domenica 30 aprile 2023

I Discorsi (Neo)Nazisti (del Cognato) di Meloni

di LELE JANDON
Come insegna la filosofa ebrea ungherese Ágnes Heller (1929 – 2019, foto) nel suo libro “Il male radicale”, la propaganda è sempre un’accozzaglia di menzogne, è un male demoniaco ed è la premessa per il totalitarismo. In particolare quello a cui guardano Meloni & Salvini è di fatto un regime, quello di Orbán, scriveva la pensatrice ungherese nel suo saggio “Orbanismo. Dalla democrazia alla tirannia” (anch’esso pubblicato da Castelvecchi nel 2019). E giorni fa c’è stata l’ennesima conferma che i Big del governo Meloni usano la propaganda più pericolosa al mondo. Infatti il ministro della cosiddetta “Sovranità alimentare” ha parlato male dell’immigrazione ed ha dichiarato: «Non possiamo arrenderci all’idea della sostituzione etnica» (in sèguito non ha in alcun modo ritrattato: «Le mie parole sulla sostituzione etnica? Non sono pentito, ho solo sbagliato le parole» mentre i suoi colleghi di partito hanno fatto tutti quadrato intorno a lui e il presidente del consiglio Meloni -che è anche sua cognata- ha anzi integrato il discorso dicendo che bisogna far lavorare le donne anziché accettare manodopera da fuori). Il marito della sorella di Meloni fa riferimento alla più antica teoria del complotto di estrema destra, islamofobica ed antisemita, secondo cui l’identità degli occidentali di pelle bianca è minacciata dalle cosiddette ondate migratorie (“invasioni”) da Paesi non europei che sarebbero orchestrate da una élite malvagia come parte di un piano “per dominare il mondo” (sic). Quindi i suoi assertori si oppongono addirittura all’immigrazione che è invece, spiegano gli antropologi, un fenomeno naturale. Come Vi avevo raccontato qui da Berlino, secondo lo storico tedesco Karl Schlögel, citato nella Mostra sugl’immigrati turchi in Germania, da sempre la Terra è un «pianeta di nomadi» https://lelejandon.blogspot.com/2023/01/siamo-un-pianeta-nomade-una-mostra.html.
Innanzitutto i dati ci mostrano il contrario. Dal suo Instagram Roberto Saviano l’ha confutata spiegando che «non c’è nessuna sostituzione etnica in corso. Il 95% della popolazione europea è autoctono. Gli italiani non fanno figli non a causa degli immigrati ma perché governati dalle peggiori classi dirigenti mai viste negli ultimi cinquant’anni, perché non c’è nessun’assistenza alle famiglie, nessuna politica fiscale di aiuto». Anzi, come riferisce il quotidiano progressista “Repubblica”, questo governo di estrema destra, ostile ai poveri, ha operato due tagli contro le famiglie a basso reddito: sia al “Fondo di sostegno alle locazioni” sia al “Fondo per morosità incolpevole”. Tutti i Paesi europei, eccetto l’Italia di Meloni e l’Ungheria del suo compare Orbán, hanno aumentato la spesa pubblica per le famiglie, dai nidi (come Francia & Germania) al lungo congedo di paternità (come in Ispagna, ben 16 settimane). Secondo la Banca d’Italia (dati del 2021), per mantenere un figlio servono 640 € al mese. Ma secondo una più recente indagine del centro studî “Moneyfarm” (società di consulenza finanziaria) ne occorrono 700 (8500 l’anno). E secondo Eures (dati 2022) il 43% degli under 35 ne guadagna meno di 1000! Inoltre la destra al governo è ideologicamente contraria all’introduzione del salario minimo come invece propone il Partito democratico di Elly Schlein. Né il governo intende combattere la disoccupazione: secondo l’Istat quest’anno i giovani senz’occupazione sono quasi il 23%, 7 punti peggio della media europea. Per finire il quadretto, uno studio appena uscito della professoressa Elisabetta Camussi dell’Università Bicocca di Milano dimostra che per il 50% delle italiane la decisione di non fare figli è sofferta, dovuta all’inconciliabilità fra famiglia e carriera (molte lavoratrici firmano clausole capestro, le famigerate “dimissioni in bianco”: se restano incinte saranno licenziate). Nella fotografia che ho scelto per corredare il mio articolo vediamo una delle mamme ritratte dalla pittrice espressionista tedesca Gabriele Münter e visibili alla Mostra in corso ad Amburgo di cui Vi ho parlato sui miei social. ****
