lunedì 8 luglio 2024

Restiamo col presidente Biden. Scandalismo e Populismo giornalistico distruggono la Democrazia

di LELE JANDON
Qui in Germania, fra i canali TV gratuiti, nostro malgrado ci tocca vedere la CNN. Una specie di La7 in salsa americana con tutti volti piacenti e piacioni perché ciò che conta per questi progressisti immaginari è la telegenia. Con una formuletta di chiacchere & intrattenimento questa cattiva televisione privata è l’ennesima dimostrazione che il mezzo televisivo nuoce alla democrazia. Come si vede nel caso delle elezioni presidenziali: la presuntuosa televisione di Atlanta ha fatto la maestrina al confronto fra i due candidati alla presidenza ed ha vietato loro di tenere con sé qualunque foglio-promemoria, come se si trattasse di un quiz o di un esame orale di due scolaretti. E senza considerare che il presidente in carica ha una certa età e responsabilità. Il risultato di questa stupida regola è che il Comandante in Capo, senz’appunti e senz’appigli, è stato messo in difficoltà.
Questo ridicolo rigorismo non è che l’ennesima tappa del populismo televisivo mutuato dai reality show. Date al popolo ciò che vuole e gli sarà dato. Il popolo, pronto con le patatine e i popcorn, vuole divertimento sadico (colpi di scena dovuti all’improvvisazione e vuoti di memoria)? Et voilà, eccoVi serviti! Via gli appunti! E infatti Joseph Biden, 81 anni (il nostro presidente Sergio Mattarella ne ha 82), ha avuto incertezze. Che peraltro già avevamo imparato a conoscere. Anche per questo gli vogliamo bene: per la sua umanità. Ma gli opinionisti-strilloni hanno gridato allo “Scandalo della Senilità”.
Come se ciò non bastasse, e ad ulteriore dimostrazione che questo non è un servizio pubblico bensì Puro Populismo, questa volgare televisione ha condotto un sondaggetto fra il “popolo”: non ha chiesto chi fra i due avesse i migliori argomenti ma chi avesse fatto una migliore impressione, chi avesse “vinto”. Quindi il “popolo” al candidato al naturale ha preferito il candidato di plastica probabilmente imbottito di cocaina. Sembra il Sanremo degl’italiani ci cui commentatori (televisivi e non solo) giudicano i concorrenti in base all’outfit e non sulla base della canzone. Un altro arrogantissimo mass media “liberal”, il “New York Times”, ha sentenziato in un editoriale dei suoi “opinionisti” che Biden “deve” ritirarsi. Opinione stupida che ha contagiato non solo altri giornali “progressisti” ma anche tanti finanziatori creando un problema gravissimo per la credibilità e l’unità dell’unico Partito realmente democratico e quindi per la tenuta della democrazia americana in un’elezione decisiva per il futuro non solo dell’Ucraina e della NATO ma anche del nostro mondo libero. Va ricordato che il tanto blasonato NYT non solo non fece endorsement per Barack Obama (il quale poi salvò l’America da Sarah Palin) ma nel 2016, anziché dedicarsi ad approfondire le decisive ingerenze russe (per mezzo di fake news) a favore del candidato Trump, contribuì a far perdere la candidata più preparata di sempre, la Clinton, con un’altra forma di scandalismo che avrebbe potuto risparmiarsi, il finto scandalo delle email (da segretaria di Stato non aveva mai usato il suo account ufficiale per la sua corrispondenza, cosa irrituale ma non illegale). Volendo giocare a fare gli “influencer” anziché i cronisti, volendo sconfinare dal proprio ruolo e diventare protagonisti della Politica con facile populismo da giornaletti per portinaie, questi giornalisti falliti continuano a creare casi e casini basati sul nulla. Cioè confezionando fake news, notizie fasulle (come quelle recenti contro la Puglia). E la stampa che diffonde allarmi infondati è cattiva stampa.
Il settimanale britannico “Economist” ha addirittura osato mettere in copertina un disegno satirico con un deambulatore al posto di Biden. La Politica è cosa seria e l’antica Grecia ci mostra che satira e democrazia non vanno d’accordo: non dimentichiamo che Socrate fu sbeffeggiato a teatro da un comico prima di venir condannato a morte dai giurati suoi concittadini. E tutti noi italiano conosciamo bene le conseguenze delle diffamazioni di Beppe Grillo contro i suoi avversari politici. Tutti e tre questi “media” dovrebbero vergognarsi di queste loro indebite ingerenze. Chi si credono di essere, per dettare la linea dei partiti? E qual è la differenza fra gli “haters” bifolchi, i “leoni da tastiera”, e questi discorsi d’odio contro un rispettabilissimo anziano che ha salvato la democrazia e ha messo tutto il suo impegno per salvarla di nuovo?
