di
LELE JANDON
Testimone
di casi di “razzismo sistemico” persino nel suo avanzatissimo Canada, ha ideato
questo busto per suscitare la giusta attenzione sul problema impiegando ben
sessanta ore per ultimarlo:
“È
un volto che è stato nella nostra coscienza collettiva per un po’ di tempo.
Quella faccia ci perseguita”.
Come
nota il filosofo contemporaneo di origine ebraica Alain de Botton, i veri
artisti ci rammentano i nostri più alti valori di umanità e questo creativo di
ventinove anni crea soprattutto sculture di animali in quanto attivista
vegetariano.
De
Sandro non è ancora famoso e potete seguirlo su Facebook ove ritrovate anche una mia analisi approfondita della
dinamica del sadico omicidio del padre di famiglia americano ucciso da un poliziotto-bullo
che l’ha tenuto sotto scacco nonostante lui implorasse pietà: “I can’t breathe”, “Non respiro”.
Ricordo
che in Canada, Paese che sintetizza il meglio della cultura anglosassone e di
quella francese, anche il 49enne premier
Justin Trudeau si è inginocchiato assieme al movimento di liberazione “Black Lives Matter” (“Le vite dei neri
contano”).
Come diceva il pastore protestante
Martin Luther King Jr. (1929 – 1968), “se si è veramente devoti alla religione di Gesù si cercherà di liberare la terra dai mali
sociali. Il Vangelo è sociale oltre che personale”.
Purtroppo
la pioggia ha cancellato l’opera fatta di neve ma il movimento BLM (candidato
al Premio Nobel per la Pace che conosceremo ad ottobre) resterà vivo, attento
ed attivo.
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Tutti i Numeri della Neve a Berlino: le Immagini Storiche
Il mese scorso qui in
Germania ha nevicato e
Per alcuni giorni qui nella
capitale c’è stata una magica combinazione di un cielo azzurro (in tedesco
direi “azurblau” o “hellblau”, corrispondente all’inglese “light blue” per intenderci) ed il lucore
bianco brillante della neve: “wunderschön”!
Questi magici,
minuscoli cristalli hanno ispirato poeti e scrittori come la geniale Agatha
Christie nel romanzo-capolavoro del 1934 “Assassinio
sull’Orient Express” (grande classico della letteratura mondiale
che potete ancora richiedere in edicola nella collana in corso con il “Corriere della Sera”): la storia di un
gruppo di viaggiatori bloccati nel celebre treno di lusso (fermo in un posto
isolato a causa di una bufera di neve) ove avviene un misterioso omicidio.
Ebbene proprio per via
della neve anche qua in Germania i treni si son fermati e per alcuni giorni
sono state chiuse al traffico alcune autostrade (i soccorritori han recato
generi di prima necessità agli autotrasportatori e agli automobilisti rimasti
bloccati dopo essersi imprudentemente messi in viaggio senza catene: per
ragioni culturali, qui la politica preferisce evitare di ricorrere subito ai
divieti facendo piuttosto appello al buon senso). In alcune città tedesche non
sono andati i bus e i tram.
Germani reali sul Landwehrkanal al Tiergarten a Berlino: fotografia di Lele Jandon. |
Da
una parte abbiamo avuto appunto i disagi: alcuni
lavoratori si son ritrovati a piedi (dato che la neve ha causato guasti ai
treni dell’S-Bahn); a Kottbusser Tor
240 appartamenti sono rimasti con il riscaldamento “kaputt” (guasto) ma gl’inquilini sono stati subito dotati di
caloriferi extra e godranno di
adeguate riduzioni nel prezzo d’affitto; le famiglie hanno dovuto spazzare via
dal proprio vialetto la “Schneematsch”,
la fanghiglia ed i sassolini, e spalare via la neve dalle automobili
parcheggiate fuori casa e letteralmente sepolte (alcuni già la sera, così da
non doversi alzar presto l’indomani mattina o arrivare tardi al lavoro); alcune
persone agées addirittura han
preferito restare a casa onde non scivolare e cascare per istrada (ove è meglio
aver cura di camminare proprio affondando i piedi nella neve). Si è parlato (esageratamente) di “Schneechaos” (situazione di caos da forti
nevicate) e di “Flockdown”, giuoco di parole fra
il neologismo nuovo di zecca del 2020 “Lockdown”
e “Schneeflocke”, fiocco di neve.
