di LELE JANDON
“Ciò che contraddistingue l’Olanda è il relativismo culturale. Noi olandesi non siamo più interessati al nostro retaggio storico e culturale, né alla memoria dei nostri padri. Conosciamo male la nostra storia patria, e di conseguenza non sappiamo niente della nostra identità culturale e non siamo consapevoli delle numerose conquiste fatte. In compenso, ci sono parecchie culture al mondo che hanno una forte coscienza della propria identità, e si tratta di culture che escludono le altre”
PIM FORTUYN,
“Contro
l’islamizzazione della nostra cultura”,
traduzione di Elisabetta Svaluto Moreolo,
edizione italiana a cura dell’Associazione Culturale “Carlo Cattaneo”,
Pordenone 2009, pag. 3
traduzione di Elisabetta Svaluto Moreolo,
edizione italiana a cura dell’Associazione Culturale “Carlo Cattaneo”,
Pordenone 2009, pag. 3
“Al
momento ce la sbrighiamo con una specie di relativismo culturale, con cui
c’illudiamo che non sia più necessario volere o essere qualcosa come popolo (…)
Ma così miniamo la consapevolezza della nostra identità, perdendo molto in
termini di forze e d’idee creative con cui risolvere i problemi della
convivenza”
PIM FORTUYN, "Contro l’islamizzazione della nostra cultura”, pag. 6
L’Emergenza Educativa: "Abbiamo spersonalizzato la Scuola,
e i ragazzi sono orfani senza Maestri, senza padri né madri"
“L’identità
olandese esiste se sappiamo quali sono le nostre norme e i nostri valori
collettivi fondamentali e quale sia la loro genesi. Questa storia si può
conoscere attraverso lo studio della storia nazionale”
PIM FORTUYN, “La società orfana”,
culturale Carlo Cattaneo, Pordenone 2007, pag. 196
edizione italiana a cura dell’Associazione
Nel suo libro “La società orfana” (pagg.
145 – 153), Pim Fortuyn (1948 - 2002, di cui abbiamo ampiamente trattato per le sue analisi e la sua storia nelle prime due Puntate di questo reportage: http://lelejandon.blogspot.it/2014/01/amsterdam-la-storia-gli-eroi-i.html e http://lelejandon.blogspot.it/2014/02/pim-fortuyn-theo-van-gogh-ayaan-hirsi.html) analizza fra le altre cose che hanno messo in crisi la società olandese l’emergenza educativa: la scuola non è
più una Comunità e l’istruzione non è più formazione (Bildung, paidéia), cosa
che “si realizza nel rapporto personale” (pag. 145).
LEADER MORALE. Pim Fortuyn (1948 - 2002), sociologo, professore e uomo politico olandese. "Un vero Leader" scrisse ne "La società orfana", "è padre e madre allo stesso tempo". |
Invece, “un buon docente” è un educatore
che “sfida l’allievo ad identificarsi con lui e ammirarlo oppure a contrastarlo
e respingerlo. Entrambi gli atteggiamenti sono formativi” (pag. 147) anzi si
susseguono “attraverso un doloroso processo l’allievo si affranca dal maestro
e va per la sua strada.
Trascorso qualche tempo, e avendo accumulato esperienza autonoma in questa sua Alleingang solitaria, l’allievo saprà riconoscere il valore del vecchio maestro e apprezzare, con un giudizio reso equilibrato dall’esperienza, ciò che questi ha significato. Da quel momento l’allievo è indipendente e maturo per essere a sua volta maestro. Rimane un talento concesso a pochi. Ecco perché la maggior parte di noi ricorda per tutta la vita quell’uomo o quella donna che ha avuto il talento di aprire il nostro cuore e la nostra anima, e conquistarli.” (pagg. 147 – 148).
Trascorso qualche tempo, e avendo accumulato esperienza autonoma in questa sua Alleingang solitaria, l’allievo saprà riconoscere il valore del vecchio maestro e apprezzare, con un giudizio reso equilibrato dall’esperienza, ciò che questi ha significato. Da quel momento l’allievo è indipendente e maturo per essere a sua volta maestro. Rimane un talento concesso a pochi. Ecco perché la maggior parte di noi ricorda per tutta la vita quell’uomo o quella donna che ha avuto il talento di aprire il nostro cuore e la nostra anima, e conquistarli.” (pagg. 147 – 148).
Come professore, Fortuyn era chiamato “Il
Macellaio” perché rispediva dopo cinque minuti chi non aveva studiato. Il suo
esame, dopo una verifica preliminare della bibliografia, consisteva in una
disputa accademica studente vs prof ove Fortuyn premiava l’originalità e il
pensiero critico. Anche in questo Fortuyn era controcorrente. A suo tempo,
Fortuyn era stato trattato da persona al collegio Mendel diretto dai frati
agostiniani, autentici “padri”.
Il sociologo denunciava che "viviamo in un'epoca senza padri e madri" ("La società orfana", pag. 13) in cui ogni regola è sottoposta continuamente alla negoziazione in famiglia. Fortuyn invita a riscoprire il ruolo del padre e della madre: “La madre tiene a freno il padre così che si evitino fondamentalismo e pedanteria, perché ciò alla lunga porta alla divisione della comunità. Non serve, in quest’epoca di eguaglianza culturale tra uomo e donna, ribadire che i concetti di padre e madre sono metafore, che non devono necessariamente coincidere con il rispettivo dato biologico” (“La società orfana”, pagg. 240 – 241). Mette in guardia, proprio come Padre Matthew Fox (cfr. il mio Blog http://lelejandon.blogspot.it/2013/10/gay-power-is-creativity-also-when-you.html) sul peccato di proiezione: “L’aver messo al centro del processo educativo il bambino invece della famiglia ha portato molti genitori a proiettare senz’alcuna remora sul figlio dipendente dalle loro cure le proprie ambizioni irrealizzate” mentre un buon genitore deve “dare una guida e al contempo annullarsi per accettare senza preconcetti le possibilità di sviluppo del figlio” (“La società orfana”, pag. 258).
A livello politico, per porre una barriera contro ogni fondamentalismo, Fortuyn indica tre princìpii che "meritano di essere rispettati in maniera quasi fondamentalistica" (pag. 262): 1) il principio di laicità (ossia separazione Stato-Chiesa); 2) l'articolo 1 della Costituzione che vieta ogni discriminazione (ma che la magistratura non applica verso i mussulmani, pag. 263); 3) la tolleranza delle minoranze.
