di LELE JANDON
Sarà
Matthew Fox, teologo ed attivista dei diritti umani, ad inaugurare, Ospite in
Esclusiva, la seconda edizione del Cineforum da me fondato "Il Cinema e i Diritti" alla Casa
dei Diritti del Comune di Milano.
Fra
i massimi pensatori viventi, autore di trenta opere tradotte in 48 lingue, il
pubblico italiano lo conosce per "Creatività",
"Compassione" ed il bestseller "In Principio era la
Gioia" (prefazione di Vito Mancuso), che proviamo ad illustrare qui con delle immagini evocative.
Quattro
secoli dopo Cristo, un prete africano di nome Agostino, dopo una vita di vizi e
stravizi e dopo aver peregrinato fra le più varie sette (fra cui addirittura i
manichei), inventò la dottrina ideologica ed antibiblica del cosiddetto "peccato
originale" e dunque della necessità della redenzione dal peccato del
mitico primo uomo, Adamo, che avremmo ereditato come geneticamente (ricordiamo
che Agostino è lo stesso che predicava che i bimbi senza battesimo finirebbero
nel fantomatico "limbo" e che gli Ebrei sarebbero
"lussuriosi" o che "la donna non è fatta ad immagine e rassomiglianza di Dio").
Questa "dottrina della caduta e della redenzione" che produce una teologia ove mancano giustizia sociale, bellezza e creatività, era naturalmente inaudita da Gesù, in quanto ebreo, e in tutta la loro storia gli ebrei non si sono neanche sognati una simile interpretazione pessimistica che del brano della Genesi diede il prete d'Ippona che nei Papati di Wojtyla e Ratzinger ha avuto più influenza che lo stesso Vangelo. Fox cita la testimonianza di una delle persone che gli hanno detto:
Questa "dottrina della caduta e della redenzione" che produce una teologia ove mancano giustizia sociale, bellezza e creatività, era naturalmente inaudita da Gesù, in quanto ebreo, e in tutta la loro storia gli ebrei non si sono neanche sognati una simile interpretazione pessimistica che del brano della Genesi diede il prete d'Ippona che nei Papati di Wojtyla e Ratzinger ha avuto più influenza che lo stesso Vangelo. Fox cita la testimonianza di una delle persone che gli hanno detto:
"Mi sono sempre chiesta da che cosa dovessi essere redenta, ma
avevo paura di chiederlo"
"Lei (Fox, ndr)
ha articolato per me quello che io vivo e di cui ho fatto esperienza"
(cioè l'esperienza delle quattro Vie, che vedremo)
Matthew
Fox fa riscoprire tutta una parte della nostra tradizione spirituale
occidentale da cui siamo stati come derubati e che ci è stata come nascosta: la
sua è un'operazione copernicana con forti implicazioni dirette sui diritti
umani, e sulle nostre responsabilità verso l'ambiente.
Quella
che propone Fox è una spiritualità cosmocentrica, che mette al centro il cosmo
cioè il creato, in opposizione a quella di quei due Papi che era amartiocentrica
(cioè che mette al centro questo presunto peccato, in greco amartìa), quella del "mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa"):
non più, quindi, "Original Sin"
bensì "Original Blessing"
"Benedizione
originale" che "si può anche chiamare "bene originale, grazia
originale o sapienza originale" (pag. XLV): "benedizione non è altro
che il termine teologico per "bene". "La biofilia cioè l'amore
per la vita, è sinonimo di eros, che a sua volta è sinonimo di sapienza", wisdom, è "l'amore per le vite
degli altri, il diritto degli altri alla dignità e all'eros"
Il primo fondamento biblico è:
"Dio vide quanto
aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona" (Genesi 1, 31)
Si
pensi ai libri ebraici dei Profeti e
ai Salmi ed alla serie di benedizioni pronunziate dall'ebreo Gesù che
sono le Beatitudini, laddove "beato" è sinonimo di
"benedetto". Come dice il grande studioso protestante americano contemporaneo
Walter Brueggemann, la benedizione nella
Bibbia ebraica "riguardava il benessere socioeconomico, politico e
materiale della Comunità".
Mentre
Agostino, dualista, era indifferente al regime politico (e ciò spiega molte
cose), "Tommaso sottolineò invece il ruolo vitale dell'ordine politico,
definendolo necessario per il raggiungimento del massimo bene terreno",
come scrive Raghavan Iyer (studioso di Gandhi).
"E' stato sant'Agostino a usare
l'espressione "peccato originale" per la prima volta (nel IV secolo).
Gesù, essendo un ebreo, non ne aveva mai sentito parlare. Ma una religione
fondata su una teoria che il suo "fondatore" non ha mai nemmeno immaginato
è una stranezza."
A
proposito di tale oblio dell'ebraicità di Gesù, mi viene in mente una citazione
cinematografica: nel film (storia vera) "In Darkness", della regista polacca Agnieszka Holland, la
moglie di Leopold Soscha (1909 - 1946), informa il marito (operaio comunale che,
grazie alla sua conoscenza delle fogne, avrebbe nascosto e salvato da morte
certa venti ebrei) che:
"Gli Ebrei sono
esattamente come noi. Gli Apostoli e la Madonna erano Ebrei, Gesù compreso"
ed un altro personaggio loro amico nel film esclama stupito:
"Ma davvero Gesù
era ebreo?"
Ragiona Matthew Fox:
"Dev'esserci una
ragione perché una religione si sostenga su una teoria inventata secoli dopo la
morte del suo fondatore. Infatti c'è. Nel IV secolo, la Chiesa ereditò l'impero
romano, e per far funzionare un impero in modo efficiente occorrono dottrine
come quella del peccato originale per tenere a bada la popolazione civile e
l'esercito" (pag. XLIV) "mantenere
vivi nella società il senso di colpa, il dubbio interiore e la sfiducia, nel
nome di un Dio vendicativo, è un'attività che pagava bene un tempo come
oggi" (pagg. 57 - 58) infatti, come dice il filosofo indiano Raghavan
Iyer, "Gandhi pensava che fosse importante combattere la dottrina del
peccato originale" (pag. 98)
Quella che ci fa riscoprire Fox è
"la tradizione di cui fa parte lo stesso
Gesù, derivandola dalla sapienza dell'antico Israele, la tradizione più antica
della Bibbia, profondamente ebraica proprio come profondamente ebreo era
Gesù. E' anche la tradizione che sta
dietro all'unica vera rinascita che è avvenuta in occidente, quella del XII
secolo, che diede i natali a Francesco d'Assisi, al movimento che portò
alla nascita delle università" (che Fox conosce assai bene essendo stato
allievo del grande storico Chenu) e dei movimenti francescano e domenicano (a
cui è appartenuto anche Fox stesso, sinché, dopo trentaquattr'anni di onorato
servizio, all'età di cinquantatré anni, fu espulso dal Cardinal Ratzinger)
Ma "quando" Ratzinger "seguace
delle idee di sant'Agostino, condannò questo libro come "pericoloso e
deviante" era lui a trovarsi molto al di fuori sia dalla tradizione
biblica sia dalla tradizione non-dualistica rappresentata da Ildegarda di
Bingen, Francesco d'Assisi, Tommaso d'Aquino, Matilde di Magdeburgo, Meister
Eckhart, Giuliana di Norwich, Niccolò Cusano"
(in particolare i "sei mistici (tre donne e tre uomini) che hanno messo al centro il creato":
Giuliana, Ildegarda, Matilde, Francesco, Tommaso e Eckhart);
"La dottrina del peccato originale non si trova in nessuno degli scritti dell'Antico Testamento. Certamente non c'è nei primi tre capitoli di Genesi. L'idea che i discendenti di Adamo siano automaticamente peccatori a causa del peccato dei loro antenati, e che siano già peccatori quando vengono al mondo, è aliena alle Sacre Scritture"
dice
lo storico cattolico svizzero Herbert Haag (1915 - 2001) nel libro "Is Original Sin in Scripture?"