Questa teoria della cospirazione a cui fa riferimento il ministro è precisamente la teoria del “suprematismo bianco”, come ha detto la segretaria del Partito democratico Elly Schlein (di origini ebraiche e bersaglio di estremisti di destra per le sue tre cittadinanze), una teoria da dieci anni sdoganata fra le masse incolte per colpa di Donald J. Trump che ha sempre parlato di “genocidio dei bianchi” (un conduttore di “Fox News”, la TV di estrema destra di Rupert Murdoch che ha contribuito a diffondere la menzogna che le ultime elezioni fossero rubate nonostante sapesse che era una fake news, l’ha usata ben quattrocento volte): a lui Meloni & Salvini (capo dell’altro grande partito di massa di estrema destra al governo, la Lega Nord), hanno detto di ispirarsi e infatti hanno introdotto la menzogna in Italia: lui nel 2015, lei nel 2016, seguiti dai grillini (il movimento populista del capo comico Beppe Grillo). Nel 2018 lei disse: «Penso che ci sia un disegno di sostituzione etnica in Italia». Come ammonì profeticamente Edith Bruck, illustre ebrea italiana di origine ungherese e supertestimone sopravvissuta ad Auschwitz, amica di Papa Francesco: «Meloni e Salvini non hanno una cultura democratica, non oso pensare cosa potrà fare la destra al governo». L’amico ed alleato Viktor Orbán si scaglia spesso contro “il miscuglio di razze”. Ad esempio nel 2022 ha detto ai suoi sostenitori sfegatati come se fosse un uomo comune al bar sport: «C’è ‘sto mondo incasinato in cui i popoli europei si mescolano con quelli forestieri. Se non avremo una svolta demografica il nostro popolo verrà sostituito presto dagli stranieri. Entro il 2050 non esisteranno più Nazioni ma solo una popolazione mista ma gli ungheresi non vogliono mischiarsi! Noialtri qui combattiamo contro un simile destino». Come spiega il saggio fondamentale “Populism. A Very Short Introduction” (Oxford University Press 2017, pagina 84, che trovate tradotto anche in italiano da Mimesis col titolo “Populismo. Una breve introduzione”), il populismo di destra può proporre una distopia “in cui lo Stato appartiene ad una singola comunità etnica, che mina i diritti delle minoranze etniche e religiose come mussulmani e Rom” e che viene chiamata “etnocrazia”. Come commentò lo storico ungherese Krisztian Ungvary, si tratta di un “discorso nazista”. Torniamo al cognato di Meloni: si tratta di «un mito neonazista secondo il quale i bianchi vengono sostituiti dai non bianchi», contrario alle linee guida sottoscritte persino dal governo, ha spiegato il giornalista Enrico Mentana durante il suo telegiornale. Concorda lo scrittore (anch’egli di origine ebraica) Roberto Saviano: «E’ un vecchio argomento delle destre xenofobe e deriva da una teoria complottista che fa riferimento ad un progetto di sostituzione della popolazione europea con quella africana ed asiatica che risale agli anni in cui in Europa si iniziavano a progettare le cliniche speciali dove far nascere da padri e madri di razza ariana figli di razza purissima. Il complotto della “Grande sostituzione” etnica ha ispirato da sempre tutti i movimenti neonazisti e suprematisti del mondo». L’eroe antimafia quindi si rivolge al capo del governo: «Presidente Meloni, non una parola da parte Sua sulle oscenità di suo cognato. Avete ancora la fiamma tricolore nel simbolo del Partito che conferma la continuità con la storia neofascista e a distanza di 85 anni dalla promulgazione delle leggi razziali parlate ancora di razze, etnie, religione, come discriminanti». Secondo Emanuele Fiano (già deputato del Partito democratico), figlio di un sopravvissuto ad Auschwitz e sconfitto alle ultime elezioni politiche proprio da una fascista (dello stesso partito di Meloni & Lollobrigida e peraltro figlia di un terrorista di estrema destra) che ha sempre rifiutato ogni confronto con lui e quindi il riconoscimento pubblico del suo avversario, «sono parole che vengono dalla cultura complottista fascista. Il lupo perde