sabato 20 gennaio 2024

«L’antifascismo è il nuovo patriottismo in azione»: Storico Discorso di un Parlamentare Verde contro la AfD

di KAI GEHRING
«Tutti assieme contro il fascismo: settemila persone ieri hanno dimostrato ad Essen, la mia Città natale (500 mila abitanti, nella regione della Ruhr, in Renania-Vestfalia, ndr), così ricca di diversity, così come l’ho sempre vista e vissuta quando ci giro per strada! Sindacati, partiti, associazioni, famiglie, giovani ed anziani, con o senza una storia d’immigrazione alle spalle: tutte persone che trovano inaccettabile che la destra spinga i limiti dell’indicibile sino alla disumanità. Tutte quelle persone prendono posizione e si schierano per tutto ciò che dispiace all’estrema destra: una società civile vivace, che non sacrifica facilmente la democrazia e i diritti fondamentali. L’istituto di ricerca “CORRECTIV” ha mostrato come l’estrema destra e i membri della AfD stiano progettando la deportazione di milioni di persone dalla Germania. Grazie ai mass media d’inchiesta della nostra liberaldemocrazia!
I neonazisti si arrogano il diritto di selezionare le persone ed escluderle dal nostro Paese: questo è folle ed estremamente pericoloso! La dignità di ogni persona è inviolabile: così sta scritto nella nostra Costituzione come Lezione tratta dalla dittatura nazista e dalla Shoah. L’incontro al Wannsee (a Potsdam, pochi giorni fa, ndr) per pianificare la deportazione en masse fa suonare i campanelli d’allarme: appare evidente l’associazione con il capitolo più buio della nostra Storia. Davvero a ragione “Remigration” è la Peggiore Parolaccia (Unwort) dell’anno (ogni anno in Germania viene fatta una classifica delle parole politicamente più scorrette e sconsigliate, ndr): questo significa espulsione, razzismo ed incostituzionalità nella sua forma pura! Queste macchinazioni estremistiche di destra costituiscono un caso urgente per la Procura generale della Repubblica. Non si può relativizzare e banalizzare i nemici della Costituzione e i nemici della democrazia. Il “Mai più!” è ora (riferimento al motto della Germania democratica che ha promesso d’impegnarsi affinché non si ripeta la catastrofe dell’hitlerismo, ndr). I populisti di destra hanno giuoco facile in tempi di Crisi: dinanzi a problemi complessi propongono soluzioni semplicistiche e creano capri espiatori. Valutazioni razziste, inviti alla violenza, fantasie sovversive costituiscono una sfida alla difesa della nostra democrazia. Chi crede d’indebolire la AfD o altri neofascisti scopiazzando la loro maniera di parlare, non fa altro che rafforzare l’originale. I conservatori perbene, decenti, si distinguono perché non cascano nelle acquacce correnti della destra radicale. Abbiamo bisogno di un reciproco sostegno da parte del Centro (riferimento alla CDU, partito teoricamente centrista ma spostatosi a destra per guadagnare voti, ndr): ciò che ci unisce come democratiche e democratici è più forte di ciò che ci divide. Certo, viviamo in tempi pieni di grosse sfide: la pandemia, la divisione sociale, la guerra, il terrorismo, la catastrofe climatica, l’estinzione di alcune specie viventi, la crisi educativa. Il populismo e l’odio, il nazionalismo etnico ed il razzismo non risolvono alcun problema, sono semmai aggravanti. Senz’apertura al mondo il nostro Paese rischia di chiudersi ermeticamente (secondo il vicecancelliere, anche lui dei Verdi, Putin vuole trasformare la Germania in una nuova Russia, ndr): soltanto in una democrazia liberale viene garantita la libertà delle scienze, della magistratura, dei mass media e del mondo della cultura. Coscientemente i neofascisti prendono di mira questi pilastri democratici. Ora basta ingenuità, mettiamo confini chiari! Spero che l’investigazione di “CORRECTIV” faccia sì che la maggioranza troppo silenziosa divenga rumorosa. In tante città le persone stanno scendendo in strada. Ringrazio tutte quelle persone che nella loro quotidianità s’impegnano a trovare soluzioni costruttive ai problemi, proteggono attivamente la nostra Legge fondamentale, non prendono parte all’abbruttimento del discorso pubblico, s’impegnano per il rispetto, l’eguaglianza, la libertà, la diversity e la democrazia e non disprezzano il nostro Parlamento. Tutti costoro non permettono che la Storia si ripeta. E’ ora di difendere la democrazia (giuoco di parole con “Mai più è ora!”), l’antifascismo è attivo patriottismo!». (traduzione dal tedesco di LELE JANDON)
