lunedì 25 settembre 2023

Uccise 17enne: Poliziotto Ubriaco impunito. Mondo al Contrario/1

di LELE JANDON
In Italia, se sei donna, se per una volta bevi troppo e uno ne approfitta per stuprarti, devi sentirti rimproverare dal compagno “giornalista” di Meloni nella TV di estrema destra dei Berlusconi Rete 4; se invece sei un poliziotto maschio, ti ubriachi sapendo di dover guidare, ti metti alla guida e ammazzi il primo malcapitato che passa, allora godrai di tutte le attenuanti e non sconterai un solo giorno di carcere (è matematico). Un poliziotto 31enne, sapendo che avrebbe dovuto guidare da solo, ciononostante ha sbevazzato coi suoi compagni di squadra del rugby (di serie B). Mettersi davanti una birra è tipico degli omofobi che sentono l’inconscio bisogno indotto di dare una giustificazione allo stare vicini fra maschi ponendo una barriera fisica. Poi, ubriaco fradicio, ha ucciso questo bravo ragazzo di 17 anni, Davide Pavan, che passava di lì col suo motorino.
Un gesto imperdonabile che l’etica di Aristotele (che una volta veniva tradotta dai monaci cattolici) avrebbe condannato ma l’etica gesuitica dell’Italietta medievale di oggi non se la sente di condannare. Proprio lui, che col suo ruolo di pubblico ufficiale dovrebbe fare educazione civica ai ragazzi insegnandogli a non mettersi mai al volante da ubriachi, aveva in corpo 1,26 grammi per litro di alcool, un tasso alcolemico quasi triplo del consentito. L’indegno agente, rugbysta fallito che ha usato la Polizia come ripiego, è anche bugiardo: dice di non ricordare nulla dell’omicidio (nonostante fossero le 9 di sera). E, sempre mentendo sapendo di mentire, si rivela pure una femminuccia: ‹Sono un uomo rovinato», ha dichiarato facendo del vittimismo (tipico dei fascisti) mentre in realtà l’ha fatta franca, come tutti quelli che uccidono al volante in Italia. Si tratta dell’ennesimo caso di un giovane che finisce ucciso per mano di forze dell’ordine sprezzanti della vita umana, dopo i famosi casi ispirati dall’odio (Federico Aldrovandi, ammazzato da quattro poliziotti, e Stefano Cucchi, anche lui inerme, ucciso da due carabinieri). Ma oltre al danno c’è la beffa. Anzi una doppia beffa. La prima beffa è un mostro giuridico: nonostante la leggina populista di “omicidio stradale” di Renzi, rivelatasi inutile, questo criminale ha ottenuto non già le aggravanti bensì le attenuanti (!) e così resterà di fatto impunito (non è mai stato licenziato o retrocesso, ha tenuto indosso la divisa e giorni fa è stato in pratica assolto perché i tre anni meramente simbolici non li sconterà). La sua condanna, peraltro risibile, non si tradurrà mai in carcere. Tale epilogo appare naturale nell’Italia di Meloni la cui parte politica, l’estrema destra (anche con apposite pagine sui social) si schiera sempre, per partito preso, dalla parte delle “forze dell’ordine”. Persino quando queste torturano una donna trans inerme in pieno centro e pieno giorno (come hanno fatto i vigili urbani di Milano, tutt’ora impuniti). O perfino quando diventano milionari pubblicando pamphlet che istigano all’odio razziale e omofobico (come ha fatto l’ex generale Vannacci, rimasto anche lui impunito). La seconda beffa del caso è ciò che quassù in Germania chiamiamo “Burokratiemonster”, il Mostro della Burocrazia, un Leviatano senza volto e quindi senza responsabilità, che non chiederà mai scusa delle offese arrecate dai suoi impiegatucci: in questo caso di omicidio l’assassino non dovrà “pagare” (cioè venire punito) ma sono i genitori dell’assassinato a dover pagare (letteralmente: sborsare soldi allo Stato fallito)! Infatti madre e padre orfani del ragazzo hanno ricevuto due avvisi di pagamento. Come racconta la mamma, all’indomani del crimine hanno mandato loro «una raccomandata per avvisarci che il rottame dello scooter era stato dissequestrato e che dovevamo andare subito a ritirarlo, altrimenti avremmo dovuto pagare una penale per ogni giorno di ritardo». Inoltre, un anno dopo l’omicidio, hanno ricevuto una seconda ingiunzione: una “multa” di 183 euro per ripulire la scena del crimine (“bonifica dell’area con smaltimento dei rifiuti e assorbente per sversamento liquidi”, cioè il lago di sangue in cui è crepato il ragazzo). Ecco, Vannacci, questo è “il mondo alla rovescia”, per citare il titolo del Suo libro populista che istiga all’odio: un mondo anzi un Paese dove chi ha il dovere di proteggere ammazza il primo che passa. Come ad esempio quei Suoi colleghi dell’Aeronautica militare che giorni fa, sprezzanti dell’alto rischio d’incidenti (come rivelano le chat) hanno reso orfana la madre della bimba di 5 anni travolta dalle schegge della freccetta tricolore. Il ‘mondo alla rovescia’ è quello in cui quelli come Lei e questo poliziotto ubriaco non smettono la divisa e continuano a rappresentare il principio di protezione dello Stato senza uno straccio di credibilità.

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