sabato 24 dicembre 2022

Gli Angeli della Luce, Riflessione per Natale

di LELE JANDON
Da oltre dieci mesi i valorosi combattenti ucraini lottano e continuano a combattere. Tanti sono giovani padri di famiglia come quel babbo il cui figlioletto piange e protesta colpendogli l’elmetto coi suoi piccoli pugni perché non vuol lasciarlo andare. Anche il padre piange, prova a calmarlo offrendogli una merendina ma non serve a nulla: il bimbo vuole suo papà.
Già cento bambini e ragazzi ucraini sono rimasti uccisi dagli attacchi aerei. E così questi minori notoriamente bravissimi scolari e studenti) anziché star fuori a giocare costruendo pupazzi di neve, continuano a studiare a lume di candela. Alcuni restano traumatizzati come Sasha, il bambino di otto anni nella Gallery di cui ci racconta il quotidiano “La Stampa” di Torino, che ha smesso di parlare da quando sono iniziati i bombardamenti. Sul telefonino i bimbi hanno un’apposita app per l’allarme aereo: le lucette s’accendono e loro sanno dove rifugiarsi, in casa o nei metrò o nei rifugi di epoca sovietica. Fra un allarme e l’altro è stato comunque issato un albero di Natale in piazza Santa Sofia a Kyiv: il quotidiano milanese “Il Giorno” pubblica la foto della piazza del dicembre 2021 e quella di quest’anno per mostrare l’aria che tira. Come si vede, le giostre e i mercatini natalizi di questa bellissima capitale hanno lasciato spazio al vuoto e al buio. Già il regime stalinista provò a rovinare la sacralità del Natale instaurando la patetica “festa di fine anno” e il culto delle personalità sovietiche ma gli ucraini hanno saputo mantenere la loro cultura che stanno difendendo anche ora. Sarà un Natale buio domani: assieme al cocktail demoniaco di bombe, gelo e terrore (stupri e saccheggi), il buio (attraverso massicci attacchi con droni e missili alle infrastrutture energetiche) è l’arma di guerra di Putin per piegare l’Ucraina. L’altro giorno questo moderno Erode ha rovinato la festa di San Nicola (che reca i doni ai fanciulli come nelle parti d’Italia che facevano parte dell’Impero bizantino). Come ha detto Zelensky, l’Ucraina è «una potenza spirituale» e mai come quest’anno la “Festa delle luci” (che dura sino a lunedì) assume un tale valore simbolico: come ha notato il leader dei rabbini ucraini Mayer Stambler accendendo la menorah alla presenza di una serie di ambasciatori ricordando la storia vera da cui ha origine la festa ebraica di Hannukah (una storia di lotta per l’indipendenza da una potenza colonizzatrice), «stiamo vivendo la stessa situazione, questa è una guerra fra l’oscurità e la luce».
Com’è noto, nella nostra Tradizione spirituale gli angeli sono luce. Nel disegno di quest’artista ucraina (Irina Kostyshina), che Antonello Ghezzi ed io abbiamo scelto per augurare comunque buon Natale ai nostri fratelli europei ucraini e a tutto il Pubblico affezionato de “Il Cinema e i Diritti”, vediamo dei veri angeli custodi: sono i vari soccorritori che a sirene spiegate volano a recare la luce laddove il mostro infanticida ha fatto calare le tenebre. Da Leopoli il pastore luterano ucraino Dmytro Tsolin, che è stato professore anche a Wittenberg e Gerusalemme, scrive su “Riforma”: «Vediamo anche Cristo in guerra: lo vediamo nelle manifestazioni di abnegazione umana, nella disponibilità ad aiutarsi a vicenda, nella disponibilità a dare la propria vita per gli altri. La guerra rivela il lato divino della natura umana non meno delle peggiori qualità. Vediamo la presenza di Dio nel coraggio dei nostri soldati, nell’aiuto e nel sostegno dei vostri Paesi e delle vostre comunità: senza non saremmo sopravvissuti. Grazie.» Ma in giro c’è anche molto irrazionalismo e speriamo che il Natale rechi il lume della ragione a chi si è lasciato contagiare dai populismi (No-Vax, No-Armi) che diffondono menzogne così potenti da provocare quel fenomeno che Kierkegaard chiamava la “repressione della coscienza”. Dobbiamo pregare aiutando attivamente gli ucraini con le donazioni ed il sostegno delle armi e possiamo ragionevolmente sperare che Putin venga eliminato (e con lui la sua ideologia). Il presidente ucraino, di religione ebraica come Gesù, ha definito il putinismo “male assoluto” e nel suo commovente discorso al Congresso americano pronunziato simbolicamente durante Hannukah, ha detto a proposito della nobile Nazione da lui guidata: «Fra pochi giorni è Natale. In Ucraina lo celebreremo anche a lume di candela, e non per romanticismo. Non abbiamo l’elettricità e molti non hanno l’acqua. Ma non ci lamentiamo. La luce della nostra fede illuminerà il Natale».

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