Qual è la differenza sostanziale fra il comune bullismo degli odiatori ed un simile pressing e mobbing dei “Grandi Giornali” che attaccano ad personam il “Commander in Chief” dicendogli che “deve” dimettersi? Perché questi giornaloni liberal non hanno piuttosto chiesto insistentemente le dimissioni di Trump, giudicato da una giuria colpevole di 34 capi d’accusa, il primo candidato condannato della storia USA? L’estrema sinistra giovanilista americana ha costantemente creato movimenti anti-sistema che hanno sempre colpito Biden: prima le manifestazioni giovanili che chiedevano lo Stop ai finanziamenti alla Polizia (cioè alla protezione dei cittadini!) prendendo come pretesto alcuni casi (peraltro statisticamente irrilevanti) di omicidi da parte di singole mele marce fra i poliziotti; poi gli studentelli acampados che occupavano gli spazi pubblici delle Università (impedendo il diritto allo studio) gridando slogan criminali contro Israele; ora è il momento dell’ennesimo movimento sociopatico, gli “anti-Biden”. E la stampa americana, anziché sostenere questo grande presidente e sottolinearne le storiche riforme, volendo conquistare “followers” fra i giovani analfabeti che (notoriamente) non leggono più i giornali, ha dato risalto a movimenti distruttivi di giovinastri privi di qualsiasi credibilità, animati solo dalla smania di distruggere e sfogare i loro odî repressi contro capri espiatori, che gridano istanze assurde, inaudite, completamente irrazionali, impraticabili, antipolitiche ed impolitiche (sempre CONTRO qualcuno, mai in favore di qualcosa di concreto). Contro questi idioti, da vero Leader morale della Nazione, Joseph Biden eroicamente tira dritto per la sua strada con enorme dignità: «Nessuno è più qualificato di me per la presidenza», ha ribadito senza falsa modestia. Egli è effettivamente il migliore anche (e soprattutto) in virtù della sua veneranda età e non “nonostante” la sua età. In virtù della sua esperienza di senatore e vicepresidente in soli quattr’anni (ma con grande influenza già come vice di Obama) Biden è già stato il presidente più riformista della Storia americana. Il leone progressista ha già sconfitto una volta Trump ed è l’Unico Uomo in America in grado di sconfiggerlo di nuovo. Peraltro Biden ha spiegato bene che le sue défaillances al confronto con lo sfidante erano dovute alla stanchezza per i troppi viaggi della campagna elettorale ed è una spiegazione che, vista l’età, è perfettamente credibile. Come ha detto Nancy Pelosi, «non si tratta di giudicare una prestazione in un dibattito bensì la prestazione di una presidenza». Infatti sono dalla parte del buon Joe non solo tutti i governatori del Partito democratico ma anche il pluripremiato storico ebreo americano Allan Lichtman il quale dice saggiamente che Biden deve restare in gara (ed eventualmente, se sarà stanco, cederà il passo alla vicepresidente). E se anche Biden avesse nuove incertezze durante la dura campagna presidenziale, vi ricordo che le persone anziane hanno altri tempi, sono più lente ed è normale che tante di loro possono anche avere un disturbo neurocognitivo lieve che non crea problemi pratici. Il fatto che Biden faccia delle gaffes lo rende simpatico come i nostri Nonni.
Non è lui il candidato sbagliato, è sbagliata la scala di falsi valori di una società iper-performante, superficiale e malata che oramai manca di rispetto persino ai suoi grandi vecchi, e del populismo di una stampa che per essere compiacente con i suoi lettori e telespettatori, analfabeti della politica, rilancia e idolatra opinioni stupide. Anziché valorizzare l’esperienza straordinaria di questo Grande Vecchio che dovrebbe essere l’orgoglio dell’America, ed opporre al populismo dell’estrema destra la saggezza di quest’Eroe, questi fogli -peraltro col loro pessimo inglese da quattro soldi- propongono un’ennesima forma di populismo: il giovanilismo (“giovane-è-meglio”). Così ha sentenziato la voce del popolo dei giovani. Prendendo a pretesto la nuova moda della rottamazione dei vecchi, questi giornalisti falliti e ridotti a commercianti-strilloni hanno creato per motivi commerciali una telenovela quotidiana (“si-dimette o non-si-dimette?”) che ha già causato danni forse irreparabili: sarà colpa loro, come nel 2016, se vincerà Trump. Il “largo-ai-giovani” è un’altra moda sciocca da non copiare dall’America. Copiamo dagli Stati Uniti solo il meglio, come l’Esperienza, l’Eroismo e l’Empatia nell’arte politica sempre dimostrate da Biden. Lunga vita al presidente Biden! Lele Jandon

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