di LELE JANDON
Il reverendo Matthew Fox con Lele Jandon alla presentazione del libro "Creatività" al Tempio Valdese a Milano. |
Domani pomeriggio,
al Cineforum del "Guado", vedremo il film “Il lato positivo”, la storia di un bel ragazzone sofferente di disturbo bipolare cui una nuova amica propone di
allenarsi per una gara di ballo: prenderemo spunto da qui, da questa scoperta
del ballo come una sorta di “dance therapy” per illustrare la proposta
spirituale di Padre Matthew Fox (che si rivolge espressamente alle persone
gay), nel suo bellissimo libro-bestseller mondiale “Creatività” che ha
presentato qui a Milano.
Due
parole sul film e sul protagonista maschile.
Classe
1975, nato a Filadelfia, Bradley Cooper ha sangue misto (come tanti attori americani): origini irlandesi per
parte di padre e sangue italiano per parte di madre (suo nonno è partenopeo, la
nonna abruzzese). E’ bello e colto: s’è laureato con Lode in Letteratura
Inglese alla Georgetown (la più antica Università cattolica americana, nonché
una fra le più prestigiose), retta dai Gesuiti, presso i quali hanno studiato
tanti famosi, fra cui un altro grande attore, il Premio Oscar Denzel Washington
(alla Fordham di NY).
Come
un altro colto interprete (il Premio Oscar Jodie Foster, della quale abbiamo
visto il film “Mr Beaver” al Cineforum Gay del "Guado"), parla francese (che ha
studiato durante un viaggio studio).
Lei,
la protagonista femminile, Jennifer Lawrence, ha vinto l’Oscar a soli 22 anni
per questa parte.
Sopra, il Premio Oscar Jennifer Lawrence con Bradley Cooper in una scena del film "Il lato positivo" che vedremo domenica al Cineforum del "Guado". |
Spiegheremo
bene che cos’è il disturbo bipolare, e del coraggioso coming out della
professoressa Kay Redfield Jamison, che grazie ai suoi studi sui bipolari (e su
sé stessa) è stata elevata addirittura (pur non essendo medico) alla cattedra
di psichiatria della John Hopkins di Baltimora ed è stata eletta Eroe della
Medicina da “Time”.
Massima
esperta, s'é dichiarata malata cronica ed ha dedicato uno dei suoi libri (nel
quale fa una lunga elencazione di grandi che son stati bipolari, da Roosevelt a
Lord Byron), ad un amico che morì suicida: con lui aveva fatto un patto, che se
uno dei due avesse sentito istinti suicidi, avrebbe chiamato l’altro per
passare insieme una settimana. Ma non sono entrati in contatto prima che
l’amico si togliesse la vita.
Lieto fine ha invece la storia del film che vediamo domani alle 15.30.
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Sunto del libro di Padre Matthew Fox:
E allora
ecco l’occasione per parlare del libro del reverendo Fox, la cui tesi
teologico-filosofica, in estrema sintesi, questa: il segreto della felicità è la
creatività (essenza della natura umana) che si esprime in mille modi e che
richiede coraggio morale (anche di superare la paura della nostra omosessualità/originalità) ed è ostacolata
dallo stacanovismo o dal troppo poco tempo libero.
Per San Tommaso, l’accidia è
il peccato più grave e Fox lo chiama il vero “peccato originale” (riferimento alla parabola evangelica dei
talenti, Matteo, 25, 14 – 30: il
servo fannullone punito dal padrone perché non aveva fatto fruttare i talenti e
li aveva sepolti sottoterra). E per il Vangelo di Tommaso, Gesù (grande artista
creatore di parabole di eccezionale sintesi e creatore di socialità
interclassista) indica il regno proprio nella creatività.
Ciascuno
di noi, dalla maniera di fare l'amore alla cura del giardino, può essere un
artista felice. Le persone gay devono evitare ogni vittimismo (autodistruttivo)
e cercare di essere creativi. Meister
Eckhart insisteva che “per Dio è meglio essere fecondi nella persona”
(proprio come diceva il filosofo gay Platone nel “Simposio”).
TEMPO di RIFLESSIONE: un'IDEA-REGALO per NATALE |
Le nevrosi
del mondo moderno popolato di pantofolai annoiati e teledipendenti derivano
tutte, come ha mostrato nei suoi studi lo psicologo Otto Rank, dalla sindrome
dell'artista fallito (artiste manqué).