(1969).
"ALIENO ALLA TRADIZIONE EBRAICA": il c.d. peccato originale secondo il Premio Nobel per la Pace Elie Wiesel, scrittore ebreo americano sfuggito al lager di Auschwitz. |
Ed il Premio Nobel per la Pace Elie Wiesel, sopravvissuto ad Auschwitz
e professore a Boston:
"Il concetto di peccato originale è alieno
alla tradizione ebraica"
(oltreché
estraneo, dice il vescovo cristiano ortodosso britannico Timothy Ware, ai più
fra i teologi ortodossi: "Gli uomini ereditano automaticamente la
corruzione e mortalità di Adamo, non la sua colpa"!). La conseguenza, secondo lo
storico umanista americano Herbert J. Muller (1905 - 1980), è stata che:
"Lungo tutta la storia del Cristianesimo, ha
incoraggiato un'accettazione assurda di mali sociali evitabili, e persino un'insensibilità per la sofferenza
umana. Può spiegare la facile accettazione della schiavitù e della servitù
della gleba, e un primato di atrocità mai raggiunto da nessun'altra religione"
Anche il filosofo francese Paul Ricœur (1913 - 2005)
concorda:
"Non
si dirà mai abbastanza quanto male ha fatto alle anime, durante i secoli
del cristianesimo, prima l'interpretazione letterale della storia di Adamo, poi
la confusione di questo mito, trattato come una storia, con la speculazione
successiva e in particolare quella agostiniana sul peccato originale"
Per
esempio, "l'omosessuale rischia di percepire la propria omosessualità come
un peccato originale" (pag. 52, cfr. http://lelejandon.blogspot.it/2015/01/la-sessuofobia-rende-spietata-e.html;
ragion per cui le quattro Vie sono particolarmente curatrici degli omosessuali
che vogliono guarire dall'omofobia interiorizzata). Mi viene in mente il caso di Anthony Hess, il figlio gay di Philomena
la cui storia abbiamo raccontato al Cineforum: http://lelejandon.blogspot.it/2015/01/la-sessuofobia-rende-spietata-e.html.
Il suo confessore lo faceva sentire in colpa per la sua omosessualità, proprio
come le suore facevano provare vergogna a sua madre per averlo concepito senza
essere maritata. La parola
"piacere", in questa tradizione del peccato originale, è diventata
una parolaccia, quando invece il piacere, l'estasi, il godimento, ci
permettono di assaporare la vita ed amarla, e condividere il piacere ci fa
costruire giustizia e relazioni armoniose. Come dice il poeta gay W.H. Auden
(1907 - 1973), "di norma erano quelli che odiavano il piacere a diventare
ingiusti".
Un esempio di questa tradizione è Tommaso da Kempis (1380 - 1471), presunto autore del "De imitatione Christi", che predicava di "lottare contro le passioni" che sono maledizioni anziché benedizioni.
Il "Cantico dei Cantici" celebra l'amore sessuale umano. Qui sopra un dipinto di Franco Murer. |
Un esempio di questa tradizione è Tommaso da Kempis (1380 - 1471), presunto autore del "De imitatione Christi", che predicava di "lottare contro le passioni" che sono maledizioni anziché benedizioni.
Altro
che "creature peccaminose", noi siamo fatti "ad immagine e
rassomiglianza di Dio", dice la Bibbia ebraica (Genesi 1, 26 - 27):
"E Dio disse:
facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra rassomiglianza"
"Dio creò l'uomo a Sua immagine"
"Dio creò l'uomo a Sua immagine"
"Come ha
dimostrato William Eckhardt nel suo studio fondamentale sulla psicologia della
compassione (cfr. http://lelejandon.blogspot.it/2014/09/la-via-della-compassione-creativa.html),
non c'è adulto compassionevole che non abbia una fiducia radicale nella natura
umana" e "la compassione è una funzione della fede (cioè della
fiducia, faith, che in inglese è
sinonimo, ndr) nella natura umana mentre la costrizione è una funzione della
mancanza di fede nella natura umana" (l'ubbidienza, come dice Fox nel
libro "Lettere a Papa Francesco",
è l'essenza di ogni fascismo).
Due
personaggi fiduciosi della Bibbia sono il re Davide e Gesù di Nazaret. Il poeta
tedesco Goethe (1749 - 1832) invita a trattare il nostro prossimo con equanimità
(cfr. http://lelejandon.blogspot.it/2014/09/la-via-della-compassione-creativa.html):
"Se si tratta
una persona come sembra che essa di meriti di essere trattata, la si rende
peggiore, ma se la si tratta come se fosse già quello che potenzialmente sarebbe,
la si fa diventare ciò che dovrebbe essere": "una psicologia della
fiducia è necessariamente una psicologia di crescita", commenta Fox.
Lo
studioso cattolico Roland Murphy dice che "due dei fattori più importanti
per acquisire saggezza, secondo le Scritture, sono "l'apertura
all'esperienza e alla natura, e una fiducia di fondo".
"Da Meister Eckhart a Mary Daly" (1928 - 2010, teologa e filosofa
femminista americana),
"Il peccato che
sta dietro al peccato è individuato nel dualismo, nella separatezza, nelle
relazioni oggettivanti. Scegliete un peccato qualsiasi. In ciascuna di queste
azioni si tratta di un'altra persona come un oggetto esterno".