“Un vero Leader è padre e madre allo stesso tempo. Stabilisce la legge e vigila sulla coesione del gruppo. Il Leader abile è il buon pastore della Bibbia. E’ colui che stabilisce norme e al contempo getta ponti. E’ severo e misericordioso” (pag. 269)
Il sociologo denunciava che "viviamo in un'epoca senza padri e madri" ("La società orfana", pag. 13) in cui ogni regola è sottoposta continuamente alla negoziazione in famiglia. Fortuyn invita a riscoprire il ruolo del padre e della madre: “La madre tiene a freno il padre così che si evitino fondamentalismo e pedanteria, perché ciò alla lunga porta alla divisione della comunità. Non serve, in quest’epoca di eguaglianza culturale tra uomo e donna, ribadire che i concetti di padre e madre sono metafore, che non devono necessariamente coincidere con il rispettivo dato biologico” (“La società orfana”, pagg. 240 – 241). Mette in guardia, proprio come Padre Matthew Fox (cfr. il mio Blog http://lelejandon.blogspot.it/2013/10/gay-power-is-creativity-also-when-you.html) sul peccato di proiezione: “L’aver messo al centro del processo educativo il bambino invece della famiglia ha portato molti genitori a proiettare senz’alcuna remora sul figlio dipendente dalle loro cure le proprie ambizioni irrealizzate” mentre un buon genitore deve “dare una guida e al contempo annullarsi per accettare senza preconcetti le possibilità di sviluppo del figlio” (“La società orfana”, pag. 258).
A livello politico, per porre una barriera contro ogni fondamentalismo, Fortuyn indica tre princìpii che "meritano di essere rispettati in maniera quasi fondamentalistica" (pag. 262): 1) il principio di laicità (ossia separazione Stato-Chiesa); 2) l'articolo 1 della Costituzione che vieta ogni discriminazione (ma che la magistratura non applica verso i mussulmani, pag. 263); 3) la tolleranza delle minoranze.
L'autentica leadership morale di cui ha bisogno la società è l'unione della componente paterna e materna:
“Un vero Leader è padre e madre allo stesso tempo. Stabilisce la legge e vigila sulla coesione del gruppo. Il Leader abile è il buon pastore della Bibbia. E’ colui che stabilisce norme e al contempo getta ponti. E’ severo e misericordioso” (pag. 269)
La cultura della droga libera e
gli studi olandesi:
"Rischia
schizofrenia, calo Q.I. e cancro ai testicoli"
“Il disorientamento dei giovani, il loro concentrarsi sul qui e ora, il divertimento fatto di house party innaffiati di ecstasy ha dei motivi” (…) “Abbiamo il potere e non vogliamo condividerlo. I nostri figli non sono generati, sono stati “fatti”: sono il prolungamento della nostra decisione di volerli e di plasmarli a nostra immagine.”
PIM FORTUYN, “La società orfana. Trattato religioso-sociologico” (prima ediz. Utrecht 1995), ediz. Italiana a cura dell’Associazione Culturale “Carlo Cattaneo” di Pordenone, 2007, pag. 16
L’individualismo e l'emergenza educativa in Olanda si esprimono anche nella cultura della droga libera: nei coffee shops ci si può
drogare liberamente. Un autobus per soccorrere i tossicodipendenti e per
fornire metadone, circola continuamente e carica gratuitamente chi lo richiede.
Eppure, sono ormai dieci anni che le
analisi dimostrano la riduzione del QI
(quoziente d'intelligenza) e il calo di prestazioni in test di memoria e logica nei fumatori di cannabis. Lo scorso novembre si è scoperto
che l'uso regolare della cannabis raddoppia il rischio di cancro ai testicoli (tumore in testa nella classifica di quelli che
colpiscono gli uomini under 45).
Uno studio del 2011 dell'Università di
Maastricht, in Olanda,
mostra che il rischio di schizofrenia raddoppia nei giovani che avevano
fumato cannabis almeno cinque volte negli ultimi anni (un trend già segnalato da una ricerca della Queensland University in
Australia: più il consumo è precoce, più il rischio di diventare schizoidi
cresce).
Nel 2008, l'istituto d'igiene mentale GGZ
Eindhoven, in Olanda, ha aggiunto un dato: che in caso di abbandono della droga
da adulti, il rischio resta uguale.
Nel 2012 uno studio della University of
Michigan ha mostrato un aumento del rischio di depressione dal 60 al 90% nei
fumatori di cannabis.
Al “Corriere della Sera” il
farmacologo Gaetano Di Chiara (Università di Cagliari) spiega che “il principio
attivo della cannabis, il tetraidrocannabinolo o THC, non è leggero per niente.
L’equivoco nasce perché nelle erbe usate per preparare le canne la
concentrazione di THC è mediamente bassa. Però, negli anni sono state
selezionate varietà di piante che ne contengono molto di più, fino al 10-15%. E
il THC ha effetti potentissimi sul sistema nervoso centrale, perché agisce su
recettori presenti in abbondanza in aree essenziali per l’apprendimento e la
plasticità cerebrale. Il THC, inoltre, dà dipendenza, proprio come altre
droghe; il fumo di cannabis, poi, è tossico sui polmoni tanto quanto quello di
sigaretta, se non di più: una canna equivale alla capacità pro-tumorale di un
pacchetto di sigarette. Infine, mettersi alla guida dopo aver fumato cannabis è
pericoloso perché il THC rende tutti principianti al volante: altera infatti la
modalità abituale, quella che ci consente di avere gesti fluidi e automatici
una volta imparato un còmpito, e costringe a guidare in modalità “esecutiva”,
come se non sapessimo più l’effetto delle nostre azioni sui comandi dell’auto e
fossimo continuamente di fronte a imprevisti.”
Chiaro che il principio del filosofo liberale John Stuart
Mill (1806 - 1873) secondo cui ognuno è libero di regolarsi da sé per quel che concerne la propria salute psicofisica ("Saggio sulla Libertà", 1959), qui entra in
crisi: cosa diventa una società piena di giovinastri rimbecilliti e liberi di
rimbecillirsi e letteralmente fumarsi il cervello? Che democrazia è una società che lascia da soli i propri cittadini a danneggiarsi la mente e quindi la capacità di contribuire col proprio cervello integro e un voto ragionato?
