lunedì 20 giugno 2022
“Felice Pride Month!”: l’Abbraccio dei Luterani dell’ELCA
sabato 19 marzo 2022
"PROTEGGETE I BAMBINI UCRAINI: NO-FLY ZONE SUBITO!"
venerdì 14 maggio 2021
Il Nostro Abbraccio al Popolo Israeliano Sott'Attacco dei Terroristi: Manifestazione a Milano
di
LELE JANDON
Oggi che ricorre l’anniversario della dichiarazione d’indipendenza
d’Israele, Vi propongo un approfondimento per spiegare le ragioni per cui l’altrieri
anche Antonello Ghezzi ed io de “Il Cinema e i Diritti” abbiamo manifestato la
nostra solidarietà umana a questo popolo.Solidarietà al popolo d'Israele sotto le bombe di Hamas.
Comunque la si pensi
intorno al complesso conflitto, agli errori ed eccessi passati delle politiche
israeliane e sulle scelte dell’attuale controverso premier uscente di destra
Netanyahu, era importante esserci per
mandare un abbraccio ideale ai cittadini sofferenti dello Stato ebraico, da
quattro giorni sottoposti al Terrore delle bombe sopra le loro teste.
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Una famiglia israeliana si ritrova con la casa sventrata dai razzi dei terroristi di Hamas. |
Proviamo ad immaginarci
sotto il massiccio tiro di 1750 razzi
e colpi di mortaio (“un evento talmente unico
e inaspettato che nemmeno l’osannata intelligence
del nostro Esercito è stata capace di prevederlo” ha scritto oggi sul “Corriere della Sera” il regista ebreo
israeliano Etgar Keret) che da lunedì scorso vengono lanciati “indiscriminatamente
contro i centri abitati”, come ha detto il presidente Biden: quindi contro chiunque,
soprattutto contro la popolazione civile israeliana (crimine di guerra secondo la Convenzione di Ginevra).
Era importante esserci per
affermare il semplice principio di civiltà per cui non si attaccano mai i
civili e tanto più perché gli ebrei sono storicamente il popolo più odiato e
incompreso e in Italia (come in Germania) si sente poco la loro voce. Qui non si tratta
di politica bensì di crimini contro l’umanità. Infatti c’erano
persone di vari orientamenti politici.
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Manifestazione a Milano a sostegno del popolo d'Israele lo scorso 12 maggio dinanzi alla sinagoga centrale di via della Guastalla. |
Questi terroristi che attaccano
non già un territorio conteso bensì uno Stato riconosciuto sono Hamas (che nel suo Statuto ha la distruzione
d’Israele e definisce le conferenze internazionali “perdite di tempo”), da
quindici anni al Potere de facto
sulla Striscia di Gaza (ove siede al parlamento e spera di vincere la
maggioranza alle prossime elezioni), la Jihad islamica palestinese ed il suo
braccio armato, le Brigate al-Quds. Tali gruppi estremisti sono finanziati ed addestrati dalle guardie dell’Iran (che
si vendica anche dei cyberattacchi israeliani alle sue centrali nucleari): fra
i candidati alle prossime presidenziali di questo regime teocratico che nega
che Israele sia uno Stato c’è anche lo psicopatico ex presidente Ahmadinejad.
Come diceva Marco Pannella in visita a Gerusalemme nel 2002, “Israele
rappresenta una minaccia mortale per i regimi fondamentalisti e dittatoriali, è
divenuta una metastasi di democrazia e di civiltà in Medio Oriente e per questo
vogliono che sia distrutta”.
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La sinagoga centrale di via della Guastalla a Milano. |
E come ha dovuto
ribadire persino oggi Aldo Cazzullo sul “Corriere”,
“è evidente che Israele e Hamas non possono essere messi sullo stesso piano.
Israele è uno Stato democratico” mentre “Hamas è un’organizzazione terroristica”,
“premessa che dovrebbe apparire scontata ma per molti non lo è”. Né dimentichiamo
che il terrorismo palestinese ha attaccato anche fuori Israele (ad esempio alle
Olimpiadi estive di Monaco di Baviera nel 1972)!
