giovedì 16 febbraio 2023

Per noi ha vinto Mr Rain

di LELE JANDON
Non solo effimere canzonette alla settantatreesima edizione del Festival di Sanremo. Il mio tormentone (in tedesco diciamo “Ohrwurm”, letteralmente “verme dell’orecchio”) è la canzone “Supereroi”, classificatasi solo terza alla gara ma seconda su Spotify, YouTube, iTunes Apple Music. La canta Mr Rain, dolcissimo 31enne di Desenzano sul Garda, qui ritratto dall’artista Enzo Iorio che ha così reso omaggio a questo ragazzo, vero vincitore morale di questo Festival della canzone italiana. Il curioso nome d’arte deriva dal fatto che trova ispirazione per comporre le sue canzoni solo quando fuori piove. Snobbato da “giudici” incompetenti ad un sadico “reality show” musicale, ha superato la depressione, si è messo a studiare pianoforte e ha fatto il grande ritorno sulla scena con una delicata melodia che ha strabiliato tutti perché, dopo un esordio con un genere americano (come rapper), ha creato un originale brano che solo nell’incipit è vagamente rap ma che a sorpresa procede in un pop squisitamente italiano. Con elegante distinzione ha presentato il suo commovente pezzo sanremese che racconta un pò di sé lanciando al contempo un potente messaggio universale nell’era dell’epidemia della solitudine e del narcisismo: come egli stesso spiega in un’intervista, dobbiamo superare la vergogna (che non crea nulla di buono), «toglierci le nostre maschere, e mostrarci per come siamo, chiedendo aiuto a chi ci vuol bene».
Nel poetico testo, composto in mezz’ora in stato di flusso e migliorato da Federica Abbate, il cantautore ci ricorda la nostra vera natura relazionale col prossimo ricorrendo ad una stupenda immagine metaforica dello scrittore partenopeo Luciano De Crescenzo (1928 – 2019) ripresa anche nel suo film del 1984 “Così parlò Bellavista” e da don Tonino Bello (1935 – 1993, dichiarato beato da Papa Francesco): «Siamo angeli con un’ala soltanto e riusciremo a volare solo restando l’uno accanto all’altro». Ad un certo punto fa il suo ingresso sul palco del teatro Ariston un coro di voci bianche di otto «bambini che è un po' la mia firma stilistica quando voglio sottolineare un concetto». Con loro Mr Rain canta a cappella (lui che coi bimbi ha particolare feeling perché ha aiutato la madre a crescere la figlioletta, la sua sorellina). Fra i tanti anche le madri con figli con disabilità si sono identificate nella canzone che è stata tradotta dalla Fondazione Isah nella Comunicazione aumentativa alternativa (CAA) per chi ha bisogni comunicativi complessi. Noi de “Il Cinema e i Diritti” la citiamo ai ragazzi nelle nostre conferenze sul bullismo giacché accenna anche al trauma («ci sono ferite che non se vanno nemmeno col tempo») e, come dice Mr Rain, «la musica per me è terapeutica». Secondo il cantante chiedere aiuto oggi è eroico e i nostri supereroi del momento sono i nostri connazionali europei ucraini i quali non hanno paura di continuare a richiedere il nostro sostegno per l’autodifesa, soprattutto per bocca del loro leader morale Zelensky del quale ha letto un bel messaggio proprio al Festival il conduttore Amadeus (che anche per questa sua libera scelta, sgradita ai populisti filorussi Salvini e Berlusconi, verrà senz’altro punito dal governo di estrema destra che eserciterà il suo potere anche sulla TV di Stato). Spero che anche il presidente ucraino abbia commosso i cuori degl’italiani perché, come dice Mr Rain, «non si può combattere una guerra da soli».