giovedì 19 marzo 2015

"Save Me", il Film che apre il Dialogo sull'Omoaffettività: Tradotto e Trasmesso in Esclusiva per l'Italia. Una straordinaria interpretazione di Judith Light e Chad Allen. L'Ebreo Gesù non ha mai parlato di Omosessualità, bensì di Amore per il nostro Prossimo e Giustizia Sociale


di LELE JANDON



E' stato un bel lavoro interessante, per apprezzarlo a fondo, sottotitolare per il Pubblico italiano "Save Me" ("Salvami", 2007, di cui potete vedere il trailer ufficiale al sito https://www.youtube.com/watch?v=C4l1qzffGQM&spfreload=10, e le  interviste a regista ed attori su https://www.youtube.com/watch?v=R2MXCKp9rw8&spfreload=10) un film indipendente, della durata di un'ora e 26 minuti, di un giovane regista americano, Robert Cary (sceneggiatura di Robert Desiderio) ed è la storia di due bei ragazzi:

- Mark (Chad Allen, dichiaratamente gay anche nella realtà), un giovane rimasto orfano del padre dopo il suo tentato suicidio per mezzo di un rasoio, tossicodipendente e alcolizzato, che è finito per l'ennesima volta in ospedale dopo un'overdose;

- e Scott Cooper (Robert Gant), un 40enne il cui padre, molto religioso, non accetta la sua omosessualità ("quando ha scoperto che ero gay, si è comportato come se fossi morto, è come se la persona che lui conosceva fosse morta", dice);


che sono mandati, uno dal fratello (sprovvisto di assicurazione sanitaria per tenerlo in un ospedale) e l'altro dal padre, a disintossicarsi non solo da alcol e droghe ma anche dalla loro omosessualità a "Genesis House", una bella casa di campagna adibita a centro di ritiro spirituale (retreat) per giovani ex omosessuali (ex gay ministry). Anche la storia di Philomena vede delle ragazze mandate in un centro di "rieducazione" dalle loro famiglie (http://lelejandon.blogspot.it/2014/07/il-viaggio-della-speranza-di-philomena.html), e in "Un giorno questo dolore ti sarà utile" il 17enne James è mandato dalla madre da una psicanalista (http://lelejandon.blogspot.it/2015/03/il-coraggio-creativo-e-la-risposta.html): in tutti e due i casi si tratta di proiezioni psicologiche dei genitori. 
Nel caso di Philomena e dei ragazzi di "Save Me", si tratta di una rieducazione per via di un comportamento sessuale.
La Comunità di recupero, per soli uomini, nel deserto del New Mexico (fra Santa Fe ed Albuquerque), è specializzata nella cura di guasti della sfera sessuale (sexual brokenness; "broken" significa "rovinato"): un "refugium peccatorum" per ragazzi gay che credono che la loro omosessualità sia un peccato.
Essa è gestita da marito e moglie di mezza età molto uniti, Gayle (Judith Light, che nella vita è un'attivista per i diritti delle persone omosessuali) e l'amorevole, tenero e gentile marito Ted (Stephen Lang, che abbiamo visto nel ruolo del terzo marito della madre di James nel film "Un giorno questo dolore ti sarà utile"), due cristiani evangelici conservatori che credono che la preghiera possa favorire la guarigione dall'omosessualità: mentre lei è fanaticamente convinta (tale atteggiamento di rifiuto dell'omosessualità ricorda quello della madre ed il padre di Scotty nel serial Tv "Brothers and Sisters"), ed è interventista quando ci sono dei possibili sviluppi sentimentali nell'amicizia fra i ragazzi, il marito è più open minded e solleva continuamente dei dubbi sul fatto che sia l'unica via.
Il programma prevede colloqui e resoconti costanti ed è un sentiero (path) strutturato in dodici steps (passi), come una scalata (dal quinto livello in su non si ha più bisogno di un compagno di stanza, l'11 riconosce che Dio stabilisce l'ordine laddove è regnato il disordine, come l'omosessualità; il 12 è la determinazione a maturare relazioni eterosessuali); un ragazzo, Bill, nel presentarsi con Mark appena arrivato si vanta del suo livello e dice con aria saccente:


Bill: "I ragazzi raggiungono solo i livelli 2-3...E sai perché?"
Mark: "Perché?" dice con tono di sfida Mark (che ha già intuito il tipo)
Bill: "Perché sono deboli (weak)"

Il tono e lo spirito è quello di chi, come dice Gesù nel Vangelo, prega Dio per dire

"O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri" (Luca 18, 10)


("Brokenness", il termine usato per descrivere l'omosessualità in questo contesto, significa appunto anche "debolezza"). Il ragazzo dunque si mostra tanto sicuro di sé salvo poi, nel confessionale, rivelare tutti i suoi dubbi intorno alla frequentazione da un annetto con una ragazza, Bethelyne, nei cui confronti si sente in colpa perché prova desiderio per gli uomini. La dirigente va spesso chiarendo che non può cambiare le persone ma che solo Dio può se uno sa accoglierlo nel suo cuore. Si scopre, intanto, che lei (prima di conoscere Ted) aveva perso il figlio gay, Ryan, per overdose dopo che la madre l'aveva cacciato di casa perché praticava l'omosessualità, come lei racconta a Mark in un momento di confidenza fra loro due soli, in macchina, bevendo un frappé, rivelando così indirettamente anche una colpa e un senso di colpa:
Il Premio Oscar Julia Roberts nel film "Linea Mortale"

Gayle: "Avevo un figlio..."
Mark: "Avevi?"
"E' morto...Otto anni fa..."
"Come?"
"Fu un'overdose"
"Quanti anni aveva?"
(Si commuove, si contiene) "17." (abbassa gli occhi) "Era gay."
"Si è ucciso?"
"Oh, non credo intendesse farlo. Ma è rimasto coinvolto in quello stile di vita, e nelle droghe...Era così giovane..."
"Perché non hai provato a cambiarlo?"
"Mark, io non cambio le persone. Cerco di mostrare loro come avvicinarsi a Gesù Cristo, e lasciare che loro trovino la loro strada."
"E come si fa a trovare la propria strada?"
"Hai presente come le persone sono state vicine a morire? Quando raccontano che si avvicinavano ad una Luce...(Come si vede nel film "Linea Mortale", con il Premio Oscar Julia Roberts, per esempio, ndr) Ora, io credo che noi facciamo lo stesso nella vita, quando camminiamo verso il Signore. E talvolta la luce è così intensa...accecante, ma noi abbiamo Fede e proseguiamo facendo un passo alla volta, allora incominciamo a vedere che quella Luce del Signore è dentro di noi, ed essa risplende in un sentiero più luminoso, non perdiamo mai più la nostra Via, ogni giorno" (gli stringe la mano).

Alla fine, tornerà sulla storia e aggiungerà:


"Il mio impegno è un'espressione della mia Fede....
Col mio impegno qui intendo rendere giustizia a mio figlio....Ryan...
E' venuto da me quando aveva 16 anni e mi disse che era gay...
Disse che non voleva cambiare...
E io gli ho detto che, se non fosse cambiato, non sarebbe più potuto stare sotto il mio tetto
Cinque mesi dopo era morto...
Il giorno che gli ho detto di andarsene è stata l'ultima volta che ho visto mio figlio vivo...
So che niente al mondo me lo riporterà indietro ma...
se posso aiutare un figliolo contro questa miseria (misery), farò tutto ciò che è in mio potere per farlo...Ryan mi aveva mostrato la sua debolezza (brokenness)
Ma, sapevo che dovevo andare oltre il mio giudizio e saperlo amare come Gesù.
Lui avrebbe dovuto restare a casa! E col tempo avremmo lavorato per la sua salvezza (salvation)...
Ma ora ho la possibilità di salvarne altri (save others) e salvare me stessa (save me, che dà il titolo al film)"

 
(Tale storia familiare ricorda quella vera della signora Mary Griffith, il cui figlio gay Bobby si suicidò gettandosi da un cavalcavia dopo che lei si ostinava a non accettare la sua omosessualità: da questa vicenda è stato tratto il film-Tv del 2009 "Prayers for Bobby", con Sigourney Weaver; lei, dopo un percorso di revisione delle sue false credenze e di pentimento, diviene un'attivista per i diritti dei gay, e durante un Gay Pride le pare come di vedere suo figlio nel volto degli altri ragazzi che gli rassomigliano). Come in "Philomena", anche in "Save Me" c'è la figura di una mater dolorosa molto credente che deve elaborare il lutto per la perdita del figlio.
STORIA VERA. Sigourney Weaver nel film "Prayers for Bobby"
interpreta la signora Griffith: suo figlio Bobby si uccise
perché lei, estremamente religiosa, non accettava che lui fosse gay e
tappezzava la casa di bigliettini per "curare" la sua omosessualità.
Anche Ted sa che cosa sia la debolezza: lo vediamo verso la fine del film seduto in cerchio con un gruppo di alcolisti anonimi raccontare la propria storia di ex alcolizzato e la vicenda di sua moglie e solleva dei dubbi che quella della riparazione sia l'unica via per questi ragazzi:

"Lei (Gayle) pensava che l'essere gay fosse l'intero problema (the whole thing):
ripari quella cosa e ripari il figlio (you fix that, you fix the kid)
Non sono convinto che ciò che facciamo sia l'unica strada, ma quel che so è che siamo d'aiuto"

Nella casa di correzione i ragazzi sono amichevoli, e ci sono una serie di regole: niente sigarette, non ci si può chiudere a chiave ("Noi non abbiamo nulla da nascondere qui", dice Gayle), si richiede "modestia nel linguaggio, nel comportamento e nell'atteggiamento", per cui i ragazzi con i capelli lunghi sono invitati a tagliarli (come Stew, che replica che anche Gesù li portava così, al che Gayle non sa cosa rispondere; in ogni caso, Stew non se li taglia) e non si devono accavallare le gambe. 
Sopra e sotto: Scott (Robert Gant) e Mark (Chad Allen) nel film "Save Me"

I pasti sono da ospedale pubblico: alle 6, a mezzogiorno ed alle 17.30. Ci sono varie attività comuni: si cucina insieme e si canta assieme, si gioca al virile sport del baseball, si fanno mercatini di beneficenza per vendere i prodotti creati dai ragazzi, soprattutto si prega insieme: dalle preghiere di lode alle preghiere di ringraziamento a Dio a tavola per il cibo. Mark, appena entrato, dinanzi alla serie di regole, chiede se non sia per caso una setta sul genere di Scientology, e Gayle lo rassicura che sono credenti in Gesù Cristo, così come rassicura i genitori di un nuovo arrivato che non c'è alcun lavaggio del cervello (brainwashing). 
La prima notte, mentre il compagno di stanza russa e lui non riesce e prendere sonno, Mark tenta di andarsene, fa la sua sacca e nel tragitto s'imbatte in Scott, che non riesce a dormire e fuma una sigaretta: sarà lui a dare l'allarme quando Mark ha una crisi d'astinenza. Arriva il medico e Gayle e Ted lo mettono dinanzi ad una scelta radicale: sei sicuro di riuscire a gestire crisi del genere e restare presso di noi? Mark fa la sua scelta, e resta. 
Gayle (Judith Light) osserva sospettosa e guardinga Mark e Scott
Ha una crisi di pianto, dice "non voglio essere così", e riceve il primo abbraccio materno da parte di Gayle. Mark s'integra nella comunità, legge la Bibbia, prega, legge in Chiesa.
Lui e Scott (Sky) approfondiscono la loro conoscenza non solo facendo dei lavori insieme (riparano il lucernario sul tetto, e costruiscono e dipingono le casette per i merli per fare il birdwatching, pregano assieme) durante la giornata, ma anche ritagliandosi uno spazio di tempo loro due da soli per una sigaretta ogni tarda sera, essi stringono una profonda amicizia che diviene sempre più sentimentale e va oltre il "bromance" (da brother + romance, affettuosa amicizia fra maschi come ce ne sono sempre più fra i divi di Hollywood): una love story che qualcuno ha accostato, anche per via del paesaggio bucolico, a "Brokeback Mountain", il film del Premio Oscar Ang Lee (il regista de "Il Banchetto di Nozze" che vedremo domanisera), tratto dal romanzo di  E. A. Proulx (Baldini Castoldi Dalai, Milano 2005).
Questo ballo non s'ha da fare: Gayle separa Mark e Scott
in una scena clou del film "Save Me"
Gayle li tiene costantemente d'occhio, ed intuisce col suo intuito femminile:

"Tutto il tempo insieme: così non può andare avanti! Dobbiamo restare sul sentiero tracciato!"

Lei vuole proteggere Mark, perché Scott lo "mette in pericolo", dice al marito. Dice a Mark:

"Ora che è il tetto è stato riparato, potresti passare più tempo con gli altri"
 
"Io so come salvarti", dice Gayle a Mark
Lo svolgersi della vicenda nel film è intervallata da confessioni che ricordano il "confessionale" del reality show "Il Grande Fratello", ove ciascuno dei sei ospiti della Comunità, inquadrato in primo piano, si racconta (in realtà dinanzi ad uno del gruppo, per un confronto costante sull'evoluzione della propria gestione della dipendenza e delle proprie pulsioni sessuali, viste come sbagliate): fra le varie storie c'è quella di Lester (Robert Baker), un ragazzo grassoccio imbottito di pillole che racconta di essere stato picchiato dal padre per via della sua omosessualità (come il personaggio del ragazzino allevato da tata Aibileen nel romanzo "The Help": http://lelejandon.blogspot.it/2014/11/the-help-lezione-sulla-compassione_14.html) e che non ha mai sperimentato nulla e per questo viene detto "fortunato" (blessed) da Gayle e pensa al versetto della Bibbia che dice che se si è commesso adulterio nel cuore è come se fosse già accaduto; Bill rivela, a proposito dei periodici balli organizzàti nel tentativo di far conoscere ai ragazzi delle ragazze, che gli piace sì ballare, ma non sa farlo con le donne. 

