di LELE JANDON
LEADERSHIP ETICA. Haidt è Professore di Leadership Etica alla Stern School of Business dell'Università di New York. |
Recensione
al libro “Menti Tribali” di Jonathan
Haidt, Codice edizioni, traduzioni di Ciro Castiello, Marco Cupellaro, Paola
Marangon e Marina Rullo, Torino 2013 (titolo originale americano “The Righteous Mind. Why Good People Are Divided
by Politics and Religion”).
Nota bene: la parola liberal in inglese americano indica i socialisti
e non i liberali nel senso europeo (libertarians, liberali classici, di destra, che in America votano repubblicano per via del liberalismo economico, anche se sono liberali in materie come l'estensione del matrimonio fra gay).
TEORIA. La teoria detta “modello intuizionista sociale del giudizio morale”, è già stata esposta nell’articolo “The Emotional Dog and Its Rational Tail” nel 2001. |
Grazie alle sue ricerche di
psicologia sperimentale, ha avuto modo di scoprire (in estrema sintesi) che anche “i
conservatori hanno a cuore la correttezza, l’unica differenza è che si
preoccupano di più della proporzionalità che dell’eguaglianza” (pag. 138).
Haidt
mostra come (in linea con il primatologo
d’origine olandese Frans de Waal, autore di “Naturalmente buoni”, 2001 e di
“L’ateo e il bonobo”), “la natura umana è intrinsecamente morale” (pag. 5,
Introduzione) e, da intuizionista, ci spiega che “le intuizioni morali nascono
in modo automatico e quasi istantaneo, molto prima che scatti il ragionamento
morale” (pag.6). La morale è una costruzione sociale a partire da princìpii
morali naturali. L’uomo quando vota non
si chiede “cosa c’è di utile per me?” bensì “cosa c’è di utile per il mio
gruppo?” (pag. 111): è “gruppista”. Lo studioso americano va oltre la classica (rozza)
divisione fra innatisti, empiristi e razionalisti:
ILLUMINISMO SCOZZESE. Il grande classico del liberale David Hume. |
2)
Il liberale scozzese Hume (1711 –
1779, anticipando i moderni studii di neuroscienze, in primis il portoghese Antonio Damasio (“L’errore di Cartesio”, 1995), nel “Trattato sulla Natura Umana” (1740) diceva che la ragione è al
servizio delle passioni.
3) Il
liberale Thomas Jefferson, uno dei
padri fondatori degli Stati Uniti d’America, scrisse all’amata (una signora
maritata che frequentò clandestinamente mentre era ambasciatore americano a
Parigi) una lettera d’amore nella forma di un dialogo fra il proprio cervello
ed il suo cuore, co-governanti indipendenti, ove la testa rimprovera il cuore.
Suggerisce una metretica dei piaceri che van soppesati coi dolori.
LIMITI e POTENZIALITA' della NOSTRA MENTE
Cerchiamo
Conferme e Consenso alle nostre tesi
Intelligente
è chi usa il Pensiero Esplorativo
Cioè
studia le Obiezioni alle proprie Idee
Le
idee di Platone sono psicologicamente sbagliate: “la ragione è inadatta a
governare: è stata concepita per andare in cerca non della verità, ma delle
giustificazioni” a parte post (pag.
95): si chiama “pensiero confermativo”, quello per cui cerchiamo le conferme. Ci fidiamo del ragionamento a posteriori.
Invece
il pensiero “esplorativo” è quello che valuta super partes tutti i punti di vista (pag. 98), come quello di certi (in realtà ben pochi) analisti politici "terzisti", che pur politicamente orientati, cercano di fare un'analisi spassionata delle ragioni di entrambi gli schieramenti. Possiamo pensare in
maniera esplorativa? Sì, purché ci siano 3 condizioni:
1)
Quando sappiamo di dover rendere conto delle
nostre scelte ad un uditorio.
2)
Quando ignoriamo ciò che pensa l’uditorio.
3)
Quando sappiamo che l’uditorio è ben informato e
interessato all’esattezza delle nostre scelte.
Ma
proprio in Platone si trova la verità, pronunziata dal personaggio di Glaucone nel dialogo “Politéia”, noi “siamo ossessionati da
ciò che gli altri pensano di noi” (un politico dai sondaggi) ed “ogni volta che
la lancetta del sociometro precipita sotto un certo livello, scatta un allarme
e il nostro comportamento si modifica. L’unica categoria che si sa essere priva
di sociometro è quella degli psicopatici” (pagg. 100 - 101).