La Via
Creativa è una delle 4 “Vie” che il teologo (ex cattolico, ora episcopaliano)
indica come tappe di una spiritualità adulta: Via Positiva (lo stupore
filosofico tipico del bambino che guarda il mondo con meraviglia, atteggiamento
che dobbiamo mantenere da adulti come c’invita a fare Gesù; amare e studiare; preghiera
come Lode e gratitudine e non come richiesta di favori), Via Negativa
(l’esperienza del dolore: lutto, delusione anche amorosa, tradimento, accettare
l’esistenza del caos come necessaria mentre cerchiamo di metterci un po’
d’ordine), Via Creativa e Via Transformativa (mettere questa
creatività al servizio del suo scopo più giovevole: la compassione verso il
nostro prossimo). E se Fox
loda la creatività di Gesù che (oltre ad essere un oratore di sintesi
eccezionale con le sue parabole) sapeva creare luoghi di socializzazione
interclassisti, restando in tema di concrete iniziative (ri)creative/sociali,
valuteremo infine la proposta di un altro pensatore, stavolta non credente, lo
svizzero Alain de Botton, che invita anche gli atei in ricerca a prendere ispirazione
dalle comunità di fedeli per creare dei Luoghi di autentico incontro (il
“ristorante Agape” sempre aperto a
tutti, con un piccolo contributo): una proposta assai attuale in una metropoli della solitudine dei
non luoghi e capitale dei single come Milano (priva di un quartiere gay o una gay street) e in un paese come il nostro
che non ha ancora nemmeno una vera Comunità Gay fondata su valori comuni.
“La creatività, essenza dell’Umanità
Così l’Uomo fa un salto evolutivo”
La
creatività “non solo è un tratto essenziale che appartiene alla natura della
nostra specie” ma “anche essenziale a una sana spiritualità. La creatività è la
parola dello Spirito: è ciò che lo Spirito compie”
Padre MATTHEW FOX, "Creatività", pag. XII
CO-CREATORI CON DIO. Un dettaglio de "La Creazione di Adamo" dell'artista gay Michelangelo (1475 - 1564). |
Innanzitutto, la Creatività è “l’essenza
della nostra umanità” (pag. 117), concetto che il reverendo Fox ribadisce più volte
(pagg. XII, 31, 35).
Dobbiamo chiederci “chi siamo?” e “perché
ci troviamo qui?” (pag. 17) e la risposta che possiamo trovare da noi è che
anche nell’Evoluzione, come spiega il cosmologo e sacerdote cattolico Thomas
Berry, è creativa, e solo per mezzo di questa dote possiamo fare un “salto
evolutivo”, sia a livello di anima spirituale sia a livello di specie umana.
Il reverendo Fox cita spesso le ricerche di Otto
Rank, il quale non solo ha studiato bene gli artisti e la creatività dal punto
di vista psicologico, ma si è anche dimostrato egli stesso un grande esempio di
coraggio morale, nel creare, da solo, una sua teoria psicologica eterodossa,
che si scontrava apertamente all’ortodossia del freudismo ateo dominante.
VIA POSITIVA: LA MERAVIGLIA. |
Creare un nuovo sistema d’istruzione che
punti sulla componente creativa del discente è “una risposta alla
disoccupazione.” (pag. XV): ““Ovunque c’è creatività c’è speranza” (pag. XVI)
Fox,
che ha creato una sua Università di creativi, è durissimo contro il modello di
scuola europeo: “Il programma europeo moderno non ci ha insegnato l’etica e l’estetica.
Non ci ha insegnato la reverenza e la gratitudine. Non ci ha insegnato la
meraviglia, non ha custodito il bambino che è la sapienza stessa viva in noi.
Anzi, ha bandito la sapienza a spese della conoscenza rozza sotto forma di
quella che Thomas Berry ha il coraggio di definire “barbarie riflessiva” del
mondo accademico moderno. Come ammonisce Berry, “la maggior parte dei danni sul
pianeta sta avvenendo per mano di gente con un dottorato di ricerca”.” (pag.