Con questa grandine di
missili (diecine
sullo stesso target in contemporanea!)
Hamas ha colpito i sobborghi di Tel Aviv e tentato di colpire persino l’aeroporto
civile internazionale Ben Gurion il cui traffico in entrata è stato chiuso (mai
successo che in tanti conflitti i governi abbiamo chiuso lo spazio aereo, nota
il “Corriere” stamane).
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Quattro delle sette persone israeliane uccise dai razzi di Hamas. |
Come al solito, circa l’85% dei razzi (diretti verso i centri abitati) sono stati intercettati da “Iron Dome” (la “Cupola di Ferro”) che li capta sino a settanta chilometri di distanza e li distrugge sonoramente producendo un rumore infernale. Ancorché sofisticatissimo, questo sistema di autoprotezione (totalmente “made in Israel” ed operativo dal 2011, sito in posizioni mimetizzate e difficili da intercettare) non è infallibile, infatti sono stati uccise dai razzi sette persone israeliane.
Foto dal "Corriere della Sera".
Soldatesse piangono al funerale del soldato
21enne ucciso da Hamas (terza foto sopra).
Gli uccisi identificati sono due signore ebree, un’ottantenne e questa sessantenne in fotografia, Leah Yom Tov; due arabo-israeliani, il 52enne Kalil Awad e la sua giovane figlia Nadin; il sergente 21enne Omer Tabib, che avrebbe terminato il suo servizio militare obbligatorio in un mese; e questo bambino di cinque anni, Idi Avigal, appassionato come vedete delle Tartarughe Ninja ed il cui funerale oggi è stato interrotto bruscamente dalle sirene che annunciavano altri razzi.
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Il bambino israeliano di cinque anni ucciso dai razzi di Hamas. |
Nel caso di un uomo colpito, Hamas ha cercato d’impedire i soccorsi a colpi di mortaio (altro crimine di guerra). Addirittura, nella loro imperizia, i terroristi hanno sparato in modo talmente maldestro che 350 razzi sono stati un boomerang: sono ricaduti contro quel popolo che dice di voler difendere!
Metà Israele non è
dotata di quella stanza-Bunker con
muri corazzati e finestra dalle lastre d’acciaio a scomparsa chiudibili che
sono d’obbligo dal 1990 e così ha solo un minuto dal suono delle sirene per
raggiungere i mini rifugi antiatomici (di solito sotto casa). Lo spiega a “Sputnik News” il dottor Roberto Della Rocca, medico ebreo
(nonché membro della direzione del
partito progressista Meretz) che vive in Israele dal 1979 (e sino all’86 ha
abitato in un kibbutz periodicamente
bombardato con razzi in un’epoca priva di sistemi di preallarme): “Chi non ha vissuto quest’esperienza non può capire. Se Hamas avesse investito i
miliardi che hanno ricevuto dalla comunità internazionale in infrastrutture,
avrebbe pensato al Welfare degli
abitanti della Striscia” e “invece ha deciso d’investire in tunnel e nella
produzione di razzi”.
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Scatenare
la guerriglia e mandare a morire la gioventù a cui non si dà alternativa è “una
lucida e cinica strategia”, spiega il quotidiano liberale progressista “Linkiesta”: “provocare a freddo
incidenti di massa con gl’israeliani, lanciando centinaia di giovani allo
sbaraglio (i
pretesti non mancano mai)”.