Ma
mentre Platone ha dichiarato le proprie idee sulla natura umana, vi sono stati
liberali come Kant e Rawls che si
“limitano a dire come funziona la mente, cosa desiderano le persone, cosa
appare “ragionevole”.” Filosofi dal pensiero limitato, dunque, come noi: esseri a
razionalità limitata. “Queste asserzioni
non sembrano avere altro fondamento che un’introspezione condotta sui sistemi
di valori e sulle personalità piuttosto insolite di quegli stessi filosofi”
(pag. 95). Purtroppo, “le persone intelligenti diventano ottimi avvocati o
addetti stampa, ma non sono più brave degli altri quando si tratta di trovare
ragioni a proprio sfavore”. David Perkins concluse che “la gente investe il suo
QI per rafforzare le proprie ragioni piuttosto che per esplorare l’intera
questione in modo più completo e imparziale” (pag. 105). (Che poi, aggiungo io, è ciò che diceva il filosofo liberale Karl Popper: "All'uomo irrazionale interessa solo aver ragione. All'uomo razionale interessa imparare").
E anche con le neuroimmagini troviamo conferma che nell’uomo fazioso non s‘attiva affatto quell’area del ragionamento distaccato “jeffersoniano”. “Gl’individui sono limitati, come i neuroni” (pag. 117). “Ecco perché è tanto importante la presenza di una certa varietà intellettuale e ideologica all’interno di ogni gruppo o istituzione che abbia lo scopo di perseguire la verità” (pag. 118).
E anche con le neuroimmagini troviamo conferma che nell’uomo fazioso non s‘attiva affatto quell’area del ragionamento distaccato “jeffersoniano”. “Gl’individui sono limitati, come i neuroni” (pag. 117). “Ecco perché è tanto importante la presenza di una certa varietà intellettuale e ideologica all’interno di ogni gruppo o istituzione che abbia lo scopo di perseguire la verità” (pag. 118).
Aveva
ragione il liberale Hume: "l’Uomo serve le Passioni",
pardon, "Intuizioni". E' la Tesi dell'Intuizionismo di Haidt
Eccone un esempio: 2 fratelli fanno l’amore (protetto)
Solo per il 20% è OK, chi dice No non sa darne una ragione...
Ne abbiamo discusso al Cineforum Gay del "Guado"
DIBATTITO. Il film visto al Cineforum Gay del "Guado" a Milano ha provocato le stesse reazioni già viste nei questionari di Jonathan Haidt. |
Innanzitutto,
attraverso una serie di questionari demoscopici Haidt mostra come talvolta vi
siano Tabù che la gente non sa (con propria stessa sorpresa) giustificare: non
sa rendere conto di possibili autentiche ragioni morali che spiegano perché
sarebbero giuste od ingiuste determinate azioni.
Uno
di questi casi (pag. 54) è quello di un fratello ed una sorella maggiorenni che decidono di
sperimentare di fare l’amore, col preservativo e la pillola, tenendolo come un
segreto speciale che li fa sentire ancora più vicini. Pur non essendoci rischi
di gravidanze, solo il 20% delle persone intervistate disse di non vedere
problemi, e ciononostante costoro non sono stati in grado di “logon
didonai”, come direbbe il filosofo greco Platone, cioè di renderne
ragione (logos).
Di
questa tematica abbiamo parlato, citando casi reali (ad esempio di due famosi
attori) al mio Cineforum Gay sul film “From
Beginning to End” (titolo originale brasiliano “Do comeco ao fim”), struggente storia d’amore di due fratelli figli
della stessa madre e diverso padre. Tutti i tentativi di trovare ragioni contro
non sono altro che razionalizzazioni a posteriori.
AMORE. Sopra e sotto, due scene del film "Do comeco ao fim" ("From Beginning to End"), che racconta la storia d'amore fra due fratelli figli della stessa madre e di diverso padre. |
Questi
risultati danno ragione al filosofo liberale David Hume, secondo il quale noi umani decidiamo secondo le nostre passioni.
Scrive il grande padre del liberalismo illuminista scozzese: “La ragione è al
servizio delle passioni” (e non “serva” o peggio ancora “schiava”, aggiungo io,
come in una cattiva traduzione che dimostra un pregiudizio ideologico negativo contro le passioni, che non c’è nel
pensiero del grande illuminista liberale).
Ma, più che “passioni”, esse sono –
per meglio dire- intuizioni, e allora Haidt corregge Hume e riformula meglio: “La ragione” (cioè il ragionamento morale)
“serve le intuizioni” morali.
Ecco
i 3 princìpii fondamentali della sua psicologia morale:
Le intuizioni precedono il ragionamento
strategico: per esempio, Alex Todorov, psicologo a Princeton, ha raccolto
le foto di vincitori e sconfitti in centinaia di elezioni per Senato e Camera
degli USA e ha le ha mostrate ai suoi soggetti, che, due volte su tre, hanno
“intuito”, indovinato. Già Wilhelm Wundt (1832 - 1920), fondatore della psicologia
sperimentale, aveva formulato la dottrina del primato affettivo nel 1982. Già
il liberale Hume, nel Trattato sulla
natura umana, “si rendeva conto che la forza propulsiva della nostra vita
morale è quello che chiamava sentimento (ossia l’intuizione), mentre il
ragionamento è tendenzioso.