197)
“Maria
Montessori comprese l’importanza della cosmologia per i bambini allorché
scrisse: “Se l’idea dell’universo verrà presentata al bambino nel modo giusto,
questa susciterà in lui ammirazione e meraviglia” (pag. 198)
Bisogna
“reinventare l’istruzione incentrandola su: 1) la cosmologia e 2) la
creatività” (pag. 202)
Il Gesù di Tommaso: il Regno? E' la
vostra Creatività!
Yeshua, un artista creatore di parabole
che sapeva creare socialità fra i
diversi
Come
esempio di creatività, il cristiano Fox propone Gesù di Nazaret. Yeshua Ben
Yosef (Gesù figlio di Giuseppe) era un’artista: creatore di parabole, “oratore
di grandissima sintesi” (pag. 102)
Un Gesù danzante. Yeshua Ben Yosef era un artista anche nel creare socializzazione fra persone molto diverse fra loro, attraverso le sue cene sociali. |
Non solo: “Crossan riconosce un’altra
strategia nella sapienza di Gesù, oltre alle parabole (…) è la strategia del
pranzare insieme persone appartenenti a classi e ranghi sociali diversi. Questa
strategia del pasto mirava a far socializzare le persone, a mischiare le
strutture sociali stratificate che troppo spesso passano inosservate e che
perpetuano le ingiustizie. Dietro questa strategia vi è una fiducia nella
natura umana” (pag. 106)
Ma attenzione:
non si ceda alla tentazione di farsi una proiezione su Gesù come nostro
migliore amico! Fox ricorda che l’esito dell’applicazione del metodo
storico-critico ai Vangeli dimostra che l’80-85% di essi “NON sono parole del
Gesù storico, ma a lui attribuite da scrittori più tardi” (pagg. 108 – 109).
”Il
Vangelo di Tommaso” (scoperto in Egitto nel 1945 e non considerato canonico) “descrive
un Gesù che parla in diverse occasioni dell’importanza della creatività: “il
regno è nel vostro interno e fuori di voi. Quando voi conoscerete voi stessi e
saprete che voi siete i figli del Padre vivente” (pag. 113).
IL PASSO-clou: la Parabola dei Talenti
Quel Signore che insegna ai Servi il
coraggio d’investire
di MATTEO
14 “Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i
suoi servi e consegnò loro i suoi beni. 15 A uno diede cinque
talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e
partì. 16 Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a
impiegarli e ne guadagnò altri cinque. 17 Così anche quello che ne
aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.
Il CORAGGIO di CREARE. |
18 Colui invece che
aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose
il denaro del suo padrone. 19 Dopo molto tempo il padrone di quei
servi tornò, e volle regolare i conti con loro. 20 Colui che aveva
ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai
consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. 21 Bene,
servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti
darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. 22 Presentatosi
poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due
talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. 23 Bene, servo buono e
fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su
molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. 24 Venuto infine
colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo
duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; 25 per
paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. 26 Il
padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho
seminato e raccolgo dove non ho sparso; 27 avresti dovuto affidare
il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con
l'interesse. 28 Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i
dieci talenti. 29 Perché a chiunque ha sarà dato e sarà
nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. 30 E
il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di
denti.”
(Vangelo di MATTEO, 25, 14 - 30)
****
Ecco le 4 Vie per una Fede adulta:
Positiva, Negativa, Creativa, Transformativa
Padre
Fox è stato sacerdote dell’ordine domenicano, quello che s’ispira a San Tommaso
d’Aquino: il filosofo e teologo del Trecento usò il termine “Viae”
per indicare le prove dell’esistenza di un Dio Creatore che egli rintracciava
nella Natura del cosmo. Matthew Fox recupera questo termine per indicare le
proprie 4 Vie che egli propone come tappe di una spiritualità adulta. Ecco, una per una, le Quattro Vie per una fede da uomini adulti.
1) VIA
POSITIVA: il "LATO POSITIVO"
Ammirare il Bello della Natura e dell'Arte,
e condividerlo, amare e studiare
e condividerlo, amare e studiare
1) Via
Positiva: è lo stupore filosofico di cui parla già il filosofo greco Aristotele
(e quindi anche Tommaso suo discepolo) come principio del fare filosofia, del
pensare in profondità, la sensazione di meraviglia dinanzi alla bellezza della
Natura, studiando la cosmologia si può cogliere la logica creativa
dell’Universo (cfr. il sacerdote cattolico e cosmologo Thomas Berry, 1914 -
2009).