****
ED ECCO LE QUATTRO "VIAE":
BENEDIZIONE ORIGINALE, NON PECCATO ORIGINALE
BENEDIZIONE è IL BENESSERE della SOCIETA'
Dai SALMI alle BEATITUDINI di Gesu' ai mistici
ED ECCO LE QUATTRO "VIAE":
BENEDIZIONE ORIGINALE, NON PECCATO ORIGINALE
BENEDIZIONE è IL BENESSERE della SOCIETA'
Dai SALMI alle BEATITUDINI di Gesu' ai mistici
Fox,
come ormai conoscono i lettori del mio Blog,
ha formulato le quattro "Viae"
("Vie", in latino), "una spirale", "un ciclo che si ripete senza fine nel
corso della nostra vita", sentieri ove sperimentiamo il divino nel corso
delle nostre esistenze e vuole "sostituire la religione con la
spiritualità" (che egli chiama "spiritualità del creato", Creation Spirituality) olistica,
dialettica, adulta ed appassionata proponendo il seguente (per così dire) itinerarium mentis (et corporis) in Deum: Via Positiva, Via Negativa, Via Creativa e Via Transformativa.
Un
suo allievo ebreo ha detto a Matthew Fox:
"E'
la prima volta che sento un cristiano rifiutare apertamente le tre strade di
purificazione, illuminazione e unione. Quelle non sono ebraiche, mentre questi
quattro cammini lo sono eccome! Ora il dialogo può iniziare. La sua enfasi su
Gesù e la Saggezza è un altro ponte che sinora non era mai stato gettato"
("Lettere a Papa Francesco",
pag. 85).
"Tu sei davvero un buon rabbino"
("Confessioni di un cristiano ribelle", Garzanti, Milano 2015, pag. 245)
Ed una sua allieva ebrea di mezza età che aveva frequentato molti dei suoi corsi:
"Tu sei davvero un buon rabbino"
("Confessioni di un cristiano ribelle", Garzanti, Milano 2015, pag. 245)
Il cardinale Ratzinger scrisse al padre generale dei domenicani:
"Le saremmo grati se Lei volesse adoperare la Sua personale influenza per assicurare che venga revocato a padre Fox il suo incarico (...) e gli venga ordinato di astenersi dal divulgare ulteriormente in qualsiasi forma la tesi centrale del suo libro "In principio era la gioia". E' altresì necessario che egli si dissoci dalla "wikka", l'ideologia di "Starhawk", che si fa chiamare "strega". (...) "La sua trattazione dell'omosessualità non è ispirata dalla Scrittura né dalla dottrina della Chiesa. Fox mette in contrapposizione le tre vie tradizionali (purgazione, illuminazione ed unione) con quattro vie e con diversi aspetti che non possono non rappresentare ragione di preoccupazione, specialmente la figura di Dio come madre e come bambino, e quella degli esseri umani come "madri di Dio". In poche parole, questo libro dev'essere considerato pericoloso e deviato."
(Matthew Fox, "Confessioni di un Cristiano ribelle", Garzanti, Milano 2015, pagg. 178 - 179
notare anche l'infelice titolo che non rispetta il pensiero dell'autore)
"L'incapacità del Vaticano di avere a che fare con un Dio-madre ci dice molto di più sul peccato del patriarcato che sulla natura di Dio (...) La Congregazione si lamenta anche del fatto che io sono un "fervente femminista". Ma Gesù era femminista, Meister Eckhart era femminista." (Ivi, pag. 188)
1/VIA POSITIVA
VIA POSITIVA: LA MERAVIGLIA. |
- la
"Via Positiva": è la
meraviglia, il giuoco, l'amore, la gratitudine, l'apprezzamento della bellezza.
Via Positiva è in primis la meraviglia che
c'insegnano i bambini (i nostri figli e nipoti): "uccidere il
Fanciullo non è solo un peccato contro la Natura, è un peccato contro il
Regno" dice la studiosa americana di Kierkegaard Edna Hong.
"Gesù chiamò a
sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse:
"In verità vi
dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli"
VIA POSITIVA: LE BELLEZZE DELLA NATURA. La spiaggia di Lilaste, in Lettonia. Fotografia di Lele Jandon. |
Questa
meraviglia dinanzi alle meraviglie della
natura, incipit della ricerca sia
spirituale sia delle varie scienze (lo dicevano già i filosofi greci Platone ed
il suo allievo Aristotele; Fox
preferisce citare Tommaso d'Aquino ed il Rabbino Heschel:
"La meraviglia è
l'inizio della saggezza"
Via Positiva è il giuoco anche per gli
adulti: siamo l'unica specie animale
capace di giocare durante tutta l'età adulta, dice l'antropologo britannico
Ashley Montagu (1905 - 1999, autore di "The Elephant Man: A Study in Human Dignity", dond'è stato
tratto il film di David Lynch).
Via Positiva è l'innamoramento descritto
con splendide immagini campestri dal "Cantico
dei Cantici" (e quindi il piacere dell'amore sessuale, secondo
l'interpretazione ebraica del libro, di cui la Chiesa cattolica ha sempre
imposto un'interpretazione metaforica!)
Secondo il biblista Roland Murphy (1917 - 2002), sacerdote cattolico americano dell'ordine dei Carmelitani:
Secondo il biblista Roland Murphy (1917 - 2002), sacerdote cattolico americano dell'ordine dei Carmelitani:
"L'interpretazione
primaria del "Cantico dei Cantici"
è mettere al centro l'amore umano
sessuale, le sue gioie e la sua forza"
"Bere
del vino" significa "fare l'amore" (5, 1; 8, 2), i baci sono
come il vino (7,10) e i seni sono "grappoli della vite" (7,9), e
quando la donna parla della "mia vigna" fa riferimento ai propri
organi sessuali. Via Positiva è dunque la sensualità, secondo il mistico Meister
Eckhart ("l'anima ama il corpo") e le mistiche dimenticate Giuliana
di Norwich ("la nostra sensualità è fondata sulla natura, nella nostra
sensualità c'è Dio") e Matilde di Magdeburgo ("non disprezzare il tuo
corpo, perché l'anima è al sicuro nel corpo come nel regno dei cieli"). Il
biblista luterano tedesco Gerhard von Rad (1901 - 1971) "ha esaltato la
fede d'Israele per la sua terrestrità. La spiritualità ebraica (quella della
quale si nutrì Gesù) è talmente poco dualista che in ebraico non esiste un termine per il corpo o per l'anima. Per gli
ebrei, ciò che è carnale non è opposto a ciò che è spirituale." (pag.
66). Mentre Agostino diceva che Dio è imperturbabile, Tommaso d'Aquino (1225 -
1274) insegna che le virtù umane sono contenute nelle passioni.
E' l'amore
per la natura e gli animali, l'amore per la vita, l'amore per il corpo di cui
preservare la salite, la fiducia nella natura umana, la gioia di vivere, la
gratitudine, e dunque la lode, è profondamente ebraica. Il rabbino liberal Abraham Joshua Heschel (Varsavia
1907 - NY 1972) scrive nel classico "The
Prophet" (1962) che
"Essere è una
benedizione. Vivere è una benedizione"
"La lode precede
la fede".