Il pastore della vicina parrocchia locale, alla domanda di Gayle di donare dei finanziamenti, risponde che ne riparleranno dopo il ballo, come dire che vuol vedere dei risultati su questi ragazzi perduti.
Mentre dunque approfondisce la conoscenza di Scott, allo stesso tempo Mark, dopo un primo scontro ed un tentativo di fuga, s'affeziona e prova stima per la materna Gayle, a cui è grato per l'accoglienza e la chance di cambiamento che la sua casa offre
Gayle (Judith Light) e il marito Ted (Stephen Lang, che abbiamo visto
nel film "Un giorno questo dolore ti sarà utile") 
Scott ognitanto si assenta da "Genesis" per andare a trovare il padre omofobo: persino quando è morente, il papà gli cita contro il versetto del libro biblico del Levitico che condanna a morte chi pratica l'omosessualità, avvertendolo che, se non fosse cambiato, sarebbe andato all'inferno e non l'avrebbe mai più rivisto in Cielo. (Naturalmente, si fa riferimento al contesto di duemila anni fa in cui i tassi di mortalità erano estremamente alti).
Gayle li osserva guardinga, non le piace quando si toccano anche solo facendo sport.
Una sera Mark e Scott si scambiano un bacio, ma Mark se ne pente subito:

Mark: "Scusami, io non volevo..."
Scott: "E' tutto OK"
Mark: "Non è niente..."
Scott: "No, non è tutto OK. Io rientro"

Lester li vede dalla finestra: rimane profondamente confuso e tiene il segreto per sé. Poco dopo, Lester dice di voler andarsene, ma Gayle gli fa un ricatto morale: "Non vorrai mica caricare questo peso del tuo problema di nuovo su tuo padre?". E lui resta.
Il giorno dopo, Mark vuole scusarsi con Scott perché crede di avergli rubato un bacio e di averlo come fatto cadere in tentazione, ma con sua sorpresa, Scott non vede la cosa allo stesso modo:

Scott: "Ti stai scusando per esserti approfittato di me?"
Mark: "Sì...In qualche modo"
Scott: "Beh, non l'hai fatto. Dimenticalo!"
Mark: "Non è ciò che sto cercando di dire...Io ho solo..."
Scott: "Hai paura che accada di nuovo?"
Mark: "Se Gayle lo scopre...Lei..."
Scott: "Direbbe che le cose devono restare come prima"

Mark è ancora condizionato dalla dottrina morale di Gayle intorno all'omosessualità, mentre Scott si sta già affrancando da questi condizionamenti.
Dopo qualche mese, i gestori di "Genesis" organizzano, d'accordo col vicino pastore che approva quest'attività pastorale, una serata di ballo con musica country in cui fanno incontrare questi ragazzi con le ragazze della zona, sperando che questi aspiranti ex gay possano trovare moglie. (Un ragazzo, Stew, confessa:

"Ma perché non possiamo sceglierci noi i nostri contatti sociali?")

Le cose non vanno come previsto: Gayle, che finalmente stava incominciando a lasciarsi andare e rilassarsi un pò, si stava divertendo ballando col marito, nel vedere dapprima i loro giuochi di sguardi mentre ballano ciascuno con una ragazza, e poi  la scena dei due amici affiatati che si divertono a ballare (anche) fra loro in un ballo a quattro, dice di sentirsi estremamente imbarazzata col prete lì presente e decide d'intervenire, anche se il marito la invita a non fare scenate. Si avvicina ai due ed intima a Scott di "smetterla" col suo comportamento provocatorio:

"Eri un lupo travestito da agnello, l'ho saputo sin dal primo momento in cui sei giunto a casa nostra. Non hai mai accolto Gesù nel tuo cuore, ed ora vedi qualcuno sta trovando la sua strada, tu ti approfitti della sua debolezza (brokenness)"
L'Evento ideato da Lele Jandon 

Scott si ribella e fa le valige da "Genesis", nonostante Mark l'inviti a restare perché è "un buon posto" (good place) dove stare e finalmente sta bene, che può "risolvere la cosa" e che ciò che è accaduto non è nel piano di Dio. Scott risponde che "la cosa è già risolta": non è più un omosessuale irrisolto. Scott chiede a Mark se sia così sicuro che ciò non sia nel disegno divino, e l'invita a sua volta a venire via con lui. Mark non sa cosa rispondere, Scott gli dice addio augurandogli buona fortuna. Così come Mark non sa rispondere sì o no alla domanda-chiave di Lester, il quale gli chiede se sia innamorato di Scott. Gayle è evidentemente sollevata che Scott se ne sia andato perché da tempo vedeva di malocchio la loro amicizia, e già sospettava che Scott tentasse di "traviare" Mark. Il marito le aveva detto: "Mark ti ricorda Ryan", e lei replica di no, ma aggiunge che Mark "ha solo bisogno di protezione" (da tentazioni come Scott). Il suo personaggio di donna protettiva nei confronti di un ragazzo che può ricevere la seduzione di un omosessuale ricorda quello di sorella Loysius, la preside del collegio religioso interpretata dal Premio Oscar Meryl Streep nel film "The Doubt - Il Dubbio" (del 2008, col Premio Oscar Philip Seymour Hoffman, 1967 - 2014).
Lester nella seduta comune a sorpresa solleva una critica ai gestori, dicendo che secondo lui la loro amicizia era una cosa buona:

"Non è un peccato amare, è un'esperienza fantastica da condividere"

Gayle gli replica che "erano in errore e stavano prendendo una direzione sbagliata" e che "vivere fuori dal piano di Dio conduce ad una vita infelice". Mark non dice nulla, e prosegue il suo cammino di avvicinamento alla fede, e una domenica legge anche con espressione ispirata in chiesa un passo di Paolo sull'amore e per l'occasione (evidentemente avvisati da Gayle e Ted) vengono a sentirlo ben contenti la madre e il fratello. Mark s'interrompe un momento per l'emozione di sorpresa. Nel passaggio (dalla Prima Lettera ai Corinzi), si legge che la virtù più importante, fra Fede, Speranza ed Amore è l'Amore. Finita la funzione, saluta il fratello, abbraccia sua madre e la riaccompagna in auto. Poi, si confronta a tavola con tutti gli altri e si dice sorpreso e contento perché sua madre si mostrava fiera del suo cambiamento. Una notte, Mark trova Lester in un lago di sangue: si è tagliato le vene, evidentemente non reggendo questa scalata verso l'eliminazione del suo istinto omosessuale. Viene portato in Ospedale ed è in gravi condizioni. Quando Mark è in preda al dolore dinanzi al corpo di Lester, è Gayle che lo stringe a sé in un abbraccio materno. E quando Mark, in uno scatto d'ira per sfogare il suo dolore per la vicenda di Lester, c'è Ted a farlo smettere, stringendolo in un abbraccio paterno. Fortunatamente, Lester si salva, e quando Mark gli chiede se torna a "Genesis", lui risponde di non avere altra scelta, altro rifugio: "Non ho nessun altro posto dove andare".
Nel frattempo, Scott è tornato agl'incontri occasionali privi di significato ed è andato a vivere da solo. Un giorno, col suo furgone prova ad andare a parlare con Mark, ma c'è di mezzo Gayle che con un'occhiata lo fa tornare indietro; Scott ci riprova a tarda sera (evidentemente nell'orario in cui era solito stare solo con Mark), e va a "Genesis" dove trova fuori il suo amato. 

Scott gli dice di essere venuto a dirgli addio (goodbye) e gli comunica la sua intenzione di "provare" a ricostruirsi una vita in Arizona o a Los Angeles. Ma ecco che esce la guardinga Gayle, che chiede a Mark di tornare dentro e a Scott di andarsene subito e dice anche lei addio a Scott. Ne nasce così uno scontro verbale finale fra Gayle e Scott. Il ragazzo ha ormai completamente riveduto le proprie credenze, e le dice:

"C'è qualcosa d'importante che voglio che tu sappi, Gayle: io non sono guasto (broken)"

("broken" significa anche "a pezzi, rotto") e nota che

"Gesù non ha mai parlato di omosessualità"

come hanno ricordato, fra i molti altri, anche i teologi cristiani Vito Mancuso e Matthew Fox.
Gayle evita la discussione (proprio come quando Stew le aveva risposto che Gesù recava i capelli lunghi), e gli risponde accusandolo di non aver mai fatto entrare davvero Gesù nel suo cuore e di essere "un lupo travestito da agnello", di non negoziare la sua salvezza e che "Dio non è un gioco", ed invita Mark a rientrare:

Scott (che ha vissuto un'esperienza come il figlio di Gayle) le dice anche:



"So cosa significa amare un genitore che ti odia

Mio padre mi ha condannato anziché amarmi"


Poi, è la volta di Mark, che le spiega di aver compreso quanto sia in grado di amare e di essersi innamorato di Scott.

A lei, che a modo suo ama Mark come un figlio, crolla il mondo addosso, e tenta di persuaderlo a restare:

"Io so chi tu sei....Io so come salvarti (keep you safe)"

mentre suo marito la trattiene a sé teneramente e le dice:

"Gayle...Lasciali andare...Tu devi lasciarli andare, lui non è Ryan. Ryan è morto (has gone).

(...) Tu non puoi salvarli (save them). Si salveranno (save) da soli"

Ed a questo punto di svolta, Mark fa la sua seconda scelta decisiva: decide di seguire Scott. Facendo così un salto di livello: passando, su quell'àmbito (la propria affettività e sessualità), da una posizione etica di tipo eteronoma (cioè determinata dagli altri) ad un'etica autonoma, personalmente ragionata. Mark saluta ed abbraccia Lester che lo ringrazia per la sua amicizia: "Mi sono sentito invisibile sinché non sei arrivato tu". Poi è la volta di Gayle, che gli augura:


"Possa il Signore essere con te"

E Mark la rassicura: "Lo è, lo è". Il film si chiude con il contrasto fra due auto che s'incrociano: la dipartita dei due innamorati e l'arrivo di John (il ragazzo timido), cui Ted e Gayle danno il benvenuto a "Genesis House".

****
I Temi Trattati nel Film

Il film, sul tema della salvezza, descrive dunque almeno le seguenti realtà:
L'Evento creato da Lele Jandon 

- le dipendenze (da sesso, alcol, droghe) e dell'autodistruttività (cfr. il romanzo "The Lost Child of Philomena Lee"): la vita di Mark precedente;
- quella dell'omofobia (di Gayle verso il figlio, della madre di Mark, e del padre di Scott) e della repressione sessuale;
- l'omofobia interiorizzata;
- l'omoaffettività (l'innamoramento fra Mark e Scott)

- il senso di colpa ed il rimpianto 
- il lutto per la morte di un figlio e l'elaborazione del lutto da parte di una madre;
- la Preghiera 
- la Salvezza: la domanda "come ci si salva?"
- l'impegno ispirato alla Fede;
***

Analisi Psicologica
Il Lato Fanatico di Gayle:
Evita le Domande e i Dubbi

Gayle (Judith Light) col suo Gruppo di ragazzi di "Genesis House"

La domanda cruciale secondo me è questa: che cosa ha imparato di buono Mark dalla sua permanenza a "Genesis"?
Come dice egli stesso al gruppo a tavola, ricorrendo ad una metafora sportiva (tratta dal giuoco del baseball), "è come se avessi preso in mano la palla ed avessi corso" (il "fare meta"): ha ripreso in mano le redini della sua vita. 
Come dice il protagonista Chad Allen commentando il film, è Gayle ad aver dato fondamento a quest'amore per Scott perché gli ha indicato la strada dell'amore di Dio e dell'amore di sé (https://www.youtube.com/watch?v=C4l1qzffGQM&spfreload=10). Effettivamente, come suggerisce il nome stesso, che in greco significa "nascita", per lui è stata come una rinascita: da ragazzaccio perduto e smarrito in preda ad istinti autodistruttivi e senza veri amici, è diventato un uomo creativo. La maturazione completa si ha infine con la sua libera decisione di ascoltare i suoi sentimenti di amore verso Scott.
Il film è perfettamente equilibrato nella caratterizzazione psicologica sia dei ragazzi omosessuali sia dei due coniugi, i quali hanno le loro motivazioni e le loro credenze.
Il personaggio più interessante dal punto di vista psicologico è Gayle, grazie alla straordinaria performance di Judith Light (già protagonista del precedente film dello stesso Cary, "Ira and Abby").
Anche qui a Milano ci sono persone cattoliche o Testimoni di Geova o Mormoni che sono gentili, disponibili, coinvolgenti ma su àmbiti come la questione gay sono chiusi e non sono disposti ad ammettere la debolezza della loro dottrina del No assoluto all'omosessualità. Ciò dipende anche dal fatto che le persone credenti di quelle confessioni o se ne staccano, o vivono nascostamente la propria condizione, e dunque queste comunità cristiane non hanno modo di venire in contatto con persone gay e scoprire la loro normalità.
Ho individuato almeno tre punti-chiave del suo fondamentalismo:

1) Gayle mostra un atteggiamento fanatico quando dice a Lester che vorrebbe andarsene:

"Quando ho dei dubbi, so che è il Signore che testa la mia Fede"

Invece una fede sana sa valorizzare anche il dubbio come metodo di ricerca.

2) Gayle ha la tendenza ad evitare le Domande-chiave, come quando il marito le rimprovera di non trattare in maniera eguale Scott sin dal primo giorno che è arrivato e lei muta argomento, tentando di tagliare corto il discorso ("Gli Andrews arrivano fra poco"), oppure, subito dopo, quando vede le esitazioni e i dubbi del padre di John (un ragazzo gay estremamente timido che non pare per nulla desideroso di andare a stare a "Genesis"), taglia corto alzandosi in piedi e porgendo la mano per salutare. Oppure ancora quando, dinanzi all'obiezione di Lester sulla bontà dell'omoaffettività, ritiene sufficiente lasciar dire a Mark che non è il disegno di Dio. Questo suo costante evitare le Domande cruciali dinanzi a cui ci pongono gli altri è un atteggiamento sbagliato, infecondo. 

3) Non ha elaborato il lutto per il figlio: Gayle è respingente e si sente ferita quando si tocca l'argomento della morte di Ryan: è Tabù per lei, non ne vuole assolutamente parlare. Risponde male sia al marito ("Non era tuo figlio") sia a Scott ("Non hai il diritto").

4) Basandosi sulla sua esperienza personale (di suo figlio che aveva una vita autodistruttiva, ed era omosessuale e viveva male la sua sessualità in maniera irresponsabile), Gayle esclude a priori che una relazione d'amore omosessuale possa essere ordinata: lungi dall'essere una debolezza (brokenness) può essere un Amore bello forte. Tanto è vero che lo stesso marito pone dei dubbi se "questa sia l'unica via", come dice al Gruppo degli ex Alcolisti.

5) Dichiara di non voler fare un'ingerenza spirituale o "lavaggio del cervello", eppure dice che non va assolutamente bene l'omosessualità, che non è la volontà di Dio; ma l'ebreo Gesù aveva invitato alla Libertà di coscienza:

"Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?"
(Vangelo di Luca, 12, 57)


Tale spirito è l' l'opposto di ciò che dice Gayle alla fine:

"Il giudice delle nostre azioni non siamo noi, ma Dio"

6) Cita a sproposito Gesù, che non ha mai parlato dell'omosessualità.

La donna è animata sia da un senso di colpa (e rimpianto) ma anche da buone intenzioni: e come suggerisce la saggezza popolare (il proverbio esiste anche nella lingua inglese),

"Di buone intenzioni sono lastricate le vie dell'inferno"
("The road to hell is paved with good intentions")

7) E' letteralista: prende estremamente sul serio (o evita di ragionare sopra le contraddizioni de)i versetti della Bibbia che, essendo in contraddizione col messaggio di giustizia e amore del prossimo, non sono ispirati da Dio, bensì da altre logiche.Quest'attività di volontariato che svolge è il suo "processo terapeutico di completamento" quello di "riparare (fix) le altre persone" mentre "non capisce che deve riparare sé stessa", dice l'attrice che la impersona (https://www.youtube.com/watch?v=R2MXCKp9rw8&spfreload=10).