“Con una cosmologia popolare la nostra specie potrà rincominciare a
muoversi” (pag. 172)
“I bambini sono ancora
capaci di vivere in un mondo di meraviglia. Riconnettersi con questa significa
risvegliare il bambino interiore”.
E’ altresì il sentimento di riconoscenza che ci porta ad
essere generosi. “L’artista c’insegna a osservare: ad abbracciare l’essere, a
guardarlo con rispetto, perfino con reverenza, ad abbracciare l’essere come
qualcosa di sacro impregnato delle intenzioni e dell’amore dello Spirito. A
mostrare l’essere – tutto di esso, la gioia e il dolore, la bellezza e
l’orrore- cosicché altri possano innanzitutto osservarlo. Tutto questo richiede
coraggio.” (Nota personale: questo implica che l’artista autentico sappia
vedere l’Essere tutto intero, e non in maniera parziale, in questo senso scriveva Platone nella Politéia: "chi è filosofo dialettico è sinottico", cioé sa guardare l'essere tutto insieme).Via Positiva è anche “sperimentare l’innamoramento”, che è “un requisito della creatività” (pag. 131). Ma attenzione: non è solo trovare un compagno bipede, è innamorarsi della bellezza della natura.
Un'opera del diseegnatore Steve Walker. |
Di grande ispirazione sono due note personali che fa il reverendo Fox a proposito della ricerca (a pag. 78):
“Lo “studio”, che io considero l’attività ordinata della
nostra santa curiosità, è una componente essenziale per restare vivi e creativi
e per resistere al cinismo. Dobbiamo perseguire la verità, lavorarci sopra e
con sudore, proprio come ci tocca fare per mantenere sano il nostro corpo.”
"Scrivere per me è un modo meraviglioso
per imparare. Scrivo perché la disciplina che necessita è buona per la mia
mente; la mantiene in forma, giovane e viva. Scrivo per la gioia che c’è nel
dare vita. La scrittura, assieme alla lettura e allo studio che si accompagnano
ad essa, sono per me esperienze di gioia. Lo Spirito giunge a me quando scrivo
e imparo”
2) VIA NEGATIVA: NECESSARIA per VIVERE
PIENAMENTE
Lasciar essere il nostro dolore/lutto
Quella romantica cerimonia a Stoccolma:
si ricordano i cari nel bosco
si ricordano i cari nel bosco
tutti insieme la Notte di Ognissanti
Patrimonio dell'UNESCO. Il cimitero nel Bosco di Stoccolma |
Via Negativa: è l’esperienza del male, del silenzio, del dolore,
della tristezza, della perdita, del lutto, della delusione (anche amorosa) e
del tradimento, a cui bisogna lasciarsi andare, che bisogna sfogare. “Matilde
di Magdeburgo, una mistica del XIII secolo, insegnò che in questa vita ci sono
stati offerti da bere due vini: il vino bianco della gioia e quello rosso della
sofferenza.
“Sinché non li avremo bevuti sino in fondo entrambi”, osservava
Matilde, “non avremo vissuto pienamente” (pag. 49). La religione deve trovare nuove maniere
creative per aiutare i credenti ad elaborare il lutto.
SUPERARE IL LUTTO GRAZIE AI RITUALI. Il cimitero di Stoccolma visto alla luce del giorno. |
A tal proposito, a me è venuto in mente questo esempio: il giorno di Ognissanti, quando noi ci rechiamo al cimitero a far visita ai nostri cari scomparsi, da soli oppure con pochi parenti, a Stoccolma, invece, le persone hanno una maniera speciale di rendere onore ai propri morti. Li commemorano tutti insieme, come Comunità, il 2 novembre, dopo il tramonto al Skogskyrkogården (che in svedese significa "Cimitero nel Bosco") ideato dall'architetto Gunnar Asplund nel 1917 (ed è, dal 1994, Patrimonio Universale dell'UNESCO): un bosco di pini di 100 ettari.
I cittadini della capitale svedese (di fede luterana) posano le candele e le ghirlande di pino e stanno alcuni minuti in piedi, assorti in preghiera o meditazione. Ecco, alla luce del suggerimento di Fox, credo che questa originale cerimonia faccia sentire le persone che sono in lutto (o non lo hanno ancora elaborato del tutto), meno sole.