Il principio di responsabilità nei confronti del prossimo, il fatto di essere lucidi, credo che prevalga sul principio individualista di drogarsi. Sicché non esiste né può esistere una qualunque "libertà di drogarsi".
Prima di esprimervi sull'argomento, v'invito a guardare in faccia le persone prima e dopo l'uso abituale di cannabinoidi: il sito www.rehabs.com ha pubblicato le fotografie dei volti dei consumatori di droghe cosiddette leggere, dimostrando come questo stile di vita muti i lineamenti facciali.
Il principio di responsabilità nei confronti del prossimo, il fatto di essere lucidi, credo che prevalga sul principio individualista di drogarsi. Sicché non esiste né può esistere una qualunque "libertà di drogarsi".
Prima di esprimervi sull'argomento, v'invito a guardare in faccia le persone prima e dopo l'uso abituale di cannabinoidi: il sito www.rehabs.com ha pubblicato le fotografie dei volti dei consumatori di droghe cosiddette leggere, dimostrando come questo stile di vita muti i lineamenti facciali.
Matrimonio gay e adozioni, Olanda prima in
Europa
Lo spettacolo del
Pride sui canali in barca: la Festa di tutti
“Il padre (un frutto dell’emancipazione è
che il padre non deve necessariamente essere un uomo maschio, bianco,
eterosessuale) deve tornare nella nostra società, a tutti i livelli. Il padre
come colui che fissa la legge e fa sì che venga attuata. Il padre come
filosofo.”
PIM FORTUYN, “La società orfana”, pag. 269
.IL PERCORSO delle BARCHE al GAY PRIDE. |
La polizia olandese è ufficialmente molto gay friendly
(ma sintantoché non ha tema di difenderli, i gay, come vedremo) ed ogni anno
sfila al Pride in divisa. Alla parata dell'orgoglio gay (la prima risale al 1998) anziché i carri ci sono le navi (ottanta) su
quattro (dei 165) canali (grachten), e fra queste sfilano anche quelle del corpo di Polizia e dei Pompieri. Alcuni di loro sono accasati:
maritati. E sfilano coi mariti. E coi figli.
L'Olanda è stata il primo Paese a
concedere alle coppie gay il diritto di richiedere figli in adozione. Da dodici anni qui c'è il matrimonio esteso anche ai gay (il primo fu celebrato il primo aprile 2001 dal sindaco di Amsterdam Job Cohen): è stato il primo Paese a rendere i cittadini gay eguali in Europa, e dargli il diritto di richiedere figli in adozione. In vetrina nei negozi per esempio vedete le decorazioni da torte con due statuine di due uomini felici in smoking.
Sopra e sotto, i calciatori olandesi Aaron Winter, Patrick Kluivert, Pierre van Hooijdonk e Roland de Boer alla gay pride parade di Amsterdam. |
LA FESTA DI TUTTI. Il primo gay pride risale al 1998 e richiama sino a 400.000 visitatori. |
Certo, come in America, anche qui, donde
i Puritani eran partiti, non si vedono nella vita quotidiana coppie amorose gay
per strada mano nella mano. E' forse il puritanesimo che fa sì che non ci siano
public displays of affection? Forse, anche, ma solo in parte. Perché altri
dati statistici ci suggeriscono che dietro quest'autocensura ci sono altre
ragioni.
L'Islām delle banlieues che non tollera i gay:
2/3 dei pestaggi antigay sono opera di mussulmani
La denuncia di Bawer (che ha fatto le valige come Hirsi Ali)
Il ministro del Turismo lancia la campagna “siamo tutti
gay”...
“Per molti c’è ancora una lunga strada da percorrere
prima di accettare realmente il loro prossimo omosessuale”
PIM FORTUYN, “La società orfana”, edizione italiana a cura dell’Associazione
culturale Carlo Cattaneo, Pordenone 2007, pag. 203
IN VETRINA. Decorazioni per torte, fotografia scattata da Lele Jandon ad Amsterdam. |
Infatti, nonostante queste conquiste, c'é chi i gay proprio non li può tollerare. E, appena càpita l'occasione, li pesta a sangue.
Andrebbe tutto bene se non fosse per la presenza massiccia degl'immigrati turchi e marocchini che ognitanto picchiano i gay perché ne han disgusto: non li possono proprio tollerare. Il sito http://savageinfidel.blogspot.it la chiama “Amsterdam Capitale dei pestaggi ai gay”. Il sito “Expatica” cita una ricerca condotta dal Gruppo Gay COC che mostra che un terzo dei gay ha paura di girare tenendo per mano il proprio compagno.
I marocchini sono ormai un milione. Lo scorso anno uno studio dell'ufficio per le politiche socio-culturali di Utrecht ha rilevato come il 26% degli olandesi di origine marocchina pensa male dei gay.
Nel 2001, l'imam
di Rotterdam pronunziò un discorso pubblico contro i gay. Dieci anni fa
l'imam El Moumni definiva l'omosessualità come una malattia. Discorsi così ne
abbiamo sentiti anche in Italia: dopoché il fondatore dell'Ucoii, Unione delle
comunità e organizzazioni islamiche in Italia, Davide Piccardo, si era
candidato con SEL (Sinistra Ecologia e Libertà), Ali Abu Shwaima (che fondò nel
1998 la moschea a Segrate, la prima con cupole e minareto in Italia) disse che
un islamico non può votare Nichi Vendola perché “in quanto omosessuale, ha una
condotta non in accordo con l'etica islamica”.
Andrebbe tutto bene se non fosse per la presenza massiccia degl'immigrati turchi e marocchini che ognitanto picchiano i gay perché ne han disgusto: non li possono proprio tollerare. Il sito http://savageinfidel.blogspot.it la chiama “Amsterdam Capitale dei pestaggi ai gay”. Il sito “Expatica” cita una ricerca condotta dal Gruppo Gay COC che mostra che un terzo dei gay ha paura di girare tenendo per mano il proprio compagno.
I marocchini sono ormai un milione. Lo scorso anno uno studio dell'ufficio per le politiche socio-culturali di Utrecht ha rilevato come il 26% degli olandesi di origine marocchina pensa male dei gay.
