sabato 21 ottobre 2023

Così Nonna Rachel ha distratto i Terroristi

di LELE JANDON
In questa foto il presidente degli Stati Uniti d’America abbraccia un’eroina. Durante la sua storica visita in Israele Joseph Biden, che aveva appreso la sua storia straordinaria, ha chiesto di conoscerla. Nonna e madre di tre figli, cresciuta in una famiglia proletaria con ben 12 fratelli, Rachel Edri ha 65 anni e molto sangue freddo quando si tratta di proteggere la sua casa. Non a caso lavora in una base militare dove serve alla mensa dei soldati. Quando nel corso dell’orribile attacco stragista del 7 ottobre scorso i terroristi di Hamas (drogati con il Captagon) hanno violato la sua abitazione, Rachel non si è lasciata prendere dal panico e anziché il marito, che le era accanto, è stata lei a prendere in mano la situazione. Quel sabato mattina -racconta la signora- «ho visto cinque Rottweiler armati di kalashnikov e granate entrare dalla finestra.
Pensavo di correre verso la porta ma avrebbero potuto spararmi alle spalle» (come hanno fatto con tantissimi dei 1400 uccisi, freddati mentre erano in fuga). «Ho subito capito che era una questione di vita o di morte», dice Rachel, così ha preso la decisione di eseguire gli ordini degl’intrusi: ha consegnato i telefonini ai miliziani che li hanno distrutti. Come predoni hanno aperto gli armadi e gettato a terra tutto il contenuto sinché, continua la signora Edri, «hanno visto le uniformi della polizia dei miei figli e hanno incominciato a gridare: “Dove sono?” Ho mentito: “In America”». “Mi ricordi mia madre”, le ha detto a sorpresa uno dei terroristi, riferendosi probabilmente alla rassomiglianza ed offrendole così involontariamente un espediente per distrarli: «Esatto, e come tua madre ora mi prenderò cura di te: di che cosa hai bisogno? Avete fame? Siete pallidi, dovete mangiare. Tè, caffè, biscotti?», ha risposto Rachel con tipica ospitalità arabo-israeliana. «Portali», le ha intimato il terrorista. «Sapevo che quando hanno fame diventano cattivi!», spiega la donna ai media con tipico humour ebraico. Gli ha cucinato il pollo e poi servito come dessert fette d’ananas in lattina e i biscotti marocchini che aveva preparato con le sue stesse mani per la festa di Yom Kippur: «Gli sono piaciuti molto», dice compiaciuta da perfetta padrona di casa. Poi prosegue l’allucinante racconto da thriller: «Dopo aver bevuto e mangiato sono diventati molto più calmi, ho fatto conversazione e per un momento mi sono persino dimenticata che fossero terroristi». “Toh, la tipica Mamma ebrea!”, hanno ironizzato i giornali d’Israele, con riferimento alla tendenza delle matriarche ebree (in realtà delle madri mediterranee, come si vede in tanti film) a continuare a riempire i piatti dei figli e degli Ospiti. Nel frattempo la sua abitazione veniva circondata dalla Polizia: fra gli agenti c’era il figlio Eviatar, al quale lei, in un momento di distrazione dei terroristi, attraverso la finestra è riuscita a indicarne il numero esatto facendogli cenno con la mano aperta: “Sono in 5!”. Evi per parte sua ha fornito ai colleghi un quadro della disposizione della casa per il Blitz e così, dopo ben diciassette ore in balia dei rapitori, finalmente la squadra speciale è riuscita a penetrare (scendendo a sorpresa dalla doccia come in un film d’azione), ad eliminare i sequestratori e a trarre in salvo la coraggiosa signora. Certo la donna è stata forte ma ora si trova in albergo e le resta in mente il trauma vissuto da lei e da migliaia di altri israeliani: «Ogni volta che chiudo gli occhi vedo i terroristi. Non posso più tornare a casa perché non esiste più una vera Casa: loro ne hanno fatto un Pogrom». Questa storia surreale ed estrema ci dà un’ennesima testimonianza della forza morale degl’israeliani e ci offre altresì un prezioso insegnamento di vita: quando ci troviamo in situazioni sfidanti dobbiamo cercare la via di fuga con l’astuzia, come Ulisse, come le eroiche ragazzine protagoniste delle fiabe tedesche che Antonello Ghezzi ed io Vi abbiamo raccontato nel nostri film e come il personaggio di Giaele nella Bibbia, perché -come scrive la filosofa ebrea Martha Nussbaum, “gli esseri umani sono, prima di ogni altra cosa, esseri che ragionano”. Il Terrore si vince con la forza della ragione, senza lasciarsi trasportare da emozioni autodistruttive.

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