il pelo ma non il vizio». La natura fascista del governo è confermata anche dall’affermazione recente di un altro ministro, quello dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: «Non possiamo tassare ugualmente single e genitori» (fu proprio il fascismo a tassare il celibato nel 1927). Secondo l’analisi di Karima Moual, di origine marocchina, su “La Stampa” questa teoria «è uno dei pilastri fondanti dell’ideologia di questa destra al governo. C’è chi non vuol riconoscere la nostra italianità, la nostra storia ma ci liquida come una cosa spaventosa, figli non desiderati». «E’ un disegno politico che prevede l’utilizzo di un mito antisemita del fascismo e del nazismo comunemente usato da neofascisti, neonazisti e suprematisti», concorda Paolo Berizzi su un altro quotidiano progressista, la “Repubblica”, che ha titolato in prima pagina “Difesa della Razza” (con evidente riferimento all’omonima demenziale rivista stampata durante il regime fascista). Come già disse Edith Bruck, «la condanna di Meloni del nazifascismo sono parole vuote, pronunciate solo per legittimarsi. Se è sincera, cancelli la fiamma dal simbolo del partito. Ma non lo farà: è il liquido amniotico da cui è nata». **** Nessun analista ha rilevato quanto la teoria della cospirazione impunemente rilanciata giorni fa dal cognato di Meloni sia islamofobica ed antisemita e quindi pericolosa per la nostra coesione sociale. Tale teoria cospirativa è già diffusa come un cancro in Francia, non a caso il Paese dove due volte si è rischiato di avere come presidente della Repubblica la figlia del fascista Jean-Marie Le Pen (e forse, come paventa Macron, sin qui eroe vittorioso, la terza ci riuscirà), un Paese dove si cova tanto antisemitismo quanta islamofobia. Un Paese dove questi temi di estrema destra sono oramai mainstream, basti sfogliare le pagine culturali del quotidiano ‘conservatore’ “Le Figaro”. Due in particolare sono i cattivi maestri francesi che l’hanno propagandata. Poiché quello della destraccia è un mondo fantasy, la grande balla proviene da un romanzo di fantapolitica, “Il campo dei santi” (1973), del cattolico reazionario e monarchico Jean Raspail (1925 – 2020) edito in Italia dalla casa editrice del terrorista neofascista (che si definisce “nazi-maoista”) Franco Freda (ex collaboratore del quotidiano di estrema destra “Libero”). L’altro francese suprematista è Renaud Camus (da non confondere con Albert Camus, il grande scrittore antifascista) che nel saggio del 2011 “Le grand Remplacement”, ispirato ad altri autori antisemiti francesi di fine Novecento, farnetica che gli africani delle ex colonie mirano a sostituire i bianchi: «La Grande sostituzione è molto semplice. Ora c’è un popolo e nello spazio di una generazione ce ne sarà un altro» (sic!). Da undici anni i terroristi di estrema destra (da Utoya, Norvegia, nel 2011, a Buffalo, nel 2022) traggono sempre ispirazione da quest’agghiacciante teoria: per esempio «la strage in Nuova Zelanda nel 2019 (51 persone uccise in una moschea) fu compiuta da un suprematista il cui manifesto era titolato “la Grande sostituzione”» ricorda ancora l’attentissimo Roberto Saviano. Nessuno in Italia (per carità di patria) osa ricordare i deliri narcisisti di Oriana Fallaci nella sua Trilogia islamofobica che parla di “Eurabia” ed “islamizzazione” (lo stesso termine usato dal ministro degli Affari esteri, il fedelissimo berlusconiano Tajani, presunto “moderato” e presunto unico “decente”, pochi giorni prima del suo collega dell’Agricoltura nella distrazione generale). Oltre che islamofobica la teoria del ministro meloniano è anche antisemita perché coloro che la propagandano dicono che le “élites” che vorrebbero questa “Grande sostituzione” etnica sono “ebraiche”, come faceva il neonazista austriaco Gerd Honsik (1941 – 2018), negazionista dell’Olocausto e quindi odiatore degli ebrei. I terroristi della Strage alla sinagoga di Pittsburgh del 2018 e della Sinagoga di San Diego del 2019 erano credenti nella teoria della Sostituzione. Lo stesso presidente del consiglio