"La posizione di Gayle nella vita non è la mia posizione nella vita e dunque è stato un processo molto interessante da sperimentare per me quello di trovare il bene che c'è in lei. Il nostro intento (come produttori del film, ndr) era di aprire una conversazione. (...) Nel ministero cristiano c'è un sacco di bene, hanno un sacco di cose buone da dire, e io credo che possono ascoltare la comunità gay"

Dice il giovane regista in un'intervista (http://www.altfg.com/blog/directors/save-me-robert-cary-interview/)

"E' stato molto importante per me che la rappresentazione dei fondamentalisti fosse compassionevole, non solo politicamente imparziale, ma che rimanesse narrativamente avvincente"

(Le traduzioni delle battute del film e dalle video-interviste al cast sono di Lele Jandon)

****

Judith Light e Chad Allen

Attivisti per i Diritti dei Gay

Due parole sugli eccellenti attori.
Judith Light, classe 1949, vincitrice di dieci premi fra cui due Tony Awards, è un'attrice ebrea americana e produttrice (ha coprodotto col marito anche il presente film). L'abbiamo vista nei panni di un giudice in "Law and Order" e di Claire in "Ugly Betty". Come Meryl Streep, è nata nel New Jersey, Stato ove le terapie riparative sono fuorilegge per i minori. E' un'appassionatissima attivista per i diritti dei gay (di cui parla qui: https://www.youtube.com/watch?v=khdWVvfticU&spfreload=10), ha partecipato come il sottoscritto alla campagna "It gets Better" (https://www.youtube.com/watch?v=J-jqwiG27qI&spfreload=10) ideata da Dan Savage (http://lelejandon.blogspot.it/2014/12/le-famiglie-felici-si-rassomigliano.html) in cui invita i giovani a guardare alla coraggiosa storia dei diritti dei gay e a pensare che, se anche non si è nati in una famiglia che ci supporta, la si può comunque creare ex novo (sulla creatività di essere genitori cfr. il mio articolo http://lelejandon.blogspot.it/2015/03/il-coraggio-creativo-e-la-risposta.html).
Si dice onorata di prendere parte della comunità gay per il loro coraggio, il loro onore e coraggio. 
Protagonisti e produttori: Chad Allen, Judith Light e Robert Gant

Ha interpretato anche il ruolo della madre di Ryan White (1971 - 1990), il ragazzo infettato dall'aids per un errore di trasfusione, nel film dell'89 "The Ryan White Story" che dà il nome alla legge del governo USA. Fa parte sia della "Matthew Stephard Foundation" (la Fondazione dedicata a Matthew Stephard, 1976 - 1999, il ragazzo barbaramente picchiato torturato ed ucciso) sia della "Point Foundation" che dà borse di studio a studenti gay meritevoli. Ha pronunziato un discorso alla "Marcia su Washington" del 1993 (riedizione della storica Marcia di Martin Luther King Jr http://lelejandon.blogspot.it/2014/11/the-help-lezione-sulla-compassione_14.html). E' sposata con l'attore newyorkese Robert Desiderio, uno degli sceneggiatori del film "Save me", e come il Premio Oscar Jodie Foster e Bradley Cooper parla francese.
Il biondo Chad Allen, classe 1974, di origini italiane e nato in un sobborgo di Los Angeles, è famoso in America per il suo ruolo di detective gay Donald Strachey nel serial Tv basato sui romanzi mystery di Richard Stevenson. Ha interpretato Matthew Cooper ne "La Signora del West" e ha recitato nella sit com "My Two Dads". Nel 1996, all'età di 21 anni, ha fatto coming out come gay ed è fidanzato col collega Jeremy Glazer. In questo video trovate le interviste ai due attori: https://www.youtube.com/watch?v=R2MXCKp9rw8&spfreload=10
Robert Gant, 46 anni, lo si è visto nel serial a tematica gay "Queer as Folk".
Stephen Lang, classe 1952, è co-direttore artistico dell'Actor's Studio di New York che (fondato nel 1947) si basa sul metodo del russo Stanislavskij (1863 - 1938) ed i cui attuali Presidenti sono i Premi Oscar Ellen Burstyn ("Un giorno questo dolore ti sarà utile") ed Al Pacino. Di sangue irlandese da parte di madre ed ungheresi da parte di padre, ha vinto molti premi teatrali.

****

Il Tema/1: Teorie e Terapie Riparative

 
Sopra: il dipinto di Hyppolite Flandrin, "Uomo nudo in riva al mare"
"Save me" è il film giusto per trattare dello scottante tema delle teorie e terapie riparative e del vuoto legislativo che consente agli psicologi che propinano tali teorie indimostrate ai ragazzi o agli adulti, facendo spendere soldi nella speranza che venga curata l'omosessualità del figlio. Proprio in Italia si è svolto anche un convegno anni fa con i teorici di queste psicoterapie.
In cosa consistono tali terapie? Alcuni dei metodi sono tenuti segreti e sono emersi grazie alle testimonianze di chi si è sottoposto:

1) fede e preghiera, forza di volontà (pray away the gay);
2) astinenza da atti e fantasie omosessuali: repressione sessuale;
3) matrimonio "riparatore" con una donna (come suggeriscono i mormoni che ne hanno fatto anche un reality show): chi è contrario all'estensione del matrimonio ai gay teme proprio che tale opzione riparativa non venga più considerata;
4) terapia dell'avversione anche attraverso farmaci emetici (come documentato dal dr Jessen nel suo reality);
5) lo "stupro riparativo" ("corrective rape", come si vede nel film "Boys don't cry" con il Premio Oscar Hilary Swank): è successo varie volte in Sud Africa (come nel caso della calciatrice Eudy Simelane, 1977 - 2008), ove gruppi di giovinastri aggrediscono e violentano ragazze lesbiche credendo, per una forma di pensiero magico (superstizioso), di convertirle all'eterosessualità; in Ecuador sono state scoperte numerose cliniche segrete che usavano la violenza sessuale (oltreché l'elettrochoc) come metodo di cura.

6) rifiuto delle psicanaliste donne (così il guru americano delle teorie e terapie riparative, che reca a sostegno casi di "miglioramenti" ma non "guarigioni") naturalmente perché intuiscono i danni della cultura patriarcale omofoba; 
7) astensione dalle amicizie con donne;
8) astensione dall'ascolto di musica classica (sic) e altre passioni sospettate di essere "da omosessuali" come la melomania;
9) instaurare amicizie con maschi eterosessuali;
10) viceversa, specularmente, frequentare donne senza fini di amicizia (ad esempio i balli nel film "Save Me") per sviluppare un interesse sessuale; 
11) addottrinamento e condizionamento psicologico attraverso il citazionismo di passi biblici decontestualizzati e false generalizzazioni sul "mondo gay" (che non esiste così come non esiste il c.d. "mondo scientifico");

12) "autoterapia" (così un americano vicino alla setta cattolica dell'Opus Dei) mediante i punti 7 e 9;
13) l' "omeopatia": nel 2011, l'associazione dei medici cattolici tedeschi proponeva pillole zuccherose, e quattr'anni dopo l'80enne prete cattolico don Carlo Aguilera Sánchez, di Villa Fuente (Messico), propone (in un'intervista al quotidiano Zocalo.com) ai bambini e preadolescenti le sue pasticche di "farmaci omeopatici" da lui stesso create, ed il suo connazionale monsignor Gustavo Rodríguez Vega, arcivescovo di Yucatán, invita la scienza a verificare perché quel prete sedicente omeopata "ha fatto cose buone". 
14) farsi preti cattolici: uno scrittore milanese cultore di psicanalisi propone come "rimedio" (in un suo saggio ove analizza celebri omosessuali italiani, fra cui include anche Francesco d'Assisi), di sublimare le energie omosessuali nella scelta religiosa cattolica.
15) gli acchiappafantasmi: secondo lo "Spiritual Science Foundation Research", sito sul "paranormale", l'omosessualità è un fenomeno anormale spiegabile come una forma di possessione di fantasmi: le donne lesbiche sono possedute da fantasmi maschili eterosessuali; mentre i maschi omosessuali sono posseduti da spiriti di sesso femminile eterosessuali (sic: http://www.spiritualresearchfoundation.org/spiritual-problems/demonic-possession/ghost-spirit-symptoms/).



I fautori di tali teorie e terapie non sono mai stati in grado di citare a proprio sostegno uno studio scientifico pubblicato su una rivista di settore (psicologia o psichiatria). Ritengono che l'omosessualità sia di per sé un disagio; anche il film "Save Me" rappresenta casi di disagio (disagio nei locali per soli omosessuali; sessodipendenza; omofobia interiorizzata) ma la repressione non è riuscita a "guarire" nessuno dei ragazzi ed ha causato:
-  il suicidio di Lester, che aveva represso qualunque atto omosessuale;
- i sensi di colpa di Bill nei confronti della ragazza che frequenta e verso cui non riesce ad instaurare un autentico legame sessuale,
- la fuga di Scott, seguìto poi da Mark.

****

L'Errore di Metodo:
Fondare Teorie sui Casi Clinici: Pazienti
ammalati di Omofobia Interiorizzata
 
IL DOCUMENTO. La lettera di Sigmund Freud alla madre di un gay:
"L'omosessualità non è una malattia e non si può curare"
Come rileva lo psichiatra e psicanalista Vittorio Lingiardi ("Citizen Gay. Famiglie, diritti negati e salute mentale", il Saggiatore, Milano 2007, pag. 57) l'errore epistemologico di questi analisti è basarsi su campioni ristretti e poi fare delle generalizzazioni indebite:

"Per molti anni la psicanalisi ha adottato un meccanismo piuttosto perverso sul piano scientifico: le teorie sull'omosessualità erano formulate da psicoanalisti eterosessuali che avevano in cura pazienti omosessuali" che erano ammalati di omofobia interiorizzata: "un campione troppo "autoselezionato" per poter costruire ipotesi scientifiche generalizzabili e coerenti"

In altre parole, si studiavano solo i casi clinici.
In realtà, come già ha illustrato il grande sociologo olandese Pim Fortuyn (1948 - 2002) nel suo saggio "La società orfana" da me recensito sul Blog, la crisi della paternità intesa come trasmissione di valori nelle nostre società europee è generale, e la sessualità non c'entra (http://lelejandon.blogspot.it/2014/03/senza-identita-la-paura-di-essere-se.html). Fortuyn era dichiaratamente e fieramente omosessuale, cattolico dissidente e a favore dei pieni diritti, inclusi di genitorialità delle persone e coppie dello stesso sesso.

L’aver messo al centro del processo educativo il bambino invece della famiglia ha portato molti genitori a proiettare senz’alcuna remora sul figlio dipendente dalle loro cure le proprie ambizioni irrealizzate” mentre un buon genitore deve “dare una guida e al contempo annullarsi per accettare senza preconcetti le possibilità di sviluppo del figlio”
(“La società orfana”, edizione italiana a cura dell’Associazione 
culturale Carlo Cattaneo, Pordenone 2007pag. 258)

L'autentica leadership morale di cui ha bisogno la società è l'unione della componente paterna e materna: 

“Un vero Leader è padre e madre allo stesso tempo. Stabilisce la legge e vigila sulla coesione del gruppo. Il Leader abile è il buon pastore della Bibbia. E’ colui che stabilisce norme e al contempo getta ponti. E’ severo e misericordioso” (La società orfana”, pag. 269)

“La madre tiene a freno il padre così che si evitino fondamentalismo e pedanteria, perché ciò alla lunga porta alla divisione della Comunità. Non serve, in quest’epoca di eguaglianza culturale tra uomo e donna, ribadire che i concetti di padre e madre sono metafore, che non devono necessariamente coincidere con il rispettivo dato biologico” (“La società orfana”, pagg. 240 – 241)

Un esempio di omofobia interiorizzata è l'omonegatività di Pier Paolo Pasolini (1922 - 1975, influenzato anche dalle teorie dello psicanalista freudiano Cesare Musatti oltre che dalla sua fede cattolica) che in una lettera all'amica Silvana Mauri (in "Lettere luterane", Einaudi, Torino 1975) scrisse a proposito della sua sessodipendenza:

"Io ho sofferto il soffribile, non ho mai accettato il mio peccato, non sono mai venuto a patti con la mia natura e non mi ci sono neanche abituato. Io ero nato per essere sereno, equilibrato e naturale; la mia omosessualità era in più, era fuori, non c'entrava in me. Me la sono sempre vista accanto come un nemico, non me la sono mai sentita dentro. Fu a Belluno, quando avevo tre anni e mezzo che io provai per la prima volta quell'attrazione dolcissima e violentissima che poi mi è rimasta dentro sempre uguale, cieca e tetra come un fossile"

Sigmund Freud, in una lettera del 1935 (pubblicata sull' "American Journal of Psychiatry" nel 1951) ad una madre di un figlio omosessuale, aveva risposto così:

"Cara signora,
Deduco dalla sue lettera che sue figlio è omosessuale. Sono molto colpito dal fatto che lei non usi questa parola nel descriverlo. Posso chiederle perché l’ha evitata? L’omosessualità non è vantaggiosa, ma non c’è nulla di cui vergognarsi, non è un vizio, né una degenerazione; e non può essere classificata come una malattia; riteniamo che sia una variazione della funzione sessuale. Molti individui altamente rispettabili sia dell’antichità che dei tempi moderni sono stati omosessuali, alcuni dei più grandi uomini di sempre (Platone, Michelangelo, Leonardo da Vinci, ecc). Si tratta di una grande ingiustizia considerare l’omosessualità un crimine – e anche una crudeltà. Se non mi crede, legga i libri di Havelock Ellis [Il padre della sessuologia, ndr].
Chiedendomi se posso aiutarla, suppongo voglia dire se posso cancellare l’omosessualità di suo figlio e far sì che l’eterosessualità prenda il suo posto. La risposta è, in linea generale, che non è possibile."


Le terapie riparative ricordano le creme sbiancanti sempre più diffuse negli Stati Uniti e che persino personaggi neri famosi adoperano per schiarire la propria pelle sentendosi più belli se appaiono meno black. I fautori di tali teorie chiamano coloro i quali rispettano gli omosessuali "omosessualisti" e li accusano di negare le differenze di genere, e colpevolizzano entrambi i genitori.

Secondo tali psicologi, esiste un solo orientamento sano, e il "cosiddetto" orientamento omosessuale è un "disorientamento" (così Ricci, per esempio).

A noi pare che, paradossalmente, proprio coloro i quali dovrebbero avere una visione spirituale della Persona umana, ne mostrano invece, con questo (pre)giudizio negativo contro i gay che tenta di sminuire, una visione biologicistica vedendo questo come un limite da superare e riducono maschile e femminile all'adesione alla sessualità maggioritaria vista come unica naturale, e i ruoli genitoriali come necessariamente legati sia al sesso sia all'orientamento, nonostante, come abbiamo detto, l'orientamento sessuale non è un requisito per essere buoni genitori (http://lelejandon.blogspot.it/2014/12/le-famiglie-felici-si-rassomigliano.html).