«Alle zusammen gegen den Faschismus: gestern haben etwa 7.000 Menschen in meiner Heimatstadt Essen demonstriert. Gewerkschaften, Parteien, Vereine, Verbände, Familien, Junge und Ältere, mit oder ohne Migrationshintergrund, die nicht hinnehmen, wie die Grenze des Sagbaren von Rechten systematisch ins Unmenschliche verschoben wird. Essen so vielfältig, wie ich es erlebe, wenn ich in der Stadt unterwegs bin! Sie stehen für alles, was Rechtextremen missfällt: eine lebendige Zivilgesellschaft, die Demokratie und Grundrechte nicht einfach preisgibt. Das Recherche-Netzwerk “CORRECTIV” hat aufgedeckt, wie Rechtsextreme und AfD-Anhänger die Deportation von Millionen Menschen aus Deutschland planen. Danke an freie investigative Medien in unserer freien Demokratie! Neonazis maßen sich also an, Menschen zu selektieren, sie aus unserem Land auszuschließen: das ist Wahnsinn und brandgefährlich! Die Würde jedes Menschen ist unantastbar: so steht es in unserem Grundgesetz als Lehre aus Nationalsozialisticher Diktatur und Holocaust. Das Massendeportations-Treffen am Wannsee lässt alle Alarmglocken läuten. Die Assoziation an das dunkelste Kapitel unserer Geschichte liegt nahe. “Remigration” ist zu Recht Unwort des Jahres, denn es meint Vertreibung und das ist Rassismus und Verfassungsfeindlichkeit in Reinform! Diese rechtextremistischen Umtriebe sind ein dringender Fall für die Generalbundesanwaltschaft. Verfassungsfeinde und Demokratiefeinde dürfen nicht relativiert und verharmlost werden. “Nie wieder!” ist jetzt!
In Krisenzeiten haben Rechtspopulisten leichteres Spiel: auf komplexe Probleme suggerieren sie simple Antworten und machen andere zu Sündenböcken. Rassistische Zuschreibung, Gewaltaufrufe, gar Umsturz-Fantasie fordern die Wehrhaftigkeit unserer Demokratie heraus. Wer glaubt, die AfD und andere Neofaschisten zu schwächen, indem man ihre Sprache kopiert, stärkt nur das Original. Anständige Konservative grenzen sich ab statt ins rechtsradikale Fahrwasser zu geraten. Wir brauchen einen Schulterschluss der gesamten demokratischen Mitte in Deutschland. Was uns Demokratinnen und Demokraten verbindet, ist doch so viel stärker als alles, was uns trennt. Ja, wir leben in Zeiten mit vielen, mit großen Herausforderungen: Pandemie, soziale Spaltung, Krieg, Terror, Klimakatastrophe, Artensterben, Bildungskrise…Populismus und Hass, völkischer Nationalismus und Rassismus lösen kein einziges Problem. Sie sind Problem-Verschärfter. Ohne Weltoffenheit kann unser Land dicht machen. Die Freiheit von Wissenschaft, Justiz, Medien und Kultur ist nur in liberalen Demokratien garantiert. Neofaschisten nehmen diese Grundpfeiler von Demokratie und Rechtsstaatlichkeit ganz bewusst ins Visier. Schluss mit Blauäugigkeit! Klare Kante! Hoffnung macht mir, dass CORRECTIV-Recherchen die zu leise Mehrheit lauter werden lassen. Vielerorts gehen Menschen auf die Straße. Ich danke allen Menschen, die sich im Alltag dafür einsetzen, Probleme konstruktiv zu lösen, die unser Grundgesetz aktiv schützen. Die eine Verrohung der Sprachen nicht mitmachen, die sich für Respekt, Gleichberechtigung, Freiheit, Vielfalt und Demokratie engagieren, die unsere Parlamente nicht verachten. Sie alle lassen nicht zu, dass Geschichte sich wiederholt. Antifaschismus ist gelebter Patriotismus! Wehrhaftigkeit ist jetzt!».