Il
monismo morale, fondare la morale su un solo principio porta alla disumanità (a
tal proposito si veda il liberale Isaiah Berlin, “Il potere delle idee”,
Adelphi, Milano 2003, titolo originale “The Power of Ideas”, 2001) e Haidt
propone invece un’etica pluralista per rendere conto della nostra mente, che è
dotata di almeno cinque “recettori del gusto”: protezione, correttezza, lealtà,
autorità, sacralità. Che sono i fondamenti morali della Politica. (La similitudine con i recettori del gusto è
del liberale Hume, il che è particolarmente calzante: le nostre preferenze,
anche sessuali, non sono forse altrettanto innate delle nostre preferenze
politiche?)
MAESTRO e ALLIEVO. Bentham e Mill, filosofi liberali britannici. |
Jeremy
Bentham (1748 - 1832, il maestro di John Stuart Mill, 1806 - 1873), per esempio, era monista (dal greco monos, uno solo): fondò la
morale su un unico principio, quello di utilità (una somma aritmetica delle
utilità attese di ciascuno). E c’è chi sospetta che, poiché da bambino aveva
pochissimi amici, soffrisse di sindrome di Asperger. Di lui scrisse Mill: “Egli
non aveva alcuna simpatia per molti dei sentimenti più naturali e forti
dell’uomo. Fu completamente tagliato fuori da molte delle esperienze umane più
intense, e la capacità per cui una mente umana ne comprende un’altra diversa da
sé e si immedesima in essa gli fu negata dalla sua mancanza d’immaginazione”.
Invece (aggiungo io) Mill, filosofo e deputato liberale, trovò una relazione anche filosoficamente feconda dal
suo amore per la filosofa femminista Harriet Taylor (che sposò dopo ventun'anni di relazione) con cui scrisse “On
the Subjection of Women” (1869, ove argomenta a favore del suffragio universale anche femminile e della parità di uomini e donne nel diritto di famiglia).
E
che dire di Kant e della sua etica formalista dell’imperativo categorico tanto
criticata da Hegel (anch’egli tedesco e luterano)? Anche nel suo caso qualche
esperto ha formulato l’ipotesi che avesse un tumore al cervello (a 47 anni
incominciò a lamentare emicranie e perse la vista dell’occhio sinistro) e mutò
stile di scrittura (cfr. lo studioso italiano Gazzaniga, “La mente inventata”,
Guerini, Milano 1999, pag. 121, titolo originale “The Mind’s Past”, 1998). L’etica di Bentham e quella kantiana
(donde trae spunto il “socratico” Kohlberg coi suoi stadi di sviluppo morale),
entrambe moniste e “a recettore unico”, non reggono alla descrizione della
mente che fa la psicologia e (benché feconde filosoficamente): grazie a Dio
siamo più complessi.
Noi
siamo dotati di un cervello “predisposto
biologicamente” (prewired), quindi
orientato (come il nostro orientamento politico e sessuale), flessibile
(plastico) più che programmato (hardwired):
“il cervello è come un libro la cui prima bozza è scritta dai geni durante la
fase di sviluppo del feto” (cioè “congenita”, pag. 165, “che non significa non
malleabile”).
Principio Uno: Protezione/Danno
Proteggere
i più deboli: i più piccoli ed indifesi
Manifesto americano in difesa della cultura della vita. |
“Può
essere attivato da qualsiasi bambino” (pag. 168), perché si è originato proprio
in risposta alla sfida di proteggerli, ed è quello su cui puntano di più i
partiti progressisti (liberal, che non significa liberale bensì
socialisteggiante) come il Partito Democratico americano. Il guaio, aggiungiamo
noi, è che si finisce per creare uno Stato-balia o Stato-babysitter e trattare
i cittadini come infanti, incapaci di badare a sé stessi. Un
esempio fresco di richiamo a questo principio fondamentale: Michela Vittoria
Brambilla (Forza Italia), presidente della commissione bilaterale per l’Infanzia,
ha lanciato un appello a Matteo Renzi, leader del PD, e gli ha proposto un “patto
fra quarantenni” per ripristinare il Fondo nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza
ai livelli dell’anno scorso, dopo il taglio apportato dal governo Letta (-30%
per il 2015 e 2016): “Oltre un milione di minori italiani vive in condizioni di
povertà assoluta, 1 milione e 300mila in disagio abitativo, 650mila in Comuni
già in default”.
Principio 2: di Correttezza/Inganno (cfr.