(Foto di Lele Jandon.) |
Nella primavera del 2005, durante il “Queen's
Day”, Chris Crain, ex direttore del principale rivista gay americana, la “Washington
Blade”, mentre andava a passeggio stringendo per mano il suo compagno
(credendo di trovarsi a San Francisco), è stato circondato da cinque sette
giovani marocchini che gli hanno sibilato “fucking fag”. S’é
dichiarato sorpreso perché credeva al falso stereotipo diffuso secondo cui
Amsterdam sarebbe stata la San Francisco d'Europa. (La rivista “Gay Advocate”
ha riportato l'intera storia).
La storia si ripete nella primavera 2007,
quando stavolta un cittadino olandese, Jeroen Bulterman, ha denunciato
un'aggressione ai danni del compagno Alexander, che tornava da una cena a casa
della madre del fidanzato, a mezzanotte e mezza, quando è stato preso,
sbattuto a terra, infine gettato nel lago del Rembrandt Park, irriso e colpito
con vari oggetti e rami d'alberi per due ore da tre giovani marocchini, sinché
è passata una macchina coi fari accesi che li ha indotti alla fuga.
LINEA DURA. Martin Bosma, deputato del Partito della Libertà, è un sociologo, proprio come Pim Fortuyn. |
Un deputato del “Partito della Libertà” (il
“Partij voor de Vrijheid” di Geert Wilders che già ha ottenuto dal governo con
cui è alleato una riduzione degl’immigrati), Martin Bosma, ne ha chiesto la deportazione: “Questo episodio
mostra quanto forti i picchiatori di gay sentono di essere. L’Olanda non può
mostrare pietà per persone che danneggiano la società in questo modo. O
vinciamo noi, o vincono loro”. Bosma, classe 1964, è un ex giornalista (anche della CNN)
che ha studiato sia scienze politiche (all’Università di Amsterdam) sia
sociologia (alla New School of Social Research di New York), quindi sociologo:
proprio come Pim Fortuyn (1948 - 2002) che aveva denunziato l’odio dei mussulmani contro le
persone gay.
Nel 2009, viene picchiato anche il
fondatore del Gay Pride, Hugo Braakhuis.
La cronaca suggerisce quindi che emergono
perlopiù i casi di attivisti (quelli più esposti), mentre chissà invece quanti
altri casi di violenza omofobica non vengono denunziati per vergogna o per
quieto vivere.
La mente torna a Parigi: nella stessa banlieue
ove due anni prima era stato rapito, torturato, assassinato e dato alle fiamme
un ragazzo di 23 anni, Ilan Halimi, nel marzo 2008 fu torturato un ragazzo
ebreo accusato di essere gay.
L'intellettuale dichiaratamente gay Bruce
Bawer, stante questa situazione di terrorismo psicologico, ha preso e ha fatto
le valige: come Ayaan Hirsi Ali. Se n'é andato dopo aver denunciato con un
libro “While Europe Slept” (The Doubleday Broadway Publishing
Group, New York 2006) questi effetti perversi dell'utopia multiculturalista,
frutto malato del sessantottismo terzomondista. C'é una reislamizzazione
delle seconde, terze e quarte generazioni d'immigrati in Occidente, denunzia il
giornalista che si è trasferito in Norvegia perché non si ritiene sicuro, in quanto gay, a girare in un'Olanda che relativizza questo fenomeno.
Senza entrare nello specifico, il ministro della Giustizia, Ivo
Opstelten, e la ministra dell'Emancipazione, Marja van Bijsterveldt,
nell'aprile 2011 hanno annunciato pene più dure contro i crimini anti gay e
contro le donne (http://www.dutchnews.nl/news/archives/2011/04/government_pledges_to_get_toug.php) per un “cambiamento culturale”, hanno
detto, su “gruppi religiosi ortodossi” (tradotto, l'Islam: anche i cristiani
riformati sono ortodossi e omofobici ma non picchiano i gay per
strada).
Vediamo ora alcuni dati sul livello di omofobia (http://www.dutchnews.nl/news/archives/2010/06/support_for_gay_rights_improve.php): una ricerca del governo ha mostrato che nel 2010, il 12% degli adolescenti gay ha tentato il suicidio e che il 9% della popolazione ha ancora da ridire contro l'orientamento gay (nel 2006 era il 15%), uno su cinque pensa che le coppie gay non abbiano diritto di richiedere figli in adozione e uno su dieci ritiene che il matrimonio gay vada abolito, ed al 40% della popolazione olandese dà fastidio dover assistere ad un bacio gay per strada (omettendo però il piccolo particolare di specificare a quale confessione religiosa appartengono, cosa che sarebbe interessante approfondire); il bullismo antigay nelle scuole è una realtà e “homo” (che invece in francese non è una parolaccia ma è la parola comune per dire semplicemente "gay") è spesso usato per insultare i gay: un terzo degli allievi testimonia di aver subìto abusi verbali. Il 61% delle madri lesbiche ha dichiarato che i loro figli sono presi in giro per avere due mamme.
Vediamo ora alcuni dati sul livello di omofobia (http://www.dutchnews.nl/news/archives/2010/06/support_for_gay_rights_improve.php): una ricerca del governo ha mostrato che nel 2010, il 12% degli adolescenti gay ha tentato il suicidio e che il 9% della popolazione ha ancora da ridire contro l'orientamento gay (nel 2006 era il 15%), uno su cinque pensa che le coppie gay non abbiano diritto di richiedere figli in adozione e uno su dieci ritiene che il matrimonio gay vada abolito, ed al 40% della popolazione olandese dà fastidio dover assistere ad un bacio gay per strada (omettendo però il piccolo particolare di specificare a quale confessione religiosa appartengono, cosa che sarebbe interessante approfondire); il bullismo antigay nelle scuole è una realtà e “homo” (che invece in francese non è una parolaccia ma è la parola comune per dire semplicemente "gay") è spesso usato per insultare i gay: un terzo degli allievi testimonia di aver subìto abusi verbali. Il 61% delle madri lesbiche ha dichiarato che i loro figli sono presi in giro per avere due mamme.
Del resto, per capire il polso della
sessuofobia in Marocco, basti anche solo pensare all'ennesimo esempio che, a
ottobre, ci proviene da Nador, nel Nordest del Paese: un 14enne ed una 15enne
arrestati per "violazione della pubblica decenza" per aver postato
una foto di un dolce bacio su Facebook!