3) LA VIA CREATIVA
(Ri) creare,
essere umanamente fecondi
Via
Creativa: quella che approfondiremo, la giusta risposta al nostro
bisogno di creare, reinventare, di essere umanamente fecondi, e che ben si
presta alle persone gay che magari non hanno figli.
La creatività può essere
usata per il bene e per il male (Fox fa l’esempio dell’Undici Settembre). La
Bibbia dice: “Io ti ho posto dinanzi la Vita e la morte; scegli dunque la Vita”
(pag. 29).
Nella
vita dobbiamo accettare l’esistenza del Caos, del
disordine che regna nel mondo odierno, “dobbiamo imparare, proprio come fa ogni
artista, a convivere con il caos (…) mentre cerchiamo di mettere un po’
d’ordine” (pag. 11), “accettare la sfida di convertire il caos in qualche tipo
di ordine” (pag. 12).
Dobbiamo
imitare gli artisti.
Chi
è l’artista? Secondo lo psicologo Otto Rank (1884 - 1939), è “una persona che vuole lasciare
dietro di sé un dono”.
Oggi
però l’evoluzione culturale ha soppiantato quella biologica, producendo una
cultura contronatura (non ecosostenibile, come i combustibili che producono
l’effetto serra): dobbiamo tornare alla natura e trovare nuove forme di
energia.
4) VIA TRANSFORMATIVA:
L’EVOLUZIONE
Evolvere verso una spiritualità adulta:
essere uomini dotati di Empatia umana
Via transformativa: “spinge e dirige la nostra creatività verso
il suo scopo più giovevole”, cioè la mette al
servizio della compassione e della gioia e non della proiezione.
“L’abuso
della nostra creatività consiste l’imporre la propria personalità su una
creatura così da renderla anzitutto un oggetto volenteroso e, in futuro, il
successore del proprio ego”, come nel peccato di Prometeo (il titano che nel
mito greco antico fu punito dagli dèi per aver creato Pandora che liberò molti
mali sul mondo per soddisfare il desiderio del titano): quella è “una
creatività priva di amore” (pag. 95). Un esempio oggi nell’ecocidio perpetrato
da chi inquina aria e mari. Dal punto di vista neurologico, è il cervello più
recente, quello mammaliano (cioè dei mammiferi), che accresce la nostra
capacità di provare compassione, mentre lo strato più antico, quello
rettiliano, va addomesticato (i rettili non creano legami, nemmeno con la
prole, e gli scimpanzé e i gorilla provano una compassione limitata nei
confronti della propria tribù, pagg. 189 – 190).
Quella pagina di Meister Eckhart che richiama il “Simposio” di Platone e pare rivolta ai gay:
“Per Dio è meglio essere fecondi come Persone”
Il reverendo Fox invita espressamente i gay in
particolare a non cedere al vittimismo (self pity) che è autodistruttivo ed
essere piuttosto creativi.
Per i gay senza figli: Meister Eckhart “insiste sul fatto che
“per Dio è meglio diventare fecondo nella persona” (pag. 79).
Questo
concetto di fecondità spirituale ricorda il dialogo “Simposio” di Platone (di cui io consiglio la bellissima traduzione di Ezio Savino) ove
si dice che ci sono quelli che per natura sono propensi ad essere fecondi nella generazione fisica (di figli)
ed altri che sono predisposti per essere fecondi nell’anima (le persone
omosessuali).
La creatività produce intimità, cioè profondità, e senso di
unione col cosmo (dal greco antico kosmos, l’ordine dell’universo, della
natura).
Già
un altro sacerdote gay friendly,
Padre John McNeill, sulla cui vita al servizio della comunità gay e dei suoi
problemi psicologici abbiamo mostrato in esclusiva al Cineforum gay del Guado
(Ospite il regista Brendan Fay) il film “Taking a Chance on God”, aveva scritto (anche in qualità di psicologo e psicoterapeuta della scuola delle relazioni oggettive) che l’essere umano è fatto per l’intimità: le relazioni profonde, intime, e non
(come diceva Freud) per il puro piacere.
Creatività si dice in molti modi: è anche
saper Fare Impresa
e (la maniera sempre unica di) fare l’Amore
e (la maniera sempre unica di) fare l’Amore
Artista può essere l’artigiano, l’amante, il genitore,
ciascuno di noi.