La
visione di Fox (come anche quella del teologo Vito Mancuso) è panenteista: Dio si trova in tutte le cose
della natura, non è oltre la natura. Dobbiamo chiederci non tanto chi sia Dio,
bensì dove si trovi.
"L'universo è la
rivelazione primaria del divino",
dice
padre Thomas Berry (1914 - 2009), scienziato ed "ecoteologo", e
Meister Eckhart dice:
"Ogni creatura è
una parola di Dio, un libro su Dio" e "l'esistere in sé è Dio".
E i
poeti Baudelaire (1821 - 1867) e Rainer Maria Rilke (1875 - 1926),
rispettivamente:
"La Natura è un
tempio" (stessa metafora usata da Beethoven) e "Dimmi, qual è il tuo
còmpito, Poeta?/Io celebro".
Il
compositore e violoncellista catalano Pablo
Casals (1876 - 1973) lo dice benissimo così:
"La bellezza è
tutt'attorno a noi, ma quanti sono ciechi! La gente non gioisce delle cose
semplici, silenziose e naturali della vita" e "nella musica, nel mare, in un fiore, in una foglia, in un atto di
gentilezza: in tutte queste cose io vedo quello che viene chiamato Dio".
Analogamente,
l'attivista sociale cattolica americana Dorothy Day scrisse che fu
"l'amore ardente per il creato" del suo amato Forster a farle avere
fede in Dio ed esclamare:
"Come può non
esserci Dio se esistono tutte queste belle cose?"
Mi
viene in mente personalmente una citazione cinematografica, visto che siamo ad
un Cineforum: Shug, l'amica di Celie (il Premio Oscar Whoopi Goldberg) nel
grande classico del regista ebreo americano Premio Oscar Steven Spielberg
"Il Colore viola" le dice:
"Io credo che Dio s'incazzi se di fronte a
un campo di fiori viola
tu neanche te ne accorgi".
Non
a caso, sarà proprio lei a far prendere coscienza a Celie dei propri diritti
umani quotidianamente violati e disprezzati dal marito perverso, e farle
prendere la decisione di lasciarlo, realizzare il suo potenziale creativo e
rifarsi una vita.
Sia il
poeta Goethe (1749 - 1832) sia lo psicanalista Jung (1875 - 1961) concordano
nell'intuire che Dio non è fuori di noi perché, dice Fox, "è la forma più
perniciosa di dualismo" (cioè separazione), "in quanto separa Dio
dall'umanità e riduce la religione a una condizione infantile nella quale si
cerca di piacere a questo "Dio"". Il primo dice: "Che Dio
sarebbe un Dio capace solo di dare una spinta dall'esterno?" e il secondo:
"Ci sono due modi di perdere la propria anima. Uno di questi è adorare un
dio che sta al di fuori di sé". L'ebreo Gesù chiamò Dio "babbo"
(Abbà) rendendo "il legame
intimo fra creatura e creatore il più personale possibile, come nessuna
religione era stata capace di fare" (pag. 148).
"Tommaso
insegna che il significato "primario" di redenzione è "mantenere
le cose nel bene". Dobbiamo impegnarci a preservare la bontà delle cose,
la salute delle foreste pluviali, degli animali, degli uccelli, dei pesci, delle
acque e dei fiumi, del suolo e delle piante e, di conseguenza, della mente, del
corpo, del cuore e dello spirito dei bambini che verranno dopo di noi a vivere
su questa terra" ("Lettere a
Papa Francesco", pag. 129).
La tradizione
che mette al centro il creato "rigetta il dualismo tra cielo e terra e
opera e prega, come faceva Gesù, perché il regno di Dio venga "come in
cielo così in terra"". La giustizia che siamo chiamati a costruire è
nell'aldiquà: Meister Eckhart dice "Dobbiamo diventare cielo in questa
vita, così che Dio possa trovare casa qui" e il grande attivista Martin
Luther King diceva a quei religiosi che gli dicevano che non era mai il
momento: "time is always right to do
what is right" (che io ho scelto come motto del mio Cineforum "Il Cinema e i Diritti", ndr)
Gli
ebrei avevano un'idea dell'universo come kosmos
(ordine):
"Il popolo
ebraico credeva che l'universo fosse sorretto da due pilastri: giustizia e
rettitudine" (Salmi 88, 15: "Giustizia e diritto sono la base del tuo
trono"). "Se una crepa o una frattura appaiono in uno di questi due
pilastri, allora il cosmo intiero perde il suo centro, la sua stabilità. Dunque
l'ingiustizia è una questione cosmica.
Molti dei lamenti del salmista e dei Profeti danno voce al timore che
l'ingiustizia umana possa mettere a rischio l'universo stesso. Quando il debole
o l'orfano sono privati della giustizia, "vacillano tutte le fondamenta
della terra", rabbrividisce il salmista" (Salmi 81, 5)
"Non
è forse anche ciò che i teologi medievali è la "legge
naturale"?" nota Fox. E Tommaso d'Aquino dice che l'essere umano è "capax universi", capace di una
consapevolezza cosmica. Lo stato naturale del mondo è la bontà, come credono
anche i Nativi americani.
Ma
se il mondo è ben ordinato, donde proviene il caos del male? Secondo il pittore
americano Robert Henri (1865 - 1929) "è il disordine mentale degli esseri
umani a produrre il caos che porta alla guerra" e il filosofo Whitehead:
"L'immanenza di Dio dà ragione di credere che il mero caos è intrinsecamente
impossibile".
Per
vivere questo percorso della Via Positiva,
e avere una visione complessiva del cosmo, bisogna studiare e far studiare la
cosmologia (come già diceva la pedagogista cattolica italiana Maria Montessori, 1870 -
1952), come suggerisce lo scienziato ebreo umanista Albert Einstein (1879 -
1955), Premio Nobel per la Fisica:
"La funzione più
importante dell'arte, come della scienza, è risvegliare e tenere sveglio il
sentimento religioso cosmico"
E l'attivista per i diritti civili afroamericano Dick
Gregory giustamente nota:
"Non c'è una
luna cattolica e un sole battista. So che il Dio universale è universale"
Tommaso
d'Aquino (che Fox conosce benissimo, essendo stato domenicano) dà precedenza
alla benedizione originale. Studiò il meglio delle scienze naturali disponibili
all'epoca, purtroppo basate solo sull'Ipse
dixit di Aristotele, e fu uno studioso curioso a differenza di Agostino, ignorante e disinteressato alle
scienze naturali perché non gl'interessavano per la sua salvezza. E
"dice esplicitamente
che la ragione per cui ha scritto dieci libri su Aristotele e nemmeno uno su
Platone (o su Agostino) è che Aristotele non denigra la materialità. Diceva:
"Un errore in campo scientifico
finisce per provocare un errore riguardo alla conoscenza di Dio"
Un
clamoroso esempio, che Fox definisce "il
caso Galileo del XXI secolo" ("Lettere a Papa Francesco", Fazi, Roma 2013, pag. 25) è la
questione gay: Fox ricorda che le persone gay sono costantemente fra l'8 ed il
10% in ogni società e cultura umana e
l'omosessualità è osservata in 464 specie animali. Lo stesso Tommaso scrive
altresì:
"La rivelazione consiste in due libri: la natura e la Bibbia.
