sabato 6 marzo 2021

La Scultura di Neve in Onore del Padre di Famiglia Ucciso a Minneapolis: la Pioggia l’ha cancellato, il Movimento BLM resterà. La Gioia per la Neve a Berlino


di LELE JANDON


Come può essere bello l’inverno grazie alla neve! Il particolarissimo fenomeno desta sempre incanto e nei mesi passati abbiamo visto video straordinari di creature che si dilettano con questi minuscoli cristalli di ghiaccio: dai bambini lanciati per gioco dai genitori nel soffice manto nevoso ai cani che si rotolavano entusiasti alle mucche che l’assaggiano come bambine curiose!


In Québec questo giovanotto, Timothée de Sandro, che per tradizione familiare ha sempre realizzato delle sculture con la neve, stavolta l’ha usata per creare una scultura fuori da casa sua nella bella Quebec City, in memoria del 46enne George Floyd (1973 – 2020) e “di tutte le persone discriminate.

Testimone di casi di “razzismo sistemico” persino nel suo avanzatissimo Canada, ha ideato questo busto per suscitare la giusta attenzione sul problema impiegando ben sessanta ore per ultimarlo:

“È un volto che è stato nella nostra coscienza collettiva per un po’ di tempo. Quella faccia ci perseguita”.

Come nota il filosofo contemporaneo di origine ebraica Alain de Botton, i veri artisti ci rammentano i nostri più alti valori di umanità e questo creativo di ventinove anni crea soprattutto sculture di animali in quanto attivista vegetariano.  


De Sandro non è ancora famoso e potete seguirlo su Facebook ove ritrovate anche una mia analisi approfondita della dinamica del sadico omicidio del padre di famiglia americano ucciso da un poliziotto-bullo che l’ha tenuto sotto scacco nonostante lui implorasse pietà: “I can’t breathe”, “Non respiro”.

Ricordo che in Canada, Paese che sintetizza il meglio della cultura anglosassone e di quella francese, anche il 49enne premier Justin Trudeau si è inginocchiato assieme al movimento di liberazione “Black Lives Matter” (“Le vite dei neri contano”).

Come diceva il pastore protestante Martin Luther King Jr. (1929 – 1968), “se si è veramente devoti alla religione di Gesù si cercherà di liberare la terra dai mali sociali. Il Vangelo è sociale oltre che personale”.


Con l’ACB (Lutherkirche, Berlino - Schöneberg)  -assieme alla nostra pastora luterana ed al nostro diacono-  quest’estate, quest’autunno e quest’inverno abbiamo aderito a BLM con le nostre marce cantate e all’arrivo a Potsdamer Platz o alla Porta di Brandeburgo, abbiamo fatto tutti assieme l’esperienza choc di restare inginocchiati per nove minuti: il tempo in cui è stato tenuto senz’ossigeno il signor Floyd e così soffocato a morte da un bullo che ha abusato della divisa per sfogare il proprio odio mal riposto!


Col sole agostano, con la pioggia battente o con il vento freddo, abbiamo mandato quest’abbraccio agli americani che si sono esposti per affermare che tutte le vite valgono e sono stati peraltro decisivi per l’elezione del presidente Joseph Biden e dell’ex procuratore Kamala Harris i quali hanno promesso che faranno la differenza e già hanno operato notevoli cambiamenti.


Purtroppo la pioggia ha cancellato l’opera fatta di neve ma il movimento BLM (candidato al Premio Nobel per la Pace che conosceremo ad ottobre) resterà vivo, attento ed attivo.


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Tutti i Numeri della Neve a Berlino: le Immagini Storiche

Il mese scorso qui in Germania ha nevicato e uesto mese Berlino è stata completamente innevata e illuminata: pareva di trovarsi sui monti! Il manto nevoso illuminava le strade. Per giorni anche di notte la pioggerella di neve ha continuato a cadere.

Per alcuni giorni qui nella capitale c’è stata una magica combinazione di un cielo azzurro (in tedesco direi “azurblau” o “hellblau”, corrispondente all’inglese “light blue” per intenderci) ed il lucore bianco brillante della neve: “wunderschön”!