Contro questo quadro non proprio gaio,
nel 2009 il ministero del Turismo ha avuto l'idea di lanciare una campagna
d'immagine con lo slogan rassicurante “Everyone's
gay in Amsterdam” (giuoco di parole sul doppio significato di gay, che
significa anche “gaio, allegro, felice”).(http://www.dutchnews.nl/news/archives/2009/07/everyones_gay_in
_amsterdam.php)
E' davvero così? Ho chiesto via email a Pieter, responsabile di un circolo gay, se potesse aiutarmi a scrivere un articolo: dapprima si offre di rispondere, poi, dopoché gli ho formulato l'argomento specifico, non risponde più: imbarazzato dalle domande.
Il falso mito dell'Olanda liberale: è una libertà condizionata
Ecco le testimonianze che ho raccolto fra i gay di Amsterdam
“La mancanza di un’identità olandese è un
problema grave in due àmbiti. In primo luogo sul piano delle relazioni con
l’estero, in secondo luogo per quanto riguarda il rapporto con altre culture
nella nostra società. Il nostro rapporto con le ex colonie dell’Indonesia e del
Suriname lo illustra bene”
PIM FORTUYN, “La società
orfana”, pag. 193
E' davvero così? Ho chiesto via email a Pieter, responsabile di un circolo gay, se potesse aiutarmi a scrivere un articolo: dapprima si offre di rispondere, poi, dopoché gli ho formulato l'argomento specifico, non risponde più: imbarazzato dalle domande.
FURIA ISLAMICA. Manifestazione in Olanda di fondamentalisti mussulmani. |
Una volta ad Amsterdam, sono andato a chiedere di persona ad
alcuni gay di varie età di commentare questi dati e chiedere come
loro in prima persona si sentono.
Va detto che alcuni di loro (manco fossi
uno di quei molestatori delle librerie che a Milano per istrada ti chiedono scusa-quanti-libri-leggi?) mi rispondon: sorry,
I-am-not-into-political-issues, mentre tutti quelli che mi han
dedicato qualche minuto fanno questa premessa curiosa: “I am not into politics, I am not very political”,
quasi a disdegnare le questioni politiche. Non è stato facile, dunque, cavar
fuori di bocca qualche commento ad olandesi che non han voglia di parlare
dell'argomento in questione. Quello che emerge è una triste conferma del menefreghismo dei giovani figli orfani di questa società priva d'identità culturale.
PASSIONE CIVILE. “La passione è la musa
della politica”, scrisse
il politico olandese Pim Fortuyn ne “La
società orfana”, pag. 230.
|
Dennis, trentaquattr'anni, nato a Rotterdam (la città natale di Pim Fortuyn), metà francese e metà
indonesiano, commenta: “Penso che ci vorrebbero molte più persone come Ayaan e
come Pim che si occupano del problema dell'intolleranza da parte dei
marocchini. Sì, io mi sento meno sicuro qui, la polizia non fa nulla: giovani
marocchini ti sputano, bestemmiano, e la reazione dei poliziotti è: “Prego,
cammini, prosegua: non causi altri problemi”. Io stesso, anziché chiamare la
polizia, ho dovuto scacciarne via due, mi è andata bene e facendomi così valere
mi sono sentito bene!”.
Sebastien, quarantacinque anni, un lavoro come guardiano al teatro dell'opera (Concertgebouw), dice: "Io prima dell'omicidio di Pim Fortuyn me ne fregavo della politica: proprio come quelli che oggi ti rispondono sorry-I-am-not-into-political-issues. Ero uno di quelli là che non rispondono alle tue domande. Fui choccato, e da allora iniziai a seguire i dibattiti televisivi, e voto con convinzione il partito di Geert Wilders, a destra. Quei temi, posti da Fortuyn, da allora mi appassionano."
Di diverso tenore sono invece le opinioni degli altri gay con cui ho parlato.
Jens, 34 anni, biologo molecolare e genetista alto un metro e novanta che dà il suo voto al VVD (partito liberale di Mark Rutte) e qualche volta a sinistra alle locali (Groenlinks, D66 e PvdA) il problema delle public display of affection non si pone per sé e dunque non gl'interessa, come se fosse estraneo alla comunità: "Mah, io personalmente non ho mai avuto problemi qui, ma ciò può riflettere la maniera in cui io manifesto la mia omoaffettività e quali luoghi frequento ad Amsterdam." Senti, ma se sei innamorato cotto, come ti comporti?- gli chiedo. "Beh, io sono un tipo affettuoso (affectionate), fra le mura di casa mia io sono cuddly-touchy-kissy (coccolone-molto fisico-e-che-ama-i-baci, ndr), eh eh, ma non certo il tipo da French kiss per strada, o da camminare con una mano nella cintola dell'altro: questo non mi piace per i gay ma neanche per gli etero, sia chiaro. Dunque, forse per questo non corro mai pericoli di non venir tollerato. Quanto ai marocchini in particolare, credo che il problema sia il background sociale povero cui appartiene la maggioranza di quest'immigrati. Il problema è lo status economico. I miei ex colleghi marocchini" (che dunque appartengono alla classe media) "erano carini (fine), gente ok, normale come i cristiani." Che pensavi di Pim Fortuyn? "Uhm, troppo snob e upper class per i miei gusti. Antipatico. La sua morte? Tragica, certo, ma si è trattato di un pazzo isolato, un vegano." L'Islam crea problemi? "I am against all forms of religions, sono contro tutte le religioni in quanto promuovono odio e separazione." Ah, non sei liberale e dunque per la libertà religiosa? "Mah, la libertà religiosa è una ben strana libertà! Io sono un uomo di scienza e la religione si basa sul nulla, io questo posso dire dopo aver frequentato una scuola media protestante ed una scuola superiore cattolica e aver fatto il raffronto. Tutte le religioni istupidiscono, vedo le pene dei palestinesi e le colpe del Vaticano sulla diffusione dell'AIDS in Africa, per esempio. In particolare, io che lavoro coi bambini malati di tumore, trovo odiosi gli abusi sessuali dei preti cattolici contro i ragazzini. Io sono un uomo di scienza, ripeto, e sono contro le generalizzazioni, ma devo dire che sì, in maniera particolare l'Islam, statisticamente parlando, è il gruppo religioso che crea più problemi sociali qui in Olanda."
