interessi in Africa e che quindi gli africani possono riferirgli queste preziose informazioni sugli umori degli alleati del suo nemico numero uno. Mentre Putin si prendeva giuoco dell’Italia, intanto in America il presidente Biden, egli sì vero grande Amico dell’Ucraina, riceveva come da Tradizione alla Casa Bianca, addobbata per Halloween, i bambini fra cui i figlioletti del Segretario di Stato: la bimba era vestita con la bandiera gialla e azzurra e il bimbo di quattr’anni ha indossato come travestimento l’abito militare del presidente Zelensky, vero super eroe dei nostri giorni. Il bisnonno di Anthony Blinken era nato vicino a Kyiv prima di emigrare negli Stati Uniti d’America.

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