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Soccorso ad un bambino israeliano ferito dai razzi di Hamas. |
Come spiega (nel suo articolo sul quotidiano indipendente in lingua inglese “Times of Israel” che Vi allego tradotto in italiano) l’attivista Bassem Eid: “Come palestinese che vive a Gerusalemme sono infuriato e non posso che incolpare Hamas. I fanatici che governano Gaza con pugno di ferro non sanno resistere all’opportunità di aizzare violenze antiebraiche per il loro tornaconto politico. Se nel farlo muoiono innocenti ebrei e musulmani, per loro è tanto di guadagnato”. “Scatenando la battaglia Hamas rivendica la leadership palestinese e prova ad approfittare dell’indebolimento del suo rivale storico, Al Fatah, la formazione in passato guidata da Arafat”, spiega “Internazionale”, non certo vicina ad Israele. “La risposta hamasiana a suon di missili è criminale anche nei confronti degli abitanti di Gaza perché la ritorsione è certa nonché giustificata”, ha scritto Stefano Jesurum, ex giornalista del “Corriere della Sera” e membro della comunità ebraica di Milano.
Ed è sbagliato per principio pensare che i palestinesi s’identifichino con Hamas e si possa dialogare coi terroristi (come chiede una deputata araba della Knesset)!
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La foto-simbolo della convivenza in Israele: due colleghe infermiere, un'araba-israeliana e un'ebrea israeliana, mostrano un cuore in segno di fratellanza. |
Il guaio stavolta è che si apre anche un fronte interno: scontri fra concittadini e connazionali ebrei e palestinesi dentro Israele sin qui vissuti in pace.
La tensione è così alta nel centro e nel Sud del Paese che le scuole lì sono tenute chiuse, molti negozianti tengono chiuso il negozio perché la gente impaurita resta a casa e vige il coprifuoco sin dal pomeriggio in due città miste site nel centro d’Israele, abituate alla convivenza interraziale e interreligiosa, ove bande di teppisti hanno bruciato sinagoghe (come ai tempi dei pogrom antiebraici). In risposta a questi attacchi incendiari (anche per mezzo di molotov ed armi automatiche) alcuni ebrei, infuriati, hanno linciato a morte un palestinese. Fomentando questi attacchi d’odio distruttivo Hamas cerca così di distruggere questa bella, pacifica convivenza civile, che oggi Fabiana Magrì ha provato a descrivere sul quotidiano liberale “La Stampa” di Torino (pagina 15). In questo reportage da Akko l’inviata cita la buona volontà dello chef del ristorante ebraico bruciato dai vandali: “Mi hanno colpito in quanto simbolo di coesistenza ma non si può lasciare che la coesistenza collassi. In due mesi saremo pronti a riaprire. So di avere un’influenza positiva e intendo metterla a frutto. Ognuno deve sconfiggere i propri estremisti”.
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Dal "Corriere della Sera". Il presidente federale tedesco Steinmeier ha duramente condannato i gesti degli antisemiti che hanno bruciato bandiere d'Israele in Germania. |
In Cisgiordania un
sedicenne è rimasto ucciso negli scontri con la popolazione che non permetteva
all’Esercito israeliano di far arrestare un terrorista: è chiaro che Hamas non
ama la Pace e non agisce negl’interessi dei palestinesi. Meritano la nostra compassione
anche i bambini palestinesi che hanno la sventura di nascere in un simile luogo
ove nessun partito ha un credibile progetto per il loro futuro.
Certo, se anche l’Esercito israeliano proseguirà sino a scovare tutti i capi terroristi e disarmerà Hamas, questa resterà una soluzione precaria, come ha fatto notare il regista Edgar Keret: “Uccideremo altri capi di Hamas che saranno subito sostituiti” e Hamas comprerà nuove armi di offesa! Per costruire una giusta pace servono dunque le relazioni internazionali e un’informazione corretta.
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URGE UNA LEGGE ANCHE IN GERMANIA. Il governo tedesco sta per varare una legge contro i crimini d'odio. |
E l’America, alleato storico d’Israele, che fa?
Tranquilli, Voi pensate a non spargere altro odio antiebraico sui social, ché, come spiega una fonte
anonima all’agenzia “Reuters”, “Washington è attivamente impegnata in
diplomazia dietro le quinte con tutte le parti per un cessate il fuoco”. Ritirandosi
dall’Afghanistan esattamente vent’anni dopo l’inizio di quella guerra, e
definendo senza esitazione in TV il dittatore Putin “un assassino”, il
presidente degli Stati Uniti d’America Joseph Biden (che peraltro si è scelto una squadra assai preparata per la
sua Amministrazione) ha già dimostrato di essere non solo un uomo di pace ma anche coraggioso: lui e la vice Kamala Harris vogliono bene ad Israele e sono fiducioso che,
non appena nomineranno i diplomatici lì e sulla Striscia, faranno un buon lavoro.