****

Evelyn Hooker
La Psicologa che nel 1957,
con le Domande Giuste,
scoprì che non ci sono differenze
fra Gay ed Etero
 
La grande psicologa Evelyn Hooker scoprì
che non ci sono differenze patologiche nelle persone gay
"Bisogna stare attenti a non fare confusione fra le due cose come fa Gayle nel film", mi dice il signor Massimo, che è sia padre di un figlio gay e fa volontario di "Agedo" ("Associazione Genitori di omosessuali") sia volontario per i ragazzi che si stanno disintossicando dalle droghe.

L'associazione italiana dei giuristi cattolici dichiara che l'omosessualità è una psicopatologia (come gli ex deputati del Partito Democratico Paola Binetti, di professione psichiatra e membro della setta dell'Opus Dei, e Mario Adinolfi, che ha fondato addirittura un quotidiano, "La Croce", per propagandare le tesi secondo cui la liberazione omosessuale è un pericolo pubblico) e sostiene che non sarebbe per ragioni scientifiche che è stata depennata nel 1973 dalla lista delle malattie mentali (il Manuale Diagnostico Statistico, DSM dell'American Psychiatric Association) e nel 1992 dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Certo è che quella storica "sentenza" fu una decisione democratica: votarono 10.091 membri su 17.029 aventi diritto e 5.854 votarono per eliminare l'omosessualità dalla lista delle malattie. 3.810 votarono contro e 400 votarono scheda bianca. Rimase la voce "omosessualità egodistonica" per quelli che si sentono a disagio col loro orientamento. Come esistono forme di eterosessualità malate (la sessodipendenza, il sadomasochismo) così ci sono forme di omosessualità malate. Ma "l'orientamento sessuale in sè non dev'essere considerato un disturbo". Già nel 1957 la famosa psicologa americana Evelyn Hooker (1907 - 1995) nel suo storico esperimento ("The Adjustment of the Male Overt Homosexual", pubblicato sul "Journal of Projective Techniques", 21, pagg. 18 - 31) aveva dimostrato, valutando in cieco (cioè senza conoscere i soggetti) dei questionari a gruppi di gay ed etero per verificare se si potesse differenziare il loro funzionamento psicologico, che non esistono marcatori (markers) psicologici dell'omosessualità, ergo non può essere una categoria diagnostica. L'esperimento fu in sèguito ripetuto più volte, portando agli stessi risultati. Oggi le neuroimmagini hanno rilevato che le aree cerebrale coinvolte nell'innamoramento omo ed eterosessuale sono le stesse.
Di certo, quello che si può misurare è lo stress, il minority stress (stress da minoranza) che le persone gay subiscono in società omofobiche.
Inoltre, gli psicologi antigay sottolineano il limite che i gay non possono procreare e dunque non saranno felici. Per esempio Giuseppe Cesari scrive che felicità implica la fecondità e l'omosessualità è infeconda dunque infelice. Ma sia il grande filosofo greco antico Socrate sia il mistico cristiano tedesco Meister Eckhart (1270 - 1327) ricordano che esiste anche una fecondità spirituale, umana. Socrate nel "Simposio" dice che ci sono quelli che nascono fecondi nel corpo (gli eterosessuali che fanno figli) e quelli che nascono fecondi nell'anima (i creativi, come i tragediografi o i filosofi). "Ebrei e omosessuali sono le principali minoranze creative della cultura urbana contemporanea. Creative nel senso più vero del termine: sono creatori di sensibilità. Le due forze pionieristiche della sensibilità moderna sono la serietà morale degli ebrei e l'estetismo e l'ironia degli omosessuali", notava la scrittrice americana Susan Sontag (New York 1903 - 1994) nel libro "Così viviamo ora" (La Tartaruga, Milano 1996, edizione originale americana 1986). E la Creatività (al servizio della compassione), si è detto, è l'essenza della nostra umanità (http://www.lelejandon.blogspot.it/2015/03/il-coraggio-creativo-e-la-risposta.html).
Ed inoltre, in molti Stati del mondo occidentale, alle coppie gay è riconosciuto il diritto di richiedere figli in adozione o di averli tramite fecondazione assistita e lo psicologo Anthony D'Augelli ha scoperto che la maggioranza degli adolescenti gay americani sogna di metter su famiglia.
Quanto alla stabilità delle relazioni, secondo la teoria dell'attaccamento che ho già illustrato parlando della storia di Michael Hess, il figlio di Philomena Lee (http://lelejandon.blogspot.it/2015/01/la-sessuofobia-rende-spietata-e.html), più un soggetto soffre di omofobia interiorizzata, più le sue relazioni affettive risulteranno instabili.
Dice il neuroscienziato Gianluigi Gessa:

"Per l'omosessualità non c'è cura perché non è una malattia. La cura invece c'è per chi ha avversione verso i gay, li rifiuta e si scatena con aggressioni verbali e fisiche contro di loro. Studi scientifici hanno dimostrato che più forte è l'avversione verso gli omosessuali più è latente e inconscia l'attrazione verso di loro. Se si vive per esempio in un ambiente particolarmente ostile è difficile e a volte impossibile potersi esprimere. Da qui nascondo nevrosi patologiche e stati di infelicità. La psicoterapia può aiutare queste persone a vivere meglio e a non esprimersi in modo dannoso proprio contro l'oggetto del proprio desiderio. Non c'è niente che debba essere curato, se non l'ambiente ostile che si crea intorno a chi ha un diverso orientamento sessuale e non può decidere in santa pace di seguire i propri naturali impulsi"

****

Negli Stati Uniti: Fuorilegge
le "Terapie Riparative"
per i Minori in California e NJ
"Sono Dannose"

Proprio l'American Psychiatric Association ha dichiarato in una nota ufficiale:

"L'esperienza clinica suggerisce che chiunque cerchi una terapia di conversione, potrebbe essere spinto a farlo a causa dei pregiudizii sociali che hanno provocato un'omofobia interiorizzata e che gli uomini gay e le lesbiche che hanno accettato positivamente il loro orientamento sessuale sono meglio adattati di coloro che non l'hanno fatto."

Anzi, dal 2005 sostiene l'estensione del matrimonio fra persone gay proprio per promuovere la salute mentale: questa sì che è una vera terapia contro lo stress da minoranza, altro che le "terapie riparative"!
Il Royal College of Psychiatrists britannico, similmente, ha detto che quei gay che cercano aiuto per i problemi di salute mentale

"potrebbero essere fraintesi da terapisti che considerino la loro omosessualità come la radice di ogni altro problema esistente, come la depressione o l'ansia. I terapisti che si comporteranno in questa maniera causeranno probabilmente un notevole stress. Una piccola minoranza di terapisti potrebbe arrivare addirittura a cercare di cambiare l'orientamento sessuale del loro cliente. Questo può essere profondamente dannoso. Non c'è alcuna prova che questo cambiamento sia possibile"

Il 29 ottobre 2011, il governatore della California, Jerry Brown, ha firmato una legge (entrata in vigore il primo gennaio 2013) che rende illegali le terapie riparative per i minorenni:

"Questa legge proibisce terapie non scientifiche che hanno condotto dei giovanissimi alla depressione e al suicidio. Queste pratiche non hanno alcun fondamento scientifico o medico e saranno d'ora innanzi considerate atti da ciarlatani"

Dal 2014 sono illegali anche nel New Jersey e presto potrebbero essere proibite anche nell'Illinois. Dal punto di vista filosofico politico, vorrei richiamare il principio del danno formulato dal grande filosofo liberale John Stuart Mill (1806 - 1873), che afferma che solo allorché un'azione reca un danno riconoscibile, tale atto va punito a norma di legge (http://lelejandon.blogspot.it/2014/11/the-help-lezione-sulla-compassione_14.html): ebbene, qui, come diceva il Governatore della California, siamo dinanzi ad un danno oggettivo di tipo psicologico, e lo Stato ha il dovere di proteggere la salute mentale dei ragazzini che sono sotto la potestà (e le proiezioni) dei genitori e, se questi sono omofobi, si trovano costretti a sottoporsi a queste terapie dannose.
Scena di simposio greco nella Tomba del Tuffatore a Paestum. Nel dialogo
"Il Simposio", il filosofo Platone fa dire ad Aristofane che tutti gli orientamenti
sessuali sono innati: creati da Dio (Zeus). 

Dall'Italia arrivano notizie come le due seguenti che mostrano il dibattito in atto nella società: da una parte una docente di Trento è stata licenziata dalle suore dalla scuola provata cattolica ove insegnava perché non ha voluto rispondere alla domanda se fosse gay, e l'istituto ritiene l'omosessualità una malattia (al contrario, lo psicanalista Jung diceva che le persone omosessuali che lui conosceva erano ottimi insegnanti); mentre in un liceo pubblico di Milano, quando una docente si è permessa di dire che, a suo parere, l'omosessualità è contro natura, i suoi studenti hanno reso nota la cosa e le hanno fatto notare che la sua è una credenza, non un'opinione. E' grave che in classe un docente manifesti opinioni sia sull'orientamento politico sia sull'orientamento sessuale delle persone, travalicando il suo ruolo super partes. Mentre è lecito fare una critica razionale a comportamenti e scelte politiche per un loro oggettivo danno, dobbiamo contribuire a creare un éthos condiviso (un'educazione civica) ove si metta fuori discussione l'orientamento sessuale-affettivo e politico delle persone, come parte integrante della personalità degl'individui.
Innatista era anche il filosofo greco Platone: nel mito che ha ideato e che fa narrare dal personaggio di Aristofane nel dialogo "Simposio", si dice che tutti gli orientamenti sessuali sono creati da Dio (Zeus) e innati. Oggi, il neurochirurgo Arnaldo Benini, dell'Università di Zurigo, ci conferma che

"L'orientamento sessuale è fissato durante lo sviluppo intrauterino dai geni e dai fattori che regolano le interazioni fra gli ormoni sessuali e i neuroni. Concluso lo sviluppo, e comunque dopo la nascita, non esiste alcuna possibilità di mutare l'orientamento sessuale"

****

La Storia delle "Terapie Riparative" nel Cinema
Scariche elettriche, Vomito Indotto,
Ormoni e Lobotomia
Oggi le Terapie sono soprattutto Psicologiche
Ma la Sostanza di Violenza non cambia

Sopra e sotto: il dr. Christian Jessen, gay dichiarato,
ha condotto un reality show sulle terapie riparative.

Anche nel romanzo "Philomena" viene accennato come sino agli anni Settanta fossero legali le terapie dell'avversione nella forma della terapia elettroconvulsivante (come si vede nel film del 1971 "Arancia Meccanica" di Stanley Kubrick, 1928 - 1999), che associavano la visione del nudo maschile ad uno stimolo negativo (http://lelejandon.blogspot.it/2015/01/la-sessuofobia-rende-spietata-e.html). Un documentario Tv dell'anno scorso ha scoperto che la terapia dell'avversione viene usata ancora oggi negli Stati Uniti: il famoso medico britannico (dichiaratamente gay) Christian Jessen (considerato un sex symbol e noto per il suo reality "Malattie imbarazzanti") ha condotto un documentario ad hoc sul canale Channel 4, "Cure Me, I'm Gay", nel corso del quale ha intervistato coloro i quali si sono sottoposti alle terapie riparative (http://www.dailymail.co.uk/femail/article-2544546/Cure-Im-gay-Embarrassing-Bodies-Dr-Christian-Jessen-tests-anti-homosexual-therapies-new-Channel-4-documentary.html). Uno che è stato nel programma "Love in Action", John Smid, che ora è serenamente gay, ha detto che gli veniva proibito di ascoltare Mozart perché sarebbe una musica da gay! 
Egli stesso si è sottoposto a queste cure di "gay rehab" (riabilitazione dall'omosessualità), per esempio dovendo guardare immagini di uomini nudi mentre vomitava, dopo la somministrazione di un potente emetico (ossia farmaco che induce il vomito: http://www.dailymail.co.uk/femail/article-2583459/Youre-homosexual-demons-Dr-Christian-Jessen-goes-undercover-investigate-bogus-gay-cures.html). Gli era stato diagnosticato un "demonio" che doveva fuoriuscire da lui, come gl'indemoniati del Vangelo.
CAVIA. Il dottor Jessen beve un emetico che gli
viene somministrato come terapia dell'avversione
contestualmente alla visione di nudi maschili
Il medico endocrinologo nazista Carl Vaernet (1893 - 1965) usava iniezioni di ormoni per curare l'omosessualità di quaranta prigionieri del Lager di Buchenwald, in Germania, ove veniva loro impiantata una ghiandola di un ormone sintetico derivato dal testosterone (di cui secondo lui avevano un deficit gli omosessuali), e tredici morirono in sèguito a complicazioni post-operatorie. Dopo la vittoria degli Alleati, si rifugiò in Argentina, ove, sotto falso nome, continuò i suoi esperimenti. Suo figlio Kjeld, anche lui medico, collaborò col neurologo americano Walter Freeman (1895 - 1972) su terapie ormonali per i gay negli anni Cinquanta e studiò la possibilità di estendere anche ai maschi omosessuali l'operazione inventata da Freeman (e usata per una serie di malattie psichiatriche come la schizofrenia), che già curava quattromila omosessuali con gli ormoni: di questa pratica chirurgica (per mezzo di punteruoli usati di solito come rompighiaccio) si parla anche nel film del Premio Oscar Joseph Mankiewicz (1909 - 1993) "Improvvisamente l'estate scorsa", ove il Premio Oscar Katharine Hepburn (1907 - 2003) chiede ad un medico di sottoporre a lobotomia (che recide le connessioni della corteccia prefrontale dall'encefalo creando un mutamento della personalità) sua nipote (il Premio Oscar Liz Taylor, 1932 - 2011, Golden Globe per questo ruolo) per nascondere uno scandalo a sfondo sessuale: la ragazza manifesta turbe emotive dopo aver assistito alla morte del cugino in circostanze misteriose. Alla fine, emerge la verità: il cugino l'aveva usata come esca per attirare dei ragazzi a cui chiedeva sesso a pagamento ed era stato assalito da un'orda e mangiato. 
Anche la figlia 23enne del cattolico Presidente Kennedy Rosemary (1918 - 2005) fu sottoposta in segreto alla lobotomia per la sua condotta sessuale: torna quindi il tema del genitore che manda a curare il figlio per una malattia controversa (probabilmente aveva solo la dislessia). La ragazza rimase in stato vegetativo e su una sedia a rotelle.
Anche nell'altra orribile dittatura, il comunismo, ci sono stati esperimenti sulle persone a base di ormoni: nel caso delle atlete della DDR (la Repubblica Democratica Tedesca che crollò col Muro di Berlino nel 1989) che sono diventate fisicamente uomini a causa degli steroidi anabolizzanti forniti dal regime.
Di recente è uscito un film, "The Imitation Game", su Alan Turing (1912 - 1954), Eroe anti-nazista che avendo decrittato i codici segreti navali dei nazisti (il codice Enigma) salvò milioni di vite umane e fu uno dei padri della moderna informatica (avendo inventato la Macchina di Turing, antenata del Computer). Quando andò a denunziare un furto alla Polizia e si capì che era stato con due escort, viene arrestato: nessuno sa che fosse un Eroe per via del silenzio imposto dal governo a quelle operazioni militari segrete e l'omosessualità era un reato penale all'epoca per cui era già stato condannato (a quattr'anni di lavori forzati, sempre per rapporti con escorts) Oscar Wilde.  E, posto dinanzi alla scelta di due possibili condanne (terapie a casa oppure carcere), optò per la prima, i domiciliari, per poter mantenere la sua libertà di ricerca scientifica e continuare a costruire le sue macchine. Fu sottoposto a terapie di tipo ormonale (iniezioni di estrogeni) che hanno stravolto il suo corpo facendogli crescere il seno, Scelse gli arresti domiciliari, e dopo cinque mesi si suicidò. Il film si limita ad accennarne nelle note alla fine. Un altro uomo che, anch'egli nonostante i meriti, subì un trattamento ingrato da parte della sua patria, fu Aldo Braibanti (1922 - 2014) il quale era stato un partigiano e per via sia della sua omosessualità sia delle sue idee anticonformiste venne accusato dal potente padre (d'idee fasciste) del suo ragazzo di ventiquattr'anni, Giovanni Sanfratello, di "plagio", reato unico al mondo introdotto dal Codice Rocco durante il fascismo (e abolito solo nel 1981 dalla Corte costituzionale). Fu condannato a nove e poi anni di prigione. Era il 1968. Parallelamente al processo, durato quattr'anni, anche il ragazzo fu punito per la sua omosessualità dal padre omofobo: rinchiuso nel manicomio di Verona ove fu sottoposto ad elettrochoc e a coma insulinici per curare la sua omosessualità. Al processo testimoniò di non essere stato in alcun modo plagiato. Fra le rare voci contro questo processo politico si levarono i radicali italiani di Marco Pannella.
Ciò che sino a solo quarant'anni fa era fatto con le scariche elettriche, oggi viene fatto con esercizi di resistenza sadici e contro natura: la forma è diversa perché non tocca fisicamente il corpo manualmente, ma è comunque una violenza contro la persona umana.
Nel film americano del 2002 "Far from Heaven" (di Todd Haynes), il Premio Oscar Julianne Moore interpreta la moglie amorevole di un uomo d'affari che lei scopre essere omosessuale quando, stufa dei ritardi nel rientro a casa, una sera decide di andare a portargli la cena e lo trova con un uomo, un collega. Allora, lo manda da uno psichiatra affinché guarisca. Alla fine, lui sceglie di andarsene con un ragazzo di cui si è innamorato, mentre sarà lei a non avere la forza di vivere l'amore che prova nei confronti del giardiniere di colore.  La terapia dell'avversione è ancora usata in India, ove l'omosessualità è fuorilegge.
In una puntata del programma Tv "Le Iene" (10.2.2013), i reporter d'assalto hanno scoperto che ci sono psicologi che fanno credere che l'omosessualità deriverebbe dal fatto che si percepisce che la propria madre avrebbe desiderato un figlio di sesso diverso. La cura propinata? Perdòno tramite lavanda dei piedi di chi ci ha feriti, preghiera, canzoni per Gesù, e niente amicizie con donne, che devono diventare solo oggetto di attrazione!