VIA POSITIVA E VIA CREATIVA: L'ARTE DI FARE L'AMORE. Il capolavoro della Warren Cup, British Museum of London. |
- - fare Teatro (cfr. la filosofa gay friendly Martha C.
Nussbaum, che mostra come le tragedie greche stimolino la nostra capacità di empatia, cioé saper mettersi nei panni degli altri)
- -comporre musica
- curare il giardino
- dipingere
- danzare come nel film "Il lato positivo"
- scolpire
- fare commedia, humour
- scrivere
- insegnare
- portare
avanti un’attività commerciale (che in Italia è ostacolato dall’eccessiva
burocrazia di uno Stato opprimente a livello di leggi e fisco): questa è la
prima riforma da fare nel nostro Paese.
- “il modo di fare l’amore” (anche con arti
erotiche come il Kamasutra): “fare l’amore dev’essere un atto creativo. Ogni
volta. Senza essere attraversati da pensieri” (pag. 212). Con ciò non s'intende un’esistenza
lussuriosa come ozio: bisogna sentirsi responsabili delle sorti del pianeta e del nostro prossimo.
La proposta (molto attuale nella Milano della solitudine dei non-luoghi) dell’ateo Alain de Botton: costruire una Comunità Creativa e riscoprire riti come la Gioia di Cantare Insieme
L’esempio dei Cori Gay in Europa ed America
-
Altre proposte che avanziamo noi del "Gruppo del Guado":
- Creare un Luogo d’incontro e scambio come il
Cineforum;
- Scrivere lettere d’amore al compagno
- Comporre poesie per il fidanzato
- Creare biglietti augurali personalizzati per le varie occasioni
per i nostri cari
- Creare album fotografici oppure video con sottofondo musicale (con le proprie canzoni del cuore) con le proprie
foto-ricordo dei proprio Viaggi, ove si cerchi di scoprire lo spirito di un Popolo.
- Il filosofo Alain
de Botton nel suo libro “Del buon uso
della religione” invita a recuperare alcune pratiche della religione anche
se non si è religiosi, come ad esempio il piacere di cantare tutti insieme (nelle
grandi città europee ed americane ci sono i cori gay) e suggerisce di creare
nuovi luoghi (proposta quanto mai attuale in una metropoli della solitudine
come Milano, capitale dei singles): "La società moderna ci promette l’accesso a una sola comunità, quella
basata sul culto del successo professionale. "Che lavoro fai?" è la prima
domanda che invariabilmente viene posta al tizio o alla tizia incontrati a una
festa. Lo status che c'identifica è stampato sul biglietto da visita. La
comunità dei fedeli cristiani è invece un insieme casuale di anime unite
solo dalla comune adesione a valori specifici. E la messa il luogo dove persone
diverse per età, censo, istruzione, professione, s’incontrano e rafforzano il
legame di appartenenza al grande insieme, cioè alla Chiesa. Come riprodurre un
meccanismo analogo per i laici? Tenendo ben presenti i meccanismi della messa
e gli svantaggi dei ristoranti moderni, possiamo immaginare un ristorante
ideale del futuro, il ristorante Agape (in greco antico, “amore fraterno”, parola-chiave dei Vangeli). «Questo ristorante dovrebbe
avere la porta sempre aperta, un arredamento dal design piacevole e richiedere un modesto contributo per
l’accesso. (…) Tutti i presenti dovrebbero sentirsi liberi di avviare una
conversazione con chiunque. (…) Per il semplice fatto di occupare lo stesso
spazio, gli avventori, come in chiesa, dimostrerebbero la loro fedeltà a uno
spirito di comunità e amicizia».
COSA OSTACOLA LA NOSTRA CREATIVITA’:
- paura della mia omosessualità/originalità (omofobia interiorizzata, pag.
120);
- televisione: “la mia esperienza è che quando
sono depresso ho voglia di guardare la televisione” (pag. 23);
- la noia: Tommaso definisce l’accidia il vero peccato mortale (pag. 25);
- la cosiddetta timidezza (pag. 120), che non è una
caratteristica della personalità, ma una psicopatologia che limita le relazioni
e la loro profondità/intimità;
- lo stacanovismo (pag. 121): in questo gli Ebrei hanno molto da insegnarci (come abbiamo visto durante le giornate della Cultura Ebraica dedicate, quest'anno, proprio allo Shabbat, il giusto riposo)
-
troppo poco tempo libero e denaro per “comprare”
il tempo libero.