domenica 7 gennaio 2024

«Fiducia e Coraggio, siamo una Nazione Buona»: Discorso del Presidente Tedesco per Natale

di FRANK-WALTER STEINMEIER
«‘Non guardo più le notizie’. Probabilmente non ho mai sentito una frase come questa così spesso come quest’anno. Ovunque andassi le persone per strada (unterwegs) continuavano a parlarmi di questa sensazione (Gefühl), del loro bisogno di staccare la spina piuttosto che lasciarsi sopraffare ogni giorno dalla deprimente situazione mondiale. Cari Connazionali, io capisco che alle volte diventi davvero troppo. Che vogliate metterVi al riparo (Deckung) dalla realtà. Alcuni si allontanano, altri inveiscono contro (schimpfen auf) tutto e tutti. Ma in una democrazia, quando le cose si fanno stressanti, ci sono consiglieri migliori della rabbia e del disprezzo. Fra i buoni consiglieri ci sono il Coraggio (Mut) e la Cooperazione (Miteinander).
Ciò significa prestare un occhio di riguardo a tutti, non importa dove e come vivono: se in Città o in campagna, se sono giovani od anziani, se sono migranti o se hanno sempre vissuto qui. Possiamo andare avanti solo insieme (gemeinsam), e non se ognuno si chiude nel proprio mondo (Lebenswelt). Noi esseri umani abbiamo bisogno l'uno dell'altro (einander). Dipendiamo gli uni dagli altri (aufeinander). Abbiamo bisogno di rispetto (Achtung) ed incoraggiamento (Ansporn), di Dialogo (Austausch) e di Discussione (Auseinandersetzung) – e talvolta di compassione (Mitgefühl) e persino d’aiuto. In una democrazia abbiamo bisogno di tutto questo gli uni per gli altri (füreinander). Abbiamo bisogno di persone che si mettano in giuoco e che lavorino affinché domani ciò che non va bene oggi vada meglio. Di quelli che facciano coraggio e facciano un lavoro di squadra (giuoco di parole con rima baciata fra “Mut machen” e “mitmachen”, “fare assieme”, ndr). E ci sono così tante persone nel nostro Paese che fanno esattamente questo, che mettono ciò che hanno in comune (das Gemeinsame) al di sopra di ciò che li divide. Stasera abbiamo una ragione speciale per dirVi grazie. Affinché tutti possiamo festeggiare in pace e sicurezza, oggi siete in servizio per strada (unterwegs): nell'auto di pattuglia, alla stazione della Polizei, della Feuerwehr (Vigili del fuoco, ndr) e della Bundeswehr (l’Esercito, ndr). Oppure Voialtri che persino nella giornata di oggi nelle cliniche e nelle strutture vi prendete cura degli altri, di persone psicologicamente sofferenti, di persone senza un tetto sopra la testa! Grazie che siete qui. Sono milioni le persone determinate come Voi che s’impegnano per una pacifica convivenza (Zusammenleben, “vita insieme”). E sono queste le persone che mi danno coraggio (Mut machen). Ed è questo un altro motivo per cui io non sono preoccupato per il Futuro della nostra Nazione. Penso che abbiamo motivo di fidarci di noi stessi come società. L’anno prossimo celebreremo il 75° anno dalla fondazione della nostra democrazia. La nostra Legge fondamentale compie 75 anni. E da trentaquattr’anni è in vigore per tutto il nostro Paese riunificato. Questo è un motivo per tutti noi di festeggiare. La nostra Costituzione è qualcosa di cui possiamo essere orgogliosi. Protegge ed onora ogni singola persona. Questo è molto. Ma non ancora tutto. Offre il quadro stabile in cui la politica può svilupparsi. E, se necessario, correggersi. Questo è qualcosa che solo la democrazia può fare! Finora questo fondamento (Fundament) ha sostenuto bene il nostro Paese, anche quando le cose sono diventate più difficili. E sono convinto che continuerà a guidarci in futuro. Ed è per questo che voglio incoraggiare (ermutigen) tutti noi a nutrire fiducia (vertrauen) in questo fondamento. Ricordiamocelo più spesso: la Germania è e resta una Nazione buona (ein gutes Land). Possiamo avere successo se resteremo uniti (zusammenstehen und zusammenbleiben). Con questa fiducia guardiamo con coraggio (mutig) al nuovo anno». Castello di Bellevue, Berlino, 25 dicembre 2023 (traduzione di LELE JANDON)

mercoledì 3 gennaio 2024

«Pronti vs Putin»: il Piano di Pistorius. La Germania si prepara su Tutti i Fronti