****
Le Storie Americane degli "EX ex gay":
"Noi, Pentìti di aver creduto nelle Terapie,
ora siamo Gay Felici, e chiediamo Scusa"
Gli proibivano di ascoltare Bach e Mozart

 
Ma esistono gli ex gay, come a partire dal 1980 alcuni psicologi (definiscono persone che avrebbero subìto un mutamento di orientamento sessuale da un'omosessualità esclusiva all'eterosessualità esclusiva? Di certo, ci sono numerose testimonianze di "ex ex-gay".
La base ideologica di tale credenza è sia un pregiudizio negativo contro l'omosessualità per cui non ci sarebbe spazio di tolleranza nella comunità cristiana sia la "healing spirituality", che pretende di curare le persone per mezzo della preghiera. Si sono create così comunità sul modello (esso sì funzionante) degli alcolisti anonimi. L'omosessualità è una deviazione dall'orientamento naturale che si cura con la forza di volontà e sufficiente fede (secondo gli oppositori, una forma di vera e propria repressione sessuale). Tali gruppi si trovano negli stati della Cintura della Bibbia (la "Bible Belt") e rifiutano il termine ed il concetto di orientamento sessuale, e usano comportamento. Trattano l'omosessualità come se fosse una dipendenza. Come nei secoli passati si riteneva che le persone di religione ebraica non fossero pienamente persone (con le conseguenze estreme che si sono viste col nazionalsocialismo), così costoro oggi ritengono che i maschi omosessuali non siano veri uomini. In realtà, la virilità non è legata all'oggetto del desiderio: la virilità interiore è una qualità (il coraggio di affermare sé stessi) che possono avere sia gli uomini sia le donne.

****
Il Cardinale Filippino Tagle:
"La Chiesa impari la Lezione di Compassione
dalla Società Civile e dalla Psicologia"
 
Louis Antonio Taglie, cardinale
filippino. 
Dal punto di vista spirituale, abbiamo mostrato in numerose occasioni (http://lelejandon.blogspot.it/2014/07/il-viaggio-della-speranza-di-philomena.html, http://lelejandon.blogspot.it/2013/06/la-gioia-la-speranza-le-campane-festa.html) di come molte denominazioni cristiane (dai quaccheri agli episcopali, agli unitariani) e gli ebrei ortodossi (non solo quelli riformati e liberali) hanno riconciliato spiritualità e (omo)sessualità, e si sia arrivati ad integrare perfettamente le persone credenti omosessuali, aderendo pubblicamente al sostegno dei loro diritti civili e ci sono persino rabbine dichiaratamente gay e matrimoni religiosi in chiesa e sinagoga. I mass media italiani non parlano mai di queste realtà, e invece parlano solo della chiesa cattolica.
Nel mondo cattolico, di cui abbiamo già ampiamente parlato, citiamo il teologo cattolico liberale Vito Mancuso che nel suo ultimo libro "Io amo" (che abbiamo citato anche qui: http://lelejandon.blogspot.it/2015/01/la-sessuofobia-rende-spietata-e.html), invita la chiesa a rivedere, sulla base dell'osservazione della natura, il concetto di legge naturale.
Il "Telegraph" riporta che il Cardinale cattolico Louis Antonio Tagle, delle Filippine, il quale è stato anche un popolare candidato fra i papabili all'ultimo conclave, durante un congresso a Londra ha invitato la sua Chiesa a smettere di avere un atteggiamento stressante e dannoso contro le persone omosessuali che sono state ostracizzate dalla chiesa che dovrebbe integrare sia i guadagni della psicologia sia del mutato atteggiamento sociale verso l'omosessualità: questa crescita di compassione (mercy) è un atteggiamento spirituale da cui la chiesa dovrebbe imparare, dice l'alto prelato. "La crescita della sensibilità e della psicologia", ha spiegato, ci fa ammettere che la chiesa non è stata realmente compassionevole con queste persone (http://www.telegraph.co.uk/news/religion/11457842/Cardinal-Churchs-severe-stance-towards-gay-or-divorced-Catholics-left-people-branded.html). Il reverendo Matthew Fox (già frate domenicano, ed ora sacerdote nella chiesa episcopale) nel libro dello psicoterapeuta Paolo Rigliano "Gesù e le persone omosessuali" ha dato il suo pieno sostegno ai diritti delle persone omosessuali, e ricordato come ci siano tante testimonianze di omosessualità anche nel regno animale.
Eppure, permangono gruppi religiosi negli USA (in primis evangelici, mormoni e pentecostali) che si ostinato a non voler accettare l'omosessualità praticata. E addirittura organizzano corsi ad hoc per cambiarla secondo le proprie credenze, nonostante i debolissimi argomenti. Essi credono di combattere una crociata contro l'omosessualità con la terapia di conversione ("conversion therapy") detta anche "teoria riparativa" ("reparative therapy") anche se dietro spesso si cela una terapia a base di preghiere, detta popolarmente con un giuoco di rime "pray away the gay" (letteralmente "prega via il gay"). Ci sono due donne della politica repubblicane che credono in simili terapie: la pentecostale Michelle Bachmann, ex candidata repubblicana alla presidenza (contro Obama), è proprietaria col marito psicologo di una "Christian counseling clinic" che pretende di curare le persone gay; e la chiesa dell'ex candidata Sarah Palin pure propone terapie di "conversione". Sentiamo alcune testimonianze:
- Nel giugno 2005, un 16enne gay del Tennessee ha condiviso la sua esperienza di reclusione a Memphis in un campo di nome "Love in Action", che era "come un campo militare", ove l'avevano mandato i genitori affinché ne uscisse eterosessuale. Il capo del programma aveva detto: "Il suicidio sarebbe una decisione meno grave di lasciare Love in Action". In quel "gay rehab" è vietato ascoltare Bach e Beethoven (sic) e proibito il contatto fisico che non sia una pacca sulla spalla; inoltre, ogni ragazzo è tenuto a tenere un diario ove descrive la sua lotta contro le tentazioni sessuali che dovrà poi leggere dinanzi a tutti. Su pressione di alcuni attivisti, lo Stato ha svolto un'indagine per abuso di minore, e il campo è stato assolto. Il regista Morgan Jon Fox ci ha girato un film, "This is what Love in Action looks like". Un altro documentario è "Kidnapped for Christ" ambientato nella Repubblica dominicana, e un altro film (commedia del 1999) è "Gonne al bivio" di Jamie Babbit.
- Un "sopravvissuto" a queste terapie ha scritto un libro che anch'esso fa un giuoco di parole, "Ex Gay, No Way". John Paulk, dopo aver scritto due libri con la moglie (anche lei pretesamente ex gay), si è infine scusato con la comunità gay per il danno provocato dalla falsa ideologia in cui ha creduto.
- La Tv americana "TLC" (la stessa che ha trasmesso un programma sulle famiglie di poligami) ci ha costruito sopra un reality show (che in sèguito alle proteste e ad una petizione è stato chiuso) con avvenenti uomini di fede mormone dello stato dello Utah, dal titolo "My Husband's Not Gay" ("Mio marito non è gay"), ove i partecipanti raccontavano la loro vita familiare, assicurando di essere sereni con le loro mogli nonostante fossero attratti anche dagli uomini ed avere una sana vita sessuale e il loro matrimonio è forte. Tutti ammettono che la loro educazione religiosa è la motivazione del loro credere che sia meglio stare uniti in un matrimonio eterosessuale ed la trasmissione ha ricevuto naturalmente la benedizione ed il plauso della chiesa mormone (http://www.dailymail.co.uk/news/article-2900643/Gay-advocates-assail-new-TV-My-Husbands-Not-Gay.html): questo genere di storie ricordano molto le terapie riparative dell'omosessualità, come se il matrimonio ed il fare figli fossero una terapia, paradossalmente mentre negli Stati Uniti è legale richiedere figli in adozione anche per le famiglie formate da due gay. Quella mormone (la Chiesa dei Santi degli Ultimi Giorni) è una chiesa che si è sempre confermata estremamente omofobica dove le pressioni psicologiche sugl'individui sono fortissime, come viene mostrato nel film americano "Latter Days" e la sua Università religiosa, la Brigham Young (il più grande ateneo privato d'America) è l'unico a non avere un gruppo di studenti gay, come ha rilevato la filosofa liberale americana Martha Nussbaum nel suo libro "Cultivating Humanity. A Classical Defense of Reform in Liberal Education” (Harvard University Press 1997). Sono state le campagne dei mormoni ad essere decisive nel referendum che diceva No all'estensione al matrimonio gay, che è stato poi annullato per incostituzionalità dalla storica sentenza della Corte Suprema (http://lelejandon.blogspot.it/2013/06/la-gioia-la-speranza-le-campane-festa.html)
- La più famosa organizzazione religiosa per la terapia dell'omosessualità, "Exodus," ha già chiuso 8 centri per via del fatto che ha perso ogni fondamento di autorevolezza: i suoi fondatori si sono innamorati e dopo il tentativo di diventare "ex gay" sono diventati gay (felici), proprio come succede nel film "Save Me". John Evans, che aveva scritto un libro sulla conversione sessuale, rinnegò le sue teorie dopo che un suo amico si uccise per la disperazione di non riuscire a cambiare. John Holm testimonia che durante il programma soffriva di depressione, e dopo essersi innamorato ed aver scoperto che era compatibile con la sua fede ha sposato il compagno con cerimonia quacchera.
Nel 2013 il Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi ha scritto che

"gli psicologi, secondo il Codice Deontologico, non possono prestarsi ad alcuna terapia riparativa dell'orientamento sessuale."

Tali raccomandazioni, tuttavia, non hanno forza di legge.

****

Il Tema/2: La Preghiera Autentica Adulta 

Matthew Fox: "Un Sì Coraggioso alla Vita Terrena, Vivere questo Dono con Gioia e Pienezza ed Attivarsi per Creare Giustizia Sociale e Comunità. E' una Risposta di Apprezzamento, Ringraziamento e Godimento. Dio è Vita, Amore, Compassione e Giustizia"

 
Il reverendo Matthew Fox
   Il film, ove si prega molto, a volte bene (come le preghiere di ringraziamento a tavola, una tradizione da riscoprire) e a volte male (come il "pray away the gay", la falsa credenza che è la forza della fede e la forza della volontà a eradicare l'istinto omosessuale come una specie di esorcismo, oppure quando, mentre Scott prega per il padre morente al suo capezzale, questi l'interrompe contrapponendo la maledizione del Levitico contro l'omosessualità: mentre il figlio gli ribadisce il suo amore, il padre gli ribadisce il suo odio per la sua condizione) è altresì l'occasione per parlare della maniera corretta di pregare.
Mentre le riviste scientifiche parlano sempre di più dei benefìci psicofisici che darebbe il pregare da parte delle persone credenti ammalate, allo stesso tempo si parla sempre più della non scientificità delle cosiddette "terapie riparative" dell'omosessualità, tantomeno quelle a base di preghiera e forza di volontà. Nel caso delle persone gay, la preghiera "riparativa" non funziona perché l'orientamento sessuale è evidentemente qualcosa di naturale e radicato nell'anima e non si può cancellare "contro natura".
Nel suo nuovo libro, "Preghiera. Una risposta radicale all'esistenza" (Gabrielli editore, San Pietro in Cariano 2015, titolo originale americano "On Becoming a Musical, Mystical Bear" in sèguito reintitolato "Prayer. A Radical Response to Life", Jeremy P. Tarcher/Putnam 2001, traduzione di Gianluigi Gugliermetto) il teologo americano Matthew Fox, rifacendosi allo spirito del Vangelo di Matteo che svolge una critica della preghiera e dei suoi abusi, ci dice cosa non è e che cosa è l'autentica preghiera per una spiritualità adulta.