Sebastien, quarantacinque anni, un lavoro come guardiano al teatro dell'opera (Concertgebouw), dice: "Io prima dell'omicidio di Pim Fortuyn me ne fregavo della politica: proprio come quelli che oggi ti rispondono sorry-I-am-not-into-political-issues. Ero uno di quelli là che non rispondono alle tue domande. Fui choccato, e da allora iniziai a seguire i dibattiti televisivi, e voto con convinzione il partito di Geert Wilders, a destra. Quei temi, posti da Fortuyn, da allora mi appassionano."
“La
Ronda di Notte” (3, 6 metri x 4, 3 metri) di Rembrandt (1642) al
“Rijksmuseum” di Amsterdam:
ciò che servirebbe oggi per proteggere i gay.
|
Di diverso tenore sono invece le opinioni degli altri gay con cui ho parlato.
Jens, 34 anni, biologo molecolare e genetista alto un metro e novanta che dà il suo voto al VVD (partito liberale di Mark Rutte) e qualche volta a sinistra alle locali (Groenlinks, D66 e PvdA) il problema delle public display of affection non si pone per sé e dunque non gl'interessa, come se fosse estraneo alla comunità: "Mah, io personalmente non ho mai avuto problemi qui, ma ciò può riflettere la maniera in cui io manifesto la mia omoaffettività e quali luoghi frequento ad Amsterdam." Senti, ma se sei innamorato cotto, come ti comporti?- gli chiedo. "Beh, io sono un tipo affettuoso (affectionate), fra le mura di casa mia io sono cuddly-touchy-kissy (coccolone-molto fisico-e-che-ama-i-baci, ndr), eh eh, ma non certo il tipo da French kiss per strada, o da camminare con una mano nella cintola dell'altro: questo non mi piace per i gay ma neanche per gli etero, sia chiaro. Dunque, forse per questo non corro mai pericoli di non venir tollerato. Quanto ai marocchini in particolare, credo che il problema sia il background sociale povero cui appartiene la maggioranza di quest'immigrati. Il problema è lo status economico. I miei ex colleghi marocchini" (che dunque appartengono alla classe media) "erano carini (fine), gente ok, normale come i cristiani." Che pensavi di Pim Fortuyn? "Uhm, troppo snob e upper class per i miei gusti. Antipatico. La sua morte? Tragica, certo, ma si è trattato di un pazzo isolato, un vegano." L'Islam crea problemi? "I am against all forms of religions, sono contro tutte le religioni in quanto promuovono odio e separazione." Ah, non sei liberale e dunque per la libertà religiosa? "Mah, la libertà religiosa è una ben strana libertà! Io sono un uomo di scienza e la religione si basa sul nulla, io questo posso dire dopo aver frequentato una scuola media protestante ed una scuola superiore cattolica e aver fatto il raffronto. Tutte le religioni istupidiscono, vedo le pene dei palestinesi e le colpe del Vaticano sulla diffusione dell'AIDS in Africa, per esempio. In particolare, io che lavoro coi bambini malati di tumore, trovo odiosi gli abusi sessuali dei preti cattolici contro i ragazzini. Io sono un uomo di scienza, ripeto, e sono contro le generalizzazioni, ma devo dire che sì, in maniera particolare l'Islam, statisticamente parlando, è il gruppo religioso che crea più problemi sociali qui in Olanda."
Cerco qualcuno di più grande e si spera maturo ed ecco che trovo
disponibile a parlare Fred, cinquantadue anni, medico, che conferma
i dati statistici: “Sì, qui il 70% dei crimini è commesso da marocchini, e
nulla è migliorato dai tempi in cui c'erano Ayaan Hirsi Ali e Pim Fortuyn.
L'unica cosa, magari, è che ora di questi problemi si parla, finalmente. E' già
qualcosa. Ma sino a dieci anni fa di queste problematiche tutti sapevano e
nessuno osava tematizzarle. Io, per fortuna, vivo nella zona Jordaan, che è
libera da marocchini e lì mi sento libero”.
Hans, quarantaquattr'anni, psicologo industriale, si mostra
molto comprensivo e nel suo relativismo mi tiene anche un parallelo storico: “Ci sono situazioni in
cui scelgo di non mostrarmi apertamente gay, come ad esempio di sera o di
notte, quando passo davanti a giovani di varie provenienze (background)
che incominciano a fissarti: non voglio provocarli.” Conclude rassegnato: “Non
richiedo che loro si adattino alla cosiddetta libertà olandese. Come ha detto
la nostra Regina Maxima, “Non esiste un'identità olandese”. E' triste ma i
pestaggi antigay ci saranno sempre” (sic). In queste parole trovo conferma delle tesi di Pim Fortuyn. Spiega meglio: "Mi adatto.
Ci sono gay che amano provocare, par quasi che vogliano “combattere” per la
loro libertà e poi, dopo che sono stati menati, cercano pubblicità” (sic).
Vedendo l'espressione della mia faccia, s'affretta a precisare: “Ovviamente io
sono contro ogni violenza, ma per favore comprendiamo tutti gli altri e siamo
noi stessi tolleranti” (usa proprio l'aggettivo “tolerant”, ndr). Di
professione fa lo psicologo, ma ben presto scopro che egli stesso ha subìto un trauma psicologico (ovviamente non
ne parla in questi termini): nel colloquio rivela di aver subìto un'aggressione
per strada a New York, dieci anni fa. Da allora, dice, ha "imparato la
discrezione". Si mette quindi a spiegarmi che quel tipo d'immigrati svolge i
lavori che gli olandesi ormai non vogliono mai più fare, e salta fuori un parallelo
storico che conferma la tesi psicanalitica formulata da Ayaan Hirsi Ali e da Pim Fortuyn (cfr.la Seconda Puntata del reportage http://lelejandon.blogspot.it/2014/02/pim-fortuyn-theo-van-gogh-ayaan-hirsi.html) sul
senso di colpa che porta molti olandesi a ragionare scorrettamente sul problema-Islam:
“Mio padre faceva affari con cinquanta clienti ebrei sino alla Seconda guerra
mondiale, tu pensa che nessuno di loro è sopravvissuto! Gli ebrei sì han subìto
aggressioni ben peggiori di noi gay”. Ma, a proposito di ebrei, ecco che spunta
anche il suo antisemitismo latente e delirante: “Mi chiedi degli ebrei
ortodossi? Beh, son pochissimi, e son sempre meno, forse per loro è attraente
accusare gli altri di discriminazione, per avere un pretesto per emigrare verso
gruppi di ebrei più numerosi...”.