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Dal quotidiano liberale tedesco "Die Welt": è in arrivo in Germania una legge contro antisemitismo, islamofobia, transfobia e omofobia. |
Invece in piazza Duomo
i manifestanti antisemiti hanno bruciato la bandiera d’Israele.
A Berlino è stata
rubata la bandiera d’Israele dalla sede della CDU, il partito di governo della
Cancelliera, e a Düsseldorf è stato bruciato un monumento di una sinagoga. Il
presidente federale Steinmeier ha detto: “Chi brucia bandiere con la stella di
David sulle nostre strade e ruggisce slogan antisemiti non solo abusa della
libertà di manifestazione ma commette reati da perseguire”. Proprio in Germania, grazie
all’iniziativa della ministra della Giustizia, dell’SPD, è in arrivo una legge specifica che punirà sino a due anni di carcere questo
genere di crimini d’odio (antisemitismo, islamofobia, transfobia eccetera):
sarà un’altra riforma storica del governo di Angela Merkel, anche lei come
Biden leader costruttrice di Pace.
domenica 18 aprile 2021
Questo Coraggiosissimo Padre di Famiglia è un Eroe dei Nostri Giorni: Putin sta tentando di nuovo di ucciderlo
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MANIFESTAZIONE a BERLINO CONTRO il REGIME di TERRORE di PUTIN. |
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IL FILM RUSSO. |
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L'ABBRACCIO della MOGLIE JULIJA |
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MANIFESTAZIONE dei GIOVANI a MOSCA |
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MANIFESTAZIONE di PROTESTA a BERLINO. |
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I due LEADER del MONDO LIBERO. |
giovedì 15 aprile 2021
La Gioia d'Israele dona Speranza al Mondo
di
LELE JANDON
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GIOIA DI MEDICI ED INFERMIERI ALL'OSPEDALE DI TEL AVIV OVE HA CHIUSO IL REPARTO COVID. |
Il grande presidente
americano Joseph Biden sta facendo vaccinare quattro milioni di americani al
giorno, un grandioso risultato; ma la Numero Uno nell’uscita dal Covid19 resta Israele,
ove si respira un palpabile entusiasmo per
i grandi progressi: a Tel Aviv lo scorso mese ha già chiuso il reparto
Covid (in foto vediamo la gioia d’infermieri e medici) e gl’israeliani
vaccinati possono già andare ai concerti, a teatro, al cinema, in piscina ed in
palestra, mangiare fuori e dentro i ristoranti!
Grazie ad una politica estremamente
“proactive”, un ottimo Sistema sanitario
nazionale e un’eccellente organizzazione
medica della campagna vaccinale iniziata già lo scorso 19 dicembre, sono già
oltre la metà belli e vaccinati (prima e seconda dose) e così pare tutto
tornato alla quasi normalità: come
vedete in fotografia, basta esibire un green
pass (senza necessariamente carte appresso, basta un documento sul proprio
smartphone) e via libera!
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SOPRAVVISSUTO ALLA SHOAH SI SOTTOPONE ALLA VACCINAZIONE ANTICOVID19 |
Dalla storia della
Medicina ci è nota l’etica ebraica, si sa che gli ebrei sono sempre stati bravi
dottori ed anche il CEO della Pfizer, il greco Albert Bourla, è ebreo (i suoi
genitori erano fra i soli duemila sopravvissuti dei 50 mila ebrei greci uccisi
nella Shoah).
Inoltre, ha spiegato
un’infermiera a “Politico”, anche il forte senso di solidarietà nazionale ha
fatto sì che un numero ammirevole di medici ed infermieri dedicassero il
proprio tempo libero come volontari per la grande sfida comune.