Foto di Lele Jandon. Berlino, febbraio 2021. |
Dall’altra
parte abbiamo invece
coloro che si sono goduti la neve: le famiglie, i giovanissimi e gli
animali! Non essendoci monti qua nel Nord della Germania, in tanti hanno
approfittato dell’occasione per divertirsi. Già è stato ahinoi un inverno senza
mercatini dell’Avvento, privo di mercatini di Natale e di piste da pattinaggio
e così ecco che è piovuta dal Cielo almeno la neve che ha reso tutto così bello
da spronare ad uscire persino quelli più impigriti dal lockdown e perfino alcuni molto in là cogli anni con il
deambulatore: non stupisce in un Paese ove sino a tarda età resta nelle persone
un fiero senso d’indipendenza.
Alcuni berlinesi non hanno smesso nemmeno di fare jogging e molte persone si sono godute una “Spaziergang im Schnee” (passeggiata nella neve) munite di stivaletti, guanti e berretto oppure cappuccio: così ben equipaggiati adeguatamente qui ci si è potuti godere il buon freddo secco di quassù e si può star fuori lungamente per ore (magari fermandosi a ritirare una cioccolata calda in un Café da bere a passeggio dato che non si può nemmeno brevemente sostare al tavolo stando alle rigide restrizioni antiCovid). Pel freddo la gente indossava le mascherine aderenti a mò di sciarpa che teneva al calduccio la faccia.
Lungo gli spaziosi marciapiedi berlinesi i cani (alcuni dei quali girano dopo le cinque con indosso una catenina blu elettrico per non finire sotto un’auto) sono usciti ben volentieri a spasso coi loro curatori per esplorare coi loro musi cosa c’era sotto la coltre di neve. Ha girato in maniera virale il video (non si da dove provenga) di un cane che, in autonomia, raccoglie una slitta di fortuna e si diverte a scender giù ripetutamente!
Immagino siano stati curiosi
anche gli altri animali a spasso d’inverno: come gli scoiattoli (che, com’è
noto, non vanno in letargo) e persino le volpi che ogni tanto s’avvistano qui
in città (ce n’è una che abita i giardini del Castello dell’amato presidente
della Repubblica Steinmeier che l’ha chiamata Theo).
Allo Zoologischer Garten
(lo zoo di Schöneberg rimasto aperto per la gioia dei bambini durante questo lockdown) potete ammirare il gufo delle
nevi, lo Schneeeule
(si scrive proprio così, con ben tre “e”; e “Eule” in tedesco significa anche “civetta”): esatto, proprio come
la civetta Edvige, fedele compagna del maghetto Harry Potter (regalatagli per
gli undici anni dal mago Rubeus Hagrid)! Lo scorso 27 gennaio, riferisce “Die Welt” citando il “New York Times”, ne è stata avvistata
una al Central Park di Nuova York: non accadeva da centotrent’anni. La
creatura, del peso di due chili e con un’apertura alare di 160 centimetri, vive
in Canada (è l’uccello ufficiale del Québec) ed è raro che scenda a latitudini
così basse. E’ stata fotografata da una donna, non succedeva dall’inverno 1890.
A proposito di recenti avvistamenti di creature rare e tutte bianche, in un
parco inglese del Sussex è stato paparazzato uno scoiattolo albino cioè col
pelo bianco e gli occhi rossi! Ne nascono con questa caratteristica solo uno su
centomila!
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Sopra: quadro del 1914 del pittore espressionista
tedesco di Hanau Reinhold Ewald
(1890 – 1974) intitolato “Schlittschuhbahn”
(“Pista di pattinaggio su ghiaccio”).
I giovani e i bambini
hanno schettinato e sono andati in slitta trovando consolazione dalla triste
chiusura delle scuole.
I
laghetti del Tiergarten per
pochi magici giorni si sono ghiacciati e
così s’è potuto pattinare per qualche giorno. Questo “quadretto” di pattinatori
mi ha ricordato i dipinti dei pittori olandesi e quel quadro del 1914 del pittore espressionista tedesco di Hanau Reinhold Ewald
(1890 – 1974) intitolato “Schlittschuhbahn” (“Pista di pattinaggio su ghiaccio”): lo potrete
vedere al Museo Städel di Francoforte sul Meno.