Questi magici, minuscoli cristalli hanno ispirato poeti e scrittori come la geniale Agatha Christie nel romanzo-capolavoro del 1934 “Assassinio sull’Orient Express (grande classico della letteratura mondiale che potete ancora richiedere in edicola nella collana in corso con il “Corriere della Sera”): la storia di un gruppo di viaggiatori bloccati nel celebre treno di lusso (fermo in un posto isolato a causa di una bufera di neve) ove avviene un misterioso omicidio.

Ebbene proprio per via della neve anche qua in Germania i treni si son fermati e per alcuni giorni sono state chiuse al traffico alcune autostrade (i soccorritori han recato generi di prima necessità agli autotrasportatori e agli automobilisti rimasti bloccati dopo essersi imprudentemente messi in viaggio senza catene: per ragioni culturali, qui la politica preferisce evitare di ricorrere subito ai divieti facendo piuttosto appello al buon senso). In alcune città tedesche non sono andati i bus e i tram.

Germani reali sul Landwehrkanal al Tiergarten
a Berlino: fotografia di Lele Jandon. 

Da una parte abbiamo avuto appunto i disagi: alcuni lavoratori si son ritrovati a piedi (dato che la neve ha causato guasti ai treni dell’S-Bahn); a Kottbusser Tor 240 appartamenti sono rimasti con il riscaldamento “kaputt” (guasto) ma gl’inquilini sono stati subito dotati di caloriferi extra e godranno di adeguate riduzioni nel prezzo d’affitto; le famiglie hanno dovuto spazzare via dal proprio vialetto la “Schneematsch”, la fanghiglia ed i sassolini, e spalare via la neve dalle automobili parcheggiate fuori casa e letteralmente sepolte (alcuni già la sera, così da non doversi alzar presto l’indomani mattina o arrivare tardi al lavoro); alcune persone agées addirittura han preferito restare a casa onde non scivolare e cascare per istrada (ove è meglio aver cura di camminare proprio affondando i piedi nella neve).  Si è parlato (esageratamente) di “Schneechaos” (situazione di caos da forti nevicate) e di “Flockdown”, giuoco di parole fra il neologismo nuovo di zecca del 2020 “Lockdown” e “Schneeflocke”, fiocco di neve.

Foto di Lele Jandon. Berlino, febbraio 2021.


Dall’altra parte abbiamo invece coloro che si sono goduti la neve: le famiglie, i giovanissimi e gli animali! Non essendoci monti qua nel Nord della Germania, in tanti hanno approfittato dell’occasione per divertirsi. Già è stato ahinoi un inverno senza mercatini dell’Avvento, privo di mercatini di Natale e di piste da pattinaggio e così ecco che è piovuta dal Cielo almeno la neve che ha reso tutto così bello da spronare ad uscire persino quelli più impigriti dal lockdown e perfino alcuni molto in là cogli anni con il deambulatore: non stupisce in un Paese ove sino a tarda età resta nelle persone un fiero senso d’indipendenza.

Alcuni berlinesi non hanno smesso nemmeno di fare jogging e molte persone si sono godute una “Spaziergang im Schnee” (passeggiata nella neve) munite di stivaletti, guanti e berretto oppure cappuccio: così ben equipaggiati adeguatamente qui ci si è potuti godere il buon freddo secco di quassù e si può star fuori lungamente per ore (magari fermandosi a ritirare una cioccolata calda in un Café da bere a passeggio dato che non si può nemmeno brevemente sostare al tavolo stando alle rigide restrizioni antiCovid). Pel freddo la gente indossava le mascherine aderenti a mò di sciarpa che teneva al calduccio la faccia.


Lungo gli spaziosi marciapiedi berlinesi i cani (alcuni dei quali girano dopo le cinque con indosso una catenina blu elettrico per non finire sotto un’auto) sono usciti ben volentieri a spasso coi loro curatori per esplorare coi loro musi cosa c’era sotto la coltre di neve. Ha girato in maniera virale il video (non si da dove provenga) di un cane che, in autonomia, raccoglie una slitta di fortuna e si diverte a scender giù ripetutamente!