Meloni l’ha diffusa in forma antisemita attaccando il finanziere ebreo Georg Soros che sostiene giustamente i progressisti dicendo: «Soros, che qualcuno spaccia come un filantropo, è uno che finanzia la Sostituzione dei popoli europei». Molti della Banda di Meloni sono antisemiti, in primis il ministro della Difesa Guido Crosetto, ex berlusconiano ed ora uno dei più stretti consiglieri di Meloni (e co-fondatore di “Fratelli d’Italia”) che disse che «le banche fanno gola a molti, soprattutto alla grande massoneria ebraica che è già alle porte». L’allora presidente delle comunità ebraiche rispose: «Gli anni Trenta non hanno insegnato nulla?». Lele Jandon

lunedì 3 aprile 2023

Una Scuola per Pastori grazie all’Europa

di LELE JANDON
Qui in Italia mancano (fra gli altri) artigiani orafi, panificatori ed infermieri. E manca un ricambio generazionale anche per gli anziani pastori nelle zone montane. Ci è venuta in aiuto l’Unione europea, tanto diffamata dall’estrema destra al governo (che a suo tempo votò contro il PNRR!): il prossimo 22 aprile inizieranno i corsi della “Shepherd School”, la Scuola per pastori ed allevatori, grazie progetto “Life ShepForBio” co-finanziato dalla UE che vuole valorizzare professioni funzionali alla conservazione di alcuni Habitat.
Su 167 domande d’ammissione, sono state accettate solo 54 persone al colloquio di cui 41 si sono presentate e ne sono state ammesse otto di cui quattro ragazze. Arrivano dalla Toscana, dall’Emilia-Romagna, dalla Liguria, dalle Marche e dalla Lombardia. Sette di loro sono under 30 mentre la milanese Chiara Allegri ha 31 anni che dopo il lockdown, come tanti altri italiani, ha cambiato lavoro: nel suo caso, ha lasciato un posto all’OCSE di Parigi per inseguire il suo sogno bucolico. La location del corso è il Parco delle Foreste Casentinesi, di 36 mila ettari, situato a cavallo fra le province di Forlì-Cesena, Firenze ed Arezzo, sull’Appennino tosco-emiliano, antica via di transumanza. Si tratta di una Scuola unica nel suo genere, gratuita persino nel vitto e nell’alloggio e comprendente stages presso le vicine aziende agricole, e finiti i corsi i ragazzi potranno dire: “Sono un pastore diplomato, sono una pastora diplomata!”. Visto che anche quest’anno la Sardegna s’accinge a mandare al macello migliaia di agnelli per il pranzo di Pasqua, ricordiamo l’amore per le pecore espresso dalla Bibbia. Il Dio di Gesù benedice la pastorizia e il libro di Samuele racconta di un povero che “non aveva nulla, se non una sola pecorella piccina che egli aveva comprata e allevata; essa gli era cresciuta in casa insieme con i figli, mangiando il suo pane, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno; era per lui come una figlia”. Secondo un midrash, Dio scelse David come Re d’Israele proprio in virtù della grande compassione dimostrata verso il suo gregge. Sia nel Primo testamento sia nel Secondo il Creatore viene chiamato “il Buon Pastore” (qui sul mio post lo vediamo immaginato dal pittore preraffaelita inglese Edward Burne-Jones). Ed è ai pastori che, secondo il racconto del Vangelo di Luca, l’Angelo annuncia la nascita di Gesù per il quale, come racconta nella sua parabola, ogni singola pecora è importante.
Non so se questi giovani diventeranno coraggiosi come il pastorello David (disposto ad affrontare il leone pur di difendere il suo gregge, come vediamo nel dipinto dell’americana Elizabeth Jane Gardner Bouguereau) o fisionomisti come quel pastore italiano di centoquattr’anni, Ninotto Assaiante, capace di riconoscere e chiamare per nome ciascuna delle sue 100 capre. E chissà se diventeranno allevatori amorevoli come Maurizio Cortinovis che nel suo asineggio di Bergamo Alta cura i suoi dolcissimi asini ed accoglie quei ragazzi con autismo che vanno regolarmente a trovarli traendone grande gioia. Certo è che, fra i momenti più commoventi, assisteranno una pecora mentre darà alla luce il suo agnellino! Auguriamo tanta felicità a questi futuri pastori e pastore e a tutti una Pasqua senza ammazzamenti di agnelli. Lele Jandon