di LELE JANDON
Putin pensava che gli ucraini soccombessero, invece hanno difeso Kharkiv e Kherson da Eroi: egli accarezzava l’idea di umiliarli e invece loro hanno dato una strepitosa dimostrazione del proprio valore nella difesa della loro libertà. Il dittatore pianificava di russificarli ed imporre le sue leggi antigay anche agli ucraini e invece loro sono fieri dei loro valorosi soldati liberi, come quelli israeliani, di essere sé stessi. Il tiranno populista pensava di sacrificare pochi sventurati, invece ha mandato al macello almeno 315 mila dei 360 mila soldati che aveva inizialmente mandato a invadere l’Ucraina. Inoltre, con l’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso ed il prevedibile e giusto contrattacco israeliano il satrapo russo pensava d’isolare gli ebrei e invece per tutta risposta la Germania si è riconfermata con tanti gesti concreti e significativi la prima vera Amica europea dell’Ucraina e d’Israele.
Infatti Berlino, dopo aver mandato a Kyiv i suoi “Marder” (veicoli corazzati), ha massicciamente aumentato l’export di armi verso lo Stato ebraico e, come già Vi ho raccontato in dettaglio, riceverà da Tel Aviv il sofisticato sistema d’intercettori di difesa missilistica a lungo raggio più avanzato degl’israeliani, lo “Arrow-3”, che Israele usa sin dal 2017 come parte del famoso scudo “Iron Dome” contro i terroristi palestinesi e le minacce del regime degli ayatollah. Sia il Cancelliere sia il vicecancelliere hanno ribadito la formula detta dall’allora Cancelliera Merkel alla Knesset: «la sicurezza d’Israele è ragion di Stato tedesca» il che significa, spiega Carlo Masala, professore all’Università della Bundeswehr (l’Esercito federale), che entrerà in guerra con l’alleato se necessario. Il serial killer russo prevedeva di umiliare l’Europa e d’indebolire la NATO e invece allargherà (e quindi rafforzerà) entrambe: nei prossimi anni vedremo un’Unione europea allargata persino all’Ucraina stessa! Sin dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina la Premier socialista della Finlandia Sanna Marin ha richiesto (e presto ottenuto con l’OK del Parlamento) di aderire all’Alleanza Atlantica spiegando ai suoi connazionali il concetto di deterrenza (che non entra in testa ai populisti di sinistra come i grillini che blaterano di “pace”). Inoltre i Paesi europei investiranno di più nella Difesa: primo fra tutti proprio la Germania, che si riconferma la leader morale dell’UE. Ciò grazie al ruolo di leadership dei Verdi tedeschi (i quali non hanno nulla a che fare coi finti verdi in salsa italiana, pacifisti o meglio “pacifinti” come i grillini antisemiti e i complici di Beppe Sala) che detengono con autorevolezza i ministeri di Esteri ed Economia, e nonostante il freno dell’avarissimo ministro delle Finanze, Lindner, del partitino dei “Liberali”, ossessionati dal contenimento della spesa e che con falsi pretesti, siccome sono destinati all’estinzione che meritano, stanno complottando per far cadere il governo giallo-rosso-verde rivelando così la loro vera natura d’irresponsabili narcisisti quali sono sempre stati. Il Paese teutonico è previdente: il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius (della SPD come il Cancelliere Scholz), appena giudicato dai sondaggi demoscopici come il politico tedesco più popolare, ha già un Piano con cui intende “modernisieren” (modernizzare) l’Esercito potenziando la sua “Wehrhaftigkeit” (“capacità di difesa”) ed apportando un cambiamento di mentalità (“Mentalitätswandel”) nell’opinione pubblica per educarla «all’idea che in Europa possa esserci il pericolo di una guerra» (che di fatto c’è già: l’Ucraina si trova in Europa geograficamente e culturalmente), forse la Terza guerra mondiale. «La Bundeswehr è già una delle Forze armate NATO più forti in Europa e fra 3-5 anni avrà un aspetto completamente diverso, diventerà la spina dorsale della sicurezza europea», promette il ministro Pistorius: infatti, avverte (probabilmente preavvisato dagli psichiatri che ne hanno fatto il profiling criminale), Putin fra circa 5 anni attaccherà un qualche vicino Paese NATO. In tal caso il Piano del socialdemocratico prevede l’immediata mobilitazione di 300 mila soldati prontissimi per missioni dell’Alleanza Atlantica. Intanto l’Esercito tedesco, riferisce il generale Christian Freuding, «ha già addestrato 8 mila soldati ucraini» ed ha già fatto esercitazioni nel Mar Baltico, al largo dell’Estonia e della Lettonia, i più probabili target dell’espansionismo della Federazione russa che si trova lì vicinissima con navi d’intelligence, sottomarini ed aerei. Certo, la NATO funge in teoria da deterrente (come disse correttamente una volta Enrico Letta ai bei tempi in cui era lui il leader autorevole del Partito democratico, «quello che è successo dimostra che la NATO doveva far entrare l’Ucraina prima. L’Alleanza atlantica serve perché la democrazia va difesa»); ma se ci troviamo di fronte al caso estremo di uno psicopatico puro (e potrebbe essere benissimo il caso del killer seriale Vladimir Putin) allora neanche questa coalizione potrebbe bastare a fermarle le sue voglie sfrenate e così bisogna essere preparati al peggio. Dinanzi a questa situazione geopolitica, il Paese che dopo la Seconda guerra mondiale si ritrovò costretto ad essere un nano dal punto di vista militare ora indica con lungimirante saggezza al resto d’Europa la giusta via per preservare le nostre libertà: lo Stop al servizio militare obbligatorio è stato un errore, ammette Pistorius, e dobbiamo essere “pronti alla guerra” (in tedesco “kriestüchtig”, letteralmente “capaci di fare la guerra”, concetto ribadito sei volte nelle nuove Linee Guida della Difesa che descrivono la Federazione russa come «la più grande minaccia alla pace e alla sicurezza nell’area euro-atlantica per il prossimo futuro»). Oltre che all’eventualità di una guerra, il governo tedesco dovrà al contempo preparare la società civile, costantemente sott’attacco da parte di “Desinformationskampagnen” russe a cui abboccano gl’idioti di estrema destra ed estrema sinistra, anche allo scenario di cyberattacchi (proprio come vediamo nell’importante, ancorché brutto, film di Netflix “Il mondo dietro di te” con il Premio Oscar Julia Roberts ed il vincitore di due Premi Oscar Mahershala Ali). In conclusione, Putin ha fatto assai male i suoi calcoli mentre li sta facendo nel dettaglio la Germania che si riconferma un Paese serio ed estremamente franco con la sua opinione pubblica. Invece nella pigra Roma la nanerottola Meloni, quando non si finge influenzata (sono già ben sei gli appuntamenti annullati per presunte indisposizioni da quand’è “il” presidente del consiglio), si occupa di piani illegali per contrastare l’arrivo di qualche barchino e di fare polemiche contro influencer a lei rivali. Il capo del principale partito alleato della postfascista, il dichiarato filorusso Matteo Salvini, ha dichiarato addirittura di non essere d’accordo all’allargamento della NATO: «non aiuterebbe», ha tagliato corto facendo così riferimento alla grande fake news russa (diffusa da pseudo esperti come Alessandro Orsini) secondo cui è stata proprio la “minaccia” dell’allargamento della NATO ad aver comprensibilmente provocato la “guerra preventiva” di Putin. In Germania questi avvocaticchi di Putin li chiamiamo i “Putin Versteher” e sono politicamente isolati: il tempo delle chiacchiere è finito, è ora di prepararsi al peggiore scenario, questo distingue un buon governo da un malgoverno populista.

