lunedì 3 aprile 2023
Una Scuola per Pastori grazie all’Europa
di LELE JANDON
Qui in Italia mancano (fra gli altri) artigiani orafi, panificatori ed infermieri. E manca un ricambio generazionale anche per gli anziani pastori nelle zone montane.
Ci è venuta in aiuto l’Unione europea, tanto diffamata dall’estrema destra al governo (che a suo tempo votò contro il PNRR!): il prossimo 22 aprile inizieranno i corsi della “Shepherd School”, la Scuola per pastori ed allevatori, grazie progetto “Life ShepForBio” co-finanziato dalla UE che vuole valorizzare professioni funzionali alla conservazione di alcuni Habitat.
Su 167 domande d’ammissione, sono state accettate solo 54 persone al colloquio di cui 41 si sono presentate e ne sono state ammesse otto di cui quattro ragazze. Arrivano dalla Toscana, dall’Emilia-Romagna, dalla Liguria, dalle Marche e dalla Lombardia.
Sette di loro sono under 30 mentre la milanese Chiara Allegri ha 31 anni che dopo il lockdown, come tanti altri italiani, ha cambiato lavoro: nel suo caso, ha lasciato un posto all’OCSE di Parigi per inseguire il suo sogno bucolico.
La location del corso è il Parco delle Foreste Casentinesi, di 36 mila ettari, situato a cavallo fra le province di Forlì-Cesena, Firenze ed Arezzo, sull’Appennino tosco-emiliano, antica via di transumanza.
Si tratta di una Scuola unica nel suo genere, gratuita persino nel vitto e nell’alloggio e comprendente stages presso le vicine aziende agricole, e finiti i corsi i ragazzi potranno dire: “Sono un pastore diplomato, sono una pastora diplomata!”.
Visto che anche quest’anno la Sardegna s’accinge a mandare al macello migliaia di agnelli per il pranzo di Pasqua, ricordiamo l’amore per le pecore espresso dalla Bibbia. Il Dio di Gesù benedice la pastorizia e il libro di Samuele racconta di un povero che “non aveva nulla, se non una sola pecorella piccina che egli aveva comprata e allevata; essa gli era cresciuta in casa insieme con i figli, mangiando il suo pane, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno; era per lui come una figlia”.
Secondo un midrash, Dio scelse David come Re d’Israele proprio in virtù della grande compassione dimostrata verso il suo gregge. Sia nel Primo testamento sia nel Secondo il Creatore viene chiamato “il Buon Pastore” (qui sul mio post lo vediamo immaginato dal pittore preraffaelita inglese Edward Burne-Jones). Ed è ai pastori che, secondo il racconto del Vangelo di Luca, l’Angelo annuncia la nascita di Gesù per il quale, come racconta nella sua parabola, ogni singola pecora è importante.
Non so se questi giovani diventeranno coraggiosi come il pastorello David (disposto ad affrontare il leone pur di difendere il suo gregge, come vediamo nel dipinto dell’americana Elizabeth Jane Gardner Bouguereau) o fisionomisti come quel pastore italiano di centoquattr’anni, Ninotto Assaiante, capace di riconoscere e chiamare per nome ciascuna delle sue 100 capre. E chissà se diventeranno allevatori amorevoli come Maurizio Cortinovis che nel suo asineggio di Bergamo Alta cura i suoi dolcissimi asini ed accoglie quei ragazzi con autismo che vanno regolarmente a trovarli traendone grande gioia.
Certo è che, fra i momenti più commoventi, assisteranno una pecora mentre darà alla luce il suo agnellino!
Auguriamo tanta felicità a questi futuri pastori e pastore e a tutti una Pasqua senza ammazzamenti di agnelli.
Lele Jandon
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