E l'ignoranza di ciò che si dovrebbe conoscere è un peccato"
E l'ignoranza di ciò che si dovrebbe conoscere è un peccato"
Ed è
paradossale, dice Fox, che proprio quel tipo di teologie che, come quella del
peccato originale, si disinteressano alle scienze naturali, usino come armi le
espressioni "contro natura" (contro i gay) o "per natura"
(per dire che le donne sono secondo natura in qualche modo inferiori agli
uomini, o, come successe nel passato, i nativi americani o le popolazioni
indigene del Sud America).
Gesù
stesso, se consideriamo la sua estrazione e le sue immagini che usa, amava la
natura: come dice lo storico Crossan, Gesù era un contadino e ciò spiega le
potenti immagini campestri delle sue parabole: il "regno di Dio" è
quaggiù, sulla terra. L'ebreo Gesù ci riporta alla nostra terrestrità e dunque
umiltà (che deriva dal latino humus,
"terra").
Lo
scrittore ambientalista americano Barry Lopez dice che "abbiamo perso il
contatto con gli animali selvatici, facendo di tutto per distinguerci da
essi" e scordiamo di essere parte del regno animale.
Secondo
lo psicanalista viennese Otto Rank (1884 - 1939, che ho citato nella mia
recensione al libro di Matthew Fox "Creatività":
http://lelejandon.blogspot.it/2013/12/il-segreto-della-felicita-e-la.html)
"quando la religione ha perso il cosmo, la società è diventata nevrotica e
fu costretta a inventare la psicologia per trattare le nevrosi".
Visto
l'ecocidio in atto (inquinamento dei mari, della terra, dell'aria e
deforestazioni) urge reinsegnare e reimparare la teologia, ora suddivisa in
varie iperspecializzazioni: Fox sogna una laurea in "teologia della
benedizione"! " "La
tradizione di caduta e redenzione è profondamente introspettiva e
l'introspezione non porta alla relazione con l'universo, né alla cura per
l'universo, né alla celebrazione dell'universo". Fu questo che
"rese Agostino insensibile a ciò che le Chiesa cristiane orientali
celebrano come théosis, la
divinizzazione dell'universo". Gli esercizi spirituali dei gesuiti sono
incentrati sulla psiche e non sul creato". Il teologo svedese luterano di
Harvard Krister Stendahl (1921 - 2008) dice che l'introspezione da parte di
Agostino è stato "un flagello dell'Occidente".
Il
regista Premio Oscar ed esploratore Jacques Cousteau dice che "Non
possiamo trovare la felicità nel contemplare noi stessi, ma possiamo trovarla
nel contemplare l'infinito" e c'invita a guardare dal satellite: "non
ci sono confini" per cui, dice Fox, "l'universo insegna
l'universalismo" e che siamo tutti sulla stessa barca.
Un peccato contro la Via Positiva è, dunque, l'inquinare la terra, è l'essere ingrati e
indegni dell'invito di chi ci ospita per condividere con lui la gioia, come
quelli di cui si lamenta Gesù (Matteo 22, 2 - 10, Luca 14, 16 - 24) o come
quelli che vivono in maniera introversa, sia a livello di individui che di
gruppi: mi viene in mente, a tal proposito, quanto scrive il filosofo laico
Alain de Botton sul fatto che spesso chi si ritrova da solo non ha interesse
per i valori sociali/comunitari (cfr. il mio articolo: http://lelejandon.blogspot.it/2014/10/ri-creare-un-senso-di-comunita-e-una.html).
2/VIA NEGATIVA
- la
"Via Negativa":
l'esperienza del nulla, dello svuotamento, del cuore spezzato,
dell'annullamento, del dolore. La mistica Matilde di Magdeburgo (1207 - 1283) diceva
che Dio ci ha dato due tipi di vino: quello bianco della benedizione e quello
rosso del dolore. Per vivere pienamente e spiritualmente, dobbiamo bere
entrambi, prima o poi.
Fox
cita i vari dolori possibili (quello per
la disoccupazione, per le tasse ingiuste, per le discriminazioni, per il
lutto, per il cuore spezzato) e dice che è bene che lasciamo essere (letting go) e condividiamo il dolore.
Come dice la mistica Matilde di Magdeburgo (1207 - 1283):
"Quando non
posso più sopportare la mia solitudine la porto ai miei amici. Perché la devo
condividere con tutti gli amici di Dio. "Soffri?"
"Anch'io!"
Il
dolore è una vera "scuola di
compassione" donde nascono
tutti i movimenti di liberazione umana, da quelli che lottano per i diritti
delle donne a quelli degli afroamericani alle persone gay:
"perché quando
una persona ha sofferto profondamente non può dimenticare e le diventa
impossibile non riconoscere il dolore degli altri"
Il
dolore è fecondo e creativo, come
dice lo scrittore e pittore ebreo tedesco Wolfgang Hildesheimer (1916 - 1991):
"Contrariamente
a ciò che accade ad altre persone che dispongono di capacità creativa, la
depressione o la sofferenza psichica non abbassano il suo potenziale di
rendimento, ma lo accrescono in qualità e quantità".
Inoltre,
"il dolore ci
aiuta a comprendere il piacere in modo critico"
e
ci richiede forza, richiedendoci sforzo,
fatica ed autodisciplina (che deriva dalla parola "discepolo"):
ragion per cui sbagliano (commettendo un peccato contro la Via Negativa, un peccato di dualismo), dice la poetessa femminista
ebrea americana Adrienne Rich (1929 - 2012), quegli uomini che scambiano la
sensibilità (che include la sensibilità al dolore) come "passività e
debolezza" da attribuire solo al genere femminile: per questo Fox benedice
i gruppi di liberazione maschile che
vogliono liberarsi di questi stereotipi machisti.
La
Via Negativa è quella dei Profeti che
sanno cosa li aspetta: da Gesù il quale "morì coscientemente e volontariamente" (così lo studioso cattolico sudafricano Albert
Nolan) e Martin Luther King Jr, il quale pure sapeva il rischio di venire
ucciso, come fu (cfr. il mio articolo sulla storia della sua vita e le sue
opere: http://lelejandon.blogspot.it/2014/11/the-help-lezione-sulla-compassione_14.html).