6)
a
Destra significa Proporzionalità (e merito)
a
sinistra egualitarismo (e spesso distorsioni)
I
bambini evolvono verso la giusta proporzione
I
Prof conservatori si rivelano più Giusti
CORRETTEZZA. Questo slogan del Partito Conservatore britannico, guidato dal Premier David Cameron, è un esempio del principio di correttezza/inganno (citato a pag. 228 del libro di Haidt). |
A
questo sono più sensibili le persone di centrodestra, secondo cui, giustamente,
“correttezza significa proporzionalità”, e non eguaglianza (cioè egualitarismo,
spesso a ribasso) come tendenzialmente a sinistra. Esso si è sviluppato in
risposta alla sfida evolutiva di raccogliere i buoni frutti della cooperazione
sociale, “senza farsi sfruttare dai profittatori” (pag. 227), e ci spinge ad
evitare di prestare fede e amicizia a potenziali infidi truffatori e
profittatori (ad esempio del Welfare
State, senza avere intenzione di cercarsi un vero lavoro).
“Come sostiene
Glaucone citando l’anello di Gige” nel mito raccontato nel dialogo di Platone “Politéia” (meglio noto con l’imprecisa traduzione di “Repubblica”), “quando la minaccia della
punizione viene meno le persone tornano a comportarsi in modo egoistico” (pag.
226). Ecco perché per la destra il rigore è un valore: l’occasione fa l’uomo
ladro. "I conservatori ritengono che le persone siano imperfette per natura e sempre pronte a comportarsi male non appena siano rimossi i paletti degli obblighi e delle responsabilità" (pag. 369).
Le ragioni dei conservatori. |
“I
bambini preferiscono l’uguaglianza ma solo sino all’approssimarsi della pubertà:
cominciando a maturare un’intelligenza sociale, smettono di essere forti
sostenitori dell’uguaglianza e cominciano a schierarsi a favore della
proporzionalità” (pag. 227, vedi Almas et al., “Fairness and the Development of Inequality Acceptance”, articolo
pubblicato su “Science”, 328, pagg. 1176 – 1178, anno 2010).
I
lavoratori che lavorano di più devono essere pagati di più, per loro. Mentre i
democratici risultano “ambivalenti” (pag. 231).
“I liberal si trovano a disagio con il lato
negativo del karma, il castigo, e da
uno studio recente è emerso persino come i professori di orientamento liberal
usano nelle loro valutazioni una gamma di voti meno ampia rispetto ai loro
colleghi conservatori, che sono più disposti a premiare i migliori e a punire i
peggiori” (T. Bar e A. Zussman, “Partisan
Grading”, articolo pubblicato su “American
Economic Journal: Applied Economics”, 4 (1), anno 2011).
Haidt
fa l’esempio della campagna di Kerry il quale “avrebbe potuto benissimo
attivare i diversi moduli del principio di correttezza/inganno che usiamo per
accorgerci degl’imbroglioni”, ed invece il suo primo slogan “non era
riconducibile ad alcun principio morale” (pag. 195, capitolo 8: “Il vantaggio
dei conservatori”).
Ed ecco altri due esempi di storici errori della sinistra USA:
Ed ecco altri due esempi di storici errori della sinistra USA:
1) Aiuti indifferenziati anche a chi non mostra responsabilità sociale: “Negli
anni Sessanta, il desiderio di aiutare i poveri dei quartieri
degradati ha portato a programmi di welfare che hanno sminuito il valore del
matrimonio, aumentato il numero di bambini nati fuori dai vincoli coniugali e
indebolito le famiglie afroamericane” (Mc Worther, “Winning the Race: Beyond
the Crisis in Black America”, Gotham Books, New York, 2005, e M. R. Rosenzweig,
“Welfare, Marital Prospects, and Nonmarital Childbearing”, in “Journal of
Political Economy”, 107, pagg. S3 – S32, anno 2009).
2) Altro esempio, il multiculturalismo (egualitarismo fra culture diverse): “Negli anni
Ottanta, il desiderio di aiutare gl’immigrati ispanici ha portato alla
creazione di programmi di educazione multiculturale che pongono l’accento sulle
differenze esistenti fra gli americani invece che sui valori e le identità
condivise. Mettere in risalto le differenze serve solo a fomentare i sentimenti
di razzismo, non a sedarli.” (K. Stenner, “The Authoritarian Dynamic”,
Cambridge University Press, New York 2005).
Approfondimento: il Mito greco di Gige,
Il Pastore che diviene invisibile grazie all'anello magico
(e ne combina di tutti i colori)
Il Pastore che diviene invisibile grazie all'anello magico
(e ne combina di tutti i colori)
"L'occasione fa l'uomo ladro, è nella natura umana
Ecco perché servono i controlli dello Stato"
Ecco perché servono i controlli dello Stato"
di PLATONE
"Ascolta ora il primo
argomento che avevo preannunciato, ovvero che cos’è la giustizia e da dove
nasce. Si dice che il commettere ingiustizia sia per natura un bene, il subirla
un male, e che il subirla sia un male maggiore di quanto non sia un bene
commetterla; di conseguenza, quando gli uomini commettono ingiustizie reciproche
e provano entrambe le condizioni, non potendo evitare l’una e a scegliere
l’altra sembra loro vantaggioso accordarsi per non commettere né subire
ingiustizia. Di qui cominciarono a stabilire leggi e patti tra loro e a dare a
ciò che viene imposto dalla legge il nome di legittimo e di giusto.