Fotografia storica del 1930: bambini pattinano sulle strade ghiacciate di Berlino. |
I bambini berlinesi,
impazziti per la neve, scendevano instancabilmente giù in slitta (ogni famiglia
ne ha una) nelle “Rodelnpisten” (le
piste da slittino): se ne sono formate a centinaia ma la “Berliner Zeitung” ne consigliava in particolare dieci, dalla ripida
collinetta di soli cinque metri del parco di Lichtenberg ai centoventi metri
del Teufelsberg. Non gl’importava mica dei guanti fradici, dei lividi sullo
stinco o dei denti che battono pel freddo pungente: erano ben felici di provare
e riprovare a slittare!
Cartolina storica dell'Ottocento: alcuni ricchi berlinesi facevano trainare le proprie slitte dai cavalli. |
Solo una pista è stata
chiusa: a Hahneberg, in zona Spandau, in quanto riserva naturale ove gli
animali (coleotteri, cavallette, ragni e lucertole) non devono essere
disturbati. Sulle piste la Polizei,
qui a Berlino sempre cordiale, effettuava controlli a campione per verificare
che tutti indossassero le mascherine altruistiche (qua sono d’obbligo le ffp2
che meglio impediscono di trasmettere le varianti del Covid19): chi non ce le
aveva addosso doveva lasciare la pista in quanto luogo in cui è impossibile
mantenere le distanze di sicurezza (qui in Germania di un metro e mezzo). Sopra e sotto: il nuovo “Trendsport” dei 18-20enni berlinesi,
il “Nachtrodeln” (“andare sullo slittino di sera”,
con la neve che illumina i parchi).
C’era addirittura chi s’arrischiava ad andare
in tre, col pericolo di schiantarsi contro un albero. Siccome è appunto un’area
di lavori-in-corso e non è permesso occuparla, la Polizia ogni tanto arrivava ma poi i giovani tornavano a fare le loro
discese.
Intanto dalla bella
Magdeburgo, ad un’ora da Berlino, giungevano buffe immagini di giovani con gli
sci che si divertivano a farsi trascinare dalle auto!
In questi ultimissimi
giorni solo i cigni, le oche, i germani reali e le anatrelle hanno potuto
godersi il sottilissimo strato di ghiaccio rimasto sul Landwehrkanal al
Tiergarten dopo le lunghe gelate: alcuni riposavano cheti stando ritti su una
zampa, altri camminavano pian pianino ben sapendo che si può facilmente rompere.
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In questa foto del 1917 vedete gli elefanti del circo “Krone” venivano sfruttati per spazzare via la neve dalle strade di Berlino. |
La “Berliner Zeitung” ha pubblicato un
curioso excursus sulle precipitazioni
nevose degli ultimi cent’anni (i conteggi sono stati fatti dall’Istituto di
Meteorologia a partire dall’anno 1908). Berlino ha visto inverni “schneearm”, poveri di neve, e altri “schneereich”, ricchi di nevicate; in
media, si sono contate tre giornate di
neve all’anno qui nella capitale tedesca.
L’ultimo bianco Natale
si festeggiò nel 2010 (quando si misurarono 19 centimetri di neve), l’ultima volta che ha nevicato
d’inverno a Berlino fu nel 2013: otto anni fa! Furono due inverni magici con,
rispettivamente, ben 86 e poi 54 “Schneetagen”
(giorni di neve).
Giornate “Rekord” furono il 6 marzo 1829 con 80 cm
di neve ed il 6 marzo (fatalità, lo stesso giorno) 1970 con 52 centimetri. La
più tardiva nevicata a Berlino fu nella tarda primavera del 1927 (il 13 maggio); la più precoce è
stata pre-invernale: accadde il tre
ottobre 1998.
Oggi sono gli
spazzaneve a girare ininterrottamente a pulire le strade: con le autostrade
chiuse, senza il lavoro di questi spalaneve, che hanno reso percorribili almeno
vie cittadine, si sarebbe fermata l’economia. Nel passato invece per spazzare
via la neve vennero occasionalmente sfruttati gli animali come “Zugtiere” (bestie da tiro): in questa
foto del 1917 vedete gli elefanti (del circo “Krone”) e in quella del 1930 i
cavalli.
Vi segnalo un’ultima
curiosità. Della neve c’è traccia anche nel “Telefonbuch” (l’elenco telefonico) di Berlino: scorrendolo, vi si
trovano cognomi bizzarri come “Schnee, Schneeberg, Schneeberger, Schneebauer,
Schneegans, Schneemann (in italiano diciamo “pupazzo di neve!”), Schneeweis,
Schneeweiβ e Schneewolf (lupo delle nevi)”!
Lele Jandon
Berlino,
6 marzo 2021