Secondo
Fox, Via Negativa è altresì
quell'abbandono e quel lasciarsi andare tipico della risata (in un suo post su
Facebook il teologo Vito Mancuso ha
lanciato proprio questo dibattito sul perché certi cattolici rigoristi non
sappiano ridere e divertirsi, cioè, appunto, lasciarsi andare, ndr). Quest'esperienza
di Via Negativa la troviamo fra i
protestanti radicali (come i Quaccheri, i Mennoniti ed i Fratelli Moravi)
mentre è stata negata dall'ascetismo gesuita per almeno trecento anni. Peccati contro la Via Negativa sono l'ascetismo (che uccide la creatività) e la
proiezione, che è il rifiuto di lasciar essere diversi gli altri, lasciarli
essere sé stessi (come nel caso dell'omofobia che, stanno scoprendo sempre più
scienziati, è una nevrosi).
3/VIA CREATIVA
- la
"Via Creativa": la
creatività di ciascuno -inclusa "l'arte di essere genitori" che
richiede la creazione di un linguaggio personale ogni giorno con i nostri figli
("Creatività", pag. 211) e
il fare l'amore che "ha ogni diritto di essere giocoso, sensuale e unitivo
come ogni altra esperienza mistica" ("In Principio era la gioia", pag. 237)- è l'essenza della nostra umanità che ci rende co-creatori con Dio, che può
essere usata per il bene o il male; per poter realizzare la nostra
creatività occorre quella che il filosofo britannico Alfred North Whitehead
(1861 - 1947) la chiama "educazione estetica". L'emisfero deputato
alla creatività, il destro, quello delle intuizioni e dell'immaginazione, è
così escluso dalla vita accademica e sociale che spiega la piaga della
disoccupazione (al 40% fra i giovani in Italia): "L'arte è una risposta
alla disoccupazione", dice Fox ("Creatività",
pag. XV). Il problema è che "il nostro sistema scolastico è troppo
libresco" e "la preponderanza dell'emisfero sinistro è una malattia
mortale". I guai peggiori del pianeta provengono, secondo Fox, da persone
che hanno un PhD: vedo qui un riferimento ai ari segretari di Stato che hanno
proposto molte guerre all'estero, per esempio.
L'istruzione
generale dovrebbe invece mirare a stimolare le nostre apprensioni concrete e
soddisfare l'irresistibile desiderio giovanile di fare qualcosa", diceva
il filosofo Alfred North Whiteahead. Le frasi killer di certi insegnanti
("il disegno non è proprio il tuo forte") inibiscono la creatività.
Dobbiamo lottare per costruire insieme una
società che metta la creatività di ciascuno al centro, a partire dalle scuole
di ogni ordine e grado (http://lelejandon.blogspot.it/2015/03/il-coraggio-creativo-e-la-risposta.html):
Matthew
Fox, il quale da tantissimi anni, cioè da quando fu espulso da Ratzinger,
lavora coi giovani che hanno un profondo bisogno di manualità e creatività, ha
elaborato una sua pedagogia, una vera e
propria educazione estetica che comprende etica, cosmologia e arti manuali e
pensiero intuitivo:
"Vivere
esperienzialmente a partire dalla fede" (Via Positiva) fa nascere intuizioni che le generazioni successive
di credenti sistematizzano come dottrine. Temo invece che quando la dottrina diventa
il punto di partenza della fede, la fede stessa sia già morta. La fede ha a che
fare con l'azione e con la fiducia, con il meglio che i due emisferi del cervello
riescono a fare insieme", cioè cuore e mente
Ragionava
l'attivista sociale cattolica americana Dorothy Day (1897 - 1980) sulla base
della Genesi:
"Dio è il nostro
Creatore. Dio ci ha fatti a Sua immagine
e rassomiglianza. Quindi noi siamo creatori. Dovremmo sentire la gioia
della creatività".
La
storia di Gesù ci ricorda anche che Dio è anche bambino. Come facciamo a
renderci fanciulli senza restare infantili? Il segreto è il giuoco che è
fecondo di arte. Secondo lo psicanalista Otto Rank, è la giocosità (dono che
l'artista possiede sin dall'inizio) a guarire le persone nevrotiche (mi vengono
in mente, per esempio, quelle che han paura degli animali). Secondo Fox,
"uno dei passi
più significativi di tutte le Scritture è quello in cui Gesù lamenta la capacità degli uomini di religione suoi contemporanei
di danzare e giocare: "Ma a chi paragonerò io questa generazione? Essa è simile a quei fanciulli seduti sulle piazze
che si rivolgono agli altri compagni e dicono: "Vi abbiamo suonato il
flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto. Ma
alla sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere" (Matteo 11, 16 -
17.19)
Fox
cita vari brani della tradizione a lui cara ove si parla del lato femminile e
materno di Dio (ed è questo che l'allora Cardinale Ratzinger, oggi Papa
emerito, ha segnato con la penna rossa prima di farlo espellere dalla chiesa
cattolica), per esempio:
"Come una madre
consola un figlio/ così io vi consolerò" (Isaia 66, 13)
"Che cosa fa Dio
tutto il giorno? Dio genera. Da tutta l'eternità Dio sta sul lettuccio delle
partorienti e genera" (Meister Eckhart)
"Dio non è solo paterno, Dio è anche una madre" (Matilde)
"Dio è il vero padre e la vera madre" (Giuliana)
"Anche
papa Giovanni Paolo I" (papa Luciani, 1918 - 1978, il papa dei trentatré
giorni, ndr), com'è noto, chiamò Dio "Madre" in un suo discorso,
proprio il giorno prima della sua morte improvvisa", scrive Matthew Fox nelle sue "Lettere a Papa Francesco" (la citazione è:
"Dio è papà, più ancora è madre", ndr).
Jung (1875 - 1961) nota che "il processo creativo ha caratteristiche femminili (...) sorge
dal regno delle madri". La poetessa femminista ebrea americana Adrienne
Rich (1929 - 2012) ricorda che
"Nel creare una
situazione in cui potessero allevare e curare i bambini, lontano dai pericoli,
le donne divennero le civilizzatrici, le inventrici dell'agricoltura, della
vita comunitaria, e, come sostengono alcuni, del linguaggio stesso"
ed è
un'ipocrisia una società che da una parte dice di festeggiare la "festa
della mamma" ma poi reprime la creatività di tutti, maschi e femmine (per
tacere della mancanza d'incentivi che hanno le madri e il mobbing che subiscono in certe aziende al ritorno dalla maternità).