COSA NON E'
Non è la Preghierina di John Newton,
il negriero che prima schiavizzava e poi
si ritirava in preghiera...
 
Da mercante di schiavi John Newton
si trasformò in appassionato abolizionista
come si vede nel film "Amazing Grace"
Innanzitutto, pregare non è dire le preghierine nella maniera in cui lo faceva il mercante inglese John Newton (1725 - 1807, la cui storia straordinaria è narrata nel film "Amazing Grace"): egli si ritirava nella sua cabina dopo aver stipato nella stiva della sua nave diecine di schiavi incurante della loro umanità (salvo, negli ultimi anni della sua vita, trasformarsi in convinto abolizionista della schiavitù, battaglia morale per cui compose il famosissimo inno di Lode a Dio come ringraziamento per la sua conversione di ex negriero).
L'ebreo Gesù dice No all'ostentazione delle "lunghe preghiere" degli scribi (Marco 12, 38 - 40)  e No agl' "ipocriti" che "amano pregare stando ritti per essere visti" (Matteo 6, 5. 7- 8) o all'autoconsolazione del fariseo che pregava così:

"O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri" (Luca 18, 10).

Non conta tanto l'atto del pregare bensì le buone azioni:

"Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli,
ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli" (Matteo 7, 21)

cioè vivere secondo giustizia e compassione (per Gesù il comandamento chiave è "amerai il prossimo tuo come te stesso"). Uno dei comandamenti che furono sintetizzati nei Dieci era proprio

"Non nominare il nome di Dio invano"

Dobbiamo imitare la riservatezza degli Ebrei che non nominano se non una volta l'anno il nome di Dio (pag. 55). Invece nella cultura americana tele-evangelisti e presidenti lo nominano troppo sovente persino nel dollaro ("God bless America", "Dio benedica l'America", "Crediamo in Dio", "In God we trust"), e, aggiungiamo noi a proposito della terapie riparative, quelli che propongono la preghiera come strumento di guarigione da un'inesistente malattia.


DEFINIZIONE PER ANALOGIA
Dio è Vita: è sia Padre sia Madre
Preghiera è una Risposta alla Vita
attraverso le Azioni di Giustizia
Lele Jandon con il reverendo Matthew Fox.

Noi, dice Fox, "ci rifiutiamo di definire Dio" (pag. 56) e solo parlando "per analogia" (alla maniera di Tommaso, teologo a lui molto caro dato che egli è stato frate dominicano) possiamo definire la divinità (di contro a chi ha una visione patriarcale) sia femminile sia maschile, materna e paterna insieme. Dio non è una persona (benché, per analogia, le rassomigli) come vogliono i filosofi personalisti: il loro è un dio umano, troppo umano. Così si riduce la preghiera ad un dialogo con noi stessi.
Più che chi Dio sia, chiediamoci ove e quando sia: lo scienziato cattolico Teilhard de Chardin (1881 - 1955) ha parlato di "trasparenza di Dio".

"Come mistero dei misteri, Dio è ovunque" é "Colui/Colei che ama la vita", "è più grande della vita stessa"

Lo scrittore cristiano Tolstoj (1828 - 1910) scrisse che

"conoscere Dio e vivere sono la stessa cosa. Dio è vita"

E Fox gli fa eco:
"Pregare significa prendere la vita sul serio" (pag. 87)

La preghiera è un costante processo di risposta radicale alla Vita e non al contesto socio-culturale (come quegli adulti che regredendo allo stadio infantile "vogliono appiccicare sul proprio contesto socioculturale l'etichetta "Questa è la vita", come Hitler che diceva: "Che cos'è la vita? La vita è la nazione", e, aggiungo io, diceva anche Gott mit uns, Dio è con noi). Gesù invita a essere nel nostro contesto ma non lasciarsi ingabbiare dallo spirito di appartenenza per trovare un rifugio (Gv 15, 19; Gv 17, 15).

"Siamo sempre tentati di continuare a rispondere al nostro contesto socio-culturale, sinché ci delude e lasciamo perdere del tutto, mettendoci ad abbaiare contro ogni cosa (questa è l'etimologia di "cinismo").

Prima si agisce con giustizia, poi si prega:

"Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratelli ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono" (Mt 5, 23 - 24).
"Chi dice: "Io amo Dio" e odia suo fratello, è un mentitore" (1 Giovanni 4, 20).

Ricollegando questo libro al nostro film, noi auspichiamo che tale riconciliazione ci sia anche fra le chiese e le persone omosessuali.
Preghiera non è nemmeno quel test di resistenza dei giovani noviziati od aspiranti preti costretti ad andare in "ritiro spirituale", ritirandosi dal proprio contesto e tornando senz'avere nulla da dire al mondo donde si sono isolati. Non è quindi un'esperienza "fuori del comune", né un singolo momento particolare.

La Preghiera non è una Richiesta
Per gli Ebrei è Ringraziamento e Ricordo
La Preghiera nasce dalla Meraviglia

La preghiera non è privata ed egocentrica che riduce il Padre Nostro (l'unica preghiera insegnata da Gesù) a Padre Mio. Non è quindi un mezzo tantomeno un mezzo magico bensì un valore in sé. Né è la preghierina magica dei bambini che vogliono gratificare i loro desidèri: né nell'Antico né nel Nuovo Testamento la preghiera è mai una richiesta per ottenere qualcosa, o l'attendersi una risposta speciale. Padre George Congrave nelle sue "Spiritual Letters" scrive che "il carisma speciale del santo è che non si aspetta nulla perché è già in Cristo".



"Solo una religione che rifiuta la scienza può identificare la preghiera con la preghiera di domanda, e una spiritualità che sottolinea le limitazioni umane, che gode della mancanza di auto-realizzazione e di affermazione degli esseri umani, attribuirà tutte le cause secondarie a Dio" (pag. 25)

come le sette fondamentaliste sia americane (coi tele-evangelisti che ci costruiscono sopra lucrose carriere) sia italiane (come Opus Dei e Legionari di Cristo). Nel film "Save me" (con Chad Allen e Judith Light) vediamo il fenomeno del "pray the gay away", cioè un centro di ritiro spirituale ove i gay con problemi vari pregano per ricevere come un aiutino a mutare la propria natura, dimenticando l'insegnamento biblico che si è creati ad immagine e rassomiglianza di Dio e che, come dice anche il teologo cattolico John McNeill, anche l'amore gay può essere un "amore santo" ed un libero amore.
Per Tommaso d'Aquino (punto di riferimento per Fox perché egli è stato frate dominicano sinché fu scacciato da Ratzinger) la nostra mente è capax infiniti e la filosofia e la meditazione e dunque la preghiera nascessero (come già diceva Aristotele, punto di riferimento dell'Aquinate) dalla meraviglia (thauma).
La preghiera ebraica era di ringraziamento e di ricordo della Storia del Popolo ebraico, era poetica come nei Salmi o in prosa come nelle liste di atti salvifici di IHWH.
E "la preghiera per la Vita dominava tutte le altre preghiere" (pag. 40), e "vivere significava essere felici", come dice Leonard Bushinski alla voce "Life" nell'Encyclopedic Dictionary of the Bible.
RINGRAZIAMENTO. "Famiglia in preghiera",
opera di F. Zeller (1878 - 1911),
chiesa di  Santa Gertrude a Stoccolma (Svezia). 

"La vita non veniva proiettata in un altro mondo e ogni concetto di risurrezione in un'altra vita era estremamente vago. La vita era ciò di cui si faceva esperienza sulla terra" (pag. 41). A differenza dei popoli vicini, per gli Ebrei Dio è un essere vivente, come "sorgente della vita" (Sal 35, 9 - 10).
E la vita diviene identificata con la Legge: chi la osserva vivrà (Lev 18, 5).

"Io ti ho posto dinanzi la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita" (Deuteronomio 30, 19; e qui torna in mente il titolo del primo libro edito in Italia di Fox, "Original Blessing").

La parola per "vita" nell'AT è "spirito" (principio di vita: nefes, ruah, nesamah, che significavano "respiro" perché si è vivi sinché si respira). "Dio non è il Dio dei morti, ma dei viventi" (Mt 22, 32).
L'ebreo Gesù adopera sempre immagini di vita tratte dalla quotidianità per descrivere il regno di Dio che non è chissà quando nell'aldilà, bensì nell'aldiquà: come un seme gettato che diviene un albero. La civiltà occidentale si è allontanata da queste intuizioni ebraiche ed ha imitato i Greci per cui lo spirituale era l'immateriale. E ha abusato dell'espressione "vita eterna": gli evangelisti ed il primo Paolo pensavano fosse imminente la venuta di questa nuova vita (la parousia, seconda venuta di Cristo). Nel secondo Paolo ed in Giovanni (Gv 17, 2; 1 Gv 1, 2) l'espressione passa a significare ciò che è già incominciato: la resurrezione non si avrà con la morte, bensì col battesimo.

E la vita è un mistero, e 

"gli adulti hanno molto da imparare dai bambini riguardo alla meraviglia" dinanzi al mistero (pag. 46).

"Un adulto immaturo si nota dal fatto che fugge dai misteri della vita (si tratta delle persone superficiali) oppure dai problemi (il fanatico religioso è l'esempio classico di questo tipo di persone che si rifugiano in chiesa invece di mettersi a risolvere i problemi propri e della propria famiglia" (pag. 46).

Uno di questi misteri, secondo noi, è la sessualità umana. E qui viene in mente da una parte il filosofo non credente Norberto Bobbio che, poco prima di morire, scrisse un articolo in cui, da non credente, diceva di sentirsi immerso nel mistero; e dall'altra il lato fanatico di Gayle nel film "Save me" che, anziché risolvere i propri sensi di colpa per la morte del figlio cacciato di casa, pretende di cambiare l'orientamento sessuale degli altri ragazzi come se quello fosse un problema.

"Gesù pregava sempre": com'è possibile?
Preghiera sono le Buone Azioni, la Predicazione, l'Insegnamento
Uno Stile di Vita secondo Giustizia
PREGHIERA. Il Rabbino Heschel marcia accanto a Martin Luther King a Selma.
Alla figlia avrebbe poi detto che sentiva che i suoi piedi pregavano. 

Gli ebrei pregavano su un altare o un santuario, in sèguito fu edificato il Tempio di Gerusalemme. La prima Sinagoga è del 230 a.C. in Egitto ed era primaria la predicazione e l'istruzione religiosa.
L'ebreo Gesù, dice il Nuovo Testamento, pregava sempre (Lc 18, 1, Ef 5, 18 - 20) in aramaico al mattino, al pomeriggio e la sera (Didaché 8, 3) nei momenti di mistero (sia nella gioia sia nel dolore e disperazione come sulla croce) e chiamava Dio "Babbo" (Abbà). Ma in che modo pregava se scacciava i mercanti dal tempio o discettava coi dottori della Legge? La risposta è che egli pregava con le sue azioni, con la sua predicazione, col suo insegnamento. Egli era ebreo osservante e l'unica preghiera che insegnò fu il Padre Nostro (che, ripetiamo, non è "padre mio" personale).
Gesù attacca anche i mercanti del tempio: venditori di uccelli ed animali sacrificali (Mc. 11, 17).
Vorrei aggiungere anch'io un esempio storico di abuso della preghiera a quelli proposti da Matthew Fox.
Daniele Menozzi, nel suo libro “Giudaica Perfidia. Uno stereotipo antisemita fra liturgia e storia” (Il Mulino, Bologna 2014, 248 pagg., 22 euro), racconta di come per secoli il venerdì santo si pregasse l’orazione Pro perfidis Judaeis e che i messalini (i libretti diffusi fra i fedeli con la traduzione delle liturgie in volgare) traducessero “Per i perfidi giudei”, ma che quell’aggettivo latino volesse dire “increduli” (che non credevano nella divinità di Gesù), come invece scoprì il teologo cattolico tedesco (sempre rimasto marginale in vita) Erik Peterson (1890 – 1960), che divulgò la corretta traduzione. Solo nel 1948, Pio XII (1876 - 1958), “il Papa di Hitler” (come lo chiama lo scrittore cattolico John Cornwell che ha comunque aggiunto, dopo, che è impossibile giudicare le vere ragioni del silenzio di quel Papa nella Seconda guerra mondiale durante la Shoah), accolse la delibera della Congregazione dei Riti secondo cui “non si disapprovava” la nuova traduzione di “perfidus” come “infedele”.
Oggi certe chiese stanno avendo lo stesso atteggiamento contro i gay.

Il Grande Psicologo William James:
La Preghiera è un'Esperienza Psicologica Reale
che ha Valore se Trasforma Noi Stessi e la Realtà
FILOSOFIA DELLA RELIGIONE

La preghiera è comunitaria e crea Comunità:

"Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, ci sono io in mezzo a loro" (Matteo 18, 20)

La preghiera non è appeasement. Nel mondo protestante, si era arrivati al punto che a preghiera non includeva più lo spirito critico verso il proprio ambiente culturale: il pietismo spegneva la protesta, nonostante fosse nato proprio da una protesta, quella di Lutero. La questione sociale fu lasciata dai cattolici agli esterni alla chiesa come Voltaire che ispirò la rivoluzione francese.
Lo psicologo William James (1842 - 1910) dice che la religione è illusione se non trasforma la realtà ("The Varieties of Religious Experience", Mentor Press, New York 1958, pag. 353): quella che Fox chiama Via Transformativa (trasformare creativamente la realtà con lo spirito di compassione).
Gesù non s'isolò dalla società, anzi creò legami sociali ma fece una critica sapendo di essere in pericolo di vita.
Mi viene in mente anche un'altra ingiustizia che ho raccontato nel mio saggio (http://lelejandon.blogspot.it/2014/11/the-help-lezione-sulla-compassione_14.html): quando i bianchi e i neri pregavano separatamente, quando esistevano chiese nere e chiese bianche separate nel regime di apartheid in America. In questo articolo, avevo citato proprio quei sermoni ove Martin Luther King Jr (1929 - 1968) biasimava coloro i quali erano acquiescenti verso le ingiustizie razziali.
La preghiera è una risposta libera: spontanea, personale, semplice, convinta, e non sempre verbale.
Gesù disse:

"Il tuo dire sia Sì Sì, No No"

Come il profetico No dell'eroe Bonhoeffer (1906 - 1945), il teologo luterano impiccato nel Lager di Flossenbürg dai nazionalsocialisti. O come il profetico Sì delle chiese cristiane e degli ebrei nei confronti dei diritti delle persone omosessuali.
La risposta è responsabile: la responsabilità, cioè la capacità di recare a termine ciò che si promette, di vivere all'altezza delle proprie risposte, non è il dovere (che dipende da sanzioni esterne), bensì viene da una motivazione interiore. Fox cita la promessa degli sposi, e qui torna alla mente ciò che dice in "Creatività" (Fazi, Roma 2013): "Il matrimonio non è un sostantivo, è un verbo" (pag. 211), esattamente come la compassione autentica (cfr. http://lelejandon.blogspot.it/2014/09/la-via-della-compassione-creativa.html).
Non è un atteggiamento ingenuo di ottimismo:

"Ma non ci si dovrebbe illudere di essere venuti a salvare il mondo dal male, a eliminarlo del tutto. Questo modo di pensare, infatti riduce il male a un problema"; "il male, in quanto mistero, rifiuta di essere manipolato o di essere risolto con azioni di forza.". Per esempio, "nessuna legge potrà mai eradicare il razzismo" (o all'omofobia) e "nessuna guerra potrà mai mettere fine alle guerre" (pag. 47).
"Questo senso del male come mistero è ciò che Gesù voleva dire con la frase: "I poveri li avete sempre con voi" (Mt 16, 11)

Vorrei ricordare che Leone XIII (1810 - 1903), mentre l'Italia evoluta erigeva la statua di Giordano Bruno (1548 - 1600) nel 1889 come monumento alla libertà del pensiero, si ritirava sdegnosamente in preghiera, e settimane dopo avrebbe ribadito il suo disprezzo morale e umano per il frate domenicano che fu condannato dalla Chiesa cattolica a morire bruciato vivo sul rogo.  Immagino anche che Pio XII, il Papa di Hitler, pregasse, anziché darsi da fare per condannare la Shoah in corso.
La preghiera dev'essere una risposta radicale (da radice, che contiene in sé il proprio principio di crescita) e quindi qualitativa e più grande di noi stessi: "una risposta misteriosa al mistero" della vita (pag. 63),

"Una risposta coraggiosa e magnanima alla vita come quella che si trova nella vita di Gesù, di Francesco d'Assisi, di Martin Lutero, di Teresa d'Avila, di Aung San Suu Kyi"

o, aggiungiamo noi, Martin Luther King Jr (pag. 63).

