venerdì 3 novembre 2023

Nel Giorno dei Morti l’Italia non consola Israele

di LELE JANDON
Ieri, 2 novembre, era il Giorno dei morti. Ognuno ha pensato ai fiorellini nelle proprie tombe di famiglia ma quasi nessuno ai lutti del suo prossimo, che non considera tale. Infatti è proprio questa, alla radice, la catastrofe dell’umanità a cui stiamo assistendo: l’incapacità di compassione e di consolazione degli oppressi. Mi riferisco agli ebrei. I cattolici praticanti dovrebbero sapere che “consolare gli afflitti” è una delle “opere di misericordia spirituale” che veniva raffigurata negli stupendi dipinti della civiltà medievale. La consolazione degli afflitti è una delle forme della compassione, che nella Bibbia è sempre un’azione concreta: dar da bere agli assetati, consigliare i dubbiosi eccetera. Dopo questa ritraumatizzazione subita dagli ebrei, il Pogrom del 7 ottobre che gli ha ricordato la Shoah, sarebbe stato doveroso recare loro conforto, andare in piazza per fare quadrato intorno a loro come hanno fatto tantissimi cittadini berlinesi.
Sin da subito la Germania ha dimostrato e sta dimostrando sincera compassione per lo Stato ebraico, con tanto di storico discorso del presidente della Repubblica ad una mega manifestazione di solidarietà ad Israele alla Porta di Brandeburgo. La ministra degli Esteri tedesca, che sceglie sempre con la massima cura le parole, all’ONU ha chiesto di esercitare “più compassione”: «Dobbiamo cercare di capire il dolore dell’altro: immaginate come si sentiremmo se nostra sorella fosse rapita o se nostro figlio fosse colpito da un razzo». Un amico danese da Copenaghen mi mostra le foto di un’iniziativa in piazza: una lunga tavolata con tanti posti quanti sono gli ostaggi di Hamas, simile a quella organizzata in Israele. E gli altri Paesi che fanno? I politici di estrema destra si fingono simpatizzanti di Israele ma la storia di “Fratelli d’Italia” ne rivela le radici antisemite: quando si è recata in sinagoga a Roma Meloni è rimasta a braccia conserte, un atteggiamento che rivela la sua mancanza di simpatia. Oltre che ad un analfabetismo religioso, assistiamo dunque ad un analfabetismo del body language dei politici. E tantissimi italiani (anche teologi “cattolici”) anziché consolare gl’israeliani fanno “victim blaming” contro Israele: la classica fallacia retorica di chi, anziché prender in esame il crimine in questione (in questo caso il Pogrom) razionalizza il fatto e colpevolizza la vittima. Succede spesso con le ragazze stuprate le quali, anziché consolate, si sentono insultate: ma tu stessa hai provocato, sei corresponsabile. E ora gli antisemiti stanno dando allo Stato d’Israele del provocatore. Questi cattivi maestri sono i figli spirituali di Papa Pio XII, il “Papa di Hitler”, quelli che ritengono che il bene sia non fare nulla per non indispettire il Malvagio di turno, cioè l’appeasement.
Intanto Israele piange i suoi morti. Con grande dignità e coesione, come la famiglia di Nir Forti (in foto), 29enne rimasto ucciso nel Pogrom di Hamas con la sua ragazza Shai Regev. Anche se viveva a Tel Aviv aveva la doppia cittadinanza: era anche italiano. Anche se come tanti sfortunati giovani d’oggi si accontentava di lavorare come impiegato era laureato in Filosofia e componeva poesie. Anche dinanzi al caso così, di un ebreo italiano come lui, gli ebrei in Italia sono lasciati immensamente soli e immensamente tristi. Grazie a Dio nella Tradizione ebraica chi è colpito dal lutto per una settimana riceve in casa le visite dei parenti che gli portano da mangiare o vengono a fargli da mangiare (la settimana di Shiva). Così quelle famiglie ebraiche che come quella di Nir hanno subito queste perdite così traumatiche non sono sole.
Ai più non viene neanche in mente che il loro tanto adorato Gesù di Nazaret figlio di Giuseppe che amano mettere solo come bella statuina nei loro irrinunciabili presepi era ebreo: Yeshua ben Yosef. Ebreo praticante, osservante, ortodosso, credente, che viveva in Israele. Quel profeta ebreo non immaginava che nel suo nome sarebbe stata fondata una nuova religione che avrebbe disprezzato la sua: il massimo paradosso storico della nostra civiltà che fra grillini, estrema destra extraparlamentare ancora non messa fuori legge, “antisemiti progressisti” à la page ed antisemitismo cattolico sta chiudendo il suo cerchio e tornando alle radici antisemite con cui è stata fondata a partire dai tanto celebrati imperatori romani che piacciono tanto agl’italiani. Riecco il grande ritorno dell’antisemitismo, proprio come un secolo fa. Prima della prossima Catastrofe.

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