Questa è l’origine e
l’essenza della giustizia, che sta a metà tra la condizione migliore, quella di
chi non paga il fio delle ingiustizie commesse, e la condizione peggiore,
quella di chi non può vendicarsi delle ingiustizie subite. Ma la giustizia,
essendo in una posizione intermedia tra questi due estremi, viene amata non
come un bene, ma come un qualcosa che è tenuto in conto per l’incapacità di
commettere ingiustizia; chi infatti potesse agire così e fosse un vero uomo,
non si accorderebbe mai con qualcuno per non commettere o subire ingiustizia,
perché sarebbe pazzo. Tale, Socrate, è dunque la natura e l’origine della
giustizia, secondo l’opinione corrente". "Ci renderemmo conto perfettamente
che anche chi la pratica lo fa contro voglia, per l’impossibilità di commettere
ingiustizia, se immaginassimo una prova come questa: dare a ciascuno dei due,
al giusto e all’ingiusto, la facoltà di fare ciò che vuole, e poi seguirli
osservando dove li condurrà il loro desiderio. Allora coglieremmo sul fatto il
giusto a battere la stessa strada dell’ingiusto per spirito di soperchieria,
cosa che ogni natura è portata a perseguire come un bene, mentre la legge la
devia a forza a onorare l’uguaglianza. E la facoltà di cui parlo sarebbe tale
soprattutto se avessero il potere che viene attribuito a Gige, l’antenato di
Creso re di Lidia.
Si racconta che egli serviva
come pastore l’allora sovrano di Lidia. Un giorno, a causa delle forti piogge e
di un terremoto, la terra si spaccò e si produsse una fenditura nel luogo in
cui teneva il gregge al pascolo. Gige si meravigliò al vederla e vi discese;
qui, tra le altre cose mirabili di cui si favoleggia, vide un cavallo di
bronzo, cavo, con delle aperture. Egli vi si affacciò e scorse là dentro un
cadavere, che appariva più grande delle normali dimensioni di un uomo; e senza
avergli tolto nulla tranne un anello d’oro che portava a una mano, uscì fuori.
Quando ci fu la consueta riunione dei pastori per dare al re il rendiconto
mensile sullo stato delle greggi, si presentò anch’egli, con l’anello al dito;
quindi, mentre era seduto in mezzo agli altri, girò per caso il castone
dell’anello verso di sé, all’interno della mano, e così divenne invisibile ai
compagni che gli sedevano accanto e che si misero a parlare di lui come se
fosse andato via.
Egli ne rimase stupito e
toccando di nuovo l’anello girò il castone verso l’esterno, e appena l’ebbe
girato ridiventò visibile. Riflettendo sulla cosa, volle verificare se l’anello
aveva questo potere, e in effetti gli accadeva di diventare invisibile quando
girava il castone verso l’interno, visibile quando lo girava verso l’esterno.
Non appena si accorse di questo fece in modo di essere incluso tra i messi
personali del re; una volta raggiunto l’obiettivo divenne l’amante della sua
sposa, congiurò assieme a lei contro il re, lo uccise e in questo modo si
impadronì del potere. Se dunque esistessero due anelli di tal genere e uno se
lo mettesse al dito l’uomo giusto, l’altro l’uomo ingiusto, non ci sarebbe
nessuno, a quel che sembra, così adamantino da persistere nella giustizia e
avere il coraggio di astenersi dai beni altrui senza neanche toccarli, potendo
prendere impunemente dal mercato ciò che vuole, entrare nelle case e
congiungersi con chi vuole, uccidere e liberare di prigione chi vuole, e fare
tutte le altre cose che lo renderebbero tra gli uomini pari agli dèi.
Agendo così non farebbe
niente di diverso dall’altro uomo, ma batterebbero entrambi la stessa via. E
questa può essere definita una prova decisiva del fatto che nessuno è giusto di
sua volontà, ma per costrizione, come se non ritenesse la giustizia un bene di
per sé: ciascuno, là dove pensa di poter commettere ingiustizia, la commette.
Ogni uomo infatti crede che
sul piano personale l’ingiustizia sia molto più vantaggiosa della giustizia, e
ha ragione a crederlo, come dirà chiunque voglia difendere questa tesi; poiché
se uno, venuto in possesso di un simile potere, non volesse commettere
ingiustizia alcuna e non toccasse i beni altrui, agli occhi di quanti lo
venissero a sapere parrebbe l’uomo più infelice e più stupido, ma in faccia
agli altri lo loderebbero, ingannandosi a vicenda per timore di subire
ingiustizia. Così stanno le cose."