Immagino siano stati curiosi anche gli altri animali a spasso d’inverno: come gli scoiattoli (che, com’è noto, non vanno in letargo) e persino le volpi che ogni tanto s’avvistano qui in città (ce n’è una che abita i giardini del Castello dell’amato presidente della Repubblica Steinmeier che l’ha chiamata Theo).

Allo Zoologischer Garten (lo zoo di Schöneberg rimasto aperto per la gioia dei bambini durante questo lockdown) potete ammirare il gufo delle nevi, lo Schneeeule (si scrive proprio così, con ben tre “e”; e “Eule” in tedesco significa anche “civetta”): esatto, proprio come la civetta Edvige, fedele compagna del maghetto Harry Potter (regalatagli per gli undici anni dal mago Rubeus Hagrid)! Lo scorso 27 gennaio, riferisce “Die Welt” citando il “New York Times”, ne è stata avvistata una al Central Park di Nuova York: non accadeva da centotrent’anni. La creatura, del peso di due chili e con un’apertura alare di 160 centimetri, vive in Canada (è l’uccello ufficiale del Québec) ed è raro che scenda a latitudini così basse. E’ stata fotografata da una donna, non succedeva dall’inverno 1890. A proposito di recenti avvistamenti di creature rare e tutte bianche, in un parco inglese del Sussex è stato paparazzato uno scoiattolo albino cioè col pelo bianco e gli occhi rossi! Ne nascono con questa caratteristica solo uno su centomila!

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Sopra: quadro del 1914  del pittore espressionista
tedesco di Hanau 
Reinhold Ewald 
(1890 – 1974) intitolato 
Schlittschuhbahn 
(“
Pista di pattinaggio su ghiaccio”).


I giovani e i bambini hanno schettinato e sono andati in slitta trovando consolazione dalla triste chiusura delle scuole.

I laghetti del Tiergarten per pochi magici giorni si sono ghiacciati e così s’è potuto pattinare per qualche giorno. Questo “quadretto” di pattinatori mi ha ricordato i dipinti dei pittori olandesi e quel quadro del 1914  del pittore espressionista tedesco di Hanau Reinhold Ewald (1890 – 1974) intitolato Schlittschuhbahn (“Pista di pattinaggio su ghiaccio”): lo potrete vedere al Museo Städel di Francoforte sul Meno.

Fotografia storica del 1930: bambini pattinano 
sulle strade ghiacciate di Berlino. 
In questa fotografia storica in bianco e nero del 1930 vedete un gruppo di bambini berlinesi che già allora si divertivano pattinando e in questa cartolina dell’Ottocento vedete che all’epoca già s’andava in slitta e che alcuni ricchi facevano trainare le loro slitte dai cavalli a mò di carrozza!

I bambini berlinesi, impazziti per la neve, scendevano instancabilmente giù in slitta (ogni famiglia ne ha una) nelle “Rodelnpisten” (le piste da slittino): se ne sono formate a centinaia ma la “Berliner Zeitung” ne consigliava in particolare dieci, dalla ripida collinetta di soli cinque metri del parco di Lichtenberg ai centoventi metri del Teufelsberg. Non gl’importava mica dei guanti fradici, dei lividi sullo stinco o dei denti che battono pel freddo pungente: erano ben felici di provare e riprovare a slittare!

Cartolina storica dell'Ottocento: alcuni ricchi berlinesi
facevano trainare le proprie slitte dai cavalli. 
Pensate, alcuni di questi bimbi non hanno mai visto la neve (non nevicava dal 2013)! Se escludiamo le persone senzatetto, forse sono loro, i bambini, quelli che stanno soffrendo di più per il lockdown: sono stufi della pandemia, “pandemüde”, neologismo coniato di recente come giuoco di parole fra “Pandemie” (epidemia) e “müde” (stanchi).

Sopra e sotto: il nuovo “Trendsport” dei 18-20enni berlinesi,
il “
Nachtrodeln” (“andare sullo slittino di sera”,
con la neve che illumina i parchi).