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GIOIA A TEL AVIV PER IL PRIMO CONCERTO. |
Come ha notato la
ricercatrice israeliana Ayelet Baram-Tsabari, questa promessa e garanzia di tornare a godere dei diritti sociali ha
funzionato e continuerà a funzionare da “rinforzo
positivo” (come si dice in psicologia): vedere anche nella cerchia
dei propri conoscenti e fra i famosi persone che vanno di nuovo a spasso convince gl’indecisi (gli attendisti
che dicono: “intanto aspetto e vediamo gli altri!”) a sottoporsi alla
vaccinazione. Una strategia vincente e scientifica, dunque, che dev’essere
imitata dagli altri Stati.
Israele è così avanti
che potrebbe essere (secondo il ricercatore israeliano Eran Segal) il primo Paese a raggiungere l’immunità di
gregge!
Dopo essere stato
lungamente chiuso, dalla fine del mese
prossimo lo Stato ebraico riaprirà le porte ai visitatori e ai turisti
(purché vaccinati).
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VIA LIBERA COL GREEN PASS: VACCINATI E LIBERI. |
Unica oasi democratica del
Medio Oriente, Israele ha mostrato al
mondo l’unica possibile “exit strategy”
e dimostrato una (come la chiamiamo in tedesco) “Problemlösungskompetenz”
(capacità di risoluzione dei problemi) da fuoriclasse.
Grazie alla
vaccinazione, anche tutti noi avremo un ritorno alla normalità come ci ha già
preannunciato anche il ministro della Salute della Germania,
Jens Spahn.
Lasciamoci
dunque contagiare dalla gioia d’Israele e ricordiamo il modello israeliano
originario che ha dato ispirazione e speranza al mondo!
Grazie, Israele! Lunga vita ad Israele!
Scopri la ricca e
commovente fotogallery completa sul mio Instagram.
Anche tu sei pro-vax come me? Condividi la mia
campagna pro-vax in nome del
“rispetto per la vita” (come diceva il medico e pastore luterano Albert Schweitzer,
Premio Nobel per la Pace).
Lele Jandon
sabato 6 marzo 2021
La Scultura di Neve in Onore del Padre di Famiglia Ucciso a Minneapolis: la Pioggia l’ha cancellato, il Movimento BLM resterà. La Gioia per la Neve a Berlino
di
LELE JANDON
Testimone
di casi di “razzismo sistemico” persino nel suo avanzatissimo Canada, ha ideato
questo busto per suscitare la giusta attenzione sul problema impiegando ben
sessanta ore per ultimarlo:
“È
un volto che è stato nella nostra coscienza collettiva per un po’ di tempo.
Quella faccia ci perseguita”.
Come
nota il filosofo contemporaneo di origine ebraica Alain de Botton, i veri
artisti ci rammentano i nostri più alti valori di umanità e questo creativo di
ventinove anni crea soprattutto sculture di animali in quanto attivista
vegetariano.
De
Sandro non è ancora famoso e potete seguirlo su Facebook ove ritrovate anche una mia analisi approfondita della
dinamica del sadico omicidio del padre di famiglia americano ucciso da un poliziotto-bullo
che l’ha tenuto sotto scacco nonostante lui implorasse pietà: “I can’t breathe”, “Non respiro”.
Ricordo
che in Canada, Paese che sintetizza il meglio della cultura anglosassone e di
quella francese, anche il 49enne premier
Justin Trudeau si è inginocchiato assieme al movimento di liberazione “Black Lives Matter” (“Le vite dei neri
contano”).
Come diceva il pastore protestante
Martin Luther King Jr. (1929 – 1968), “se si è veramente devoti alla religione di Gesù si cercherà di liberare la terra dai mali
sociali. Il Vangelo è sociale oltre che personale”.
Purtroppo
la pioggia ha cancellato l’opera fatta di neve ma il movimento BLM (candidato
al Premio Nobel per la Pace che conosceremo ad ottobre) resterà vivo, attento
ed attivo.