Principio 3: di Lealtà/Tradimento:
la
Patria, prima di tutto
Saper
Fare Squadra
Anche
a questo sono più sensibili i cervelli dei liberali-conservatori: il rispetto
della Patria, di contro alla tendenza spesso utopica all’universalismo delle
sinistre. Si è sviluppato in risposta alla sfida evolutiva di formare e
mantenere gruppi belli coesi e coalizioni e ci rende sensibili ai segnali che
indicano se una persona è un buon compagno di squadra.
il
Rispetto pei Ruoli
Si
attiva il modulo di questo principio quando, per esempio, sentite avversione nell’udire
un commesso che vi chiama per nome o quella punta d’imbarazzo quando una
persona anziana che stimate vi ha chiesto di chiamarla per nome (pagg. 179 –
180).
Dobbiamo
chiarire che autorità non significa
potere (per cui vedasi il Principio 6: Libertà/Oppressione): come spiega il
grande primatologo Frans de Waal, “senza l’accordo sul rango e senza un certo
rispetto per l’autorità non può esservi grande sensibilità alle regole sociali”
(2001, pag. 122). Questa difesa dal caos di matrice sessantottarda (che in
Italia ben conosciamo ahinoi) è nell’interesse generale. Si è sviluppato in
risposta alla sfida adattativa di stringere relazioni sociali donde trarre
beneficio all’interno di una sana gerarchia di ruoli.
Principio 5: di Sacralità/Degradazione:
per
i liberal è l’egualitarismo,
per
i conservatori è molto altro
“Per
i liberal (e soltanto per loro) l’uguaglianza assume una connotazione sacrale”
(pagg. 220 – 221). “A volte gli stessi liberal vanno oltre l’eguaglianza dei
diritti, perseguendo un’uguaglianza dei risultati che in un sistema
capitalistico è inattuabile. E’ per questo che la sinistra lotta per tasse più
alte per i ricchi, servizi di standard elevato per i poveri e a volte persino
un reddito minimo garantito a chiunque” (e non a chi dimostra di meritarselo,
pag. 221).
Ho scelto questo passo dell'appassionato discorso di Gianna Jessen (http://www.youtube.com/watch?v=AKztjBZ6bm0 ) perché lo trovo un esempio di appello sia al principio di Protezione (numero uno) ma anche del principio di sacralità (della vita umana). |
Il fatto di voler proteggere le persone da loro stesse, come i drogati che fanno uso di droghe autodistruggendosi, si scontra col principio di John Stuart Mill (ciascuno è padrone della propria salute psico/fisica) che risulta “inadeguato come fondamento di una comunità morale” (pagg. 188 – 189) che è fatta di relazioni e non di atomi. Secondo il filosofo Leon Kass, “la ripugnanza è forse l’unica voce rimasta che parli in difesa di quello che è il cuore della nostra umanità. Vane le anime che non sanno più rabbrividire” (1997).
Ricordo
una sera ad una cena fra studenti col Professor Galli della Loggia, ove si
discuteva di diritto alla vita su cui aveva svolto una tesi di laurea (in
favore della vita) una mia collega filosofa, ed un ragazzo di idee abortiste, non riuscendo a
capire bene di cosa discutessimo di così importante, ha tagliato corto,
totalmente insensibile alla questione: “Ma cosa sarai mai l’aborto di un esserino
con un cuoricino piccolo così?” (gesto della mano indicante un boccone del
piatto).
Evidentemente, quella parola così centrale nell’ethos occidentale, “cuore”, in quello sventurato (dichiaratamente “progressista”) non attivava nessun modulo cerebrale.
Evidentemente, quella parola così centrale nell’ethos occidentale, “cuore”, in quello sventurato (dichiaratamente “progressista”) non attivava nessun modulo cerebrale.
Inutile
ricordare che “a volte l’etica della divinità diventa incompatibile con la
compassione, con l’egualitarismo e coi i diritti umani fondamentali”, come
mostra la filosofa ebrea Martha Nussbaum nel suo dialogo con Leon Kass.
Principio 6: di Libertà/Oppressione
Dai
Tea Party ad Occupy Wall Street
Donde
nasce l’Altruismo? Da qui: dall’Odio per la Dominanza
Esso
“sta a cuore a tutti – sinistra, centro, destra- ma ogni parte politica se ne
preoccupa a modo suo” (pag. 230): per i conservatori (come i piccoli
imprenditori) è il diritto ad essere lasciati in pace, senza che lo Stato dica loro come devono
gestire gli affari.
Il
filosofo liberale Isaiah Berlin (1909 - 1997, “Due concetti di libertà”, Feltrinelli, Milano
2000, titolo originale “Two Concepts of Liberty”, 1958) ha chiamato questo tipo
di libertà “libertà negativa” ed ha notato che nel Novecento le sinistre hanno
inventato una nuova nozione di “libertà positiva” (che comprende i diritti
“sociali” per godere della libertà).Esso
spiega meglio il Principio Numero 2
(di Correttezza/Inganno): “Nasce come risposta evolutiva alla sfida adattativa
di vivere in piccoli gruppi d’individui che, se ne avessero avuto la
possibilità, avrebbero dominato, vessato e oppresso i propri simili” (pag. 217):
la “reattanza” è la sensazione che avvertiamo quando un’autorità ci vieta di
compiere una determinata azione e il nostro desiderio di fare proprio quella
cosa si rafforza, può essere attivata da qualsiasi cosa evochi il comportamento
aggressivo e dispotico di un maschio”, come nel Movimento dei Tea Party (che,
aggiungo io, come ha detto la filosofa indipendente Camille Paglia, deve essere
rispettato per le sue ragioni anziché demonizzato come “estremista”).