mercoledì 20 dicembre 2023

Putiniani picchiano e marchiano la Reporter-Eroina Yelena Milashina: aveva svelato le Torture vs i Gay in Cecenia

di LELE JANDON
Torniamo a parlare dei gay in Russia. Mentre in Italia non destava scandalo l’ennesimo caso di prostituzione culturale legato a Silvio Berlusconi (una cosiddetta “giornalista di sinistra”, in realtà conduttrice di volgarissimi talk show, per soldi è passata dalla RAI alle sue TV), dalla Russia arrivava una commovente storia di eroismo quotidiano da parte di un’autentica reporter d’inchiesta di “Novaya Gazeta” (giornale chiuso dal satrapo russo), pronta anche a morire per amore della verità. Lo scorso 4 luglio a Grozny, nella Cecenia controllata da Putin, la 45enne Yelena Milashina è stata aggredita barbaramente assieme al suo avvocato. Erano andati nella capitale cecena per ascoltare la sentenza contro un’altra eroina, Zarema Musaeva, madre-coraggio di un avvocato dei diritti umani in esilio la quale è accusata ingiustamente dal sistema giudiziario al libro paga del tiranno di frode.
Proprio come la sua collega Anna Politovskaja (assassinata nel 2006 a 48 anni dinanzi casa dai sicari del serial killer russo), la coraggiosa cronista è l’unica ad essersi recata in quella regione pericolosa dove ha documentato i crimini contro l’umanità del regime di Kadyrov, al soldo di Putin. In particolare, aveva pubblicato articoli informativi sulla lunga serie di attentati ai danni dei ceceni perseguitati segretamente e rinchiusi in prigione per il solo fatto di essere gay (come il supertestimone Maxin Lapunov, torturato per fargli confessare nominativi di altri omosessuali). Nel 2017 24 pretacci cristiani ortodossi avevano lanciato l’equivalente di una “fatwa” contro di lei benedicendo così chi le avrebbe dato una ‘pena corporale’.
Sia lei che l’avvocato sono stati fermati da tre auto da cui è uscita una gang d’incappucciati in stile Ku Klux Klan: minacciandoli con una pistola, i mafiosi li hanno tenuti sotto sequestro e presi a calci in faccia. Lui è stato gambizzato, lei ha subìto un trauma cranico. In più i malavitosi le hanno spezzato le dita colpendole con un tubo di polipropilene (un gesto simbolico: è la ritorsione contro la sua attività di scrittura), le hanno rapato la testa e versato sul volto una vernice tossica color verde di “zelyonka” (un antisettico che può causare cecità ed è usato dai bulli putiniani ceceni contro gli oppositori). Il verde non è casuale, è il marchio di fabbrica dei russi: è il colore che resta sui corpi degli ucraini dopo i bombardamenti russi (che hanno colpito anche chiese ed ospedali). Il regime di Putin, ricorda lo scrittore ebreo italiano Roberto Saviano, è stato sostenuto dai tre partiti di destra al governo a Roma: Berlusconi rimase sino all’ultimo fra i suoi intimi amici e difensori, “Lega Nord” e “Fratelli d’Italia” hanno sempre votato No alle sanzioni che l’Unione europea impone dal 2014 (invasione ed annessione della Crimea). Nella sua menzognera autobiografia, Meloni (che proviene dall’estrema destra atea) ha elogiato la Russia come un «Paese che difende l’identità cristiana». Mentre la reporter russa è stata così ‘preavvisata’ in stile mafioso (se prosegui nelle tue investigazioni verrai ammazzata), intanto sulle Reti di Piersilvio Berlusconi la “giornalista” romana viene strapagata (proprio come una sua collega anche lei ritenuta “di sinistra”) ed è libera di reinvitare nel suo circo i filo-putiniani, i “Putin-Versteher” come chiamiamo in Germania, coloro che “comprendono le ragioni” del tiranno serial killer (come ad esempio l’incompetente Alessandro Orsini). Nessuno dei due casi, quello russo e quello italiano, stupisce: in Russia si paga caro dire la verità e in Italia la prostituzione giornalistica si vende a caro prezzo.