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Tutti i Numeri della Neve a Berlino: le Immagini Storiche
Il mese scorso qui in
Germania ha nevicato e uesto mese Berlino
è stata completamente innevata e illuminata: pareva di trovarsi sui monti! Il
manto nevoso illuminava le strade. Per giorni anche di notte la pioggerella di
neve ha continuato a cadere.
Per alcuni giorni qui nella
capitale c’è stata una magica combinazione di un cielo azzurro (in tedesco
direi “azurblau” o “hellblau”, corrispondente all’inglese “light blue” per intenderci) ed il lucore
bianco brillante della neve: “wunderschön”!
Questi magici,
minuscoli cristalli hanno ispirato poeti e scrittori come la geniale Agatha
Christie nel romanzo-capolavoro del 1934 “Assassinio
sull’Orient Express” (grande classico della letteratura mondiale
che potete ancora richiedere in edicola nella collana in corso con il “Corriere della Sera”): la storia di un
gruppo di viaggiatori bloccati nel celebre treno di lusso (fermo in un posto
isolato a causa di una bufera di neve) ove avviene un misterioso omicidio.
Ebbene proprio per via
della neve anche qua in Germania i treni si son fermati e per alcuni giorni
sono state chiuse al traffico alcune autostrade (i soccorritori han recato
generi di prima necessità agli autotrasportatori e agli automobilisti rimasti
bloccati dopo essersi imprudentemente messi in viaggio senza catene: per
ragioni culturali, qui la politica preferisce evitare di ricorrere subito ai
divieti facendo piuttosto appello al buon senso). In alcune città tedesche non
sono andati i bus e i tram.
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Germani reali sul Landwehrkanal al Tiergarten a Berlino: fotografia di Lele Jandon. |
Da
una parte abbiamo avuto appunto i disagi: alcuni
lavoratori si son ritrovati a piedi (dato che la neve ha causato guasti ai
treni dell’S-Bahn); a Kottbusser Tor
240 appartamenti sono rimasti con il riscaldamento “kaputt” (guasto) ma gl’inquilini sono stati subito dotati di
caloriferi extra e godranno di
adeguate riduzioni nel prezzo d’affitto; le famiglie hanno dovuto spazzare via
dal proprio vialetto la “Schneematsch”,
la fanghiglia ed i sassolini, e spalare via la neve dalle automobili
parcheggiate fuori casa e letteralmente sepolte (alcuni già la sera, così da
non doversi alzar presto l’indomani mattina o arrivare tardi al lavoro); alcune
persone agées addirittura han
preferito restare a casa onde non scivolare e cascare per istrada (ove è meglio
aver cura di camminare proprio affondando i piedi nella neve). Si è parlato (esageratamente) di “Schneechaos” (situazione di caos da forti
nevicate) e di “Flockdown”, giuoco di parole fra
il neologismo nuovo di zecca del 2020 “Lockdown”
e “Schneeflocke”, fiocco di neve.
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Foto di Lele Jandon. Berlino, febbraio 2021. |
Dall’altra
parte abbiamo invece
coloro che si sono goduti la neve: le famiglie, i giovanissimi e gli
animali! Non essendoci monti qua nel Nord della Germania, in tanti hanno
approfittato dell’occasione per divertirsi. Già è stato ahinoi un inverno senza
mercatini dell’Avvento, privo di mercatini di Natale e di piste da pattinaggio
e così ecco che è piovuta dal Cielo almeno la neve che ha reso tutto così bello
da spronare ad uscire persino quelli più impigriti dal lockdown e perfino alcuni molto in là cogli anni con il
deambulatore: non stupisce in un Paese ove sino a tarda età resta nelle persone
un fiero senso d’indipendenza.