Martijn, 36 anni, di Delft: "Sì, è vero, ci sono stati incidenti (dice: incidents), ma ora la gente è più attenta, e la situazione è tranquilla (quiet), ora." Forse perché i gay han rinunziato ad essere sé stessi?- chiedo. "Gay men may be less explicit", è possibile che gli uomini gay siano (diventati) meno espliciti, risponde. Dello stesso tenore Arnout, trentottenne atletico che dice: "Sì, è vero, we have some problems. Ci sono i marocchini che odiano i gay. E il caso di Chris Crane ha fatto parecchio scalpore. Ti consiglio di non camminare mano-nella-mano con un uomo, qui. So che suona come pura follia, ma certo per te, da turista, pare saggio stare fuori dai guai." Cosa pensi di Ayaan Hirsi Ali? "Non mi appassiona. Ha insistito che lo Stato pagasse i costi della sua sicurezza..." (sic). Ok, mi basta così, è per il mio Blog. "A che serve avere un blog?". "Voglio diventare giornalista e fare la differenza." "Ah, capisco. Could we discuss some lighter topics?"
Stessa visione limitata (e tempo limitato) da parte di Robin, 25 anni, che studia sia Medicina sia Sinologia (vuol lavorare in Cina, potenza emergente dinanzi all’Europa decadente), vive all’Aja, ed è un grande tifoso, e si reca spesso ad Amsterdam per la vita notturna: “Allora, è vero quanto mi raccontano certi tuoi connazionali, che regna lo stato di paura anziché la piena libertà? Che non siete poi così trattati in maniera eguale?”
Martijn, 36 anni, di Delft: "Sì, è vero, ci sono stati incidenti (dice: incidents), ma ora la gente è più attenta, e la situazione è tranquilla (quiet), ora." Forse perché i gay han rinunziato ad essere sé stessi?- chiedo. "Gay men may be less explicit", è possibile che gli uomini gay siano (diventati) meno espliciti, risponde. Dello stesso tenore Arnout, trentottenne atletico che dice: "Sì, è vero, we have some problems. Ci sono i marocchini che odiano i gay. E il caso di Chris Crane ha fatto parecchio scalpore. Ti consiglio di non camminare mano-nella-mano con un uomo, qui. So che suona come pura follia, ma certo per te, da turista, pare saggio stare fuori dai guai." Cosa pensi di Ayaan Hirsi Ali? "Non mi appassiona. Ha insistito che lo Stato pagasse i costi della sua sicurezza..." (sic). Ok, mi basta così, è per il mio Blog. "A che serve avere un blog?". "Voglio diventare giornalista e fare la differenza." "Ah, capisco. Could we discuss some lighter topics?"
Stessa visione limitata (e tempo limitato) da parte di Robin, 25 anni, che studia sia Medicina sia Sinologia (vuol lavorare in Cina, potenza emergente dinanzi all’Europa decadente), vive all’Aja, ed è un grande tifoso, e si reca spesso ad Amsterdam per la vita notturna: “Allora, è vero quanto mi raccontano certi tuoi connazionali, che regna lo stato di paura anziché la piena libertà? Che non siete poi così trattati in maniera eguale?”
“Beh, più che impauriti direi cauti (cautious), specie in certe zone (al di
fuori del Distretto a Luci Rosse, pattugliato in maniera permanente dalla
polizia anche per proteggere le ragazze che si prostituiscono) e non solo dei
marocchini…”
“Ah, e di chi altri? O di cos’altro?”
“Beh, ci sono i Turchi, eppoi i Polacchi
ed infine…a dirla tutta ci sono pure Olandesi omofobi. C’è anche qui il
fenomeno del bullismo antigay. Penso comunque faccia parte della pubertà, così
come ci son quelli che son irrisi perché hanno i capelli rossi e così via”.
“Insomma, siete liberi o no? Come vi
sentite?”
“Relativamente
liberi, e tuttavia io credo che comunque noi siamo i gay più liberi del mondo”.
“Che pensavi di Pim Fortuyn?”
“All’epoca io lo disprezzavo: dava
l’impressione di uno che odiava, ed io ho molti amici non originari di qui. Lo
trovavo populista.”
“In realtà, la parola “populista” non
significa un bel nulla, e nei suoi discorsi pubblici Fortuyn ribadiva molto
spesso che lui non odiava nessuno.”
“Già. Non odiava nessuno, ora l’ho
capito, ed ho capito che molte delle cosa che diceva sono vere”.
“E di Ayan Hirsi Ali, che pensi?”
“Ritengo sia una donna molto coraggiosa.
E penso anche che quella ministra che l’ha mandata via, Rita Verdonk, sia
un’idiota. Infatti poi ha perso le elezioni contro l’attuale premier Rutte ed è
scomparsa dalla scena politica (fell off
the radar).”
“Che cosa pensi dell’Islam?”
“Personalmente penso che tutte le
religioni siano sorpassate (outdated),
ma l’Islam mi pare la peggiore di tutte.”
Testiamolo, dunque, ‘sto ragazzo: “Senti,
se tu fossi il Sindaco di Amsterdam, che iniziative prenderesti per la comunità
gay?”
“Oh, considererei la riapertura di un bel
paio di localini vecchio stile che mi piacevano tanto e che han chiuso,
purtroppo.”
“Ah. E…come mai han chiuso i battenti?”
“Il proprietario, un tycoon del settore, è morto: s’è suicidato, o forse l’hanno ucciso,
non ricordo bene. Con la sua gestione sì che le cose funzionavano. Negli Anni
Novanta Amsterdam era la Capitale Gay Mondiale, ora non è certo più così,
ahinoi. Ora la scena gay è completamente morta e sepolta.”
“Questo è ciò che t’interessa, capisco. In
conclusione: per chi hai votato?”
“I socialisti.”
“I socialisti???”
“Sì, sai han promesso di tenere le tasse
universitarie basse e l’università molto finanziata dallo Stato…”
“Hai qualche articolo in lingua inglese o
francese sulla tua città?”