giovedì 14 dicembre 2023

Legge dopo Legge, Impossibile Essere Gay o Trans in Russia

di LELE JANDON
Durante il suo Ventennio al Potere Putin ha scelto una progressiva Reazione eguale e contraria al progresso del mondo libero riguardo alle libertà delle persone LGBT (progresso peraltro minacciato da costanti attacchi e tentativi dei reazionari populisti locali che -dai repubblicani americani ai compagni di partito di Meloni- si ostinano a non volere l’educazione sessuale nemmeno alle scuole superiori). Il sanguinario tiranno russo iniziò, proprio come Erdogan, vietando (e reprimendo nel sangue chi tentava anche solo d’iniziare a farli) i gay pride. Poi, nel 2013, il satrapo russo vietò anche solo di parlare in pubblico della Questione gay pena l’accusa di “propaganda” che comporta pene pecuniarie.
Ora che, dopo aver attaccato l’Ucraina l’anno scorso, deve trovare nuovi nemici anche interni, Putin procede, legge-dopo-legge, in maniera “legale” come i nazisti, a negare ogni minima libertà alle persone gay e trans. Su sua espressa volontà, la Duma ha appena votato una serie di norme che annullano ogni manifestazione pubblica di omosessualità e transessualità rendendo di fatto la vita impossibile alle persone LGBT. In primis il corrottissimo “parlamento” russo (quasi tutto a suo libro paga: quanto basta per far passare regolarmente le sue leggi liberticide) ha vietato gl’interventi di riassegnazione di sesso (permessi persino nella teocrazia iraniana!); secondo, chi si dichiarasse trans verrebbe recluso a forza in manicomio per venire sottoposto con metodi coercitivi (tipo TSO) a “terapie di conversione sessuale” sviluppate da un apposito “Istituto di Ricerca” creato dal “presidente”. E dopo che il “ministro della giustizia” ha chiesto alla “Corte suprema” (anch’essa corrotta) di classificare come “estremista” il movimento LGBT (che in realtà nemmeno può esistere ufficialmente in Russia sulla base della legge del 2013 appunto), i supremi giudici, dopo una finta pausa di profonda riflessione, l’ha dichiarato estremista e dunque fuorilegge (come già aveva fatto con il movimento liberale di Navalny) in quanto «incita alla discordia sociale» (esattamente ciò che fanno le fake news diffuse attraverso i social dalla Russia qui nel mondo libero, come abbiamo visto: http://lelejandon.blogspot.com/2023/12/con-lai-putin-diffonde-menzogne.html). Anche solo appendere o sventolare una bandierina arcobaleno può costare la pena della deportazione (come ai tempi di Stalin). La sanzione “esemplare” (punirne uno per educarne cento, diceva Mao) c’è già stata: 5 mila euro di multa ad una stazione musicale che ha trasmesso il video della hit “Tak krassiwo” del peraltro popolarissimo sex symbol russo Sergej Lazarev dove s’intravedono coppie dello stesso sesso che si tengono per mano («potrebbe dare l’impressione che questa tendenza sia equivalente al legame uomo-donna», ha scritto il giudice). Per Ivan Scalfarotto (senatore gay del partito liberale “Italia Viva”) quest’ennesima vessazione omofobica è un maggiore motivo per dare un sostegno «ancor più forte all’Ucraina» sott’attacco di Putin che vuole russificarla e distruggerne le libertà. Se l’Ucraina perdesse la guerra (magari a causa dei populisti come Beppe Conte, contrari agli aiuti militari), i gay ucraini verrebbero sottoposti alla stessa giurisdizione dei gay in Russia. Come se tutto ciò non bastasse, c’è già stato un primo Raid stile NYPD pre-Rivolta di Stonewall: la violenta e corrotta polizia di Mosca ha fatto irruzione nei nightclub gay con la scusa pretestuosa di “controlli antidroga”, in realtà per scoraggiare la libertà d’associazione. I gay sono così già attenzionati e avvisati: ben presto vivere da omosessuali in Russia sarà peggio che sotto l’URSS. Già durante il socialismo reale l’omosessualità persino vissuta in privato era reato penale (usato in pratica per colpire dissidenti e rivali politici) e nonostante la depenalizzazione sotto Eltsin oramai le leggi omofobe di Putin hanno raggiunto quelle di Erdogan. Da 23 anni al Potere, il tiranno fascista della Federazione russa ha appena annunciato che si ricandiderà (per il quinto mandato) nel 2024 (proprio in contemporanea con Trump il cui intento è abolire le nozze gay e, come ha scritto Anne Applebaum su “The Atlantic”, uscire dalla NATO, unico deterrente all’espansionismo del russo): Putin vuole completare l’instaurazione del perfetto totalitarismo che quindi controllerà ogni singolo aspetto dell’esistenza delle persone, persino se girano en travesti o se appendono un adesivo gay friendly nel proprio negozietto. Tutto ciò era prevedibile sin dall’inizio eppure ricordiamo per l’ennesima volta lo storico costante sostegno incondizionato all’ “amico Putin” da parte di Silvio Berlusconi (con tanto di menzogne contro Zelensky) e di Matteo Salvini, capo del principale partito alleato di questo governo di estrema destra (con viaggi, elogi e voti contrari alle sanzioni internazionali per le violazioni dei diritti umani): il bullismo di Stato contro gay e trans è il grande sogno nel cassetto dell’estrema destra internazionale, patriarcale e omofoba. Perciò: “Slava Ukraini! Gloria all’Ucraina!” che combatte anche per le libertà delle persone gay e trans.