"Una convinzione che produrrà un cambiamento" che "include la capacità di accettare la sconfitta o addirittura di perdere la vita" (pag. 64)

La Dialettica della Vita
Radicamento (i Mistici):
Godere delle Meraviglie della Vita
e Sradicamento (i Profeti, Mistici in Azione):
Lottare per la Giustizia Sociale

Chi dà una risposta radicale si spinge in due direzioni, e questa dialettica costante (che non è mediocre compromesso), questa tensione, è la risposta vitale all'esistenza.

1) La prima direzione è il "radicamento nella vita che permette alla vita stessa di presentarsi a noi come esperienza, come mistero ultimo e come la più grande delle possibilità" (pag. 87): il mettere radici, "colme di energie e forza", a partire da quando siamo adolescenti per cercare una nostra identità personale. E' il "nostro desiderio di godere la vita", "ricevere, ascoltare, essere, il contatto fisico, la danza e il canto", saper vedere forme, bellezze, curve e saper ascoltare, "essere pronti per tutte le possibilità di godimento e di meraviglia, di stupore e di bellezza" (pag. 70) come Maria che, a differenza della troppo indaffarata Marta, sa godere del momento presente qui-ed-ora (Luca 10, 38 - 42). O come, nel film "Save Me", Scott mentre contempla ed ascolta gli uccelli che ha attirato con le casette che ha costruito. E' accoglienza del cambiamento che produciamo. Ci radichiamo in quattro aree: "la consapevolezza, la libertà, l'apprezzamento e la conversione dell'atteggiamento fondamentale", risposte che "come la marea vanno e vengono in momenti diversi e in stagioni diverse della vita" (pag. 70).

2) La seconda è lo sradicamento, quando "si esce da sé" e si crea un cambiamento. E' "dare, fare, agire, lotta, argomentazione, l'espressione del nostro amore per mezzo della rabbia" e dell'indignazione morale che ci fornisce le energie giuste per combattere le battaglie di giustizia sociale. Come il radicamento sta al misticismo (che Fox definisce "capacità di godimento" e "ricerca del bello", pag. 85) così lo sradicamento sta alla profezia, e questa dialettica descrive il "risveglio spirituale attuale" (pag. 67).
"La persona radicale deve impegnarsi al 100% nella lotta per la giustizia e, allo stesso tempo, deve saper godere al 100% della propria esistenza".
La lezione è dunque "rispettare i misteri della vita ma in maniera attiva, non passivamente" (pag. 68).
Vediamo le quattro aree di radicamento.


La Preghiera è Conoscere Sé Stessi:
sia i Talenti sia i Limiti

1) La preghiera è crescita di consapevolezza (radicalismo psichico) della vita e dei suoi misteri, la cui "chiave di volta è la crescita in onestà intellettuale." (Viene in mente qui il motto del dio Apollo nel tempio di Delfi in Grecia: Conosci te stesso). "Fulcro della disonestà è la decisione di non imparare dagli altri, di non porsi domande fondamentali riguardo a sé stessi e alle proprie ideologie, la decisione di non voler cambiare" (pag. 72). "Essere intellettualmente onesti significa essere sé stessi e crescere in comprensione e in rispetto nei confronti del proprio contributo alla vita, che è unico e imparagonabile a quello di altri (...) Chi è onesto è in ricerca, e in questo senso essere in ricerca significa pregare" (pag. 73).
Essere umili significa essere veritieri riguardo a sé stessi, e ciò si applica sia ai talenti sia ai propri limiti.

"La pietra angolare di ogni umanesimo spirituale è un orgoglio autentico. I filosofi più umanistici della spiritualità cristiana (Gregorio Nisseno, Tommaso d'Aquino, Francesco d'Assisi, Teilhard de Chardin) prendono sul serio l'insegnamento del libro della Genesi secondo cui l'uomo è creato a immagine di Dio" (pag. 73)

Gesù invita anche a lasciarsi alle spalle la propria eredità:

"Lasciate vostro padre e vostra madre!" (Matteo 19, 29)
"La preghiera è una realtà psicologica nella misura in cui è un processo di crescita individuale, di divenire e di trasformazione" (pag. 69)

Paolo diceva nella "Lettera ai Romani" (12, 2):

"Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente" (metanoia in greco antico, Via Trasformativa nella teologia di Matthew Fox).

Preghiera è Crescita della Libertà:
Noi Incoraggiamo il Prossimo ad essere Libero

2) La preghiera è processo di crescita nella libertà, lasciare andare (letting go) ed "implica la libertà di commettere errori e di fallire agli occhi del nostro contesto socio-culturale". Siamo liberi quando siamo capaci "d'incoraggiare gli altri ad essere liberi", "aiutandoli a essere sé stessi" (pag. 75).

Preghiera è Godere Appieno della Vita

3) La preghiera è anche una risposta di apprezzamento, ringraziamento, godimento ed assaporamento e passione per la vita, giocare e fare festa insieme e danzare come la danza di David dinanzi all'Arca (2 Samuele 6, 16): vedere la vita come un dono e dunque esserle grati; "il termine cristiano per dire vita è "grazia", che in molte lingue è simile alla parola per dire grazie". Credere significa credere che la vita è colma di grazia, che ogni creatura è una bellezza in attesa di essere scoperta, scoprendo i doni gli uni degli altri, i "carismi", come li chiama Paolo, accettando Genesi 1, 31: "Dio vide quando aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona" (cfr. il primo libro di Fox, il bestseller "In principio era la gioia"). "Se un adulto riceve in dono un orologio, mostra il suo apprezzamento portandolo al polso. Da questo punto di vista, gli ebrei erano molto saggi perché non avevano un termine per "grazie": la loro lode a Dio era il loro grazie. Ma la lode non è altro che una vita pienamente vissuta." (pag. 77), come insegna la Parabola dei Talenti (Matteo 25, 14 - 30).

Preghiera è Conversione all'Amore

4) La preghiera è un atteggiamento di conversione o trasformazione del cuore. Secondo lo psicologo William James "la conversione porta con sé un cambiamento di atteggiamento nei confronti della vita che rimane abbastanza costante". Lo psicologo William Grier dice che "il potere ultimo consiste nella libertà di comprendere e modificare la propria vita". Per esempio, Malcolm X alla Mecca "avvertì un enorme impulso a pregare e iniziò per la prima volta a rivalutare il suo giudizio sui bianchi. Fu questa esperienza di conversione che gli fece affermare che i neri americani devono rispettare tutti gli esseri umani" (pag. 80). Gesù invita alla conversione quando dice:

"Andate dunque e imparate cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio" (Matteo 9, 13)

"La conversione all'amore è il messaggio radicale della preghiera predicato da Gesù e dai profeti ebrei prima di lui" (pag. 83). "Oggi l'amore significa prima di tutto giustizia, che è la direzione da dare all'amore. C'è un solo modo di amare Dio, ed è amare il prossimo, ma si può amare il prossimo solo attraverso la giustizia. Mente chi dice di amare il prossimo ma ignora la giustizia. E mente chi dice di amare Dio, che non vede, e odia il proprio fratello, che vede" (1 Giovanni 4, 20)

La giustizia non è un concetto astratto, bensì si può misurare, come nel movimento di Occupy Wall Street.

Il Profeta è colui che crea Giustizia mentre l'annunzia

"L'appello a migliorare il mondo è una risposta radicale alla vita" ed è la profezia che "ha chiare radici bibliche" (pag. 88): "Tutti i profeti dell'Antico Testamento erano uomini di preghiera intensa, una preghiera che li portava faccia a faccia con la loro vocazione pericolosa, che è quella di dare testimonianza alle esigenze della Legge di IHWH, una Legge scritta nei cuori degli uomini"

Il profeta non prediva il futuro, bensì 


"si occupa di far accadere il futuro, di produrre giustizia mentre annuncia la venuta della giustizia" (pag. 89).

"Se i profeti hanno capacità di predizione del futuro, ciò è vero soltanto perché il loro modo di fare esperienza della vita è profondo, essi entrano in risonanza con le radici stesse della vita, sono più sensibili al male e agli altri misteri". "L'esperienza radicale del profeta a livello psichico si esprime nella sua vocazione di sradicamento a livello sociale" (pag. 89)

"Il profeta è il mistico in azione", dice Hocking.


La Preghiera è Spirito Critico

"Il còmpito profetico è un'opera critica, un'opera di giudizio, un discernimento spirituale. Come Socrate che non dava mai requie ai suoi interlocutori, chi risponde radicalmente all'esistenza sottopone a critica i poteri che dettano agli altri i limiti della loro vita, o addirittura come definirla. La profezia è una critica delle istituzioni del proprio tempo, e come tale fa parte regolarmente dei movimenti di rivitalizzazione spiritual, come è accaduto nelle rivoluzioni religiose del XII secolo, del XVI secolo e del XX secolo. La critica sociale rimane a mani vuote se non si dirige contro le istituzioni che incarnano l'ingiustizia, cioè quelle istituzioni che possono essere state create originariamente per servire, ma col tempo si sono evolute in forze contrarie alla vita. La preghiera dunque diventa una critica delle nostre ideologie, una riflessione e una meditazione su di esse, il momento di verificarne la validità mettendole in questione alla presenza di una visione di giustizia" (pagg. 97 - 98)

Come profeta fu Gesù, consapevole di "edificare e abbattere":

"Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada" (Matteo 10, 34)
"Sono venuto a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera, e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa" (Matteo 10, 35 - 36)

"Se non fosse per la storia del cristianesimo (le crociate, l'inquisizione, il continuo tormento degli ebrei come capri espiatori) la nozione che la preghiera cristiana è radicale in senso sociale, cioè dà priorità assoluta alla giustizia e all'amore, non dovrebbe essere nemmeno spiegata o difesa. Ma nei fatti la preghiera è giunta a significare non più una preparazione al ruolo profetico, ma la sua sostituzione o sublimazione" (pag. 91)

La preghiera è una lotta contro i nemici della vita "contro le forze oppressive dello sfruttamento culturale, ideologico, psicologico e sessuale" (pag. 93), il razzismo, l'ignoranza, le malattie e la fame nel mondo per cui muoiono ventimila persone al giorno. Oggi, a me pare, ci sono cristiani cattolici che additano le persone e le coppie e le famiglie omosessuali come nemici della vita, nonostante siano orientate alla vita familiare. Quelli che pretendono di mutare l'orientamento sessuale delle persone sono Nemici della Vita.


Questo è il metodo per giudicare la Chiesa:
se crea Giustizia

I segni cui dobbiamo guardare per individuare una vera profezia sono:

1) il ri-radicamento personale: rifiuto dell'estremismo che impedisce di godere della vita.
2) la riluttanza "nell'accettare il peso della propria vocazione profetica" (come in Mosé, Geremia, Isaia) "deriva da una parte dal desiderio di dare priorità all'assaporamento della vita rispetto alla lotta per la vita, e dall'altra dall'intuizione realistica del prezzo che i profeti di solito devono pagare" (pag. 100).
3) la creatività: il profeta crea e incoraggia la creatività degli altri.
4) l'orientamento comunitario: "la preghiera radicale è creazione di una comunità" che è "orientata verso la giustizia, non verso ciò che soddisfa il mio desiderio personale di calore e gentilezza, cose che sono riservate all'amicizia": "da questo va giudicata la credibilità della Chiesa": "la parola comunità deriva dalle parole cum e munio, costruire insieme" (pag. 103).

