sabato 4 novembre 2023

I Verdi Tedeschi Veri Amici d’Israele

di LELE JANDON
Come abbiamo scritto, la Germania si riconferma una vera Amica d’Israele e si stringe intorno al popolo ebraico con parole ed azioni chiarissime. Soprattutto i Verdi si sono distinti come il Partito più compatto pro Israele. La ministra degli Esteri (già candidata Cancelliera per i Verdi), Annalena Baerbock, si è precipitata a Tel Aviv e a stento ha trattenuto le lacrime: gli attacchi di Hamas del 7 ottobre scorso “non sono giustificati”, ha sottolineato. In un discorso alle Nazioni Unite Baerbock ha detto che bisogna avere compassione: «Dobbiamo cercare di capire il dolore dell’altro, immaginate come si ci sentirebbe se nostra sorella fosse rapita o nostro figlio fosse colpito da un razzo». Sempre in sede ONU i tedeschi (come altri 14 Paesi UE, il Regno Unito, il Canada ed il Giappone) non hanno votato la bozza di risoluzione dei Paesi arabi perché «non menziona chiaramente il terrorismo di Hamas, non chiede il rilascio di tutti gli ostaggi in modo sufficientemente chiaro e non afferma il diritto di autodifesa di Israele» che ha invece «il diritto e il dovere di proteggere il suo popolo. La sicurezza d’Israele è un valore non negoziabile. Affrontare la situazione dei palestinesi non contraddice in alcun modo questa nostra presa di posizione chiara ed incrollabile».
In un video virale il vicecancelliere, Robert Habeck, anch’egli esponente dei “Grünen”, ha pronunciato uno storico discorso da statista nel quale, dopo avere ripetuto le parole del Cancelliere Scholz («la sicurezza d’Israele è ragion di Stato della Germania»), ha ribadito una politica di tolleranza zero contro l’antisemitismo sia di estrema sinistra (che relativizza il Pogrom esordendo sempre con “Sì, ma Israele…”) sia islamista (“troppo pochi”, rileva, sono i mussulmani che han preso le distanze da Hamas): restano “verboten” sia le manifestazioni pro cosiddetta “resistenza palestinese” sia quelle di giubilo per le stragi sia i roghi di bandiere ebraiche (chi vìola queste norme e «non è tedesco rischia lo status di residente» o l’espulsione). Per parte sua, già all’indomani del Pogrom la sezione dei Giovani Verdi tedeschi ha subito invocato lo Stop ai contributi allo sviluppo che, attraverso l’Unione europea, sarebbero destinati ai civili palestinesi (fondi che, oltre ad aver costruito scuole, è probabile, secondo numerosi osservatori esperti, siano finiti anche nella corsa agli armamenti di Hamas): «Combattere l’antisemitismo è anche questo» (anche alcuni leader europei volevano rivedere e verificare tutto il processo degli aiuti, l’operazione d’Israele a Gaza ha fatto rimandare la decisione al dopoguerra). Ultimo ma non meno importante, dopo l’imperdonabile indelicatezza di Greta Thunberg che senza condannare espressamente Hamas («lo davo per scontato», si è poi difesa subito) è andata direttamente a manifestare “per la Palestina”, la giovane leader tedesca dei “Fridays for Future” Luisa Neubauer (anche lei membro dei Verdi) ha ordinato lo Stop a qualunque “Demonstration” a livello mondiale «sintantoché non saremo sicuri che anche solo un gruppo non potrà mai più usare gli account globali del nostro movimento per fare disinformazione e odio»: anche qui un gesto chiarissimo e parole chiarissime. I progressisti del mondo libero imparino questa lezione di civiltà e di alta politica dalla Germania.

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