Alcuni berlinesi non hanno smesso nemmeno di fare jogging e molte persone si sono godute una “Spaziergang im Schnee” (passeggiata nella neve) munite di stivaletti, guanti e berretto oppure cappuccio: così ben equipaggiati adeguatamente qui ci si è potuti godere il buon freddo secco di quassù e si può star fuori lungamente per ore (magari fermandosi a ritirare una cioccolata calda in un Café da bere a passeggio dato che non si può nemmeno brevemente sostare al tavolo stando alle rigide restrizioni antiCovid). Pel freddo la gente indossava le mascherine aderenti a mò di sciarpa che teneva al calduccio la faccia.
Lungo gli spaziosi marciapiedi berlinesi i cani (alcuni dei quali girano dopo le cinque con indosso una catenina blu elettrico per non finire sotto un’auto) sono usciti ben volentieri a spasso coi loro curatori per esplorare coi loro musi cosa c’era sotto la coltre di neve. Ha girato in maniera virale il video (non si da dove provenga) di un cane che, in autonomia, raccoglie una slitta di fortuna e si diverte a scender giù ripetutamente!
Immagino siano stati curiosi
anche gli altri animali a spasso d’inverno: come gli scoiattoli (che, com’è
noto, non vanno in letargo) e persino le volpi che ogni tanto s’avvistano qui
in città (ce n’è una che abita i giardini del Castello dell’amato presidente
della Repubblica Steinmeier che l’ha chiamata Theo).
Allo Zoologischer Garten
(lo zoo di Schöneberg rimasto aperto per la gioia dei bambini durante questo lockdown) potete ammirare il gufo delle
nevi, lo Schneeeule
(si scrive proprio così, con ben tre “e”; e “Eule” in tedesco significa anche “civetta”): esatto, proprio come
la civetta Edvige, fedele compagna del maghetto Harry Potter (regalatagli per
gli undici anni dal mago Rubeus Hagrid)! Lo scorso 27 gennaio, riferisce “Die Welt” citando il “New York Times”, ne è stata avvistata
una al Central Park di Nuova York: non accadeva da centotrent’anni. La
creatura, del peso di due chili e con un’apertura alare di 160 centimetri, vive
in Canada (è l’uccello ufficiale del Québec) ed è raro che scenda a latitudini
così basse. E’ stata fotografata da una donna, non succedeva dall’inverno 1890.
A proposito di recenti avvistamenti di creature rare e tutte bianche, in un
parco inglese del Sussex è stato paparazzato uno scoiattolo albino cioè col
pelo bianco e gli occhi rossi! Ne nascono con questa caratteristica solo uno su
centomila!
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Sopra: quadro del 1914 del pittore espressionista
tedesco di Hanau Reinhold Ewald
(1890 – 1974) intitolato “Schlittschuhbahn”
(“Pista di pattinaggio su ghiaccio”).
I giovani e i bambini
hanno schettinato e sono andati in slitta trovando consolazione dalla triste
chiusura delle scuole.
I
laghetti del Tiergarten per
pochi magici giorni si sono ghiacciati e
così s’è potuto pattinare per qualche giorno. Questo “quadretto” di pattinatori
mi ha ricordato i dipinti dei pittori olandesi e quel quadro del 1914 del pittore espressionista tedesco di Hanau Reinhold Ewald
(1890 – 1974) intitolato “Schlittschuhbahn” (“Pista di pattinaggio su ghiaccio”): lo potrete
vedere al Museo Städel di Francoforte sul Meno.
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Fotografia storica del 1930: bambini pattinano sulle strade ghiacciate di Berlino. |
I bambini berlinesi,
impazziti per la neve, scendevano instancabilmente giù in slitta (ogni famiglia
ne ha una) nelle “Rodelnpisten” (le
piste da slittino): se ne sono formate a centinaia ma la “Berliner Zeitung” ne consigliava in particolare dieci, dalla ripida
collinetta di soli cinque metri del parco di Lichtenberg ai centoventi metri
del Teufelsberg. Non gl’importava mica dei guanti fradici, dei lividi sullo
stinco o dei denti che battono pel freddo pungente: erano ben felici di provare
e riprovare a slittare!