****

Martin Luther King:
"Dio vuole che otteniamo i Diritti
col Lavoro e l'Intelligenza
No all'Abuso della Preghiera
come Sostituto dell'Ingegno Umano"

Nel Cineforum su "The Help" abbiamo citato il sermone in cui il grande profeta Martin Luther King Jr parla della preghiera (http://lelejandon.blogspot.it/2014/09/la-via-della-compassione-creativa.html): nel sermone 13 del libro "La forza di amare" che ho recensito su questo Blog, MLK ammonisce contro due opposti estremismi.
L’uomo del Rinascimento (umanista, cfr. sermone 10) ha dimenticato che può peccare e che da solo non può scacciare il male: quell’eccessivo ottimismo sulla natura umana (l’umanismo od umanesimo di cui parla anche in un altro sermone vedi sopra) è un’ “auto-illusione” che porta alla fede di Rousseau (1712 – 1778) che con la buona educazione si restituisca all’uomo la sua bontà originaria (o, secondo Nicolas de Condorcet, 1743 - 1794, con la razionalità).
Ma non è realista neanche l’eccessivo pessimismo di Lutero, dice King, benché la Riforma “servì come un necessario correttivo alla corrotta e stagnante Chiesa medioevale” (pag. 237). “Le dottrine della giustificazione attraverso la fede e del sacerdozio di tutti i credenti sono princìpi sublimi che noi, in quanto protestanti, dobbiamo sempre affermare, ma la dottrina della Riforma sulla natura umana sopravvalutava la corruzione dell’uomo. Il Rinascimento fu troppo ottimista, e la Riforma troppo pessimista” (pag. 237). Tali basi dottrinali hanno fatto sviluppare a Giovanni Calvino la dottrina della predestinazione (http://lelejandon.blogspot.it/2014/01/amsterdam-la-storia-gli-eroi-i.html) e la “rinascita della terribile idea” (agostiniana) “della dannazione dei bambini: è tanto depravata la natura umana, diceva la dottrina calvinista, che se un bimbo muore senza battesimo arderà per sempre nell’inferno” e che finisce per creare, secondo King, una chiesa “pericolosamente distaccata” e “ignorando la necessità di riforme sociali”.
Tale idea secondo cui l’uomo non può niente “porta inevitabilmente ad un incallito abuso della preghiera” in cui “l’uomo chiede a lui” (Dio) “ogni cosa” sicché la preghiera diviene “un sostituto del lavoro e dell’intelligenza”. “Ma sarebbe un grave errore pensare che la battaglia” per l’integrazione razziale “sarà vinta solo con la preghiera”: “Dio, che ci ha dato la mente per pensare e il corpo per lavorare, renderebbe vano il suo stesso disegno, se ci permettesse di ottenere attraverso la preghiera ciò che si può ottenere col lavoro e con l’intelligenza”. E ricorda la Bibbia ebraica “quando Mosé si sforzava di condurre gl’israeliti alla Terra Promessa, Dio mise bene in chiaro che non avrebbe fatto per loro ciò che essi potevano fare da sé stessi. E il Signore disse a Mosé:

“Perché invochi me? Parla ai figli d’Israele, che vadano avanti” (pag. 239). “Dobbiamo pregare ma dobbiamo anche usare la nostra mente per svolgere un programma, organizzarci in azione non violenta di massa, e impiegare ogni risorsa del corpo e dell’anima” (pagg. 239 – 240)

Ecco, questa è un’ideale risposta al giovane ragazzo nero che compare nel romanzo “The Help”, ricordate, il quale si chiede se non sia il caso di mobilitarsi oltreché di fare gruppi di preghiera.

Nel romanzo "The Help", per tenere ben allenata la mente, Aibileen prende l’abitudine di scrivere le sue preghiere (pag. 181), come narra lei stessa in questo divertente passo:

“Tutti dicono che le tue preghiere sono più potenti e danno risultati migliori di quelle solite.”
“Cosa?”
“Eudore Green, quando si è rotta l’anca, è finita nella tua lista e dopo una settimana era già in piedi. Isaiah è caduto dal camion del cotone: la sera era nella tua lista e il giorno dopo è tornato a lavorare” (…)
“Snuff Washington, poi Lolly Jackson…diamine, Lolly finisce nella tua lista e due giorni dopo salta su dalla sedia a rotelle come se l’avesse toccata Gesù. Tutti quanti nella Hinds County la conoscono questa storia” (pag. 35).

Come sappiamo dal romanzo e dal film, la sua preghiera si concretizza, piuttosto, ad un certo punto nella libera decisione di intraprendere un'azione davvero utile alla comunità: quella di collaborare con Eugenia Skeeter a scrivere il suo libro sulle tate di colore per far cambiare le cose.

La Preghiera Profetica di Martin Luther King

Anche Martin Luther King, nella Lettera dal Carcere di Birmingham, ove illustrava la sua forma di protesta creativa (la resistenza non violenta per cui i neri si stendevano nei pavimenti dei locali loro vietati) come Matthew Fox aveva citato Socrate per indicare la stimolazione dello spirito critico delle coscienze.
Ai provinciali che gli danno dell’intruso, dell’agitatore forestiero, King risponde di fare come i Profeti dell’VIII secolo a.C. e come i primi Cristiani che recavano il loro messaggio al di fuori del proprio villaggio e hanno messo fine all’infanticidio e agli show dei gladiatori: “Non posso starmene con le mani in mano ad Atlanta, senza curarmi di quel che succede a Birmingham. L’ingiustizia che si verifica in un luogo minaccia la giustizia ovunque.”
Illustra la sua filosofia su come si articoli una “campagna nonviolenta”:
1)    “La raccolta dei fatti per determinare se le ingiustizie ci sono”;
2)    “La trattativa” con le autorità locali;
3)    “La purificazione di sé stessi” dall’odio: “gruppi di lavoro per chiedere più volte a noi stessi: “Sei in grado di ricevere colpi senza restituirli?”, “Sei in grado di sopportare la prova del carcere?”
4)    L’azione diretta” di resistenza nonviolenta (sit-in, cortei, boicottaggi) e di “protesta creativa” (come la chiama in “I Have A Dream”) al fine di creare una sana “tensione”, proprio “come Socrate stimava necessario creare una tensione nella mente così che gli individui si liberassero dalla servitù dei miti e delle mezze verità, elevandosi fino al regno dell’analisi creativa e della disamina oggettiva”
Nel caso di Birmingham, il movimento aveva chiesto di rimuovere i cartelli con scritto “solo bianchi” accettando in cambio una moratoria delle manifestazioni di protesta, ma l’impegno non è stato mantenuto e il sindaco è segregazionista. Inoltre, denuncia che “in tutto l’Alabama si adotta ogni sorta di espediente surrettizio per impedire ai neri di essere registrati nelle liste elettorali, e in certe contee, dove pure i neri costituiscono la maggioranza della popolazione, neppure uno solo di loro é presente nelle liste.”
Dinanzi ai colleghi che definiscono “intempestiva” l’azione, ironizza: non ho mai sentito un segregazionista che trovasse tempestive le nostre iniziative, e nota: “Noi non abbiamo ottenuto un solo progresso in materia di diritti civili senza una decisa pressione esercitata con mezzi legali e nonviolenti. Sappiamo per dolorosa esperienza che l’oppressore non concede mai la libertà per decisione spontanea: sono gli oppressi che devono esigere di ottenerla.” “Da anni sento dire la parola “Aspettate!”, che risuona all’orecchio di ogni nero con stridente familiarità. Questo “Aspettate” significa quasi sempre “Mai”. Noi dobbiamo arrivare a comprendere, insieme a uno dei nostri massimi giuristi, che "la giustizia ottenuta troppo tardi é giustizia negata". “Noi aspettiamo da oltre 340 anni di ottenere i nostri diritti sanciti dalla Costituzione e donati da Dio. Le nazioni asiatiche e africane si muovono con velocità supersonica verso l’indipendenza politica, mentre noi ancora ci trasciniamo, al passo di un calessino all’antica, per cercare di ottenere una tazza di caffé al banco delle tavole calde.”
A chi obiettasse che da una parte egli vuole l’applicazione della sentenza della Corte Suprema del 1954 ma dall’altra predica la disobbedienza civile ad altre leggi, egli replica che esistono leggi ingiuste che degradano la personalità umana e dunque è morale disobbedire in modo nonviolento “Non sono in nessun senso favorevole a chi elude o sfida la legge, come vorrebbe il segregazionista violento. Il risultato sarebbe l’anarchia. Chi infrange una legge ingiusta lo deve fare in modo aperto, con amore ed essendo quindi disposto ad accettare la pena corrispondente”. “L’individuo che infrange una legge perché la sua coscienza la ritiene ingiusta, ed é disposto ad accettare la pena del carcere per risvegliare la coscienza della comunità circa la sua ingiustizia, manifesta in realtà il massimo rispetto per la legge”. Nella Bibbia ebraica, “ne esiste un esempio sublime nel rifiuto di Sidrac, Mesac e Abdenago di obbedire al comando di Nabucodonosor in nome di una legge morale più alta”.

Qui MLK fa riferimento ad un passo del libro del profeta Daniele (3): Sidrac, Mesac e Abdenago erano i nuovi nomi babilonesi dati a questi prigionieri ebrei (Anania, Misaele ed Azaria) che erano stati scelti da Nabucodonosor, “il re più malvagio di tutta la terra” (3, 23) per essere educati a servirgli da paggi. Dinanzi al decreto del sovrano megalomane di adorare la nuova statua idolatrica prostrandosi dinanzi ad essa, pena l’essere gettati nella fornace ardente, i tre compagni oppongono un netto e coraggioso rifiuto: “Ecco, c’è il nostro Dio che noi serviamo, il quale può liberarci; ma anche se non lo facesse, ti sia noto, o re, che noi, i tuoi dèi, non li serviremo e la tua statua d’oro non l’adoreremo” (pag. 1629 della mia edizione della Bibbia Concordata, a cura della Società Biblica Italiana, volume II, Mondadori, Milano 1968).

Ricorda il maestro di Platone che accettò di bere la cicuta benché potesse scegliere l’esilio da Atene: “La libertà d’insegnamento di oggi é diventata una realtà grazie a Socrate, che praticò la disobbedienza civile”. Altra disobbedienza quella della Rivolta del Thé di Boston nel 1773 quando un gruppo di coloni americani, travestiti da indiani, gettarono in mare l’intero carico di thé (bene di consumo diffusissimo su cui gravava un’odiosa tassa a favore della corona inglese) di una nave della Compagnia inglese delle Indie orientali ormeggiata nel porto di Boston. Distingue fra legalità e legittimità: “Non dovremmo mai dimenticare che tutto quel che ha fatto Adolf Hitler in Germania era "legale", e tutto quel che hanno fatto in Ungheria” i combattenti per la libertà era “illegale”” (riferimento alla rivolta dal 1956 contro Mosca). Altro esempio: “Nella Germania di Hitler aiutare e confortare un ebreo era “illegale”. Eppure sono sicuro che, se fossi vissuto nella Germania di allora, avrei aiutato e confortato i miei fratelli ebrei. Se oggi vivessi in un paese comunista, dove certi principi cari alla fede cristiana sono banditi, propugnerei apertamente la disobbedienza alle leggi antireligiose di quel Paese.” “Devo confessare che negli ultimi anni i bianchi di opinioni moderate mi hanno dato una grave delusione. Nel cammino dei neri verso la libertà l’ostacolo maggiore non é l’aderente al “White Citizens Council” [Consiglio dei cittadini bianchi], o l’affiliato del Ku Klux Klan, bensì il bianco moderato, che ha a cuore l’"ordine" più della giustizia; che preferisce la pace negativa, ossia l’assenza di tensioni, a una pace positiva, ossia la presenza della giustizia; che dice sempre: "Sono d’accordo con voi per quanto riguarda gli obiettivi che vi prefiggete, ma non posso essere d’accordo con i vostri metodi di azione diretta"; che crede, nel suo paternalismo, di poter essere lui a determinare le scadenze della libertà di un altro; che vive secondo un concetto mitico del tempo e continua a consigliare ai neri di attendere "un momento più propizio". La scarsa comprensione da parte di persone bendisposte é ben più frustrante dell’assoluta incomprensione mostrata da chi é maldisposto. L’accettazione tiepida sconcerta assai più del rifiuto secco.”
“Avevo sperato inoltre che i bianchi moderati respingessero la visione mitica del tempo per quanto riguarda la lotta per la libertà. Ho appena ricevuto una lettera da un fratello bianco che vive in Texas. Mi scrive: "Tutti i cristiani sanno che prima o poi ai popoli di colore sarà data la parità di diritti, ma può darsi che lei esageri nella sua ansia religiosa di accelerare i tempi. Il cristianesimo ha impiegato quasi duemila anni per arrivare dov’é oggi. La dottrina di Cristo richiede tempo per scendere sulla terra". Quest’atteggiamento nasce da una concezione tragicamente errata del tempo, dall’idea curiosa e irrazionale che lo scorrere del tempo abbia in sé stesso l’immancabile dote di guarire ogni male. In realtà, il tempo é neutro: può essere usato in modo distruttivo oppure costruttivo. Io ho la sensazione sempre più forte che le persone malintenzionate abbiano saputo usare il tempo in modo assai più efficace, rispetto alle persone benintenzionate.” “Il progresso umano non viaggia sui binari dell’inevitabile: si produce grazie agli sforzi instancabili di uomini disposti a collaborare con Dio, e senza il loro duro lavoro il tempo stesso diventa un alleato delle forze della stagnazione sociale. Dobbiamo usare il tempo in modo creativo, sapendo che i tempi sono sempre maturi per fare quel che é giusto. E’ adesso il momento giusto per attuare nella realtà la promessa della democrazia, per trasformare la nostra elegia nazionale sospesa in un salmo creativo di fraternità.”
Mostra la sua difficoltà nel proporre la sua terza via: “All’interno della comunità nera mi trovo preso fra due forze opposte:

1)    “Una é la forza dell’acquiescenza costituita in parte da neri che dopo lunghi anni di oppressione hanno perduto a tal punto il rispetto di sé e il sentimento di essere persone da arrivare a adattarsi al regime segregazionista; e in parte, da un ristretto numero di neri appartenenti alla classe media i quali, poiché posseggono una certa misura di sicurezza accademica ed economica e in certo modo traggono vantaggio dal segregazionismo, sono diventati insensibili ai problemi delle masse.”
2)    “L’altra forza é costituita dal rancore e dall’odio, e si avvicina pericolosamente all’idea di propugnare la violenza: si esprime nei diversi gruppi dei nazionalisti neri che stanno nascendo in tutto il paese, fra i quali il più vasto e celebre é il movimento musulmano di Elijah Muhammad. Si tratta di una formazione alimentata dal senso di frustrazione che coglie i neri di fronte alla persistenza della discriminazione razziale, costituita da persone che hanno perduto la fede nell’America, hanno ripudiato del tutto il cristianesimo, e si sono persuase che l’uomo bianco é un "demonio" irrecuperabile.
”
La terza via, “il metodo” di MLK viene definito da alcuni come “estremista”. Ma, ribatte King, l’ebreo “Gesù non era forse un estremista dell’amore?” L’ebreo “Amos non era forse un estremista della giustizia?” quando disse “Il diritto abbia il suo corso come l’acqua, e la giustizia come un fiume perenne” [Am, 5, 24].
Nonostante la solidarietà di alcuni membri delle chiese e rabbini, King (assieme a molti giovani dell’epoca) si dichiara deluso dalle chiese: “Pensavo che i ministri del culto protestante, i sacerdoti cattolici, i rabbini del Sud sarebbero stati i nostri più forti alleati. Invece, alcuni si sono opposti a noi in modo diretto, rifiutando di comprendere il movimento per la libertà e descrivendo i suoi dirigenti sotto una luce inesatta; e fra gli altri, fin troppi si sono mostrati cauti piuttosto che coraggiosi, restando in silenzio dietro la sicurezza anestetizzante delle vetrate istoriate.
” “Ho udito numerosi capi religiosi del Sud esortare i loro fedeli a conformarsi a una sentenza che abolisce il segregazionismo perché questa é la legge, ma avrei tanto desiderato sentire i ministri del culto bianchi dichiarare: “Obbedite a questo decreto perché l’integrazione è moralmente giusta, e perché i neri sono vostri fratelli”.”

 “Ho sentito molti ministri dire: "Sono problemi sociali, che non riguardano davvero il vangelo". E ho visto molte chiese dedicarsi a una religione del tutto ultramondana, che traccia una strana distinzione, estranea alla Bibbia, tra corpo e anima, tra sacro e laico.”




LELE JANDON



Nessun commento:

Posta un commento