di
LELE JANDON
Un'idea originale per far amare le verdure ai bambini: la pizza agli asparagi! |
Soprattutto in questo
periodo in cui imponendo questa forma di quarantena lo Stato italiano ci
sottrae sole, aria, fresco, alberi, verde,
salute, movimento, dobbiamo aver cura del nostro organismo. Per farlo,
dobbiamo imparare a conoscere le verdure e gli ortaggi antiossidanti (che rallentano o
prevengono lo stress ossidativo, cioè il danneggiamento delle nostre cellule). Lo
Stato-Leviatano può derubarci della vita naturale ma non può sottrarci la
nostra sapienza culinaria e la nostra libera scelta vegetariana!
Ebbene, oggi Vi voglio
parlare dell’asparago che contiene un forte antiossidante chiamato glutatione.
Non propriamente un
frutto, bensì un turione, ossia il
giovane getto commestibile della pianta, l’asparago è un prodotto spontaneo
della terra, e così ci ricorda lo stile di vita dei primi umani i quali erano felicemente
raccoglitori nomadi, sapevano fare un sacco di cose ed avevano molto tempo
libero per raccontarsi storie.
Le penne agli asparagi verdi sono una ricetta anche tedesca. |
In greco antico asparago
si diceva ἀσπάραγος (aspáragos, o ἀσφάραγος, aspháragos), ma i Greci non lo
coltivarono sùbito, mentre gli Egizî
sì, già nel 4000 avanti Cristo (il
faraone Ikhnaton e sua moglie Nefertiti lo proclamarono “cibo degli dèi”); siccome gli antichi romani appresero dai Greci (come un
sacco di altre cose) a gustarlo, in latino il nome è traslitterato, cioé “asparagus”. Ne parla anche Plinio e gl’imperatori
romani ne facevano portare intiere navi piene.
Torta agli asparagi verdi. |
In passato gli spazzacamini
adoperavano gli asparagi (arrotolati a mò di spatola spinosa) per pulire le
canne fumarie. Una curiosità: sapete che la parola spazzacamino (Schornsteinfeger, al femminile Schornsteinfegerin) è una delle più
lunghe (e solo apparentemente complicate, basta scomporla) in tedesco (ma
potete anche usare la più breve Kaminfeger!)?
Questo lungo periodo di restrizioni a casa fornisce ai nostri giovani non solo un’ottima
occasione per imparare a cucinare, ma anche per intraprendere l’avventura dello
studio di quest’affascinante lingua che (molti non sanno!) è la più parlata in
Europa!
Imprenditori tedeschi mostrano le due varietà di asparagi raccolti. |
Oggi è proprio la Germania a detenere il primato nell’Unione
Europea nella produzione dell’asparago (Spargel, ma attenzione: Spargelkohl
sono i broccoli, detti anche Brokkoli!):
più precisamente quello tedesco è l’asparago bianco (weiβer Spargel, famoso
quello della
Baviera),
i più buoni sono quelli estratti nel Land
del Brandeburgo (Beelitzer Spargel) ma so che alcuni di quelli che si trovano
nei supermarket tedeschi provengono dal Perù. A raccoglierli sono solo Gastarbeiter, lavoratori-ospiti perlopiù
dalla Romania, e per salvare la raccolta di quest’anno si è dovuto dare un
permesso speciale affinché atterrassero in Germania.
Asparagi verdi ed asparagi bianchi. |
L’Italia si attesta
come uno dei principali Paesi d’Europa produttori delle varietà verdi. Il
50% qui lo produce la Puglia che, come denuncia questo giovane
imprenditore agricolo al quotidiano “La
Stampa” (https://www.lastampa.it/topnews/primo-piano/2020/03/31/news/l-agricoltore-rimasto-senza-braccianti-per-il-coronavirus-il-raccolto-di-asparagi-rischia-di-restare-nei-campi-1.38660028
) si trova in crisi per via della paura del contagio da Covid19: lo stesso
quotidiano di Torino oggi titola “E’ la
primavera più secca da sessant’anni” e questo squilibrio è dovuto allo
sconvolgimento climatico denunciato da Greta e dai movimenti dei Friday for Futures.
Le fonti di vitamina B1. |
E siccome l’agricoltura
è sempre stata caratterizzata storicamente dallo sfruttamento, questo settore
primario risente della mancanza di manodopera, spesso costituita da persone di
origine straniera sottopagata e non in regola. Poiché gli arrivi d’immigrati
son crollati, e molti son tornati ai Paesi d’origine nell’Est europeo (sinché è
stato consentito dalla legge), non c’è stata una sostituzione interna, come
spiega il sociologo Stefano Allievi
oggi sullo stesso giornale (a pagina 21). La soluzione politica sarà dunque regolarizzare
con una sanatoria generale i tanti lavoratori in nero, come ha raccomandato anche
l’economista Tito Boeri su “Repubblica”.