“No, qui tutti i giornali sono in
olandese. Cerca su Wikipedia…”
“…”
Insomma, questo è quanto: ragazzi che
dapprima riconoscono i problemi eppoi ti dicon di essere interessàti più a
risparmiare i soldi sui libri per andare nei night…
Non è forse da gente così, disinteressata
o poco interessata o per niente interessata alla Politica, gente che ti
risponde candidamente I-am-not-into-political-issues come
se la Politica non incidesse nel loro destino, che questo
bel Paese potrà conservare le sue libertà. Le libertà sono salve se ci
sono spiriti coraggiosi che ricordano la storia e i valori come
Ayaan Hirsi Ali, Pim Fortuyn e Theo Van Gogh (http://lelejandon.blogspot.it/2014/02/pim-fortuyn-theo-van-gogh-ayaan-hirsi.html), persone che non accettano passivamente la realtà ma vogliono capirla, mostrarla e
cambiarla.
Il liberale Giovanni Sartori:
“Questo multiculturalismo distrugge la pólis”
“Questo multiculturalismo distrugge la pólis”
“L’ex Jugoslavia insegna che non è facile
creare una società multiculturale, multinazionale e multietnica stabile.
L’opera di una vita del maresciallo Tito è in frantumi”
PIM FORTUYN, sociologo olandese, "La
società orfana",
pag. 211
pag. 211
PENSIERO LIBERALE. Il politologo Giovanni Sartori è editorialista del "Corriere della Sera". |
A pag. 55 (Parte Seconda: “Multiculturalismo e società smembrata”, 1: “Il multiculturalismo antipluralistico”), il professore specifica che di per sé non sono antitetici bensì solo quando il multiculturalismo è dichiarato un valore, ed “oggi la versione vincente del multiculturalismo è una versione antipluralistica” (pag. 57) sicché si rischia di passare dal motto americano e pluribus unum a e pluribus disiunctio (pag. 58). “Pluralismo”, spiega l'immenso equivoco il grande politologo, “non è essere plurali” come “in una notte hegeliana nella quale tutte le vacche sono nere” (pag. 27, “Parte Prima”, 4: “L'impoverimento del concetto”) bensì è sinonimo di secolarizzazione (pag. 28) nonché “postula un riconoscimento reciproco” “Tolleranza”, precisa il docente fiorentino, “non è indifferenza” (pag. 37) e ricorda che “un “noi” che non è circoscritto da un “loro” nemmeno si costituisce” (pag. 44): come diceva il filosofo olandese Spinoza “determinatio negatio est”.
E mentre “la cultura asiatica (...) non è
caratterizzata da nessun fanatismo” (pagg. 48 - 49), “la cultura islamica lo é.
E anche quando non c'è fanatismo, resta che la visione del mondo è
teocratica” (pag. 49), come del resto ammette anche l'islamico Wael B. Hallaq (docente nella stessa Università dove insegna Sartori, la Columbia University di New York) nel suo libro appena uscito "The Impossible State" (Columbia University Press, New York 2014), ove non solo teorizza che nel mondo islamico lo Stato laico è praticamente impossibile, ma invita anche i correligionari a non lasciarsi sedurre dal modello occidentale perché solo l'Islam recherebbe autentico progresso.
Questo multiculturalismo, conclude Sartori, minaccia la distruzione della pólis occidentale: “La legge coranica [che prescrive la pena di morte per le persone omosessuali, ndr] non conosce i diritti dell'uomo (della persona) come diritti individuali universali e inviolabili; un altro cardine, soggiungo, della civiltà liberale” (pag. 49). Pertanto, “il cittadino “contro”, il contro-cittadino, è inaccettabile” (pag. 50). In conclusione, “una politica d’immigrazione che fa di ogni erba un fascio, che non sa o non vuole distinguere tra le varie estraneità è una politica sbagliata destinata a fallire.” (pag. 94). In particolare proprio “il nostro paese è soprattutto il caso più stupido di tutti” (pag. 102) e “la proposta multiculturale e la povertà dei suoi argomenti riassumono in modo esemplare il “vuoto del capire” nel quale stiamo sempre più precipitando” (pag. 108).
Questo multiculturalismo, conclude Sartori, minaccia la distruzione della pólis occidentale: “La legge coranica [che prescrive la pena di morte per le persone omosessuali, ndr] non conosce i diritti dell'uomo (della persona) come diritti individuali universali e inviolabili; un altro cardine, soggiungo, della civiltà liberale” (pag. 49). Pertanto, “il cittadino “contro”, il contro-cittadino, è inaccettabile” (pag. 50). In conclusione, “una politica d’immigrazione che fa di ogni erba un fascio, che non sa o non vuole distinguere tra le varie estraneità è una politica sbagliata destinata a fallire.” (pag. 94). In particolare proprio “il nostro paese è soprattutto il caso più stupido di tutti” (pag. 102) e “la proposta multiculturale e la povertà dei suoi argomenti riassumono in modo esemplare il “vuoto del capire” nel quale stiamo sempre più precipitando” (pag. 108).
Lo psicologo Jonathan Haidt (“Menti
Morali”, pagg. 394 – 395), nel dimostrare la sua teoria secondo cui la
gente di sinistra possiede meno princìpi morali rispetto ai conservatori moderni (eredi di David Hume ed Edmund Burke) ha citato numerosi studi che hanno
ampliamente dimostrato come le politiche d’ingegneria sociale portate avanti
dalle sinistre in favore dei deboli o presunti tali abbiano molto spesso
causato disastri: proprio come nel caso del multiculturalismo, anziché creare
più coesione sociale ha creato diaboliche divisioni nella società. E’ proprio
il caso dell’Olanda.
Senza un principio d'identità, cioé il
dire chi-siamo, chi-vogliamo-essere, senza una filosofia della storia, priva di
complessi pel Passato e che guardi con lungimiranza al Futuro, la vedo dura
comprendere che fine farà la "libertà olandese". Come ha scritto il
filosofo Alain Finkielkraut, "per non ripetere gli orrori del
Ventesimo Secolo, si vorrebbe trasformare in aeroporti le collettività umane.
Strane utopie." L'Olanda non va fiera del suo passato passivo col
nazionalsocialismo, ma può di sicuro andare orgogliosa di questi suoi grandi
Eroi che resteranno un esempio per tutti coloro che si battono senza paura per
le libertà: la famiglia che nascose dai nazisti Anna Frank, Pim Fortuyn,
Ayaan Hirsi Ali e Theo Van Gogh. Da queste persone dovrebbe partire la
creazione di un Orgoglio Olandese.
©
LELE
JANDON
(Terza ed Ultima Puntata)
Nessun commento:
Posta un commento