mercoledì 13 dicembre 2023

Con l’AI Putin diffonde Menzogne Antisemite nel Mondo: Arma di Distrazione di Massa & Distruzione della Nostra Coesione Sociale

di LELE JANDON
“6150 Gesù uccisi da Israele”: con questo titolo che ripropone impunemente l’antichissima accusa di “deicidio” (in realtà Gesù fu crocifisso dai romani, ndr) uno sconosciuto quotidiano locale (“Il Mattino di Puglia e Basilicata”, diretto da un casertano di destra che proviene dal giornalismo sportivo) ha sbattuto gli ebrei in prima pagina. Al contrario il preparatissimo direttore del quotidiano progressista “Repubblica”, Maurizio Molinari, di origini ebraiche e massimo esperto di geopolitica, spiega bene: «La Storia c’insegna che ogni volta che l’antisemitismo dilaga lo fa attraverso una bugia popolare. Le Crociate si basavano sul deicidio degli ebrei a cui tutti credevano. Quando i cosacchi dello Zar facevano i Pogrom durante le feste ebraiche, il giorno dopo nella chiesa del villaggio vicino allo shtetl devastato e bruciato, il Pope di turno (cioè il prete ortodosso, ndr) diceva che gli ebrei se l’erano meritato perché avevano rubato le galline o commesso stupri. E tutti credevano alla bugia che legittimava il Pogrom. I nazisti incolpavano gli ebrei del disastro della Germania nella Prima guerra mondiale».
Sin dalla sua nascita nel 1954 sotto Stalin il KGB aveva un “Dipartimento Disinformazione”: la “Desinformacija” (o dezinformatsiya). E nel 2004 sotto il nuovo dittatore Putin è nata Sputnik, l’agenzia di stampa in più lingue che sparge nel mondo false notizie. Dopo aver attaccato Kyiv per diventare una Potenza nel Mediterraneo, la Federazione russa ha approfittato della risposta israeliana contro i terroristi di Hamas per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale dai propri crimini di guerra in Ucraina diffondendo fake news antisemite che -per colpa dei creduloni che non controllano le fonti- divengono virali (l’Italia detiene il record europeo su Facebook di notizie non verificate). Le notizie fasulle sono «una nuova forma di guerra», prende atto lo psicologo dell’Università Cattolica di Milano Giuseppe Riva nel suo libro fondamentale “Fake News” (edito da il Mulino, Bologna 2018, pagina 47). Secondo una ricerca pubblicata nel 2018 dalla prestigiosa rivista americana “Science”, le fake news sovrastano completamente le notizie vere in base a ogni metrica di diffusione qui sui socials (lo riporta anche l’antropologo Jonathan Gottschall nel suo saggio “Il lato oscuro delle storie”, Bollati Boringhieri, Torino 2022, pagina 197).
Il satrapo russo sta riuscendo in questa guerra ibrida: sono pochissimi i manifestanti a sostegno degli ebrei mentre alle manifestazioni contro Israele sono tantissimi gli antisemiti sui cui cartelli si dà dei “nazisti” agli ebrei: questa risma di gente è il prodotto della stessa propaganda creata a tavolino dai servizi segreti già quando l’Unione sovietica si schierò contro Israele nella guerra dei Sei giorni (1967). La Russia è una fabbrica di profili fake: per mezzo dell’intelligenza artificiale e dei troll produce una quantità industriale di false notizie su tutti i temi clou del mondo libero «per distruggere la nostra coesione sociale» (come non si stanca di ripetere la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock). Quest’opera diabolica di distruzione della verità e della coesione sociale avviene soprattutto su X (precedentemente noto come Twitter, di proprietà dell’ambiguo e controverso tycoon di destra Elon Musk, vicino a Giorgia Meloni): «una fogna mondiale», l’ha definito la sindaca progressista di Parigi che si è disiscritta da questo social oramai completamente fuori controllo e per questo punito sia dagli sponsor sia dall’Unione europea. Oltre che essere produttrice di menzogne globali antisemite, la Russia ha in Occidente i suoi teppisti provocatori: per le stelle di David disegnate come minaccia sulle abitazioni degli ebrei francesi la Francia ha arrestato dei russi, probabilmente agenti di Putin. Moltissimi di voi avranno notato che tanti degli attivisti No-Vax sono rimasti tali ed in più sono diventati attivi contro l’Ucraina (cioè contrari agli aiuti militari, proprio come predica il populista Beppe Conte) e, in aggiunta, contro Israele: questi nuovi antisemiti sono appunto il prodotto di quest’efficace propaganda “made in Russia”.