Gli asparagi sono
dunque amati sia dai tedeschi che dagl’italiani: come in Germania esiste la Spargelfest, la festa degli asparagi
durante la Spargelsaison
(aprile-giugno), così in Italia normalmente si svolge in vari comuni la fiera
dell’asparago, raccolto anche nel Trevigiano e nel Vicentino. Ma oltre che
popolare (si pensi agli asparagi con le uova alla veneta o
alla milanese: le uova sode sono pure un ingrediente tipicamente pasquale in
quanto simbolo di rinascita) è un ingrediente nobile, amato dai buongustai: i palati
fini con questa pianta possono apprezzare la Spargelsuppe
(la crema d’asparagi), il
risotto agli
asparagi, l’insalata di riso alla padovana, addirittura la pizza agli
asparagi o anche le quiches (che vanno sempre bene con le
verdure; gli asparagi legano bene con carciofi e zucchine).
Poveri di calorie, gli
asparagi abbassano la glicemia e la
pressione sanguigna e combattono la ritenzione idrica (la tendenza a
trattenere liquidi nell’addome, nelle cosce e nei glutei): l’asparago è dunque
un alleato dei nostri sforzi nel fitness,
così limitato a causa della quarantena casalinga.
La quercetina è detta anche quercitina ed è una molecola che protegge il cuore. |
Nello schema che Vi
allego vedete l’arcobaleno di vitamine per orientarVi. Per massimizzare
l’assorbimento della vitamina K e della quercetina (o quercitina, molecola flavonoide che
protegge il cuore e la pelle) bisogna servirli con una fonte di grassi buoni,
ad esempio l’olio extravergine d’oliva. Contengono anche (come i semi di girasole, le arance, i broccoli, i piselli verdi ed il
tofu) la vitamina
B1 (detta anche tiamina o “vitamina del morale”), idrosolubile,
che converte il glucosio in energia.
Al fine di mantenere il
più possibile i nutrienti, basta sbollentare
gli asparagi per non più di cinque minuti in poco liquido.
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LOUISE MOILLON/1. "Cesto di frutta con mazzo di asparagi" della pittrice parigina Louise Moillon, 1630. |
Nessuno meglio degli
artisti ha immortalato la bellezza di questa pianta: s’incominciò nella cornice
del genere detto “natura morta”, nato nel Cinquecento e diffuso in Olanda,
Francia ed Italia ove finalmente, dopo il Medioevo, si è riscoperta la natura
nell’arte, grazie alla fiorente borghesia commerciale che commissionava
quadretti decorativi per i suoi begli appartamenti.
Fra coloro che hanno
riprodotto fedelmente gli asparagi ci sono anche tre pittrici le quali hanno
dimostrato che le donne possono rendere con non meno precisione anche questo
soggetto naturalistico: del resto le donne, che già erano raccoglitrici come
gli uomini all’alba dell’umanità, hanno da sempre avuto particolare sensibilità
e conoscenza erboristica (una sapienza che ai tempi della credenza nella magia
fu oggetto di sospetti ed accuse di stregoneria contro chi conosceva i poteri
“magici” delle varie piante).
LOUISE MOILLON/2. "Scena di mercato con borseggiatore" di Louise Moillon, prima metà del Seicento. |
Nel secolo d’oro
olandese, il secolo dei tulipani, troviamo questa pianta nel “Cesto
di frutta con mazzo di asparagi”, del 1630, della pittrice parigina Louise Moillon,
che coi suoi coloratissimi canestri
di frutta (spesso con le fruttivendole e le signore acquirenti come nel quadro
“Alla bancarella del mercato”, e in
un buffo dipinto anche con un borsaiolo non visto che sbuca alle spalle!) fu
una dei massimi esponenti della pittura di genere del Seicento (un suo quadro, “La
venditrice di frutta”, è al Louvre).
Osservate il realismo delle prugne! E ammirate la profondità della prospettiva
scientifica nel particolare dei bordi del tavolo che s’intravedono!
LOUISE MOILLON/3. Un'altra opera della pittrice francese ambientata in una bancarella di frutta e verdura. |
Siccome le donne non
erano ammesse nelle scuole d’arte, la Moillon non avrebbe potuto studiare, ma
la sua formazione fu salva grazie al fatto che era figlia d’arte: il padre era anch’egli pittore (come nel caso di
Artemisia Gentileschi, figlia di Orazio) e così egli fu suo eccellente maestro
per lei e per suo fratello, che
intraprese lo stesso mestiere della sorella.
Louise era di famiglia
protestante calvinista (cioè seguace
del Riformatore Giovanni Calvino) e si maritò con un commerciante di fede
calvinista.