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Cartolina storica dell'Ottocento: alcuni ricchi berlinesi facevano trainare le proprie slitte dai cavalli. |
Solo una pista è stata
chiusa: a Hahneberg, in zona Spandau, in quanto riserva naturale ove gli
animali (coleotteri, cavallette, ragni e lucertole) non devono essere
disturbati. Sulle piste la Polizei,
qui a Berlino sempre cordiale, effettuava controlli a campione per verificare
che tutti indossassero le mascherine altruistiche (qua sono d’obbligo le ffp2
che meglio impediscono di trasmettere le varianti del Covid19): chi non ce le
aveva addosso doveva lasciare la pista in quanto luogo in cui è impossibile
mantenere le distanze di sicurezza (qui in Germania di un metro e mezzo). Sopra e sotto: il nuovo “Trendsport” dei 18-20enni berlinesi,
il “Nachtrodeln” (“andare sullo slittino di sera”,
con la neve che illumina i parchi).
C’era addirittura chi s’arrischiava ad andare
in tre, col pericolo di schiantarsi contro un albero. Siccome è appunto un’area
di lavori-in-corso e non è permesso occuparla, la Polizia ogni tanto arrivava ma poi i giovani tornavano a fare le loro
discese.
Intanto dalla bella
Magdeburgo, ad un’ora da Berlino, giungevano buffe immagini di giovani con gli
sci che si divertivano a farsi trascinare dalle auto!
In questi ultimissimi
giorni solo i cigni, le oche, i germani reali e le anatrelle hanno potuto
godersi il sottilissimo strato di ghiaccio rimasto sul Landwehrkanal al
Tiergarten dopo le lunghe gelate: alcuni riposavano cheti stando ritti su una
zampa, altri camminavano pian pianino ben sapendo che si può facilmente rompere.
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In questa foto del 1917 vedete gli elefanti del circo “Krone” venivano sfruttati per spazzare via la neve dalle strade di Berlino. |
La “Berliner Zeitung” ha pubblicato un
curioso excursus sulle precipitazioni
nevose degli ultimi cent’anni (i conteggi sono stati fatti dall’Istituto di
Meteorologia a partire dall’anno 1908). Berlino ha visto inverni “schneearm”, poveri di neve, e altri “schneereich”, ricchi di nevicate; in
media, si sono contate tre giornate di
neve all’anno qui nella capitale tedesca.
L’ultimo bianco Natale
si festeggiò nel 2010 (quando si misurarono 19 centimetri di neve), l’ultima volta che ha nevicato
d’inverno a Berlino fu nel 2013: otto anni fa! Furono due inverni magici con,
rispettivamente, ben 86 e poi 54 “Schneetagen”
(giorni di neve).
Giornate “Rekord” furono il 6 marzo 1829 con 80 cm
di neve ed il 6 marzo (fatalità, lo stesso giorno) 1970 con 52 centimetri. La
più tardiva nevicata a Berlino fu nella tarda primavera del 1927 (il 13 maggio); la più precoce è
stata pre-invernale: accadde il tre
ottobre 1998.
Oggi sono gli
spazzaneve a girare ininterrottamente a pulire le strade: con le autostrade
chiuse, senza il lavoro di questi spalaneve, che hanno reso percorribili almeno
vie cittadine, si sarebbe fermata l’economia. Nel passato invece per spazzare
via la neve vennero occasionalmente sfruttati gli animali come “Zugtiere” (bestie da tiro): in questa
foto del 1917 vedete gli elefanti (del circo “Krone”) e in quella del 1930 i
cavalli.
Vi segnalo un’ultima
curiosità. Della neve c’è traccia anche nel “Telefonbuch” (l’elenco telefonico) di Berlino: scorrendolo, vi si
trovano cognomi bizzarri come “Schnee, Schneeberg, Schneeberger, Schneebauer,
Schneegans, Schneemann (in italiano diciamo “pupazzo di neve!”), Schneeweis,
Schneeweiβ e Schneewolf (lupo delle nevi)”!
Lele Jandon
Berlino,
6 marzo 2021