Il lato oscuro della nostra storia (come la "caccia alle streghe",
che altri non erano che donne sole esperte nell'erboristeria) si comprende
anche alla luce del misconoscimento del lato materno di Dio.
Quest'opera
che vedete in fotografia, della mia amica Vittoria Porto per il tema di Expo
("Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita"), s'intitola "La Rinascita di Gaia e le Virtù delle Donne"
ed è realizzata con i semi di vari cereali ed incorniciata da noci ed altre
varietà di frutta secca che simboleggiano quella che lo scienziato americano O.
E. Wilson chiama "biological
diversity" (biodiversità). L'impatto visivo dal vivo è molto
emozionante. La figura centrale, la donna che reca in braccio il figlioletto
che nutre al seno e la cui testa è un vero mappamondo, è Gaia (Gea), la dea
greca della Terra; ai lati ci sono: Alkimia, che trasforma appunto attraverso
un processo "alchemico" i prodotti della terra in gustosi cibi, e la
Dea Fortuna che dona i frutti della terra a tutti gli abitanti del pianeta. Sullo
sfondo, un prato fiorito con lenticchie (italiane, cinesi ed indiane). L'opera vuole essere proprio fatta in onore
della madre terra che oggi è così minacciata dall'ecocidio in atto (Fox ricorda
anche che "la maggioranza delle persone nel mondo è costituita da
contadini" ed è fra loro che ha trovato le persone più compassionevoli) e
ci ricorda che l'Arte autentica è al
servizio della Comunità e "una
società priva di una visione spirituale" (e dunque di profondità) "non può produrre arte ma solo
intrattenimento" (cfr. il mio articolo: http://lelejandon.blogspot.it/2014/10/ri-creare-un-senso-di-comunita-e-una.html)
ma la chiesa non accoglie nuove forme d'arte nei suoi riti, diventati
mortalmente tediosi ai più, e al Concilio Vaticano II non ha invitato nemmeno
un artista. "L'arte è un matrimonio fra i due emisferi" e "un
vero artista è un intellettuale che ha idee da condividere. Allo stesso modo,
un vero intellettuale è un artista delle idee, una persona che è
appassionatamente innamorata della meraviglia delle idee e delle loro
conseguenze sull'umanità.
Come
dice lo psicologo americano Rollo May (1909 - 1994) nel suo libro "The Courage to Create" (1975),
ispirato al libro del teologo Paul Tillich (1886 - 1965) "The Courage To Be", ognuno di noi ha un demone, cioé un
"impulso ad affermare sé stesso" e chi lo reprime diviene nevrotico,
aggressivo e crudele. Dice May:
"il coraggio di creare" è "il
genere di coraggio più importante di tutti"
Martin
Luther King cita proprio lo stesso teologo Tillich laddove egli definisce il
coraggio come affermazione di sé a dispetto di chi ce lo impedisce, che non è egoismo
bensì "un retto amore di sé". Lo psicologo Otto Rank (1884 - 1939),
per esempio, che fra l'altro da psicanalista studiò proprio la personalità degli
artisti, ebbe il coraggio creativo di portare avanti la sua teoria contro quella
di Freud laddove riteneva che fosse appunto il nostro spirito creativo e non
tanto la sessualità ad essere centrale nell'essenza della nostra umanità.
Rank
individuò le seguenti paure che stanno dietro alla "nevrosi dell'artiste manqué" (l'artista
fallito): la paura della morte, la paura della vita, la paura del dolore, la
paura del piacere, la paura dell'androginia e la paura della colpa. A cui Fox
aggiunge: la paura del nostro essere divini, del cosmo, del nulla e del vuoto,
la paura del prezzo da pagare quando si fanno opere rivoluzionarie, la paura di
venire considerati strambi (cfr. il mio articolo http://lelejandon.blogspot.it/2013_12_01_archive.html,
recensione al libro "Creatività"
di Matthew Fox e l'articolo dove ne parlo ancora: http://lelejandon.blogspot.it/2015/03/il-coraggio-creativo-e-la-risposta.html).
Secondo lo scrittore americano José Argüelles (1939 - 2011) "Quando un uomo è privato della capacità di
espressione, si esprimerà nella brama di potere" sugli altri. Ostacoli alla nostra creatività possono essere
vari: il mancato sostegno morale della nostra comunità, la vittimizzazione di
chi cede agli altri il proprio potere, la paura del fallimento. Secondo Rank
(che non era cristiano), il passo della Bibbia ebraica (Deuteronomio 30, 19) che dice "Io ti ho posto dinanzi la vita
e la morte, scegli dunque la vita", è un'esortazione ad essere creativi.
Gesù, per esempio (che diceva nel Vangelo di Tommaso) "quando
generate in voi quello che avete, esso vi salverà"), era un artista (come lo fu anche il re ebreo Davide, compositore di
musica sacra) non solo come oratore
inventore sia di aforismi sia di parabole (che invitano a pensare da sé,
stimolando quella che la filosofa ebrea americana Martha Nussbaum chiama
"l'immaginazione narrativa") bensì
anche (nota lo studioso americano John Dominic Crossan), nel far pranzare insieme persone di classi
diverse. Ma, denunzia Fox, le teologie del peccato originale
"che hanno ridotto il cristianesimo alla croce e si sono
dimenticate della vita e dell'opera di Gesù, ci hanno derubato della capacità
di comprendere il significato della scelta di Gesù di operare come
artista".
Nel
mio approfondimento sul film e romanzo "The Help", ho ricordato come Martin Luther King Jr in un suo
sermone invitasse gli afroamericani a prendere esempio da quelle donne ed
uomini neri che avevano realizzato la propria creatività nelle varie arti (http://lelejandon.blogspot.it/2014/11/the-help-lezione-sulla-compassione_14.html)
e citava il rabbino della sinagoga riformata di Boston, Joshua Liebman (1907 -
1948) che nel longseller "Peace of
Mind" dice che "per poter amare adeguatamente gli altri, dobbiamo
amare noi stessi nella maniera giusta" (MLK, "La forza di amare", SEI, Torino 1968, pag. 140).
Ciò
significa che, dice MLK, dobbiamo scoprire e realizzare le nostre "facoltà
creative potenziali", come invita a fare appunto una parabola di Gesù: la parabola dei Talenti.
A
mantenerci creativi è anche lo studio (cfr. M.F., "Creatività", pag. 78) e l' "imparare a sentirsi a casa
nella solitudine": da studioso, Fox dice di sé:
"Lo studio, che io
considero l'attività ordinata della nostra santa curiosità, è una componente essenziale
per restare vivi e creativi e per resistere al cinismo. Dobbiamo perseguire la
verità, lavorarci sopra e con sudore, proprio come ci tocca fare per mantenere
sano il nostro corpo. Scrivere per me è un modo meraviglioso per imparare.