L'ottimo libro di storia del pastore Emanuele Fiume sul grande Riformatore Giovanni Calvino. |
Con la sua famiglia
venne perseguitata a causa della sua fede, in sèguito a quella catastrofe
dell’umanità che fu l’editto di
Fointainbleu, del 1685, che -come
Vi ho raccontato nella versione integrale dell’ultimo docufilm di Antonello
Ghezzi (“Fiabe Tedesche: un Viaggio
Magico”)- fu il decreto con cui il tiranno re cattolico Luigi XIV (un
megalomane assolutista che si faceva chiamare “Re Sole”) revocò a tradimento
l’editto di Nantes (“perpetuo ed irrevocabile”) con cui re Enrico IV nel 1598
aveva creato la pace fra protestanti francesi e cattolici francesi, facendosi
cattolico ma dando libertà di culto ai protestanti nelle aree ove erano già
insediati (fuorché la capitale Parigi, Rouen, Lione, Digione e Tolosa) e
proibendo il culto cattolico a Saumur, La Rochelle e Montpellier: così in tutta
la Francia essere protestanti (calvinisti nel caso francese) divenne fuorilegge
e ci furono grandi ondate di profughi verso la Germania (questa vicenda è
narrata anche nell’ottimo libro di
storia del pastore Emanuele Fiume “Giovanni
Calvino”, Salerno editrice, Roma 2017, che ho ampiamente citato nella
mia ultima conferenza de “Il Cinema e i
Diritti”). Il marito di Louise venne imprigionato, i figli trovarono
rifugio in Inghilterra, lei restò ma dovette tenere segreta la sua fede
protestante: ecco spiegato perché la sua vita rimane così misteriosa.
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MANET. "Mazzo di asparagi" del pittore parigino Manet, 1880. |
Duecento anni dopo
Louise Moillon, per il suo olio su tela “Une
botte d’asperges” (“Mazzo di asparagi”,
del 1880, esposto a Colonia al Museo “Wallraf Richartz”), il suo connazionale Édouard Manet
(di cui vedete il suo autografo in basso a sinistra) aveva tratto ispirazione anche
lui dal soggetto delle nature morte che aveva veduto durante dei viaggi
occasionali in Olanda ove nel
Seicento già altri pittori (tutti e tre operanti ad Anversa) avevano inserito gli
asparagi:
- Cornelis de Vos (fratello di Paul);
- Frans Snyders (allievo di Pieter Brueghel il Giovine, in una macabra natura
morta con cinghiale);
- e Jan van Kessel il Vecchio (nipote di Jan Brueghel
il Vecchio).
BONVIN. "Natura morta con asparagi" del pittore francese F. Bonvin, 1867. |
MARIA VOS. "Natura morta con asparagi" della pittrice olandese Maria Vos. |
Prodotto del genio
olandese è anche il colore dello sfondo del quadro
di Manet: si chiama “bruno Van Dyck” (dal nome, appunto, dell’artista olandese anch’egli
secentesco). Una curiosità: siccome il
suo compratore (un banchiere collezionista nonché critico d’arte) gli aveva
mandato più soldi della cifra richiesta pel quadro, Monet gli fece un piccolo
dono, un quadretto con un solo asparago, “L’asperge”, che oggi si trova al Musée d’Orsay di Parigi.
Non fu un
caso, dunque, che i due contemporanei colleghi di Manet i quali scelsero come
soggetto gli asparagi furono un francese ed una olandese:
-
il realista
François Bonvin, che
dipinse nel 1867 una “Natura morta con asparagi” che si
trova esposta, fatalità, nel villaggio di Otterlo, in Olanda, al “Kröller-Müller Museum” che ospita
opere di Van Gogh).
-
e l’olandese Maria Vos, che fu allieva dei
pittori connazionali Christiaan Andriessen e Petrus Kiers (marito della pittrice Elisabeth Alida Haanen, anch’ella
autrice di nature morte come Maria): fra le tante sue “Stillevens”, nella sua “Natura morta con brocca” mise anche i
nostri amati asparagi!
SONJA MCBESCH. "Primavera" della pittrice tedesca Sonja McBesch. |
Siccome gli asparagi sono fra i primissimi germogli che
annunziano la venuta della mezza stagione, la fantasiosa pittrice amburghese
Sonja McBesch
(1924 – 2008) ha scelto d’inserire in primo piano proprio un campo d’asparagi
giganteschi (che paiono crescere al suono del piffero di un angelo alato) nel
suo dipinto “Springtime” (“La Primavera”),
esposto al “Museo Europeo degli Asparagi”
nella cittadina bavarese di Schrobenhausen, vicino Monaco!
LELE JANDON
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