IL CINEFORUM FA BENE all’UMORE
La nuova moda della “videoterapia” dagli USA:
spunti risolutivi dall'identificazione nei
protagonisti dei film
Il giornalista che si curò
da sé con 5 film comici al dì
UN'INIZIATIVA UNICA NEL SUO GENERE A MILANO. |
Una nuova moda che viene dall’America é
la film-terapia, come l'han chiamata nel loro libro “Filmtherapy”
Vincenzo Maria Mastronardi e Monica Calderaro.
L'UNICO CINEFORUM GAY di MILANO. |
Problemi di comunicazione di
coppia, stress lavorativo, adolescenza e passaggio all'età adulta, conflitti
familiari, modelli di riferimento e aumento delle proprie sicurezze, disturbi
fobico-ossessivi sono soltanto alcune delle voci di questa "enciclopedia
psicofilmica" rivolta a tutti. Altri libri simili sono quello di Manlio
Castagna, autore di “Pronto soccorso cinematografico per cuori
infranti” (edizioni Il Punto d'Incontro, 2012, nel quale consiglia, fra
l'altro, il film “I ragazzi stanno bene”, con Annette Bening e Julianne
Moore, da noi visto al Cineforum del “Guado”) e di Gary Solomon, autore di
“The Motion Picture Prescription” and “Reel Therapy”.
Viene anche chiamata cinematerapia
o videoterapia o Movie Therapy, ed è nata da un'idea dello
psicologo texano John W. Hesley, autore del libro “Rent Two Movies
and Let's Talk in the Morning”.
Un sito è quello della psicologa Birgit
Wolz: http://www.cinematherapy.com/ che fornisce una bibliografia
dell'argomento: http://www.cinematherapy.com/bibliography.html
Un
esempio di self-help a base di film-terapia è la storia di Norman
Cousins, famoso giornalista scientifico americano che,
improvvisamente, venne colpito da una grave malattia, fortemente invalidante,
la spondilite anchilosante. Si tratta in pratica di un irrigidimento della
articolazioni che porta, nel tempo, alla paralisi degli arti e,
progressivamente, alla morte.
Saputo della malattia, Cousin decise di curarsi
autonomamente, con una terapia a base di risate. Quattro – cinque
somministrazioni al giorno di film comici, che provocassero risate
a crepapelle, corroborate da 25 g di vitamina C. La cura funzionò, forse. Fatto
sta che il giornalista guarì nel giro di un anno. Da allora le pellicole
comiche, i clown e i cabarettisti sono entrati a pieno titolo nella
lista delle sostanze che fortificano il sistema immunitario e accelerano i
processi di guarigione. Del resto si sa che le ridere stimola il rilascio
delle endorfine, benefiche per l’intero organismo, e riduce al contrario la
produzione degli ormoni dello stress, come l’adrenalina o il cortisolo.
In particolare, questo passo del filosofo
de Botton (il cui libro recensirò presto qui sul mio Blog) illustra una delle ragioni per cui quattr’anni fa ho fondato il mio
Cineforum (con buffet e dibattito) al “Gruppo del Guado” a Milano: “La società
laica ci lascia sin troppo liberi. Associa la ripetizione a una povertà
punitiva e ci mette dinanzi a un flusso incessante di nuove informazioni,
spingendoci quindi a dimenticare tutto. Per esempio, siamo tentati di andare al
cinema a vedere un film appena uscito che ci commuove e suscita in noi un
parossismo squisito di sensibilità, dolore e eccitazione. Usciamo dal cinema
giurando di riesaminare la nostra intiera esistenza alla luce dei valori
illustrati sullo schermo, e di abbandonare il nostro atteggiamento decadente e
superficiale. Eppure la sera seguente, dopo una giornata d’incontri e seccature,
la nostra esperienza cinematografica è ormai sulla via dell’oblio, proprio come
molte altre cose che ci hanno colpito, ma poi abbiamo subito scartato” (Alain
de Botton, “Del buon uso della religione”, Guanda, Parma 2011, pagg. 118 e 120).
LELE JANDON