CLASSICO del LIBERALISMO. "Due concetti di libertà", 1958, il saggio del filosofo Isaiah Berlin. |
PRINCIPII. Un attivista del movimento di protesta "Occupy Wall Street" travestitosi da Batman durante una manifestazione a Nuova York. |
Il gossip (curiosamente) nasce proprio in
questo senso, come arma per isolare i soggetti antisociali (dispotici e
aggressivi).
E’
proprio da questo principio che nascono le intuizioni morali sull’uguaglianza. “L’egualitarismo
appare radicato più nell’odio per la dominanza che nell’amore per l’uguaglianza”
(è la tesi di Boehm): solo "Occupy Wall
Street" ha fatto appello sia al principio di correttezza/inganno (come
l’osservazione che l’1% ha barato per arrivare in cima ed è molto in debito con
gli americani pei salvataggi) sia sul
principio di libertà/oppressione (come la tesi secondo cui l’1% ha assunto
il controllo sul governo ed abusa del proprio potere per danneggiare o
asservire il restante 99).
Jandon: "La mia proposta di Educazione Civica a Scuola: analisi interdisciplinare dei Discorsi dei Grandi della Politica
(dalla storia alla filosofia all'italiano)"
Ecco
dunque questi sei princìpii che sono sei ponti fra Antropologia e Psicologia.
“I conservatori hanno una morale che poggia su tutti e sei i princìpii e
comprendono meglio dei democratici il modello sociale intuizionista” (pag.
232): “sinché i democratici non comprenderanno la visione della società di
Durkheim e la differenza fra una morale basata su sei princìpii e una che ne
riconosce solo tre, non riusciranno a capire perché tanti votano per i
repubblicani” (pag. 234). E “non è vero che i repubblicani mirino semplicemente
a instillare la paura”, invece “riescono ad attivare tutto il ventaglio di
intuizioni morali descritte dalla teoria dei princìpii morali. Anche loro, come
i democratici, sanno parlare di vittime innocenti (delle dannose politiche dei
democratici) e di correttezza (o meglio di scorrettezza, visto che accusano il
fisco di togliere denaro alla gente che lavora sodo e spende con giudizio per
aiutare gl’imbroglioni, lavativi e sprovveduti irresponsabili). Da Nixon in
avanti, però, è come se i repubblicani avessero detenuto il monopolio degli
appelli alla lealtà e all’autorità” (pag. 196), cioè i Principi 3 e 4.
La
mente dei democratici (socialisti) risulta limitata: “la morale dei liberal si basa su due soli princìpii”
(pag. 199). La lezione vale quindi anche per il PD italiano.
I
risultati sperimentali del Prof. Haidt sono di grande utilità sociale: “eravamo
tutti molto preoccupati per la polarizzazione e l’inciviltà della vita politica
americana e intendevamo usare la psicologia morale per aiutare le persone
politicamente schierate a comprendersi e rispettarsi fra loro”.
E
così Haidt ha scoperto che le sue idee sono in perfetta consonanza con un
grande sociologo di origine ebraica, Émile Durkheim (1858 - 1917, la cui
visione coincide con quella del filosofo irlandese Edmund Burke, 1729 - 1797), “che nel 1897
ammoniva contro i rischi dell’anomia
(l’assenza di norme) scrivendo che “l’uomo non può interessarsi a fini che gli
siano superiori e assoggettarsi ad una disciplina, se non scorge sopra di sé
niente cui sia solidale. Liberarlo da ogni pressione sociale significa
abbandonarlo a sé stesso e demoralizzarlo”. Una società durkheimiana apprezza
più i doveri che i diritti” (pag. 208).
In
conclusione, Haidt suggerisce ai democratici “di smettere di considerare patologico
il conservatorismo” (pag. 210) perché i suoi valori sono parte integrante della
natura umana.
A scanso di equivoci, va chiarito che conservatorismo non è anti-illuminismo.
