lunedì 20 giugno 2022

“Felice Pride Month!”: l’Abbraccio dei Luterani dell’ELCA

di LELE JANDON
Nel mio viaggio in Oregon e California ho sempre notato esposta sul portone d’ingresso delle chiese affiliate all’ELCA la bandierina arcobaleno (un segno d’accoglienza del movimento di liberazione gay che è nato proprio in quel Paese) assieme a quella di “Black Lives Matter” (mentre il vescovo cattolico di Worcester, in Massachusetts, pochi giorni fa ha proibito ad una scuola di gesuiti, che in America sono gay friendly, di definirsi “cattolica” per aver deciso di continuare ad esporre queste due bandiere). La ELCA (Evangelical Lutheran Church in America), la maggiore denominazione luterana degli USA, con sede a Chicago, sostiene attivamente le persone ed i pastori e le pastore LGBT: “I nostri fratelli LGBT sono un dono per la nostra Chiesa e per il mondo”. La marcia del gay pride è assai sentita negli States ove è appunto stata ideata (nel 1970 a Chicago, Los Angeles, San Francisco e NYC) in memoria della Rivolta di Stonewall a Nuova York del giugno 1969. E come scrive persino la chiesa della minuscola Lakeview, in California, “giugno è un mese dedicato alla sensibilizzazione (raising awareness)” e così durante il “Pride Month” quasi mille parrocchie dell’ELCA organizzano Eventi a tematica LGBT anche grazie al programma “Reconciling in Christ”, opera di community organizing (in corso da almeno quarant’anni) dell’organizzazione luterana “Reconciling Works” che ha sede a Minneapolis.
Proprio in Minnesota, oltre all’iniziativa di “Queer Grace” (che mira ad accogliere persone LGBT precedentemente traumatizzate dalla chiesa e ciononostante interessate ad approfondire lo studio della Bibbia), la “Grace Lutheran Church” (la cui pastora ha fondato di propria originale iniziativa l’Enciclopedia online a tematica gay “Queer Grace”) ha formulato una preghiera di pentimento in un memorabile video collettaneo due anni fa: “I cristiani hanno profondamente ferito la comunità LGBT, è tempo che la chiesa riconosca il danno fatto e s’impegni in concreti atti di pentimento, rinnovamento e riforma”. Ecco una rosa dei messaggi d’auguri più belli ai “siblings” (parola che più correttamente comprende fratelli-e-sorelle) gay, lesbiche, trans e bisessuali. La “Christ Lutheran Church” di Pacific Beach (San Diego) si felicita e s’impegna: “Facciamo festa (celebrate) e rinnoviamo il nostro impegno nel lavorare per la dignità, eguaglianza e maggiore visibilità della comunità gay questo mese ed ogni mese”. Per dare autostima alle persone gay questa chiesa californiana ricorda opportunamente il versetto 14 del Salmo 139 di Davide (che ci ripeteva sempre la pastora americana Mari all’American Church Berlin): “Ti lodo/ti rendo grazie perché mi hai creato come una stupenda meraviglia” (“I praise you, for I am fearfully and wonderfully made!”). Inoltre, per incoraggiare a liberarsi dello stressante peso del segreto, questa bella comunità cita un concetto dell’attivista ebreo americano Harvey Milk (assassinato a San Francisco nel 1978 da un collega omofobo ed invidioso): “Se non sei personalmente libero di essere te stesso nella più importante delle attività umane, l’espressione dell’amore, allora la vita perde di significato” (“If you are not personally free to be yourself in that most important of all human activities…the expression of love…then life loses its meaning”).
La Saint Paul’s Lutheran Church di Santa Monica (stupenda città con amministrazione indipendente all’interno dell’enorme Contea di Los Angeles) nel proprio sito ribadisce di accogliere tutti e lo fa per bocca del proprio storico pastore dichiaratamente gay James (Jim) E. Boline (maritato con Christopher). La Trinity Lutheran Church di Greenville, nella Carolina del Sud, dichiara attraverso un videomessaggio della pastora Susan Crowell: “Se sei gay, etero, bisessuale o trans (…) hai un posto in questa Comunità. Questa congregazione si oppone all’odio e all’omofobia proclamati in altri pulpiti della città. Signore, guidaci ad essere ferventi sostenitori (fierce advocates) dei nostri fratelli LGBT”. Chiarissima sin dalle prime battute del proprio sito anche la Advent Lutheran Church di Mentor, Ohio: “Ti accogliamo a braccia aperte così come sei”. Sulla stessa linea delle chiese ELCA è la cattedrale episcopaliana della capitale federale, la “Washington National Cathedral” (quella dei funerali dei presidenti): “Il Pride è il momento non solo di riconoscere i nostri vicini LGBT ma di stare dalla loro parte (to stand with them), volergli bene e fargli festa (celebrate them)”. Lele Jandon

Nessun commento:

Posta un commento