venerdì 8 dicembre 2023

La Nobel Jelinek: Hamas non appartiene alla Civiltà. Concorda Raffaele Morelli: impossibile trattare con loro

di LELE JANDON
Parole chiare e acute su Hamas e sul Pogrom del 7 ottobre arrivano dalla penna di Elfriede Jelinek, uno dei massimi scrittori contemporanei. La Premio Nobel per la Letteratura pubblica sul proprio sito Internet personale un intervento in tedesco (tradotto in inglese dalla sua traduttrice ufficiale, la premiata professoressa universitaria americana Gitta Honegger, https://www.elfriedejelinek.com). Intellettuale engagé da sempre in prima linea contro l’estrema destra ed il patriarcato, anche stavolta la Jelinek mostra di avere una visione chiarissima sulla natura del nemico del mondo libero ed è uno dei rari intellettuali progressisti a condannare senza se e senza ma Hamas: si tratta di furiosi «fanatici (Fanatiker) per i quali la vita non significa nulla», terroristi che usano le armi come petardi a Capodanno o come uno sport (l’arrivo in deltaplano da cui hanno sparato). Con le sue azioni contro civili innocenti (lo ricordiamo ancora una volta: di tutte le nazionalità) nonché contro «i palestinesi innocenti che i terroristi pretendono di liberare» questa «organizzazione terroristica» «si è esclusa (ausgechlossen) dalla civiltà umana», «non è un membro della civiltà umana (Zivilisation)», sottolinea la scrittrice.
Hamas -spiega l’importante autrice 77enne (il cui padre fu perseguitato dai nazisti a causa delle sue origini ebraiche)- colma con questa sua cultura di morte un vuoto e genera un altro «vuoto risucchiante». Almeno ai tempi della Guerra dei Trent’anni, anch’essa guerra di religione, c’erano eserciti da ambedue le parti ed accordi fra le fazioni; con Hamas non sono possibili nemmeno quelli giacché questa «banda terroristica» (Terrorbande) «pianifica e ha sempre pianificato l’annientamento d’ Israele, l’unico Stato democratico della regione»: Hamas «non ha mai avuto in mente altro che l’annientamento», ribadisce. Quelli di Hamas sono «come i nazisti durante l’invasione della Polonia» che accusavano i nemici prim’ancora che questi sparassero e vanno avanti a suon di «massacro, stupro e tortura e brama di omicidio». Nella sua analisi Elfriede Jelinek cita il guadagno fondamentale di Emmanuel Lévinas (1906 – 1995) del quale c’invita a leggere l’opera “Totalità e infinito” (fondamentale riflessione del 1961 sul genocidio hitleriano): il filosofo ebreo francese di origine lituana definiva la parentela umana sulla base della «risposta dell’altro al volto» ma in questo caso specifico da parte di Hamas non esiste nessun rapporto “faccia a faccia” (von-Angesicht-zu-Angesicht), nessuna risposta etica perché l’obiettivo dichiarato dei terroristi è appunto, come già detto, «annientare l’altro», lo Stato ebraico. Hamas non dimostra nessun senso di “prossimità umana” (Nachbarschaft) nella sua «furia distruttiva»: è pura distruzione ed autodistruzione. Proprio come dice con un brevissimo ed efficace intervento video lo scrittore e medico-psichiatra milanese Raffaele Morelli con particolare riferimento stavolta alla questione degli ostaggi: «Tutti i terroristi come Hamas ed Hezbollah hanno un disprezzo totale della vita umana. Mentre la compassione d’Israele e del mondo democratico cerca di trattare si viene a dimenticare che c’è qualcuno che rapisce bambini, donne, anziani e li scambia come merce! Con queste persone noi possiamo intrattenere relazioni e cercare di giustificarle, come hanno detto molti? Io credo proprio di no», esattamente la stessa tesi espressa dalla scrittrice austriaca. Anche lui sottolinea che Hamas è pura distruttività ed autodistruttività aggiungendo l’abuso dell’empatia cognitiva (tipica degli psicopatici manipolatori): «La verità profonda è che TUTTI NOI SIAMO OSTAGGI e veniamo usati perché noi portiamo la compassione, i terroristi portano soltanto la distruzione e la distruttività. Bisogna ricordarselo e saperlo prima di giudicare Israele che ha assunto tutte le cautele possibili per evitare morte e distruzione, bisogna capire bene da che parte sta colui che disintegra e distrugge. I crimini contro l’umanità sono tutti da una parte. Bisogna avere il coraggio di dirlo a voce alta». Giorni fa il celebre psicoterapeuta aveva detto a proposito dell’antisemitismo dei 4 mila professori universitari italiani che hanno chiesto lo Stop delle collaborazioni coi colleghi israeliani: «Mi ha colpito molto che durante il nazismo e il comunismo, quando sono state compiute tragedie contro la popolazione, molti intellettuali si sono schierati accanto ai dittatori, l’abbiamo visto ahimè anche in Italia (dove solo 12 docenti universitari dissero No al giuramento di fedeltà a Mussolini nel 1931, ndr). Oggi, quando una serie d’intellettuali dice di non voler più collaborare con le università d’Israele perché ritiene che sia colpevole di “crimini di guerra”, penso che, come allora si schierarono col regime fascista, così oggi molti intellettuali seguono un pregiudizio razziale che abita dentro di loro mascherato da sentimenti umani. Se l’Occidente ha un futuro sarà perché si sarà liberato di Hamas: se questo non accade, allora aspettiamoci che i missili non arriveranno più solo su Israele ma su tutto il mondo occidentale: ciò che più temono Hamas, Hezbollah e gli altri è la democrazia perché rimetterebbe in discussione i loro sistemi dittatoriali».