Solo una pista è stata chiusa: a Hahneberg, in zona Spandau, in quanto riserva naturale ove gli animali (coleotteri, cavallette, ragni e lucertole) non devono essere disturbati. Sulle piste la Polizei, qui a Berlino sempre cordiale, effettuava controlli a campione per verificare che tutti indossassero le mascherine altruistiche (qua sono d’obbligo le ffp2 che meglio impediscono di trasmettere le varianti del Covid19): chi non ce le aveva addosso doveva lasciare la pista in quanto luogo in cui è impossibile mantenere le distanze di sicurezza (qui in Germania di un metro e mezzo).

E come riferisce la “Berliner Morgenpost” sulla collinetta del Volkspark di Friedrichshain (ov’è stata chiusa la “Todesbahn”, la cosiddetta “Pista della Morte”) s’è scatenato il nuovo “Trendsport” dei 18-20enni: il “Nachtrodeln” (“andare sullo slittino di sera”, con la neve che illumina i parchi). C’è chi usava le proprie “Familienschlitten” (slitte di famiglia), chi il proprio skateboard e chi…le recinzioni del cantiere. 

C’era addirittura chi s’arrischiava ad andare in tre, col pericolo di schiantarsi contro un albero. Siccome è appunto un’area di lavori-in-corso e non è permesso occuparla, la Polizia ogni tanto arrivava ma poi i giovani tornavano a fare le loro discese.

Intanto dalla bella Magdeburgo, ad un’ora da Berlino, giungevano buffe immagini di giovani con gli sci che si divertivano a farsi trascinare dalle auto!

In questi ultimissimi giorni solo i cigni, le oche, i germani reali e le anatrelle hanno potuto godersi il sottilissimo strato di ghiaccio rimasto sul Landwehrkanal al Tiergarten dopo le lunghe gelate: alcuni riposavano cheti stando ritti su una zampa, altri camminavano pian pianino ben sapendo che si può facilmente rompere.

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In questa foto del 1917 vedete gli elefanti del circo “Krone”
venivano sfruttati 
per spazzare via la neve dalle strade
di Berlino. 

La “Berliner Zeitung” ha pubblicato un curioso excursus sulle precipitazioni nevose degli ultimi cent’anni (i conteggi sono stati fatti dall’Istituto di Meteorologia a partire dall’anno 1908). Berlino ha visto inverni “schneearm”, poveri di neve, e altri “schneereich”, ricchi di nevicate; in media, si sono contate tre giornate di neve all’anno qui nella capitale tedesca.

L’ultimo bianco Natale si festeggiò nel 2010 (quando si misurarono 19 centimetri di neve), l’ultima volta che ha nevicato d’inverno a Berlino fu nel 2013: otto anni fa! Furono due inverni magici con, rispettivamente, ben 86 e poi 54 “Schneetagen” (giorni di neve).

Giornate “Rekord” furono il 6 marzo 1829 con 80 cm di neve ed il 6 marzo (fatalità, lo stesso giorno) 1970 con 52 centimetri. La più tardiva nevicata a Berlino fu nella tarda primavera del 1927 (il 13 maggio); la più precoce è stata pre-invernale: accadde il tre ottobre 1998.

Oggi sono gli spazzaneve a girare ininterrottamente a pulire le strade: con le autostrade chiuse, senza il lavoro di questi spalaneve, che hanno reso percorribili almeno vie cittadine, si sarebbe fermata l’economia. Nel passato invece per spazzare via la neve vennero occasionalmente sfruttati gli animali come “Zugtiere” (bestie da tiro): in questa foto del 1917 vedete gli elefanti (del circo “Krone”) e in quella del 1930 i cavalli.

Vi segnalo un’ultima curiosità. Della neve c’è traccia anche nel “Telefonbuch” (l’elenco telefonico) di Berlino: scorrendolo, vi si trovano cognomi bizzarri come “Schnee, Schneeberg, Schneeberger, Schneebauer, Schneegans, Schneemann (in italiano diciamo “pupazzo di neve!”), Schneeweis, Schneeweiβ e Schneewolf (lupo delle nevi)”!

Lele Jandon

Berlino, 6 marzo 2021