"Il conservatorismo moderno nasce dall'interno delle principali correnti del pensiero illuminista, quando David Hume ed Edmund Burke hanno provato a sviluppare una critica ragionata al progetto illuminista" (pag. 368). Naturalmente, poi, "i partiti politici sono entità caotiche che devono raccogliere il gradimento di molti sostenitori e finanziatori, pertanto non possono mai incarnare perfettamente un'ideologia politica. Secondo me, entrambi i partiti sono afflitti da grossi priblemi. Vorrei che i democratici diventassero più durkheimiani e che i repubblicani diventassero più utilitaristi (...) In quanto utilitarista durkheimiano, trovo molti elementi positivi nel conservatorismo, ma ne riscontro davvero pochi all'interno del Partito Repubblicano" (pag. 370).Trovo che con questi strumenti dovrebbero aggiornarsi i docenti nell'àmbito delle materie della storia (per discuterne con spirito critico), della (sottovalutata) educazione civica, nonché della filosofia, e persino della lingua italiana (attraverso un'analisi dei testi pronunziati dai politici, per esempio i grandi discorsi dei Grandi leader che sono diventati, di fatto, Letteratura a pieno titolo), al fine di alfabetizzare il dialogo civile fra gl'italiani di diversi orientamenti.
L’orientamento
politico è innato (sino al 50%)
Per convincere l'altro dobbiamo capire i suoi Princìpii
Il liberale J. S. Mill:
“Destra e Sinistra entrambe necessarie”
Gli
studi sull’orientamento politico -condotti sui gemelli identici (che, oltre
all’ambiente prenatale e infantile, condividono l’intero patrimonio genetico) e
gemelli fraterni dello stesso sesso (metà del patrimonio genetico)-
suggeriscono che “i geni intervengono nello sviluppo di quasi tutti gli aspetti
della nostra personalità” (pag. 354, vedi E. Turkheimer, “Three Laws of
Behavior Genetics and What They Mean”, in “Current Directions in Psychological
Science”, 9, pagg. 160 – 164, anno 2000).
“La variabilità delle preferenze
politiche può essere spiegata, in una misura che va da un terzo alla metà del
suo valore, in termini genetici” (vedi gli articoli di J.R. Alford, C.L. Funk e
J.R. Hibbing, “Are Political Orientations Genetically Transmitted?”, in “American
Political Science Review”, 99, pagg. 153 – 167, anno 2005 e “Beyoind Liberals
and Conservatives to Political Genoypes and Phenotypes”, in “Perspective on
Politics”, 6, pagg. 321 – 328, anno 2008).
E
gli scienziati australiani han scoperto, dopo aver analizzato il DNA di 13mila
persone, che alcuni geni (legati al funzionamento di neurotrasmettitori coinvolti
nelle risposte alle minacce) differiscono fra conservatori e progressisti (cfr.
P.K. Hatemi, “A Genome-Wide Analysis of Liberal and Conservative Political
Attitudes”, in “Journal of Politics”, 73, pagg. 271 - 285, scoperta in linea
con altri risultati che indicano i conservatori come più reattivi ai segnali di
pericolo.
Esiste
un livello di tratti distintivi delle predisposizioni che orienta i bambini lungo
percorsi differenti, cui si aggiunge il livello dei tratti distintivi che
emergono durante la crescita (adattamenti dovuti all’ambiente). Ciascuno di
noi, già orientato a seconda dei geni che ha ricevuto in eredità, sceglie la
narrazione di vita con cui si sente inconsciamente ed intuitivamente in
sintonia. Una volta che si sia scelto di aderire ad uno schieramento politico,
le persone restano intrappolate nella matrice morale di quella fazione e
cercano conferme delle proprie narrazioni, ed è difficile persuaderle “se
provate a contestarle dall’esterno della loro matrice”.
Se crediamo di essere nel giusto, dobbiamo fare un esercizio di empatia e colpirle al cuore dei loro sentimenti.
GENETICA. I gemelli Carlson, di professione fotomodelli. Nati nel Minnesota nel 1978, si chiamano Kyle e Lane. |
Se crediamo di essere nel giusto, dobbiamo fare un esercizio di empatia e colpirle al cuore dei loro sentimenti.
Naturalmente,
come già notava il già citato filosofo liberale John Stuart Mill, entrambi sono necessari: “Un
partito dell’ordine o della stabilità e un partito del progresso o delle
riforme sono entrambi necessari a una vita politica prospera. Ognuno dei due
modi di pensare trae la sua utilità dai difetti dell’altro: ma è soprattutto la
loro opposizione reciproca, quel che mantiene entrambi entro i limiti misurati
dalla ragione” (“Bentham e Coleridge”, Guida, Napoli, 1999, pag. 128, titolo
originale “On Bentham and Coleridge”, 1962).
In
uno dei prossimi articoli vedremo la riscoperta, da parte dell’ateo Haidt (in
questo stesso libro, capitolo 11: “La
religione, sport di squadra”), delle emozioni positive e affratellanti della
religione, e collegheremo questa “versione durkheimiana dell’utilitarismo” alla
concreta proposta di un altro pensatore, Alain de Botton (già citato nel mio Blog http://lelejandon.blogspot.it/2013/12/il-segreto-della-felicita-e-la.html)
che invita a rivalutare molti aspetti che danno felicità e ci rendono persone complete (“Del buon uso della religione. Una guida per i non credenti”, Guanda, Parma
2011)
LELE JANDON
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