Scrivo perché la disciplina che necessita è buona per la mia mente; la mantiene
in forma, giovane e viva. Scrivo per la gioia che c’è nel dare vita. La
scrittura, assieme alla lettura e allo studio che si accompagnano ad essa, sono
per me esperienze di gioia. Lo Spirito giunge a me quando scrivo e imparo” ("Creatività", pag. 78)
Tutta la storia della creazione,
come creatio continua, è una storia
di mutamenti, ragion per cui non dobbiamo essere misoneisti e avere in odio le
novità, a partire dalle innovazioni del culto (Matthew Fox, come spiega nell'intervista
completa di cui mostriamo un estratto, è ideatore e celebratore delle
"messe cosmiche", che comprendono generi musicali amati dai giovani e
la celebrazione di tutte e quattro le Vie).
4/VIA TRANSFORMATIVA
- la
Via Transformativa: la creatività
compassionevole al servizio della Comunità (che deriva dal latino cum + munio, "costruire
insieme"), è la creazione di
giustizia ecologica, sessuale, sociale riscoprendo, in nome della sopravvivenza
della nostra specie e del pianeta, il senso originario della compassione -parola
scandalosamente assente nei manuali di teologia cristiana- che nella Bibbia ebraica si trova sovente nella
forma d'un verbo di moto ed accanto alla parola giustizia. Essa non è
sentimentalismo né altruismo, né pietismo né compatimento né buonismo né
commiserazione né paternalismo o filantropia né tantomeno temperare un
giudizio, o comunque un atteggiamento dall'alto in basso, bensì giustizia: la compassione riguarda
l'interdipendenza fra tutti noi (mostrata nella teoria scientifica del Premio
Nobel Einstein), è un'attiva collaborazione fraterna e sororale di tipo circolare
che per Meister Eckhart è quel movimento verso l'eguaglianza che deriva dal
considerare gli altri come egualmente umani. Dice Eckhart: "Ogni
creatura ne sostiene un'altra, ne arricchisce un'altra, e per questo tutte le
creature sono interdipendenti".
Amare
il vicino come sé stessi (frase della Bibbia ebraica citata da Gesù che implica
un sano amor di sé) è la vera trascendenza essendo Dio immanente nel nostro
prossimo. Per gli ebrei l'opposto della compassione non è solo l'odio bensì la
freddezza di cuore. Come dice lo scrittore ebreo americano Elie Wiesel, Premio
Nobel per la Pace, sopravvissuto al Lager
di Auschwitz, "l'uomo oggi dev'essere ostinatamente appassionato: se
lo è c'è ancora speranza. Se è appassionato, cioè compassionevole, c'è ancora
speranza".
Ed è
qui che s'inserisce la preghiera adulta (vedasi mia recensione al libro "Preghiera" di Matthew Fox nella
Seconda parte di quest'articolo: http://lelejandon.blogspot.it/2015/03/save-me-il-film-che-apre-il-dialogo.html).
Rifacendosi all'ebreo Gesù del Vangelo di
Matteo, Fox critica gli abusi della preghiera: la preghiera autentica per gli ebrei non è mai di richiesta (come
fa quel tipo di fede che rifiuta le scienze o peggio come fanno quelli che
propongono il "pray away the gay"
come forma di terapia riparativa dell'omosessualità che abbiamo mostrato nel
film "Save Me", da noi
tradotto in Esclusiva italiana), bensì di
ricordo, lode e ringraziamento (Via Positiva; viene in mente, per
esempio, la Festa del ringraziamento, o l'abitudine di chi prega prima dei
pasti). Non è un isolamento in "ritiro spirituale", bensì comunitaria
e crea Comunità. E' un atteggiamento
costante nei confronti dell'esistenza: è una risposta libera, radicale in senso
sociale e responsabile al mistero della vita sapendola godere appieno e vivendo
in ricerca secondo giustizia e compassione, senza nominare il nome di Dio
invano, ed ha valore reale sono se trasforma noi e la realtà (Via Transformativa). Ecco spiegato come
mai si legge che "Gesù pregava
sempre": con le sue azioni e predicazione."Come può la religione
essere un agente di trasformazione se la religione stessa non si
trasforma?" (pag, 16), se non è una Via Transformativa, appunto?
VIA TRANSFORMATIVA: "Sentivo che i miei piedi pregavano", disse alla figlia il Rabbino Heschel di ritorno dalla Marcia di Selma ove aveva manifestato accanto al reverendo Martin Luther King Jr. |
Il
profeta non va inteso come un indovino: secondo Matthew Fox, è un artista che fa parte
dei movimenti di rivitalizzazione spirituale e si occupa di far accadere il
futuro e di produrre giustizia mentre ne annunzia la venuta e criticare le
ideologie e le istituzioni che incarnano le ingiustizie. Il profeta "ricicla
la rabbia degli oppressi rendendola energia transformativa" e fa un'opera
di "interferenza". Il profeta Chi prega si muove in due direzioni: da una parte si radica nella vita (è
"radicale" nel senso che contiene in sé il proprio principio di
crescita), e sa goderla appieno (Via
Positiva), dall'altra sa sradicarsi
lottando ed usando in maniera creativa la rabbia e l'indignazione morale per
creare un cambiamento sociale (Via
Transformativa: anche qui Matthew Fox segue Tommaso d'Aquino, secondo cui,
a differenza di Agostino, la rabbia non è un peccato, anzi diceva: "nessun
cambiamento è stato fatto senza la rabbia"). Fox fa l'esempio dello storico
gesto di Rabbi Heschel (1907 - 1972) che marciò coraggiosamente al fianco del
reverendo Martin Luther King Jr a Selma (contributo che, assieme a quello
dei sedici rabbini che si fecero arrestare dalla polizia razzista, la regista
del recente film "Selma"
non mostra per evidente antisemitismo ed ingratitudine, ndr) e disse alla
figlia di ritorno dalla manifestazione per l'eguaglianza razziale:
"Sentivo che i
miei piedi pregavano".
Proprio come il reverendo Martin Luther King e rabbi Heschel, il reverendo Fox è un religioso attivista: pastore della chiesa episcopale che ha sempre sostenuto i movimenti di
liberazione, dagli afroamericani alle donne alle persone lgbt e presso cui
anche le donne sono ammesse come pastore e si celebrano matrimoni fra persone
dello stesso sesso. La sede di
Washington DC (ove peraltro Martin Luther King pronunziò il suo ultimo sermone prima di venire
ucciso da un fanatico razzista) per felicitarsi coi fratelli e le sorelle gay
del riconoscimento del diritto al matrimonio egualitario, suonò le campane a
Festa il giorno della storica sentenza della Corte Suprema: un esempio di vera
compassione, la capacità di fare festa insieme.
© LELE JANDON
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